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Mese: Settembre 2017

27 e 28 settembre | Convegno “I molti territori della Repubblica fascista”

Da Istituto Storia Contemporanea Ferrara

Convegno di studi storici
I molti territori della Repubblica fascista – Amministrazione e società nella RSI
La necessità di rivisitare il biennio 1943-45, negli ultimi anni ha motivato ricerche più attente su Salò, su chi vi aderì, sulla sua effettiva consistenza – cioè la sua concreta capacità di governo e di misurarsi con la preponderanza della cosiddetta “zona grigia” – e quindi sul suo significato di ponte tra il regime fascista e l’Italia del secondo dopoguerra. Il convegno “I molti territori della Repubblica fascista – Amministrazione e società nella RSI”, che avrà luogo il 27 e il 28 settembre nell’Aula Magna del Dipartimento di Economia e Management (via Voltapaletto, 11), intende approfondire la questione. La E-Review – la rivista degli Istituti storici dell’Emilia Romagna in rete, l’Università di Ferrara e l’Istituto di Storia Contemporanea hanno organizzato un momento di confronto per mettere a fuoco le strategie non sempre infruttuose che il nuovo Stato fascista attivò. A partire dal profilarsi del consolidamento del novembre-dicembre 1943, il regime si mobilitò per ottenere credibilità, impegnandosi a cercare pragmaticamente nelle pieghe della società italiana modellata ogni forma possibile di sostegno o accettazione. Il convegno è riconosciuto dal Ministero dell’Istruzione e ai docenti partecipanti sarà rilasciato attestato di partecipazione.

Mercoledì 27, dalle 14.30 alle 19

I SESSIONE: TRA CENTRO E PERIFERIE. UOMINI E POTERI

Dopo i saluti del vicesindaco Massimo Maisto, aprirà il lavori il docente Roberto Parisini, curatore del convegno insieme ai colleghi Roberta Mira e Toni Rovatti. Luigi Canapini dell’Università di Bologna presiederà gli interventi del pomeriggio, nell’ordine: Mussolini al lavoro. Le udienze del Duce, di Amedeo Osti Guerrazzi dell’Istituto Storico Germanico di Roma; Sotto lo sguardo tedesco. Amministrazione e amministratori dell’Rsi in Emilia-Romagna e in Toscana, di Roberta Mira dell’Università di Bologna; “Si spara sui fascisti e non sui prefetti”. Tra ricerca del consenso e guerra contro la comunità: la silenziosa lotta tra lo stato e il partito a Torino, di Nicola Adducci dell’Istituto Piemontese per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea; Fare giustizia al tempo di guerra. L’attività ordinaria del tribunale di Ferrara (1940-1945), di Andrea Baravelli dell’Università di Ferrara.

Giovedì 28, dalle 9 alle 13

II SESSIONE: LAVORO E RISORSE. APPARATI E INTERESSI

Luca Baldissara dell’Università di Pisa presiederà gli interventi della mattina, nell’ordine: Il sindacato dei lavoratori dell’agricoltura nel Ferrarese, di Roberto Parisini dell’Istituto di Storia Contemporanea; “20.000 contadini per la Germania”. Il piano del Commissariato Marchiandi per la provincia di Modena, di Toni Rovatti dell’Istituto Nazionale Ferruccio Parri di Milano; “L’unica possibilità per la nostra Patria”: Rsi e fascismo repubblicano a Lucca, di Matteo Bennati della Scuola Normale Superiore di Pisa.

Dalle 14.30 alle 18

III SESSIONE: GOVERNO DELL’EMERGENZA. LE DIDATTICHE DEL PARTITO

Il ciclo di conferenze riprenderà finita la pausa pranzo. Dianella Gagliani dell’Università di Bologna presiederà gli interventi conclusivi, nell’ordine: Fragilità del governo, violenza della precarietà: la Rsi in Toscana. Assistenza e mobilitazione bellica attraverso la stampa repubblicana, di Matteo Mazzoni dell’Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Firenze; La Rsi di fronte a sfollati, profughi, evacuati: una partita importante per il consenso, di Elena Cortesi dell’Università di Bologna; Arresti, razzie antiebraiche e coinvolgimento della società in Toscana. Profili di persecutori, di Marta Baiardi dell’Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Firenze.

