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Mese: Novembre 2019

Ferrara in Jazz 2019 – 2020: Simone Graziano Frontal Feat. Reinier Baas

Da: Ufficio Stampa Jazz Club Ferrara

Lunedì 4 novembre parte dal Jazz Club il tour di Sexuality, nuovo progetto discografico di Frontal, quintetto del pianista e compositore Simone Graziano che si avvale, oltre a Dan Kinzelman al sax tenore, Gabriele Evangelista al contrabbasso e Stefano Tamborrino alla batteria, dell’apprezzato chitarrista olandese Reinier Baas. Anticipa il concerto l’aperitivo a buffet al wine bar del Torrione, lo segue l’imprevedibile jam session.

Frontal è il quintetto guidato da Simone Graziano, considerato uno dei migliori pianisti e compositori emersi recentemente nel panorama italiano. Il gruppo, completato da altrettanti talenti quali Dan Kinzelman al sax tenore, Gabriele Evangelista al contrabbasso e Stefano Tamborrino alla batteria, torna al Torrione – lunedì 4 novembre (a partire dalle ore 20.00) – con un plus one: il chitarrista olandese Reinier Baas, tra i più rappresentativi musicisti della nuova generazione del jazz europeo, per presentare Sexuality, nuovo progetto discografico edito da Auand Records. Anticipa la performance l’aperitivo a buffet accompagnato dalla selezione musicale di Gil dj, lo segue l’imprevedibile jam session.
Il lavoro per la realizzazione di Sexuality è iniziato due anni fa ed è il frutto di una ricerca interamente ispirata al libro di Simha Arom ‘African Polyphony and Polyrhythm’ (che un gigante come György Ligeti considerava un’opera di enorme importanza). «Simha – racconta Graziano – era un cornista che avrebbe dovuto fermarsi quattro giorni nella Repubblica Centrafricana per alcuni concerti in orchestra. Poi si è imbattuto nella musica delle bande pigmee dell’Africa Centrale, e ha finito per restarci quattro anni, trascrivendo tutto il repertorio e tutti le linee strumentali dei vari gruppi pigmei». Graziano ha passato un lungo periodo ad approfondire il concetto di poliritmia nella teoria e nella pratica, nel tentativo di capire a fondo la differenza di approccio al ritmo fra la cultura africana e quella europea. «L’idea di base – aggiunge – è creare livelli ritmici diversi che convivono nello stesso momento. Del resto è quello che avviene costantemente nella vita reale: mentre scrivo sento il suono della moto che passa, dell’ascensore che sale, le voci di passanti per la strada, cui si aggiunge il ticchettio delle dita sulla tastiera del computer. Siamo abituati a selezionare ed eliminare ciò che consideriamo “superfluo”, ma in realtà la natura è intrisa di poliritmia e polifonia. La musica di questo disco cerca di rappresentare la complessità della natura».
Se la parte sulla forma è chiara, la scelta del titolo va invece ricercata nella sostanza dell’album, e nei temi che la sua musica affronta. «Il titolo – aggiunge il pianista – è ispirato al libro di Stephen Mitchell, “L’amore può durare”. L’assunto iniziale è semplice: degli elementi costitutivi del sesso noi conosciamo solo i fattori ambientali, genetici, biologico-ormonali, generazionali. La scienza non riesce a spiegare fino in fondo da cosa nasca questa forza che lega, nei più svariati modi, tutti gli esseri viventi. È proprio su questo cono d’ombra che da sempre hanno agito i poteri forti: religioni e governanti hanno sempre cercato di esercitare un controllo sulla sessualità, consci di poter così controllare una grande fetta dell’umanità. Oggi si assiste ad un’altra forma di controllo del sesso: le innumerevoli chat sulle diverse piattaforme social. A ciò si aggiunge la pornografia sul web, alla portata di chiunque con una manciata di click». Il tutto al carissimo prezzo dei propri dati sensibili, tracciati e rivenduti come merce di scambio. «’Sexuality’ – conclude Simone Graziano – vuole essere una spinta a recuperare il valore del contatto reale e dell’unione tra gli esseri umani. Sia ben chiaro, non per un senso etico, ma come forma di ribellione a un sistema che lucra sul nostro piacere».

Informazioni:
www.jazzclubferrara.com
jazzclub@jazzclubferrara.com
Per informazioni 331 4323840 tutti i giorni dalle ore 12:00 alle ore 22:00.
Il Jazz Club Ferrara è affiliato Endas, l’ingresso è riservato ai soci.

Dove:
Torrione San Giovanni via Rampari di Belfiore, 167 – 44121 Ferrara. Se si riscontrano difficoltà con dispositivi GPS impostare l’indirizzo Corso Porta Mare, 112 Ferrara.

Costi e orari:
Intero € 10, ridotto € 5
Apertura biglietteria 19.30
Aperitivo con dj set a partire dalle ore 20.00
Concerto dalle ore 21.30
Jam session dalle ore 23.00

NB: non si accettano pagamenti POS.

Democrazia Futurista di Marinetti (Asino Rosso eBook Ferrara)

Da: Organizzatori

Include una nota saggio di Roby Guerra (2019).

Rileggere oggi, un secolo dopo, questo testo, tra i più controversi e visionari di Marinetti e per la storia del futurismo storico, domanda sguardi e pensieri diversi dal mero letteralismo, una giusta ermeneutica o simbolismo, un carattere squisitamente artistico e modernista: oseremo dire le teorie testuali di certa stagione postmoderna, filosofica-antifilosofica, i vari Baudrillard, Delouze, persino Lacan e persino A.de Benoist, in Italia, Giovanni Sessa e Vitaldo Conte.
Non sono invece in genere letteralmente attinenti storici e filosofi anche contemporanei, poco inclini a simile danza neuronale a zig zag o spirale, “paranoidi” in certo senso intellettuali, adatti ma riduzionisti nel captare il segno intertestuale al primo livello, la crosta dell’abisso significante relativo a ogni opera d’arte letteraria (in questo caso peraltro apparentemente off topic, visto il focus politico sociale). Chiarita, tale necessaria premessa metaconoscitiva, sarà possibile il godimento di questo ennesimo volo di Pindaro futurista, ma tremendamente tragicamente realistico e utopico, paradossalmente:
fino a altrettanto ennesima provocazione, la politica democratica futurista, sfrontatamente esibita nel primo novecento, può risorgere o meglio ancora canta in qualche …dismisura il futuro?
Nel testo Collaudo pornofuturista dedicato a Valentina Nappi (anche una Poesia Visiva) come simbolo affine e ideale all’originale di Marinetti focalizzato tra l’altro (1919!) in alcune delle sue pagine più rivoluzionarie e storicamente provocatorie, l’elogio elegia a suo tempo del libero amore e contro il matrimonio cattoborghese.

Un film da fine del mondo

The Air That I Breathe (The Hollies, 1974)

Tempo fa ho visto un film meraviglioso… ‘Cercasi amore per la fine del mondo’…
Non è una commedia, non è un film romantico, non è un film catastrofico, non è un film drammatico, è semplicemente un po’ tutte queste cose e un po’ qualcos’altro.
Gli ultimi giorni di un uomo normale negli ultimi giorni del mondo.
Voi cosa fareste al suo posto? Io cosa farei? Non lo so, e spero tanto di non doverlo decidere un giorno. Ma se un giorno dovessi trovarmi nei suoi panni, penso che vorrei avere la forza d’esser come lui.

