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Da: Regione Emilia Romagna

Pesca acque interne. Al via un piano di azioni comuni delle quattro Regioni del bacino padano contro il bracconaggio nel Po. L’assessore Caselli: “Controlli potenziati grazie all’impiego coordinato di forze dell’ordine e polizia locale”

Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto rafforzano gli interventi di vigilanza e repressione contro le bande di predoni che depauperano il patrimonio ittico del Grande fiume. Il coordinamento affidato alle Prefetture dei capoluoghi regionali

Bologna – Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto fanno fronte comune e dichiarano guerra al bracconaggio ittico nel fiume Po. Si è riunita oggi a Milano la Consulta interregionale per la gestione sostenibile e unitaria della pesca e la tutela del patrimonio ittico del più grande fiume italiano, della quale fanno parte le quattro Regioni del bacino padano, oltre all’Autorità di bacino del Po. Per l’Emilia-Romagna era presente l’assessore regionale, Simona Caselli.
L’incontro ha fatto seguito al Protocollo d’intesa per il controllo della pesca illegale nel Po siglato nel giugno scorso e si è concluso con la messa a punto di un primo piano di azioni concrete per combattere un fenomeno criminoso che sta depauperando il patrimonio ittico del grande fiume, oltre a rappresentare un serio rischio per la salute dei consumatori a causa dell’immissione sul mercato di ingenti quantitativi di pescato illegale, nella più completa assenza di controlli sanitari e di requisiti di tracciabilità.

Le azioni di contrasto immediato prevedono protocolli operativi su base territoriale per l’attivazione delle forze dell’ordine e delle polizie provinciali e locali. Saranno inoltre geolocalizzati, mappati e monitorati nell’intero bacino fluviale i punti di imbarco, sbarco e sosta degli automezzi di appoggio utilizzati negli interventi di controllo e repressione e sarà messa a punto la catena di comando fino al livello di guardia giurata per la pesca delle associazioni dilettantistiche. Il coordinamento regionale delle operazioni è affidato alle Prefetture dei capoluoghi regionali.

“Insieme alle altre Regioni del bacino del Po- ha dichiarato l’assessore Caselli- abbiamo dichiarato guerra alla pesca di frodo e stiamo gettando le basi per una gestione condivisa del fiume, con l’obiettivo di armonizzare le norme che regolano la pesca e coordinare le azioni per la tutela della fauna ittica autoctona e della biodiversità. In più intendiamo potenziare le attrezzature per il controllo notturno e la navigazione in alveo delle polizie provinciali e locali. Inoltre come Regione stiamo investendo molto sul ripopolamento dello storione, specie pregiata autoctona messa in pericolo dalla proliferazione della specie ‘aliena’ del siluro”.

“L’accordo siglato a giugno per la lotta al bracconaggio- ha aggiunto Fabio Rolfi, assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia- non era solo di facciata. Vogliamo combattere in maniera efficace le bande organizzate di malviventi, spesso dell’Europa dell’Est, che recano danni enormi alla fauna, ai pescatori e all’ecosistema”.

All’incontro è stata ribadita la necessità di contenere la proliferazione del siluro: “È un predatore voracissimo- hanno concluso Caselli e Rolfi- che sta creando danni enormi al nostro ecosistema e alla fauna autoctona. A breve presenteremo delle azioni forti ed efficaci contro questa specie”.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Tanto che qualcuno si è chiesto se  i giornali ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport… Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e riconosce uguale dignità a tutti i generi e a tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia; stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. Insomma: un giornale non rivolto a questo o a quel salotto, ma realmente al servizio della comunità.

Con il quotidiano di ieri – così si diceva – oggi “ci si incarta il pesce”. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di  50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.

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