A Portomaggiore attività per la Giornata dell’Alzheimer

Da Ufficio stampa Camelot

Martedì 26 settembre alle 10:00, ​in occasione della XXIV ​G​iornata ​M​ondiale dell’Alzheimer promossa dalla Organizzazione Mondiale della Sanità, presso il Teatro Sociale Concordia di Portomaggiore in corso Vittorio Emanuele II 44, si inaugurerà la mostra “Ritratti e ricordi al Cafè”, un’esposizione di opere realizzate dai partecipanti al Caffè alzheimer “Ri-troviamoci al CaFè”, per presentare e divulgare il progetto rivolto alle persone affette da demenza, alle loro famiglie e alla comunità locale.

Saranno presentati autoritratti e opere grafiche realizzate dai partecipanti durante l’anno di attività, insieme a testi e pensieri scritti dai loro familiari e caregiver.

Nell’ambito dell’incontro sarà anche presentato il progetto “Ri-troviamoci al CaFè”, il Caffè Alzheimer attivo nei territori di Portomaggiore, Argenta ed Ostellato dal 2012, coordinato dalla cooperativa Camelot su mandato dell’Azienda Servizi alla Persona “Eppi – Manica Salvatori”, in collaborazione con il Centro Esperto per i Disturbi Cognitivi di Portomaggiore dell’Azienda USL – Ferrara.

E’ un progetto rivolto alle persone con disturbi cognitivi ed ai loro familiari e propone attività progettate e condotte da un​’​equipe multidisciplinare di esperti.
Il contesto in cui si svolge il progetto è accogliente, informale e atto a garantire la sicurezza psicologica ed emotiva dei partecipanti. Propone attività per le persone con disturbi cognitivi come stimolazione cognitiva, terapia occupazionale, socializzazione, dirette da una psicologa e da un​’​animatrice sociale​.

S​ono previste inoltre attività per i familiari, condotte da una psicoterapeuta, con incontri di formazione-informazione sulla malattia e spazi di riflessione attraverso l’intervento di esperti come avvocati, assistenti sociali, fisioterapisti, geriatri, infermieri.
Il Caffè Alzheimer è uno spazio di confronto e sostegno tra familiari che devono affrontare le medesime problematiche legate alla malattia.

Dopo la pausa estiva​,​ gli incontri del ​C​affè ​A​lzheimer ​sono ripartiti il 21 settembre e si terranno, con cadenza quindicinale, presso ​la​ sede ​del centro sociale Le Contrade in via Carducci 11 a Portomaggiore, il pomeriggio dalle 15:00 alle 17:00.

Nonostante dall’Alzheimer non si posa guarire, le famiglie possono trovare in questo spazio un’occasione di scambio, conforto e sollievo.

La ​G​iornata ​M​ondiale dell’Alzheimer è stata istituita dall’OMS nel 1994 con la finalità di sensibilizzare la popolazione sulle problematiche connesse con questa malattia e costituisce una punto di riferimento ormai consolidato per i caregiver ed i professionisti impegnati sul campo.
L’esposizione rimarrà aperta ​al pubblico ​da martedì 26 a venerdì 29​ settembre​, il pomeriggio dalle 15:30 alle 18:30.

Rifiuti – Calotta

Da Fabio Tonioli

c.a. Francesco Monini
Ma sì, caro Monini! Lei ha perfettamente ragione. Il sistema della calotta – pur rispondendo ad una logica di miglioramento della raccolta differenziata (costringe a separare plastica, carta e umido dal poco resto per non incorrere in una maggiorazione del costo del servizio) – può essere utilizzato nei paesi scandinavi, non in Italia.

Ritirare la Carta Smeraldo, separare i diversi rifiuti, utilizzare i sacchetti standard per l’indifferenziata, seguire la procedura di apertura/chiusura della calotta: troppo complicato! Occorre una educazione civica che noi italiani ancora dobbiamo acquisire (ah, Massimo D’Azeglio…).