Dodge Petersen (un Steve Carell in stato di grazia) fa l’assicuratore. Mancano tre settimane all’impatto con un enorme asteroide che causerà l’estinzione della vita sulla Terra. La moglie, stanca, depressa e preda della disperazione, fugge via lasciandolo solo ad aspettare la fine del mondo.
Intorno a lui la gente reagisce alla situazione nei modi più strani, a volte tragici, a volte divertenti. Nel frattempo, il ritrovamento della lettera del suo primo grande amore e l’incontro con la sua vicina di casa danno all’uomo un ultimo scopo da raggiungere…

Dodge non è un eroe, tantomeno un supereroe, è semplicemente un uomo normale, un uomo alla ricerca di se stesso prima che sia troppo tardi. E nella sua ricerca capirà che l’unica cosa veramente importante, l’unico bene veramente prezioso, la cosa che rimane alla fine di tutto e per cui vale la pena vivere anche solo per le poche ore che restano, è l’amore.
Il film scorre leggero. La tragedia finale incombe e tutto accade nella più totale bizzarria, nella più assoluta, disperata, amara allegria.
Tra fughe di massa, suicidi, sommosse, orge e feste d’addio, due persone cercano la salvezza assaporando gli ultimi giorni del mondo con un’intensità tale che la vita intera non avrebbe saputo dare.
Non si parla d’imprese eroiche, la scena non appartiene ad astronauti e scienziati, non c’è più tempo, non serve più. Ciò che resta non è più là fuori, ma tutto dentro di noi. Si parla di sentimenti, d’amicizia e d’amore. Ma fidatevi, non è affatto noioso.
È divertente e commovente… Vedere per credere!

The Beach (Rob Simonsen & Jonathan Sadoff, 2012)

P.P.P.

2 novembre 1975. Pasolini viene trovato morto. Ucciso brutalmente. I colpevoli non si conosceranno mai. I sospetti sono tanti e le piste svariate. Una cosa rimane sicura, dopo 44 anni dalla sua scomparsa: il suo pensiero è più attuale che mai. Non servono parole altrui per ricordarlo, bastano le sue, più attuali che mai.

“Nulla è più anarchico del potere, il potere fa praticamente ciò che vuole. E ciò che il potere vuole è completamente arbitrario o dettato da sua necessità di carattere economico, che sfugge alle logiche razionali. Io detesto soprattutto il potere di oggi. Ognuno odia il potere che subisce, quindi odio con particolare veemenza il potere di questi giorni. È un potere che manipola i corpi in un modo orribile, che non ha niente da invidiare alla manipolazione fatta da Himmler o da Hitler. Li manipola trasformandone la coscienza, cioè nel modo peggiore, istituendo dei nuovi valori che sono dei valori alienanti e falsi, i valori del consumo, che compiono quello che Marx chiama un genocidio delle culture viventi, reali, precedenti. Sono caduti dei valori, e sono stati sostituiti con altri valori. Sono caduti dei modelli di comportamento e sono stati sostituiti da altri modelli di comportamento. Questa sostituzione non è stata voluta dalla gente, dal basso, ma sono stati imposti dal nuovo potere consumistico, cioè la nostra industria italiana pluri-nazionale e anche quella nazionale degli industrialotti, voleva che gli italiani consumassero in un certo modo, un certo tipo di merce, e per consumarlo dovevano realizzare un nuovo modello umano.”
Pier Paolo Pasolini

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la settimana…

La notte dei morti

Quella del due novembre non è una notte come le altre. In questo giorno si lascia il razionale da parte. È il giorno dove le candele illuminano il sentiero a chi non è più di questo mondo. Il giorno della preghiera, degli antichi riti, della fiamma, dei tre segni della croce, dello specchio coperto, dell’acqua che si trasforma in sangue se usata non correttamente. È il giorno dei morti che si fanno vicini. È la notte con le loro processioni. Il momento nel quale i più coraggiosi vedranno l’incedere di chi fu, nell’acqua del bacile messa vicino alle finestre. La notte del riflesso nel buio. Delle ombre che si muovono. Delle chiese lasciate aperte. Dei cimiteri che si illuminano. La morte, in questo giorno, torna ad essere una questione della vita.

PER CERTI VERSI
Al crepuscolo

Ogni domenica Ferraraitalia ospita ‘Per certi versi’, angolo di poesia che presenta le liriche del professor Roberto Dall’Olio, all’interno della sezione ‘Sestante: letture e narrazioni per orientarsi’

AL CREPUSCOLO

Nel tempo in cui
Il cielo si arancia
Il sole rientra come un feto nella sua pancia
Mi tolgo dai panni di Amleto
Sono io che passo nel tuo ventre
In quel preciso mentre
Dove il mio equinozio
Tocca il tuo solstizio
Il dolce ozio
Di godersi la luce
Sul precipizio

NOTA A MARGINE
La rimozione della morte e l’illusione dell’eterna giovinezza

Una società che trascura o ignora il culto dei morti è essa stessa morta. Ci siamo avviati già da tempo verso l’indifferenza davanti alla morte e sentiamo la necessità di rimuovere, accantonare, cancellare le tracce di chi ci ha preceduto, come se le pietre tombali, le lapidi e tutti i segni che ne onorano la memoria siano fastidiosi obblighi, ingombranti fardelli che appesantiscono la nostra quotidianità scandita e organizzata, che non contempla il rispetto del passato né tantomeno l’elaborazione del dolore della perdita. Non sempre le “Urne dei forti” nei Sepolcri di foscoliana memoria accendono “L’animo dei forti”. La ritualizzazione della morte ci trova impreparati perché abbiamo difficoltà a condividere il dolore, il lutto, la commemorazione dei nostri defunti: lo ‘spettacolo della morte’ è concepito come impossibile da sostenere e preferiamo rimuovere, trovare scorciatoie e vie di fuga per non affrontarlo. Un grande paradosso, se pensiamo alle immagini di morte veicolate dai media che ogni giorno siamo costretti ad ingoiare e che ci hanno condotti all’assuefazione totale, perché in fondo non ci riguardano in modo ravvicinato.

