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Divorzio e donne sull’orlo di una crisi di nervi, vittime di violenza economica. La legge 3/2012 corre in loro aiuto

Due storie emblematiche di come un divorzio possa penalizzare il gentil sesso. 37 su 100 ricorrono ai Centri antiviolenza proprio per questo tipo di pressione, psicologica e non. Il Codice della Crisi ha permesso di cancellare situazioni al limite e far ritrovare la serenità perduta. 

I numeri parlano chiaro. In Italia, ancora oggi, il 40% delle donne non dispone di un proprio conto corrente e il 37,8% di quelle che si rivolgono a un centro antiviolenza lo fa anche per casi di violenza economica, un retaggio culturale e un tabù sociale alquanto duri da spezzare.

Proprio per questo già a partire dal 2021 Banca d’Italia, il Consiglio Nazionale del Notariato insieme a circa 250 associazioni locali per la parità di genere hanno promosso un progetto di educazione finanziaria. “Purtroppo le scarse conoscenze economico finanziaria – spiega l’avvocato Letterio Stracuzzi, presidente di Protezione sociale italiana – espongono il gentil sesso a altro tipo di violenza, esercitata dai loro mariti, compagni o ex mariti. Parliamo della violenza economica. Capita molto spesso che le donne che hanno proprietà immobiliari o un rapporto di lavoro fisso, sono quasi costrette a prestare garanzie personali per le attività del marito, sia in attività artigiane, quindi piccoli imprenditori, sia in società commerciali. Poi, quando l’impresa del marito cessa o fallisce, il marito comunque scappa via, e la donna si trova a sopportare le spese”.  

Quella di Angela, ad esempio, è la storia di una madre che si è trovata in una situazione di indebitamento per le garanzie prestate in favore dell’impresa, fallita nel 2016, dell’ex marito: “Garanzie -prosegue l’avvocato Stracuzzi - per mutui di liquidità e finanziamenti. A seguito del fallimento i coniugi hanno deciso di divorziare e, nel 2019, l’ex marito si trasferisce all’estero e lascia la donna e le due figlie senza alcun tipo di sostegno, con banche e finanziarie alle calcagna. Per questo, Angela si rivolge a noi e, in particolare all’Organismo di Composizione della Crisi di Pavia, competente per territorio, per poter beneficiare della legge 3/2012, la cosiddetta legge anti-suicidi, oggi Codice della Crisi, e risolvere la propria situazione“.    

Angela, grazie all’Organismo di Composizione della Crisi (Occ) di Protezione sociale italiana, ha proposto di risolvere la propria situazione di indebitamento -pari a 938.000 euro- offrendo ai creditori la somma di 48.000 mila euro in 6 anni. La cifra offerta risulta superiore a quella che i creditori potrebbero incassare dalla vendita all’asta dell’unico immobile di proprietà. L’istituto della legge 3/2012 che l’Organismo ha deciso di applicare, in favore di Angela, è quello del Piano del Consumatore. L’applicazione dell’istituto non richiede che la proposta del debitore ottenga il consenso dei creditori: “Una storia a lieto fine – commenta Stracuzzi – che ha permesso ad Angela e alle sue figlie di ritrovare la serenità perduta”. 

La storia di Maria è, invece, la storia di una madre divorziata che, anche in questo caso, per il fallimento dell’impresa dell’ex marito si è trovata in una situazione di indebitamento con le banche per le garanzie prestate in favore dell’ex coniuge: “Maria – spiega l’avvocato Stracuzzi – era in una situazione di indebitamento con le banche importante. Si rivolge cosi a Protezione sociale italiana e al suo Occ di Milano, competente per territorio, per ricevere i benefici previsti dalla legge 3/2012: Maria ha proposto di risolvere la propria situazione di indebitamento, pari a 194.600 euro, offrendo ai creditori la somma mensile di euro 200 per 36 mesi. L’istituto della legge 3 che l’Occ ha deciso di applicare in favore di Maria è quello della Liquidazione controllata. L’applicazione dell’istituto non richiede che la proposta del debitore ottenga il consenso dei creditori”.  

Con sentenza del 15.12.2022, il Tribunale di Milano -giudice dott.ssa Rosa Grippo- nel procedimento NRG 358/2022 ha accolto la proposta di Liquidazione controllata di Maria e la ha ammessa a ottenere il beneficio dell’esdebitazione: “E anche in questo caso – afferma Stracuzzi – la famiglia di Maria ha ritrovato un pizzico di serenità”. 

Dal 2012 ad oggi – conclude Stracuzzi – sono oltre 3.000 i suicidi per motivi economici. Una cifra preoccupante che poteva essere decisamente più alta, forse anche del doppio, se non avessimo avuto la possibilità di ricorrere a questa normativa. In poco più di 5 anni, per fortuna, siamo riusciti a stralciare oltre 130 milioni di euro di debiti. Soldi che, attraverso sentenze dei Tribunali, abbiamo tolto dalle spalle di molte famiglie e imprese che versano in crescente difficoltà”.  

 

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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