Certo, Hera non si é fatta mancare giuste critiche e queste vanno rimarcate. Su questo aspetto i media é corretto che svolgano il loro ruolo, senza trascurare però di formare un po’ di coscienza civica nei propri lettori, sottolineando le ragioni oggettive che informano il nuovo sistema. Il limitarsi a critiche strumentali o al vizio della “dietrologia” non concorre certo ad accrescere il civismo di cui noi italiani siamo particolarmente carenti.

Buona giornata.

Fabio Tonioli

Conferenza su Picasso alla libreria Feltrinelli di Ferrara

Da Libreria Feltrinelli Ferrara

Mercoledì 27 settembre alle ore 17.30, presso la libreria Feltrinelli di Ferrara , SANDRIA DI MONTE presenta la conferenza “ PABLO PICASSO AL DI SOPRA DI OGNI SOSPETTO”.

Figlia del pittore Duccio, SANDRIA DI MONTE è docente di Storia dell’are e ricercatrice delle avanguardie storiche. La professoressa ricorderà l’anno 1917, esattamente 100 anni fa , quando Pablo Ruiz Y Picasso soggiornò a Roma per otto settimane e dove iniziò a lavorare sul sipario di “ Parade “.

Nell’immagine sono presenti tutti i dettagli.

‘I fiori di Mandy’ sbocciano fra Irlanda, Australia e… Sardegna

I ‘Fiori di Mandy’ sono un band della provincia di Oristano nata nel marzo del 2016.
Tre giovanissimi musicisti: Edoardo Mantega, voce e chitarra, Raffaele Mura, batteria e percussioni, e Luigi Frau al basso. In poco più di due anni si
sono fatti notare sulla scena dell’alt-rock nazionale con la loro musica potente e originale, di cui curano musica e testi.
Nell’ottobre dello scorso anno hanno pubblicato il loro primo singolo ‘Afrodite’ e successivamente hanno inciso il loro primo ep dal nome evocativo: ‘Radici‘.
Li abbiamo intervistati per conoscere da vicino per conoscere da vicino la storia di tre ragazzi che vogliono fare del loro sogno una realtà.

Partiamo dai fondamentali: a cosa o a chi vi siete ispirati per la scelta del nome del gruppo.
(Edoardo): Il nome del gruppo deriva da una conoscenza importante fatta durante un viaggio in Irlanda, a Dublino precisamente. Mandy è una ragazza originaria dell’Australia che faceva la parrucchiera nella città irlandese, testa viola, passato turbolento, una stranezza dentro che cattura. Fu un incontro come tanti altri e come nessuno prima. Una persona come tante che però in quel momento lasciò un segno: un nome per me insolito, tanto da ricordarlo nel tempo. E un carattere che rispecchiava alla perfezione ciò che con il gruppo avremmo voluto trasformare in musica: la mancanza di un punto fermo cui ancorarsi e una sensibilità disposta ai cambiamenti. I fiori non vogliono avere un significato preciso: è stato scelto per il suono delle parole e il loro semplice potere evocativo

Come e quando è nato il gruppo?
(Raffaele): Il gruppo è nato nell’inverno del 2016. Edoardo, di ritorno dall’Irlanda, ha deciso di incominciare a condividere le proprie esperienze da solista con Luigi, con cui già suonava da tempo. Più tardi sono arrivato io. Conoscevo e suonavo già con Luigi, che mi ha proposto di intraprendere questo percorso. Un mese dopo, ad aprile, siamo entrati in studio a mettere in musica le prime idee formatesi nelle poche prove precedenti.
Così è nato l’Ep ‘Radici’… e contemporaneamente anche ‘I Fiori di Mandy’.

Come definireste la vostra musica?
(Luigi)
:  E’ sempre difficile riuscire a definire la nostra musica, non ne siamo mai stati capaci. Forse perché ogni volta che scriviamo non ci poniamo dei limiti e quello che nasce è la somma di varie influenze portate da ognuno di noi. Sicuramente cerchiamo di rifuggire la mediocre banalità entro cui stagna attualmente la musica italiana, senza però cercare di scappare dal pop. Sono dell’idea che possa essere fatto bene, che possano essere introdotti elementi innovativi, e che non per forza debba rifarsi a ciò che è la moda attuale.