La frammentazione sociale, i martellanti messaggi valoriali di benessere, dinamismo, prestanza, giovinezza, salute, spensieratezza, benessere ci hanno indotti a perdere il senso dei nostri limiti terreni, cadendo nell’inganno della pseudo-eternità. Si elabora la morte e si ricordano i propri defunti attraverso i social network, e sullo schermo del computer e dello smartphone scorrono foto nostalgiche, dediche, epitaffi, massime e aforismi, emoji che rappresentano stati d’animo e sentimenti, messaggi di cordoglio, che non potranno mai sostituire il supporto che una reale vicinanza può offrire. Un’esternazione del dolore fine a se stessa che ci lascia inevitabilmente soli. Occorre infrangere l’idea che la morte e il ricordo dei propri cari creino una sofferenza insormontabile; occorrono più che mai momenti comunitari – proprio come il Giorno dei Morti – dove riesumare modalità comunicative autentiche, che permettano all’individuo di relazionarsi in un destino comune, trovando sostegno l’un l’altro, come richiede la nostra stressa storia evolutiva.
Trovarsi nei cimiteri, il Giorno di commemorazione dei defunti, è un rituale socialmente condiviso che permette di dare un ordine e un contenimento all’angoscia e al dolore della perdita. E’ un modo di riconoscere anche il valore e l’identità di chi non c’è più, la sua presenza nel passato, il suo essere stato, malgrado la sua scomparsa fisica. Molti aderiscono alla cerimonia, altri respingono l’idea di presenziare. Alcuni non ci vanno mai perché sentono i propri cari in ambiente diverso, altri non ammettono forme di celebrazione perché ritengono che ‘tutto sia finito’. C’è chi definisce quest’usanza come occasione ipocrita destinata all’apparenza di facciata, all’ostentazione dei vivi, piuttosto che sincero raccoglimento nel pensiero dei propri defunti.
Qualcuno preferisce visitare il cimitero soltanto in giorni più discreti, lontano da liturgie e appuntamenti ufficiali. Il cimitero è un luogo fisicamente ben definito con connotazione sociale chiara e condivisa. Permette di rimanere in contatto con i propri defunti, ricordarli ed essere di sostegno agli altri. Recarsi in quel luogo significa andare in un posto che ha una sua sacralità e richiede tanti piccoli rituali, piccole azioni, piccoli impegni – percorrere i vialetti tra le tombe, portare i fiori, accendere un lume, recitare una preghiera, rimanere in un silenzioso dialogo con se stessi e il defunto – che ci permettono di dare una sorta di sede al nostro dolore, alleggerendo il peso delle emozioni forti, rendendo meno pervasiva la sofferenza, riducendo l’angoscia, facendoci sentire meno soli.
Sono gli stessi gesti, le stesse modalità compiute nei secoli da chi c’era prima di noi, con caratteristiche diverse a seconda dell’epoca e civiltà, ma con lo stesso senso profondo. In alcune aree del mondo la commemorazione dei defunti assume un’importanza che supera per quel giorno le esigenze dei vivi. In Messico il Dia de Muertos, di origini preispaniche, diventa una festa di due giorni che coinvolge l’intera popolazione: l’1 novembre festeggiato dai bambini e il 2 dagli adulti. Si preparano gli altari dei morti attorno alla sede tombale, un arco addobbato con fiori, foto del defunto, incensi, per favorire il ritorno del caro estinto almeno per quei giorni. Vengono distribuiti dolci e pan de muerto ricoperti da zucchero colorato. La glassa di colore rosso, si narra, fu un’idea dei colonizzatori spagnoli per dissuadere simbolicamente la popolazione dalle pratiche dei sacrifici umani ai loro dei. Il colore dominante della giornata dei morti è il giallo, che domina la scena con le composizioni di cempasùchil, dei garofani particolari. File interminabili e suggestive di candele accese segnano il cammino che i defunti dovrebbero percorrere, mentre le famiglie rimangono riunite in cimitero per tutta la notte, con gruppi musicali che suonano le canzoni e melodie che piacevano ai loro cari. Una grande festa sentita che trae le sue radici nell’antichità, mantenendone tutta l’intensità, non solo folklore. Nel 2008 l’Unesco ne ha riconosciuto il valore, dichiarandola ‘Patrimonio immateriale dell’Umanità’.
Ci ha esortato anche Papa Francesco a fare visita ai nostri defunti oltre il Giorno dei Morti, onorarli, ricordarli per chi e ciò che sono stati e non soltanto per colmare il divario che ci separa dalla perdita. Disertare una visita ai nostri cari scomparsi significa privarsi di un momento dedicato esclusivamente al loro ricordo in un luogo a loro riservato. E se ci imbattiamo in qualche epigrafe spoglia, qualche tomba abbandonata, qualche sede sepolcrale davanti a cui nessuno si ferma, depositiamoci un fiore.

Proiezione Speciale al Cinema Boldini: “The Irishman”

Da: Ufficio Stampa Arci Ferrara

Lunedì 4 Novembre ore 21.00 – v.o. sott. ita; Mercoledì 6 Novembre ore 21.00 – v.o. sott. ita; Martedì 12 Novembre ore 21.00 – v.o. sott. ita; Giovedì 14 Novembre ore 21.00 – v.o. sott. ita; “The Irishman”, regia di Martin Scorsese (USA, 2019 – 209’’). Distribuzione Cinetica di Bologna.

Attesissimo ritorno di Scorsese nel suo mondo, quello della malavita italoamericana di un tempo, in una produzione Netflix (in streaming dal 27 novembre). Sullo schermo, il mondo di Quei bravi ragazzi e Casino, con i suoi attori prediletti richiamati in servizio, da De Niro a Harvey Keitel a Joe Pesci, più Al Pacino nel ruolo di Jimmy Hoffa, potente boss del sindacato dei trasporti.

Il film THE IRISHMAN verrà proiettato al Cinema Boldini di Ferrara, in versione originale con sottotitoli, lunedì 4 e mercoledì 6 novembre, e in altre due date la settimana successiva, martedì 12 e giovedì 14 novembre, sempre alle ore 21.00.

Sceneggiato da Steven Zaillian a partire dal romanzo L’irlandese – Ho ucciso Jimmy Hoffa di Charles Brandt, avvocato del mafioso Frank Sheeran, accusato della morte del sindacalista Hoffa (un testo considerato fondamentale, quando si parla di pubblicazioni sulla storia della mafia negli Stati Uniti), questo film epico e monumentale da 160 milioni di dollari segna il punto di arrivo di uno straordinario percorso umano e artistico cominciato da Scorsese alla metà degli anni Sessanta, quando si cominciava a parlare di rinnovamento del cinema americano. The Irishman è dunque la summa del cinema del regista, ma il punto di vista con il quale racconta una storia che comincia nel 1949 e finisce nel 2000 è radicalmente diverso da quello al quale ci ha abituato.

L’irlandese del titolo è Frank Sheeran (De Niro), veterano della Seconda Guerra Mondiale, imbroglione e sicario che ha lavorato al fianco di alcune delle figure più importanti del Ventesimo secolo. Attraversando diversi decenni, il film racconta uno dei più grandi misteri della storia statunitense, l’omicidio del leggendario e controverso sindacalista Jimmy Hoffa (Al Pacino), e ci accompagna in un affascinate viaggio attraverso la criminalità organizzata, i suoi spietati meccanismi interni, le rivalità, le sanguinarie lotte intestine, le infiltrazioni della malavita nei sindacati, ne governo e le grandi aziende, le connessioni con la politica internazionale, tra Kennedy, Castro e Nixon.

A raccontare tutto questo, però, è un uomo di oltre ottant’anni che, ormai solo e paralizzato, apre continue finestre sul passato, in una complessa struttura di mise en abyme che rappresenta uno degli elementi più interessanti e affascinanti del film.

