Sanità. Dalla Regione 875mila euro per le Università di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia, Parma
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Da: Regione Emilia-Romagna
Sanità. 35 contratti di formazione in più rispetto a quelli statali per le Scuole di specializzazione medica: dalla Regione 875mila euro per le Università di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia, Parma
L’assessore Venturi: “Ampliamo l’offerta formativa per rispondere ai fabbisogni professionali del nostro sistema sanitario regionale”
35 contratti di formazione specialistica in più, rispetto a quelli statali, finanziati con 875mila euro di risorse proprie. E’ la cifra stanziata dalla Regione Emilia-Romagna a favore di medici specializzandi per l’anno accademico 2015/2016.
“Alle risorse nazionali, ripartite tra i diversi Atenei, ogni Regione aggiunge fondi propri in modo da aumentare il numero dei contratti, così da ampliare l’offerta formativa di specializzazione medica dove ce n’è più bisogno- spiega Sergio Venturi, assessore alle Politiche per la salute della Regione Emilia-Romagna-. In sostanza, aggiungiamo posti nelle Scuole di specialità”.
Dei 35 contratti di formazione specialistica aggiuntivi, 4 sono in Anestesia, rianimazione e terapia intensiva e del dolore (che si aggiungono ai 61 statali), 1 in Cardiochirurgia (in più rispetto ai 4 statali), 1 in Chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica (3 quelli statali), 3 in Dermatologia e venereologia (che si sommano ai 10 statali), 1 in Ematologia (aggiuntivo ai 10 statali), 1 in Geriatria (14 i contratti statali), 1 in Igiene e medicina preventiva (che si aggiunge ai 19 statali), 1 in Malattie dell’apparato cardiovascolare (32 i contratti statali), 2 in Malattie infettive e tropicali (9 quelli statali), 6 in Medicina dell’Emergenza-Urgenza (14 quelli statali), 1 in Medicina fisica e riabilitativa (aggiuntivo rispetto agli 11 statali), 1 in Medicina interna (30 i contratti statali), 1 in Medicina nucleare (aggiuntivo rispetto ai 4 statali), 1 in Neurologia (13 i contratti statali), 3 in Oncologia medica (in più rispetto ai 17 statali), 2 in Ortopedia e traumatologia (30 i contratti statali), 3 in Otorinolaringoiatria (che si sommano agli 8 statali), 1 in Pediatria (si aggiunge ai 45 statali), 1 in Psichiatria (22 quelli statali).
Per quanto riguarda la ripartizione dei 35 contratti, 13 sono a favore dell’Università di Bologna, per 325mila euro; 8 per l’Università di Ferrara, per 200mila euro; altri 8 per l’Università di Modena-Reggio Emilia, sempre per 200mila euro; infine, 6 contratti di formazione specialistica sono a favore dell’Università di Parma (150mila euro). /CV
REGIONE EMILIA-ROMAGNA
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Cari lettori,
dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.
Se già frequentate queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “giornale” .
Tanto che qualcuno si è chiesto se i giornali ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani. Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport… Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito. Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.
Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e riconosce uguale dignità a tutti i generi e a tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta. Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia; stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. Insomma: un giornale non rivolto a questo o a quel salotto, ma realmente al servizio della comunità.
Con il quotidiano di ieri – così si diceva – oggi “ci si incarta il pesce”. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line, le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.
Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.
Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”, scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle élite, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.
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