Raccontatemi qualcosa dei vostri esordi: dove suonavate? Qualche aneddoto…
(Raffaele)
: Le prime serate sono arrivate nella primavera del 2016.
Abbiamo esordito in una location stupenda, Il Parco dei Suoni di Riola. Da lì in poi abbiamo incominciato a proporre la nostra musica sul territorio oristanese e più in là nel cagliaritano. Durante l’estate, oltre aver accumulato un po’ di esperienza assieme con varie date, abbiamo anche deciso il nostro abbigliamento caratteristico durante certe serate: t-shirt e gonna corta a fiori.
Una delle date più memorabili è stata quella al Festival Rockas 2016, tenutosi in un splendido posto a diversi metri dal livello del mare, Scano di Montiferro. Oltre a essere uno splendido posto, è famoso per il buonissimo vino locale: Edoardo lo ha assaggiato in abbondanza e il risultato è stata una grossa ferita dovuta ad una rovinosa caduta… anche se lui non se lo ricorda molto!

Siete un gruppo sardo che fa musica alternativa. Riscontrate difficoltà a imporvi in ambito regionale e nazionale?
(Raffaele)
: Penso che imporsi sul panorama regionale nazionale non sia semplice per nessun artista emergente. L’esordire in terra sarda rende le cose ancora più complicate: proporsi nella nostra regione non è stato un grosso problema, il problema viene quando cerchi di farlo fuori, nella penisola. Tutto è condizionato, inoltre, dal fatto che ciò che ormai va in Italia è una ricetta musicale molto semplice: tutto ruota intorno alla semplicità e all’affabilità immediata di musiche e testi. Quindi il nostro genere non immediatamente riconoscibile per tutti rende le cose ancora più complicate. C’è comunque da dire che nella nostra città e regione siamo stati appoggiati da un bel gruppo di sostenitori che ci da la carica e ci permette di continuare per il nostro percorso.

A quali artisti, nazionali e internazionali, vi ispirate?
(Raffaele)
: Da quando suono con Edoardo e Luigi ho focalizzato i miei ascolti più sulla scena underground italiana, unendoli ai già apprezzati cantautori italiani e a qualche band straniera. Nella scena nazionale ho sempre apprezzato molto Ivano Fossati, Paolo Conte, Franco Battiato, andando poi più in là a scoprire CCCP, C.S.I, Afterhours, Teatro degli Orrori, Massimo Volume. Amo molto anche il trio Fabi, Silvestrie Gazzè. Apprezzo anche la scena rap italiana, ascolto: Kaos One, Ghemon, Mezzosangue, Bassi Maestro.
Dal punto di vista internazionale vario tra diversi generi, cercando di rubare e trarre da più possibili ambiti stilistici, ascoltando quindi da Coltrane, Snarky Puppy a Lou Reed, David Bowie, dagli storici Red Hot Chili Peppers o Rage Against the Machine sino a Kendrick Lamar.

E voi due?
(Luigi):  Personalmente ritengo di essere stato ispirato, per lo più, da tre figure: Paul McCartney, Gianni Maroccolo e Johnny Greenwood. Il primo gruppo che ascoltai assiduamente, e che adoro tutt’ora, furono i Beatles, dunque da bassista sicuramente sono stato ispirato da Paul McCartney. Poi mi ricordo che appena iniziai a collaborare con Edoardo stavo cercando un qualcosa di nuovo riguardo al mio modo di suonare il basso, quindi iniziai a sperimentare con quello che avevo, cercando di dare un ruolo meno marginale al basso e ricercare nuovi modi di suonare. Salvo poi scoprire i CSI e rendermi conto di come tutto ciò che stavo cercando di fare con il mio strumento era già stato fatto da Gianni Maroccolo vent’anni prima. Infine, i Radiohead. Loro sono il gruppo che più ho ascoltato in quest’ultima parte della mia vita e probabilmente quello che più mi ha ispirato
(Edoardo):  La scuola del punk anni Settanta classico: Ramones, Sex pistols, Clash, i primi Stooges, Joy Divisione, Siouxsie and the Banshees,The Cure.