Tutto è cominciato quando De Niro nel 2007 leggendo il romanzo, si è convinto che quella fosse la storia giusta per tornare a lavorare insieme al suo amico Marty. È stata sua anche l’idea di affidare il ruolo di Hoffa a un altro dei suoi grandi amici, con il quale ha lavorato poco in passato. A stupire e far discutere il pubblico c’è il ringiovanimento digitale degli attori De Niro, Pacino e Pesci ottenuto attraverso una tecnologia sperimentale della Industrial Light and Magic, a cui Scorsese è ricorso non avendo alcuna intenzione di affidare i ruoli giovanili ad attori diversi perché «questo film lo abbiamo fatto per noi, per tornare a lavorare insieme [..]». Facendo però lievitare il costo del film ad una cifra che solo Netflix ha voluto pagare. «Le condizioni erano chiare: a me il finanziamento e una totale libertà creativa, a loro il diritto di mostrare il film in contemporanea con la programmazione in sala. Credo che per vedere i film bisogna prima farli e uno così Hollywood non me lo avrebbe permesso. Se penso che Re per una notte è rimasto in sala due settimane e poi è sparito, mi sembra un compromesso accettabile».

The Irishman è un’epopea gangster malinconica ed elegiaca, intima e ampia, che stratifica progressivamente tutto quanto sappiamo sul cinema di Martin Scorsese, del quale è un compendio (e si spera non un testamento).

Per informazioni:
Sala Boldini, via Previati 18 – Ferrara
www.cinemaboldini.it – www.arciferrara.org

Cerimoniale della giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate anticipato a Domenica 3 Novembre

Da: Ufficio Stampa Comune di Bondeno

Fabio Bergamini: “Continuare a ricordare i caduti che diedero la vita per la patria è un modo per tramandare ai nostri giovani i valori della storia del Paese”.

«Continuare a celebrare la giornata delle Forze Armate e dell’Unità del Paese è un modo per tramandare ai nostri giovani i valori della Patria e un monito contro le atrocità delle guerre». Il sindaco Fabio Bergamini ha voluto un cerimoniale attento e rispettoso anche per quest’anno, in occasione dei festeggiamenti della data del 4 novembre (anticipata a domenica 3), Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze Armate. E questo anche dopo il corposo programma del centenario dalla “Vittoria” e della fine della Prima Guerra Mondiale, di un anno fa. «Celebreremo anche il 101° anniversario nella stessa consapevolezza che i valori ai giovani non si trasmettono con un pacifismo di facciata, ma tramandando quelle che sono state le realtà (anche spiacevoli) delle guerre. Nella fattispecie, quella di trincea che ha provocato tante vittime e sofferenza durante il primo conflitto mondiale. Soprattutto ora – sottolinea il sindaco – in cui si sono abbassate le luci dei riflettori, dopo le celebrazioni del centenario della Grande Guerra». Nel dettaglio, Bondeno inizierà le celebrazioni di domenica 3 novembre alle ore 10, con la S. Messa in duomo, per proseguire alle ore 11 con il corteo e la deposizione delle corone dinanzi ai monumenti dei Caduti. In particolare, davanti al monumento denominato “La Madre”, sui giardini di viale Pironi, nei pressi del quale fu piantumato un anno fa l’albero della “Vittoria” da parte del sindaco Fabio Bergamini. Alle ore 11,15, il primo cittadino terrà il suo discorso, secondo il protocollo, davanti al municipio. Programma simile nella frazione di Scortichino, dove il vicesindaco Simone Saletti effettuerà la deposizione della corona d’alloro nel luogo in cui sorge il monumento ricollocato nella nuova piazza 20 Maggio, subito dopo avere tenuto il proprio discorso celebrativo alle ore 9,30. Entrambe le cerimonie saranno accompagnate dalle note della Filarmonica “G. Verdi” di Scortichino.

Pettazzoni (Lega): “Cimice asiatica. Scandalosa assenza della Ministra Bellanova ad importante riunione a Bruxelles sui rimedi”

Da: Ufficio Stampa Lega Emilia-Romagna

“Il ministro Bellanova non ha partecipato ad una riunione importantissima a Bruxelles nella quale è stata approvata la messa al bando di una molecola che potrebbe essere utile per contrastare la diffusione della cimice asiatica – commenta il consigliere regionale Lega, Marco Pettazzoni – il voto italiano sarebbe stato determinante per far prevalere la posizione dei paesi mediterranei per la difesa della propria ortofrutticoltura, rispetto a quella dei paesi nordeuropei che, per evidenti ragioni climatiche, non hanno gli stessi problemi di diffusione e danni derivanti da parassiti provenienti da paesi caldi. Un vero e proprio scandalo che dimostra quanto poco il ministro renziano all’agricoltura (e la sinistra, che amministra anche l’Emilia-Romagna), non abbiano abbastanza a cuore il grave problema della cimice asiatica che sta mettendo in ginocchio la frutticoltura di questa e di altre Regioni del Nord”.

“Se sarà definitivamente messo al bando il Clorpirifos Metile si rischia di far definitivamente scomparire uno dei pochi rimedi esistenti, e forse l’unico efficace nell’immediato, per il contrasto alla cimice asiatica – ha proseguito il consigliere regionale Marco Pettazzoni (Lega) – l’avversione incondizionata ai rimedi chimici è sbagliata soprattutto quando il loro utilizzo risulti l’unico rimedio immediato per salvaguardare le coltivazioni in attesa dei più sostenibili rimedi biologici che hanno tempi purtroppo lunghi per essere utilizzabili. Purtroppo questa avversione vi è stata anche da parte della Regione Emilia-Romagna che nei due fallimentari bandi per il contrasto alla cimice asiatica non l’ha presa in considerazione. Del resto il PD, che da 50 anni governa questa Regione, ci ha abituato a veder perseguire certe finalità ideologiche per pure questioni di consenso, piuttosto che cercare di risolvere i reali problemi dei cittadini, e degli agricoltori in modo particolare”.

Emmanuel Levinas e Monsieur Chouchani: tra filosofia e Talmud

Da: Organizzatori

Venerdì 8 novembre 2019 ore 17 presso Biblioteca Ariostea Ferrara. Conferenza di Giuliano Sansonetti e Piero Stefani.

Perché una conversazione su Levinas e Chouchani? Emmanuel Levinas è ormai un maestro riconosciuto, il cui pensiero è universalmente noto e le cui opere sono tradotte in tutte le maggiori lingue del mondo. Per farsene un’idea basta leggere Cecità morale, l’ultimo libro tradotto di un altro grande maestro contemporaneo: Z. Bauman, il teorico della “modernità liquida”. Nel libro infatti la lezione del filosofo lituano, naturalizzato francese, viene continuamente richiamata. Levinas vi compare insomma come il maestro di un maestro. Altrettanto si può dire del rapporto tra Levinas e Chouchani, con la differenza che ciò che sappiamo di quest’ultimo, ci è noto soprattutto da ciò che ne dice Levinas e qualcun altro, perché Chouchani – come altri grandi maestri– non ha lasciato niente di s critto. Da Levinas e da questi pochi altri sappiamo del fascino e della grandezza del suo insegnamento. Di lui ha detto lo scrittore Premio Nobel per la Pace Elie Wiesel: “il Rav Chouchani è uno di quegli uomini che ti accompagnano, che ti inquietano e che ti abitano nel corso degli anni, senza dubbio fino al termine dei tuoi giorni”. Non è questo il proprio dei veri maestri?
Incontro conclusivo del ciclo “Maestri” a cura dell’Istituto Gramsci e dell’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara.

