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“Il cioccapiatti era così chiamato perchè quando lo si condiva nel piatto e quando lo si mangiava, scrocchiava (a Bologna cioccava). Il cioccapiatti è una specie di radicchio selvatico che è molto presente lungo gli argini del fiume Reno. Poi associato a persone bugiarde, inconcludenti, false ecc. in quanto sembra una verdura pregiata ma in realtà è amaro, duro ed una volta pulito non rimane nulla = persona con pochi contenuti. “

Treccani, voce tratta dal dialetto bolognese

Giorgia Meloni, cui possiamo senz’altro attribuire la paternità (o maternità?) del programma elettorale di Fratelli d’Italia, a un certo punto del programma scrive: “Sterilizzazione delle entrate dello Stato da imposte su energia e carburanti e automatica riduzione di Iva e accise”.

Adesso che è Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni le accise invece non le taglia. Non ci pensa nemmeno. Siccome l’estratto del programma di cui sopra campeggia su ogni social e organo di stampa – a prova che la contraddizione è troppo plateale persino per un’ informazione sdraiata sul potere come la nostra – Meloni reagisce come nemmeno un Forlani d’antan avrebbe saputo fare. Dice che quella frase significa che “se hai maggiori entrate dall’aumento dei prezzi del carburante, le utilizzi per abbassare le tasse. Ma noi non avevamo maggiori entrate, ovviamente.” Ma dove sarebbe il periodo ipotetico, nel programma della Meloni? Io non lo vedo. E poi: come non sono aumentati i prezzi del carburante? Nel periodo da settembre a ottobre 2022 sono aumentati, eccome. Basta guardare il sito del Ministero dell’Ambiente e Sicurezza energetica (qui). Poi in novembre e dicembre c’è stato un lieve calo, e quindi Meloni prende i dati che le fanno comodo.

Ma il capolavoro arriva dopo. Meloni aggiunge infatti: “per tagliare le accise non avremmo potuto aumentare il fondo sulla sanità, la platea delle famiglie per calmierare le bollette domestiche, per i crediti delle pmi: tutte queste misure sarebbero state cancellate per prevedere il taglio delle accise”.

Ma pensa: se tagli le tasse a tutti in maniera piatta fai fatica a pagare i servizi sociali! Si tratta di un’affermazione di buonsenso, fatta  – una volta salita al governo – da una che, per andarci, ha raccontato l’esatto contrario (arrampicandosi sulla flat tax e scrivendo che le accise le avrebbe tagliate, eccome).

Accidere in latino significa “cadere sopra”.  Meloni è caduta sull’accisa, ma tranquilli: domani nessuno se ne ricorderà. L’importante è promettere, perchè la nostra politica è basata sull’imbonitura. Magari cambia l’imbonitore, perchè quello di prima ne ha sparate troppe e troppo grosse.

 

 

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Nicola Cavallini

E’ avvocato, ma ha fatto il bancario per avere uno stipendio. Fa il sindacalista per colpa di Lama, Trentin e Berlinguer. Scrive romanzi sui rapporti umani per vedere se dal letame nascono i fiori.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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