Prestate molta attenzione ai testi: siete influenzati da quale genere di letteratura e scrittori?
(Edoardo)
: I testi non seguono una corrente letteraria ben definita, né sono legati all’ opera di scrittori nel particolare. Vi è sicuramente un’ impronta ermetica non indifferente, ma non è mai stata cercata. Ogni testo è naturalmente figlio di ciò che si è apprezzato: Thoreau, Hemingway, Whitman,Tolstoj, ma anche opere di autori distanti oltremodo da queste per contesto e non solo, come alcuni esponenti della letteratura sarda: Salvatore Niffoi, Enrico Costa, Salvatore Satta, Grazia Deledda. Si potrebbero far diversi nomi ma il punto essenziale è che percepiamo il rapporto parole e musica come qualcosa che deve prendere nella quantità giusta e dare in forma personalizzata, senza cadere nelle solite forzate catalogazioni di genere

Parlatemi del vostro ultimo lavoro
(Luigi)
: ‘Radici’ è nato da una necessità comune. Dopo circa due mesi dalla fondazione del gruppo avevamo scritto dei pezzi e sentivamo la necessità di inciderne alcuni, così decidemmo di andare in uno studio di registrazione vicino a Oristano e in una mattina registrammo quello che è il nostro ep. Scegliemmo quei tre per i più svariati motivi, ma principalmente perché ‘Afrodite’ è letteralmente la prima cosa che abbiamo scritto, il primo giorno che ci siamo incontrati in sala prove. ‘Jourande’, del quale sta per uscire il videoclip, che esprimevano al meglio ciò che eravamo e ciò che volevamo esprimere con la nostra musica, tanto dal lato compositivo quanto dal lato umano.

Fabbri (ln): “Carife, Franceschini si sveglia sugli azzerati? Allora il suo governo faccia subito qualcosa di concreto per gli azionisti”

Da Lega nord

Il consigliere regionale: “Anche per gli obbligazionisti subordinati sembrava impossibile il rimborso, ma è stato ottenuto: noi continuiamo la nostra battaglia”

“Non so se stupirmi o mettermi a ridere (amaramente). Di certo, prometto che continuero’ a portare avanti la battaglia in favore degli azionisti, grandi ‘dimenticati’ dell’azzeramento Carife, dopo che per gli obbligazionisti della banca questa battaglia ha portato un risultato concreto, ossia il risarcimento dell’ottanta per cento del capitale investito. Un risultato ottenuto mentre dal Pd arrivavano solo chiusure o silenzi”. Alan Fabbri, capogruppo della Lega Nord in Regione, commenta con una certa sorpresa le parole del ministro Franceschini, che ha preso posizione in favore dei risparmiatori ‘traditi’ dal crac Carife e dalla sanguinosa applicazione del bail in. “Leggo che Franceschini ora sposa una lotta portata avanti dalla Lega sin dall’inizio – dichiara il consigliere – , ma non posso fare a meno di chiedermi: dov’era lui quando quel famigerato decreto ha spazzato via, in una notte, i risparmi di tante persone? La risposta è facile: era al governo che ha emanato quel decreto”.
Dopo la valutazione politica delle parole di Franceschini, Fabbri analizza i contenuti. “E’ chiaro che prendiamo atto della ‘sveglia’, pur assai tardiva, del ministro su un tema così delicato per il territorio ferrarese. Resta però il fatto che chiediamo, e lo chiediamo a maggior ragione dopo le sue parole, che l’attuale governo metta in atto una soluzione a favore degli azionisti Carife, prima della fine di questa legislatura. Non vorremmo che la presa di posizione di Franceschini fosse solamente funzionale a interessi elettorali. Gli interessi veri, quelli della gente, si tutelano con i provvedimenti legislativi”. Ecco perché “ora da parte del governo aspettiamo azioni serie con copertura economica seria – chiude Fabbri – , al di là di quanto si legge su depositi dormienti etc. Noi come Lega non accetteremo altri danni e beffe a chi ha visto volatizzati i risparmi di una vita”.