Il museo Archeologico è il migliore, parola di turista

Il primo museo da visitare a Ferrara, secondo la classifica stilata in tempo reale da turiste e turisti che ogni giorno vengono nella città estense? E’ il museo Archeologico Nazionale, che sorprendentemente si trova al primo posto su TripAdvisor considerando solo i musei, e addirittura al secondo se guardiamo a tutte le attrazioni – in cima, in questo caso, non si trova un particolare monumento, ma l’intero centro storico ferrarese! – . Un segnale notevole, frutto di un lavoro costante e rivolto al futuro.

Dalla sua prima inaugurazione nel 1935, di acqua ne è passata sotto i ponti. Era nato in prima istanza per la conservazione dei reperti rinvenuti nelle campagne di scavo appena concluse, nel rinascimentale Palazzo Costabili, detto di Ludovico il Moro. Sin da subito, il cinquecentesco fascino della costruzione, unica nel suo genere per l’architettura e gli affreschi, ben si sposava con gli innumerevoli ritrovamenti dell’antica città di Spina, che finalmente tornava a vivere dopo millenni di oblio. Nel 1970 lo avrebbe atteso un nuovo allestimento, fino alla chiusura negli anni Ottanta per una ristrutturazione del Palazzone, come il popolo soleva chiamarlo. Dal 1997, infine, ha riaperto i battenti, e da allora gli attuali spazi espositivi sono ancora più vasti, con una circoscritta rotazione dei materiali visibili, data la strabiliante mole di oggetti conservati negli archivi. L’integrale fruizione del museo, infatti, è di nuovo possibile dal 2011, quando la realtà digitale dei nuovi media non ha trovato difficoltà nell’incontrare il mondo tangibile di una realtà museale, aumentandone le potenzialità per venire incontro ai diversi possibili pubblici. Alcuni oggetti, per esempio, sono stati scannerizzati in 3D e i loro modelli sono apprezzabili navigando sul sito del museo, insieme con informazioni utili a chi volesse approfondire. Su Google Arts & Culture, inoltre, è possibile procedere con una vera e propria visita, virtuale, all’interno del palazzo, con la tecnologia di Google Street View. Insomma, come avere un ingresso gratuito al museo! Dal piano terra, ricco di testimonianze dell’abitato etrusco, salendo l’imponente e monumentale scalone si arriva direttamente al piano nobile, dove a essere ospitati sono gli antichi resti della necropoli. Ma la proposta espositiva in vigore da otto anni ha aperto, al pianterreno, nuovi spazi sempre più adeguati a far vivere emozioni ed esperienze a chi per la prima volta cammina su quei pavimenti. Innovazione non vuol dire, però, solo tecnologia. Il cambiamento sta nel riuscire a vedere con occhi nuovi ciò che già ci circonda, parafrasando Proust. Ecco perché anche inaugurare una zona relax e concedere a chiunque di poter toccare con mano alcuni reperti, rigorosamente autentici, vuol dire stare al passo con i tempi. La multisensorialità, nel percorso museale, può essere esperita anche in veri e propri laboratori didattici, grazie ai quali, in speciali occasioni, l’innegabile stupore che provoca la storia di Spina può essere ben sperimentato in prima persona da giovani e studenti. E se la curiosità stimolata dal museo sarà troppo incontenibile, il museo stesso vi verrà incontro, aprendo le porte della cospicua biblioteca. Una collezione libraria che negli anni Settanta constava di 1278 volumi, raccolti sin dagli anni Trenta, ma che con il passare dei decenni ha visto incrementare tale numero, fino ad arrivare ai più di novemila volumi attuali. Gioielli da sfogliare che proprio da quest’anno sono finalmente accessibili a chiunque ne abbia il desiderio.

Per trascorrere un’intera giornata con piacere, stuzzicarsi con nuovi stimoli o entrare nella macchina del tempo alla scoperta di un mondo antico, il Museo Archeologico si configura come una soluzione ottimale. Può essere una valida alternativa ai soliti luoghi per tutta la famiglia, grazie ai vari servizi offerti, così come può essere sempre stimolante per le studiose e gli studiosi del settore, grazie al suo essere costantemente in divenire. Mostre, concerti, rievocazioni storiche, convegni, conferenze: il Palazzo Costabili non è una mera vetrina di manufatti sottratti alla custodia della terra, ma è un museo vivo e in cammino che attende di accogliere chi ancora non lo ha incontrato.

 

Museo Archeologico Nazionale di Ferrara
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IL SARTO
Una poesia di Carla Sautto Malfatto dedicata alla Commemorazione dei defunti

di Carla Sautto Malfatto

IL SARTO

A cosa serve questa notte
se non a spurgare fantasmi
dalle pieghe del mio tempo perduto?
Non c’è luce che li dissolva
e solo si rincantucciano come topi
alla lama arrotata del giorno.

Chiamo a raccolta i santi
ma sono i morti il mio rimorso
di occasioni non sfruttate
di baci trattenuti
questioni irrisolte
parole mai dette.

Sembrava il tempo un filo interminabile
da dipanare a piacimento
quasi ne conservassi i capi tra le mani…

Poi, per ognuno, si è reciso
e di queste gugliate ne ho fatto un ginepraio

e sul mio abito affiorano punti d’imbastito
lasciati da un sarto ancora da pagare.

(Carla Sautto Malfatto – tutti i diritti riservati)
da ‘Troppe nebbie’, Edizioni Il Saggio, 2019

Ferrara in Jazz 2019 – 2020: Programma Ottobre – Dicembre 2019

Da: Ufficio Stampa Jazz Club Ferrara

Main Concerts:
Sabato 2 novembre, ore 21.30, in collaborazione con Bologna Jazz Festival. Dave Douglas & Uri Caine Joy. Dave Douglas, tromba; Uri Caine, pianoforte.

Mercoledì 6 novembre, ore 21.30, in collaborazione con Bologna Jazz Festival. Bosso – Guidi The Revolutionary Brotherhood. Fabrizio Bosso, tromba; Aaron Burnett, sax tenore; Giovanni Guidi, pianoforte; Eric Wheeler, contrabbasso; Joe Dyson, batteria.

Sabato 9 novembre, ore 21.30, in collaborazione con Bologna Jazz Festival. Franco D’Andrea New Things. Franco D’Andrea, pianoforte; Mirko Cisilino, tromba e cornetta; Enrico Terragnoli, chitarra.

Giovedì 14 novembre, ore 21.30 Horacio ‘El Negro’ Hernandez & Italuba. Amik Guerra, tromba; Jorge Vera, pianoforte; Daniel Martinez Izquierdo, contrabbasso e basso elettrico; Horacio ‘El Negro’ Hernandez, batteria.

