Skip to main content

Da ufficio stampa

L’assessore Petitti: “Vogliamo accompagnare i cittadini e contribuire a superare il ‘divario digitale'”

Bologna – Oltre 58 mila persone si sono rivolte nel 2016 all’Urp (Ufficio relazione con il pubblico) della Regione Emilia-Romagna per avere risposte e informazioni su vari temi: dal lavoro alla casa, dai finanziamenti alle imprese al bonus giovani, alle informazioni su come avviare nuove attività, sui ticket sanitari, fino alle norme sulle caldaie o i bolli auto.
Il dato, in costante crescita, è contenuto nel Rapporto annuale 2016 sull’attività dell’Urp.

Nel 2015 gli utenti erano stati più di 54mila. La maggioranza delle persone (il 66%) ha contattato l’Urp con una telefonata, ma si possono anche inviare domande via mail (urp@regione.emilia-romagna.it).

Nel dettaglio, questi i numeri dei diversi sportelli specialistici aperti al pubblico: lo sportello imprese (quasi 9mila contatti), Agrea (6500), sisma (oltre 11mila), formazione (quasi 12mila contatti) e cartografia (oltre 4mila).

Gli operatori del “front office” hanno risposto alle richieste degli utenti in larghissima misura in modo immediato (80%). In alcuni casi (10%) la risposta è stata differita, cioè l’Urp, dopo aver effettuato accertamenti con gli esperti di settore, ha richiamato il cittadino nell’arco di 24 ore. Per la restante parte, gli interlocutori sono stati invece indirizzati alla struttura specialistica all’interno delle Direzioni generali regionali o di altri servizi territoriali.

Gli operatori hanno registrato nell’ultimo anno un aumento dei problemi posti dall’utenza, assieme a non poche difficoltà linguistiche, dovute alla crescente presenza di persone che non conoscono bene l’italiano, segno della società multietnica che avanza. Accanto a ciò permane in molti casi la scarsa familiarità ad utilizzare la rete informatica come strumento per reperire informazioni o documenti e l’Urp ha spesso fatto da “assistente” per la navigazione in rete per molti, non solo anziani, come, ad esempio, nei casi di richieste di informazioni sul buono libri o sul bonus cultura.

“C’è ancora indiscutibilmente bisogno degli Urp, nonostante la digitalizzazione e la semplificazione stiano aumentando- sottolinea l’assessore regionale al Bilancio e riordino istituzionale, Emma Petitti– perché esiste ancora molto divario digitale tra le persone. Continueremo nel nostro impegno per rendere sempre più ‘intelligenti’ e facili gli accessi alle amministrazioni pubbliche e per dare, attraverso i servizi degli Urp, un aiuto concreto ai cittadini, anche accompagnandoli in percorsi di accesso online ai servizi pubblici. E’ una questione che attiene non solo al dovere di informare ma anche a quello di assicurare e rendere reali i diritti delle persone”.

Gli strumenti

L’Urp regionale aprì i battenti sperimentalmente nel 1997. Nel suo ventesimo anno di vita cerca ancora di puntare sempre più sui nuovi strumenti tecnologici, investendo anche nella multicanalità e nella presenza sui social media con informazioni di servizio, video e Faq.

Il sito dell’Urp, con la parte dedicata alle news, consente di essere informati su ciò che avviene in regione, grazie a centinaia di informazioni online, schede tematiche e mappe georeferenziate dei servizi disponibili.

Il servizio di sms inoltre consente ai cittadini di ricevere le informazioni sul proprio cellulare.

L’Urp è anche l’ufficio delegato a ricevere i reclami e le richieste di accesso agli atti, diritto ampliato e potenziato da alcuni mesi con l’approvazione da parte del Governo del Foia, il “Freedom of information act”.

I recapiti

Gli uffici dell’Urp della Regione Emilia-Romagna si trovano al piano terra del palazzo di viale Aldo Moro 52 a Bologna.

Per i contatti il telefono è 800 662200, mentre la mail urp@regione.emilia-romagna.it .

Il sito è pubblicato all’indirizzo www.regione.emilia-romagna.it/urp .

tag:

REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it