Hokusai all’Apollo

Da Cinema Apollo

Lunedì 25, martedì 26 e mercoledì 27 settembre all’Apollo, per la rassegna “Apollo Arte e Cultura”, arriva il docufilm “Hokusai dal British Museum”. Proprio grazie alla grande mostra sull’artista giapponese a Londra, sarà possibile fare una visita esclusiva tra i luoghi in cui egli visse e le sale dell’esposizione del museo britannico.
Hokusai dal British Museum è il primo documentario inglese dedicato al celebre Katsushika Hokusai (1760-1849), l’artista giapponese che più di ogni altro ha rivoluzionato la storia dell’arte moderna occidentale. La sua opera più conosciuta, La Grande Onda, è così famosa da essere stata copiata e riprodotta quanto la Monna Lisa di Leonardo; con La Grande Onda e la serie delle 100 viste del Monte Fuji, inoltre, Hokusai ha infatti ispirato artisti come Monet, Van Gogh e Picasso e, con i suoi emoji, è stato e rimane a tutti gli effetti il padre del manga moderno, oltre che un’inesauribile fonte di spunti per gli artisti di oggi.
Gli spettatori-visitatori saranno guidati alla scoperta del pittore ci saranno studiosi appassionati e artisti che hanno subito l’influenza di questo grande maestro, tra cui David Hockney e il pittore giapponese Ideguchi Yuki. Dopo una prima parte dedicata alla vita del pittore, il film evento guiderà lo spettatore in una visita esclusiva attraverso le sale della grande mostra del British Museum Hokusai: beyond the Great Wave. Presentato dallo storico dell’arte Andrew Graham-Dixon con gli artisti Grayson Perry, Kate Malone e Maggi Hambling, il tour è stato creato appositamente per il pubblico del cinema.
L’evento cinematografico, co-prodotto con NHK (Japan Broadcasting Corporation) con riprese in 8K è distribuito da Nexo.

Alla MLB a Ferrara per Internazionale una mostra sulla Napoli di oggi

Da MLB home gallery

Sonia Lenzi e Giovanni Scotti. Napoli oggi tra spiritualità e desiderio di riscatto
Inaugurazione venerdì 29 settembre dalle 18 alle 22 in concomitanza con il Festival di Internazionale
MLB Maria Livia Brunelli home gallery, Ferrara
Lares Familiares IV Giovanni Scotti Cinnamon Heart 005

Due artisti che utilizzano la fotografia per una analisi della Napoli di oggi. Sonia Lenzi ricontestualizza i Lari, divinità romane che custodivano la famiglia, all’interno delle edicole votive dei quartieri storici della città, mettendoli in relazione con sacralità contemporanee. L’ex base NATO di Bagnoli, immortalata nel suo abbandono, diventa per Giovanni Scotti simbolo di una anelata rigenerazione urbana. Due realtà dense di emozione che da Napoli arrivano a Ferrara per il Festival di Internazionale, una delle iniziative più significative del panorama culturale italiano che ha luogo dal 29 settembre al 1 ottobre, con l’intento di ricreare dal vivo un intero numero di Internazionale: giornalisti, scrittori e protagonisti del mondo cultura mondiale dialogano su tematiche di grande attualità e di rilevanza sociale, economica e politica, suscitando l’interesse e il coinvolgimento di un pubblico sempre più numeroso.

Così Sonia Lenzi racconta il suo lavoro Lares Familiares: “Le relazioni familiari sono le prime con le quali ci si confronta e la dimensione domestica rappresenta il nostro punto di partenza verso quella avventura che si chiama vita. Il significato della nostra esistenza quindi è insito in quelle relazioni e in quei luoghi. Nel mondo romano i Lari erano divinità che assicuravano protezione e fortuna alla famiglia di appartenenza e che occupavano un posto d’onore nel cuore della casa all’interno di un’edicola particolare, il lararium. Il culto a loro tributato e i lararia hanno una forte relazione con la difficile realtà della Napoli odierna e con le edicole votive presenti nei vecchi quartieri della città. Si tratta di altari devozionali, nicchie costruite per i famigliari, sorta di piccoli tempietti con la fotografia del parente defunto e immagini sacre, fiori, oggetti legati a una religiosità spontanea. Ci sono persone vittime di incidenti stradali, altre uccise da pallottole vaganti o dalla camorra, come Annalisa Durante, usata come scudo umano durante un attentato. La distanza cronologica e concettuale tra i due fenomeni viene da me annullata: i Lari delle collezioni del Museo Archeologico divengono piccoli oggetti fotografici tridimensionali da me ricreati, che alcune famiglie dei Quartieri Spagnoli, del Rione Sanità, di Forcella e del Mercato inseriscono negli altari devozionali da loro curati”.