Sabato 16 novembre, ore 21.30, in collaborazione con Bologna Jazz Festival. Aaron Parks Little Big. Aaron Parks, pianoforte e tastiere; Greg Tuohey, chitarra; David ‘DJ’ Ginyard, basso elettrico; Tommy Crane, batteria.

Sabato 23 novembre, ore 21.30, in collaborazione con Bologna Jazz Festival. David Torn Sun Of Goldfinger. David Torn, chitarra; Tim Berne, sax alto; Ches Smith, batteria.

Sabato 30 novembre, ore 21.30 The Bad Plus. Reid Anderson, contrabbasso; Orrin Evans, pianoforte; Dave King, batteria.

Sabato 7 dicembre, ore 21.30 Chris Potter Circuits. Chris Potter, sassofoni; James Francies, pianoforte e tastiere; Eric Harland, batteria.

Sabato 14 dicembre, ore 21.30 Paul McCandless & Charged Particles. Paul McCandless, sax soprano, oboe e clarinetto basso; Murray Low, pianoforte e tastiere; Aaron Germain, basso elettrico;
Jon Krosnick, batteria.

Venerdì 20 dicembre e Sabato 21 dicembre, ore 21.30 Enrico Rava Special Edition 80th Anniversary. Enrico Rava, tromba; Gianluca Petrella, trombone; Francesco Bearzatti, sax tenore; Francesco Diodati, chitarra; Giovanni Guidi, pianoforte; Gabriele Evangelista, contrabbasso; Enrico Morello, batteria.

I lunedì del Jazz Club:
L’attualità del linguaggio jazzistico è l’humus di cui si nutre l’apprezzata formula del lunedì del Torrione, che vede esibirsi giovani protagonisti della scena nazionale ed internazionale seguiti da infuocate jam sessions e preceduti dal goloso aperitivo a buffet accompagnato dalla selezione musicale di France, Willygroove, Andreino e Gil Dj.

Lunedì 4 novembre, ore 21.30 Simone Graziano Frontal. Dan Kinzelman, sax tenore; Reinier Baas, chitarra; Simone Graziano, pianoforte; Gabriele Evangelista, contrabbasso; Stefano Tamborrino, batteria.

Lunedì 18 novembre, ore 21.30 Barbara Raimondi Singin’ Ornette. Barbara Raimondi, voce; Achille Succi, sax alto e clarinetto basso; Stefano Dallaporta, contrabbasso; Enzo Zirilli, batteria.

Lunedì 25 novembre, ore 21.30 Matteo Bortone ClarOscuro Quartet. Adrien Sanchez, sax tenore; Enrico Zanisi, pianoforte; Matteo Bortone, contrabbasso; Stefano Tamborrino, batteria.

Lunedì 2 dicembre, ore 21.30 Léandre – Schiaffini Duo. Giancarlo Schiaffini, trombone; Joëlle Léandre, contrabbasso.

Lunedì 9 dicembre, ore 21.30 Istantanea Ensemble. Tommaso Ussardi, direzione; Filippo Mazzoli, flauto e flauto basso; Daniele D’Alessandro, clarinetto e clarinetto basso; Denis Zardi, pianoforte; Pietro Fabris, violino e viole; Alma Napolitano, violino; Giuseppe Franchellucci, violoncello; Jordi Tagliaferri, percussioni.

Composizioni originali di Alfonso Santimone, Piero Bittolo Bon, Beppe Scardino, Achille Succi, Francesco Bigoni, Dimitri Sillato, Denis Zardi, Gioia Gurioli, Domenico Caliri e Matteo Tundo

Lunedì 16 dicembre, ore 21.30 Ingrid Jensen & Barga Jazz Band – Little Sweet Suite. Marta Raviglia, voce; Ingrid Jensen, tromba; Mirko Rubegni e Andrea Guzzolenti, trombe; Massimo Morganti, trombone; Nico Gori, Alessandro Rizzardi e Rossano Emili, sassofoni e clarinetti; Stefano Onorati, pianoforte; Angelo Lazzeri, chitarra; Paolo Ghetti, contrabbasso; Stefano Paolini, batteria.

Lunedì 23 dicembre, ore 21.30 Slow Gold. Filippo Orefice, sax tenore; Stefano De Bonis, pianoforte elettrico; Stefano Dallaporta, basso elettrico; Andrea Grillini, batteria.

The Tower Jazz Composers Orchestra
La Tower Jazz Composers Orchestra, formatasi nel 2016, è l’orchestra residente del Jazz Club Ferrara. L’ampio organico, che prevede la possibilità di turnover tra vari musicisti, è nato come naturale evoluzione di due progetti didattici (The Unreal Book e The Tower Jazz Workshop Orchestra), portando queste diverse esperienze a una sintesi comune, con una formazione e un repertorio più definiti. Affidati alla direzione di Piero Bittolo Bon e Alfonso Santimone, gli oltre venti elementi mettono in gioco collettivamente le proprie idee musicali con creatività e sorprendente empatia, eseguendo un repertorio che affianca composizioni originali e rivisitazioni di brani provenienti da varie tradizioni.

Lunedì 11 novembre, venerdì 13 dicembre The Tower Jazz Composers Orchestra T.B.A

Somethin’ else
Venerdì 15 novembre, ore 21.30 L’Associazione Culturale SpostaMenti in collaborazione con Jazz Club Ferrara presenta ‘Round Coltrane – Un ritratto tra parole e musica di John Coltrane. Laura Gramuglia, regia e voce narrante; Giacomo Bertocchi, sassofoni; Lorenzo Macchiavelli, chitarra.
Da un testo di Marco Vignudelli con musiche originali di Giacomo Bertocchi, fotografia di Nadia Del Frate e illustrazioni di Lorenzo Castellucci

Domenica 15 dicembre, ore 21.00 Jazz Confusion. Proiezione del documentario di Jonny Costantino, segue dibattito con il regista.

Didattica:
01-05 dicembre 2019, diversi orari da un’idea di Mauro Rolfini, il Jazz Club Ferrara propone Workshop con Joëlle Léandre. Seminario di improvvisazione musicale.

Informazioni:
www.jazzclubferrara.com
jazzclub@jazzclubferrara.com

Infoline e prenotazione cena 331 4323840 (tutti i giorni dalle 12.00 alle 22.00).

Tranne ove diversamente specificato, tutti i concerti si svolgono al Torrione San Giovanni via Rampari di Belfiore, 167 – 44121 Ferrara.

Il Jazz Club Ferrara è affiliato a Endas, l’ingresso è riservato ai soci.

Ferrara Cantiere Aperto – Passeggiate Culturali nel centro storico di Ferrara

Da: Organizzatori

Sabato 2 novembre ore 16.00, trame di Dame nella Nuova Casa Romei e la mostra 800\900. Cultura e società nell’opera degli artisti ferraresi.

La magnifica casa di Giovanni Romei, inserita nel denso abitato rinascimentale della Strada di San Francesco, ove infatti sorge l’omonima magnifica Basilica dei frati conventuali, capolavoro dell’Inzeniero Duchale Biagio Rossetti, ospita oggi una ricercata esposizione di opere dei grandi moderni ferraresi. Da Achille Funi ad Arrigo Minerbi, Giuseppe Mentessi e Gaetano Previati. Vedremo luoghi teatro di feroci omicidi e di spiritualità viva ed assoluta, intrecceremo le storie di Polissena e Marfisa d’Este con quelle delle Duchesse Lucrezia Borgia, Eleonora D’Aragona, Renata di Francia e le vite travagliate e tragiche di Olimpia Morata e Parisina Malatesta. Una Esperienza Urbana integrata al tramonto dalle Luci del Progetto “Sogno o Son d’Este”. Entreremo nella Basilica di San Francesco e nella Chiesa di San Girolamo dei Gesuati, a Palazzo Bonacossi (ingresso gratuito) per concludere nella la straordinaria Casa Romei (ingresso ridotto euro 4).

Appuntamento e partenza ore 16.00 davanti all’ingresso di Casa Romei (via Savonarola 30 – Ferrara). Partecipazione rigorosamente ad offerta libera! Non occorre la prenotazione.
A cura di Alessandro Gulinati: tel. 340-6494998

Assessore Maggi: “Un elenco di realtà produttive a cui accedere per gli affidamenti più semplici”

Da: Ufficio Stampa Comune di Ferrara

“Il rilancio di Ferrara deve passare attraverso le imprese locali che sul territorio investono e producono valore, non solo economico. Per questo, in piena coerenza con le Linee Programmatiche di Mandato, abbiamo intenzione di istituire, in collaborazione con le associazioni di categoria, un elenco di imprese a cui attingere per gli appalti e le forniture di importo ridotto che, come prevede il codice, possono essere affidati con procedure semplificate”. Così Andrea Maggi, assessore ai Lavori Pubblici, interviene in merito alle politiche per il rilancio dei settori produttivi della città. “Nel rispetto della trasparenza, delle norme e della libera concorrenza, oggi grazie al nuovo codice per gli appalti, è possibile tentare, come amministrazione pubblica che si avvale di numerosi fornitori, di valorizzare prioritariamente il tessuto economico locale che è fatto, in gran parte, di piccole imprese”. L’idea, già in essere in numerosi Comuni d’Italia, prevede la creazione di un elenco di operatori economici del territorio da interpellare per l’affidamento di lavori pubblici mediante procedura negoziata ed in economia per l’appalto di lavori di importo inferiore a € 1.000.000 ai sensi dell’Art.36 del Dlgs. 50/16.

“Non si tratta di privilegiare un’azienda rispetto ad un’altra né di intervenire sui principi che regolano il libero mercato, però è evidente che una città come Ferrara deve avere un occhio di riguardo per i propri imprenditori, portatori di una economia sana, di saperi insostituibili e garanti di una qualità eccellente nei servizi offerti – prosegue Maggi -. Il mio auspicio è che questo elenco venga creato e sia aggiornato con l’aiuto delle Associazioni di Categoria che possano supportarci a garantire il rispetto da parte delle ditte di tutti i requisiti formali richiesti per i lavori pubblici.

In questa ottica di piena collaborazione abbiamo avviato con le associazioni del territorio un percorso virtuoso fatto di ascolto e confronto periodico e insieme potremo firmare un protocollo al riguardo”.

“Un ladro contro Fe-nice: saremo comunque in piazza”

Da: Mario Zamorani

Un ladro si accanisce contro Fe-nice. Proprio mentre Fe-nice lancia un rivoluzionario progetto per cambiare radicalmente Ferrara con 3 raccolte di firme che daranno anche fastidio a molti, un ladro ci mette i bastoni fra le ruote.

Ci hanno rubato la totalità dei volantini (2.000) che abbiamo fatto stampare per informare/accompagnare la raccolta delle firme in piazza.

Firme per:
250.000 nuovi alberi a Ferrara (in scala è la stessa proposta di Boeri al comune di Milano) in un triennio; un bosco da impiantare per ridurre la temperatura in città; altre misure contro il riscaldamento globale contro l’innalzamento del mare; alberi in piazza Cortevecchia e Travaglio; ecc;
Via tutte le auto dal centro del Centro storico;
Riapertura delle circoscrizioni e nuove forme di partecipazione popolare.

Saremo vicino al monumento di Savonarola sabato pomeriggio, domenica mattina e pomeriggio, ma senza volantini che possano informare.

Quindi chiediamo a tutti i cittadini un atto di solidarietà e di aiuto: a partire dal venire a trovarci per firmare.

Lunedì provvediamo a denunciare il furto in Questura.

Mario Zamorani

Bondeno, iniziative per il Natale: un mese di eventi a fini aggregativi sociali

Da: Ufficio Stampa Comune di Bondeno

Fabio Bergamini e Simone Saletti: “Tante iniziative promosse in collaborazione con il volontariato, per animare il centro storico e non solo, promuovendo anche lo shopping nelle nostre attività commerciali”.

Da calendario mancano ancora più di 50 giorni, ma la macchina organizzativa è già in moto da qualche settimana. Perché, per i festeggiamenti natalizi a Bondeno e frazioni, praticamente nulla è lasciato al caso. «Anche quest’anno, la collaborazione tra il Comune, il mondo del volontariato, le associazioni di categoria ed i commercianti, consentirà di dare vita ad un vasto programma di iniziative culturali, ricreative, sociali, enogastronomiche. Allo scopo di ricreare un clima natalizio, all’insegna della tradizione, che invogli le persone a vivere il centro storico, le vie e le piazze delle frazioni, sostenendo il commercio e lo shopping in occasione delle Feste». A dirlo sono il sindaco Fabio Bergamini e il vicesindaco con delega alla Promozione del territorio, Simone Saletti. Crocevia di tutte le attività, manco a dirlo, sarà la pista di pattinaggio, che rinnova un appuntamento ormai ventennale con i pattini su ghiaccio in centro storico e per la quale si stanno definendo gli ultimi dettagli organizzativi. Come per il resto: luminarie per le vie della città e gli addobbi, in collaborazione con il mondo del commercio, e la creazione di sinergie con l’associazionismo, allo scopo di dare vita ad un corposo programma di laboratori, spazi di intrattenimento, ed attività espositive. Il cui calendario verrà reso noto a breve. L’avvio dei festeggiamenti coinciderà con la giornata dell’Immacolata in cui, come da tradizione, si procederà all’accensione delle luminarie. Il Natale porterà con sé, anche quest’anno, un immagine ecologica: «lo scorso anno – ricorda Simone Saletti – gli alberi di Natale del territorio furono addobbati riutilizzando i palloni in seguito distribuiti durante il carnevale, ed adoperando per le decorazioni carta da pacchi e materiali da riciclo. Quest’anno, proporremo un progetto analogo ma, nel frattempo, ci stiamo occupando di individuare sul territorio piante che devono essere “rimosse” dalla loro sede perché causano problemi strutturali agli edifici: pensiamo di addobbare le nostre piazze servendoci di questi alberi, che faranno la loro ultima passerella rallegrando i bambini di Bondeno e frazioni».