Alle famiglie o comunità che hanno accettato, il Lare di Sonia Lenzi è stato affidato permanentemente in custodia, per portare la bona fortuna, direttamente dall’antica Roma, presso l’edicola o le loro abitazioni, durante una azione performativa di consegna, a cui hanno partecipato i Direttori del Museo Archeologico di Napoli Paolo Giulerini e il Direttore del MADRE Andrea Viliani, che ha avuto luogo a Napoli il 6 luglio 2017, documentata attraverso un video inedito per la prima volta presentato al pubblico, insieme alle fotografie di alcuni altari devozionali, gli oggetti fotografici e i larari realizzati dall’artista. Il progetto ha avuto il Matronato della Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee, oltre al patrocinio del Ministero dei Beni Culturali e del Comune di Napoli.

Giovanni Scotti racconta invece la realtà di un grande complesso abbandonato, l’ex Nato di Bagnoli, vicino a Napoli. Un luogo mitizzato dall’artista fin dall’infanzia. Racconta Scotti: “Da bambino sentivo parlare della NATO come di un posto incredibile e inaccessibile, ma non sapevo cos’era esattamente e cosa si faceva là dentro. Quello che sapevo è che potevi comprare il burro d’arachidi, i marshmallow, le Marlboro, le TV, i videoregistratori, le telecamere e gli stereo della JVC a buon mercato. Tutta roba americana. Inaccessibile se non avevi agganci all’interno. Fino a quando una sera, durante il concerto di Edoardo Bennato, il primo e anche ultimo evento organizzato lì dopo l’addio degli americani, mi sono intrufolato nelle stanze ai piani superiori e finalmente ho visto. Ho visto la luce di un’era che andava spegnendosi e un’altra che dal passato illuminava i miei ricordi, quando mi immaginavo quel luogo carico di mistero e magia. Le luci dei lampioni penetravano dalle finestre come falene gialle giganti che mi si posarono sul cuore, mentre tutt’intorno l’aria aveva ancora l’odore dei computer e dei documenti appena trasferiti, della carta intestata con la stella dei quattro venti del JFC-Naples, ma anche delle caramelle con i conservanti”. Come la scatola di Cinnamon Hearts (cuoricini rossi alla cannella) a forma di cuore, ancora sigillata, che dormiva dimenticata in un armadietto socchiuso, accanto a un CD con la scritta a timbro “NATO SECRET”.

Un complesso dalla storia scottante: di proprietà della Fondazione Banco di Napoli e destinato in origine all’accoglienza dei bambini indigenti, dopo la guerra fu requisito dagli americani e dal 1954 al 2013 è stato la sede del Comando Supremo della NATO, il più importante del Sud Europa. Dopo l’addio delle truppe, il Comune di Napoli aveva posto l’accento su un “utilizzo unitario” del complesso a fini socio-culturali, accusando la Fondazione di perseguire invece una logica immobiliaristica. Ma è stato poi lo stesso Comune a stipulare un protocollo d’intesa in cui rinuncia proprio all’idea di una grande area a disposizione della città, favorendo così la speculazione. Una storia che viene svelata nella sua cruda realtà, ma con una sensibilità e una poesia che eleva gli interni di questo immenso complesso alla possanza di una cattedrale contemporanea.

Le stesse atmosfere sospese e rarefatte si ritrovano nella serie di fotografie dedicate a Edenlandia, il primo parco tematico realizzato in Europa nel 1965, nella periferia di Napoli, in totale abbandono dal 2013. Il volume che raccoglie gli scatti, La città del disincanto, di recente presentato al MADRE di Napoli da Andrea Viliani e Giovanni Chiaramonte, svela l’intera indagine su questo luogo surreale, di cui si possono ammirare una selezione di fotografie a Bologna (Evolve, Strada Maggiore 10, con inaugurazione giovedì 28 settembre alle 18).