Animali, M5S: salvaguardiamo maggioranza imprese sane

Da: Ufficio Stampa Gruppo MoVimento 5 Stelle

“Circola in rete un video dell’organizzazione Animal Equality che crea un eccessivo e generalizzato allarmismo attorno alla filiera della mozzarella di bufala, con il rischio di creare un danno pesantissimo a uno dei fiori all’occhiello del made in Italy e dell’economia del Paese, Mezzogiorno in primis. Per questo ci dispiace che questo video sia stato rilanciato anche dal blog di Beppe Grillo. Animal Equality registra alcune pratiche che evidentemente sono storture da condannare e palesi violazioni delle severissime norme che nel nostro Paese disciplinano il benessere animale negli allevamenti, la salute dei capi e quella delle persone. Saremo i primi a chiedere con forza che questi atti brutali quanto illegali vengano prontamente individuati e sanzionati, così come siamo i primi – e non da oggi – a pretendere una macchina dei controlli efficace e inflessibile. Ciò non toglie, però, che vada tutelata l’onorabilità e la professionalità della gran parte degli operatori del settore, i quali quotidianamente si preoccupano di garantire il benessere delle bufale, la correttezza delle procedure, la qualità del prodotto e la salute dei cittadini. Se ci sono singoli episodi e storture da denunciare saremo i primi a farlo, ma salvaguardando una filiera produttiva che per rispetto degli animali e dell’ambiente, qualità dei prodotti e ricadute occupazionali importanti non ha eguali”. Lo affermano le deputate e i deputati del MoVimento 5 Stelle in commissione Agricoltura.

Bondeno: completati i lavori di adeguamento delle ex scuole di Ospitale

Da: Ufficio Stampa Comune di Bondeno

Fabio Bergamini, Marco Vincenzi e Francesca Piacentini: “L’immobile viene in questo modo rifunzionalizzato, anche per impieghi futuri, dopo il ritorno de l’Airone a Casa Bottazzi”.

Si parla di un futuro utilizzo a fini associativi, addirittura di un’esposizione permanente sullo stile di quanto realizzato a Scortichino, che ospita attualmente il museo storico della moto e dell’auto d’epoca. In ogni caso, a prescindere da quello che sarà il loro futuro utilizzo, per il momento le ex scuole primarie di Ospitale hanno una “mission” prestabilita: ospiteranno il centro diurno L’Airone fino a conclusione del cantiere in partenza a Casa Bottazzi. Da qualche giorno si sono conclusi anche gli ultimi ritocchi, all’interno dell’ex plesso scolastico. Interventi che sono serviti a riportare a piena efficienza ed al massimo confort i locali interni e gli spazi esterni, in considerazione dell’utenza che dovranno accogliere. «L’arrivo ad Ospitale degli utenti del centro L’Airone – avvertono il sindaco Fabio Bergamini e l’assessore alle Politiche sociali, Francesca Piacentini – sarà un valore per il paese. Il trasferimento, ormai previsto a giorni degli utenti e degli operatori del centro socio-riabilitativo, è soltanto temporaneo, ma in ogni caso gli interventi strutturali interni compiuti nell’edificio di via Madonna della Pioppa permetteranno anche una valorizzazione successiva della struttura». La Coop Serena, che gestisce L’Airone, ha sostenuto a proprie spese gli interventi necessari alla riqualificazione dell’immobile, utili per eliminare le possibili barriere architettoniche e per adeguare i locali per la prossima presenza di un centro diurno al suo interno. Il costo dell’intervento di miglioramento del plesso ex scolastico è stato di circa di 31mila euro, ed il progetto esecutivo dell’opera è stato curato dallo studio Planning & Building di Altedo (Bologna). «Le opere realizzate – spiega l’assessore ai lavori pubblici, Marco Vincenzi – hanno riguardato il pian terreno, i bagni attrezzati per i diversamente abili, gli spogliatoi e tutto quanto necessario alla rifunzionalizzazione della struttura, la quale ora possiede tutti i crismi per poter ospitare un’utenza “fragile” come quella del centro diurno. Il trasferimento degli utenti ad Ospitale – continua Vincenzi – consentirà di poter iniziare a breve anche i lavori di Casa Bottazzi (sede naturale del centro L’Airone) dove procederemo con il cantiere previsto dai cosiddetti “Contratti di Quartiere”». In cosa consisteranno i lavori di Casa Bottazzi? A bilancio ci sono complessivi 954mila e 500 euro, «da impiegare per il completamento dei locali del centro – sottolineano il sindaco Bergamini e l’assessore Piacentini – con il condizionamento dei locali, e per la realizzazione di cinque alloggi destinati al progetto del “Dopo di noi”, al primo piano. Proseguendo, in buona sostanza, quello che è il progetto dell’Amministrazione nei confronti dei diversamente abili, verso il raggiungimento di una loro parziale autosufficienza e una miglior qualità della vita».

Da: Organizzatori

Giovedì 7 novembre, ore 17 Antonella Iaschi presenta Anguane (Ludo Edizioni, 2019) presso Biblioteca Comunale Ariostea, Via Scienze 17. L’incontro è promosso dal Centro Etnografico del Comune di Ferrara. Introduce Enrico Trevisani (CEF), dialoga con l’autrice Roberto Roda.

“Quando la luna si specchia nell’acqua, le Anguane si recano alle fontane e lavano i vestiti della povera gente. Sono donne bellissime anche se hanno i piedi di capra girati all’indietro…”

Il romanzo di Antonella Iaschi, attinge al folklore e all’etnografia per costruire una storia di sentimenti, affetti e complicità fra donne. È una vicenda di formazione e maturazione femminile, scandita in filigrana da un racconto della tradizione orale alpina, quello delle anguane, che da il titolo al libro. La vicenda di Giulia, la protagonista del romanzo, l’amicizia con Gloria, permette all’autrice di attraversare una parte consistente della storia del ‘900, disegnando una serie di “commedie umane”, che affiancano e intersecano la storia principale. Le anguane diventano nella immaginazione di Giulia, una adolescente “difficile”, il motore per importanti e non facili scelte di vita e di emancipazione. Tutte le vicende, che nel romanzo si incrociano, delineano una cartografia che, nel genius loci di una fonte alpina in cui le anguane parrebbero occultarsi, definisce il suo centro geo-narrativo: dalle malghe friulane il racconto seguendo i suoi personaggi, si irradia verso Parma e la Pianura padana, emigra negli Stati Uniti, per tornare infine, dopo un secolo, là da dove era partito.

Antonella Iaschi è nata a Parma nel 1956.Attualmente vive fra il Friuli e la Calabria. È autrice di raccolte poetiche, romanzi e testi teatrali. Fra i numerosi lavori pubblicati si ricordano: “Vorrei che fosse Pace”, (1994); “Nuove foglie per terra” (1995); “Gentili care persone”, testimonianze di un’esperienza umanitaria durante la guerra Jugoslava (1996); ” Respirando”, (1996); “Non è tempo per tacchi a spillo” (2001); “La cavalla delle onde” (2006); “Parigi per sempre” (2010); “Coulisse” (2016), “La malga spiegata agli adulti”(2017..