MLB Maria Livia Brunelli, Corso Ercole d’Este 3, mlb@mlbgallery.com, 346 7953757.

Inaugurazione venerdì 29 settembre dalle 18 alle 22; aperto il sabato e la domenica dalle 15 alle 19 fino al 22 ottobre.

La 19esima Sagra dell’Anguilla, viaggio nella cultura marinara di Comacchio

Da Ella studio

Dal 29 settembre al 15 ottobre 2017, per 3 weekend la regina della laguna e del Parco del Delta del Po è protagonista di 48 ricette, degustazioni ed escursioni. Da vivere con il Consorzio Visit Ferrara.
Alla brace o marinata, ci sono 48 modi diversi di cucinare l’anguilla, la regina delle Valli di Comacchio (FE) e del Parco del Delta del Po. Dal 29 settembre al 15 ottobre 2017, il simbolo della cultura gastronomica della città di Comacchio e del suo territorio sospeso tra terra e acqua, viene celebrato con la 19esima edizione della Sagra dell’Anguilla. Un programma ricco di degustazioni, escursioni tra i canali e la natura rigogliosa di specchi d’acqua ed uccelli rari del Delta del Po, attività dimostrative di pesca dell’anguilla e tante gustose ricette attendono i buongustai per 3 weekend d’autunno. Un mondo affascinante da scoprire, un’immersione tra riti marinari autentici, frutto della connivenza millenaria tra l’anguilla, il suo habitat naturale e l’originaria lavorazione artigianale. Per farlo, ci sono le esperienze e le proposte del consorzio Visit Ferrara, che unisce circa 90 operatori turistici di tutta la provincia ferrarese. Tante sono infatti le iniziative per scoprire il territorio, il percorso museale all’aperto tra gli antichi casoni delle valli, e la Manifattura dei Marinati di Comacchio dove la lavorazione dell’anguilla avviene ancora secondo un regolamento che risale al 1818. Oggi l’anguilla marinata è anche Presidio Slow Food. Con l’offerta di Visit Ferrara una notte e 2 giorni – da 105 euro a persona – si vive la Sagra dell’Anguilla, visitando anche le città di Comacchio e Ferrara. È inclusa 1 notte in hotel con prima colazione, 1 pranzo tipico a Ferrara o Ravenna, 1 aperitivo di degustazione di vini e prodotti tipici in azienda agrituristica, 1 buono sconto del 10% per la sagra, 1 pacchetto Comacchio Museum, per entrare nei musei comacchiesi gratuitamente e partecipare ad un’escursione in motonave con guida all’Ecomuseo delle Valli. Il programma “Speciale Sagra dell’Anguilla 2017” di 3 giorni – a partire da 114 euro a persona – nei sabati e domeniche della manifestazione comprende 2 notti in hotel, il Comacchio Museo Pass per navigare nelle Valli di Comacchio e visitare il Museo del Delta Antico, la Manifattura dei Marinati e il Museo di arte contemporanea Remo Brindisi, e lo sconto del 10% sul menu dello stand gastronomico. Un altro programma di 3 giorni, sempre a cura del consorzio Visit Ferrara – a partire da 160 euro a persona – prevede 2 notti in hotel, 1 pranzo tipico a Ferrara o Ravenna, 1 aperitivo degustazione vini e prodotti tipici in azienda agrituristica, 1 escursione in motonave con guida sul Delta del Po, 1 pacchetto Comacchio Museum e 1 buono sconto del 10% per pranzare o cenare in Sagra.
I pacchetti si possono prenotare direttamente sul sito web www.visitferrara.eu, così come alcune speciali escursioni. Si può, per esempio, navigare per 2 ore e mezza tra gli scenari di Valle Campo, uno dei bacini più suggestivi della laguna di Comacchio, in compagnia di un pescatore. Oppure godersi una Giornata nel Delta del Po (da 48 euro a persona) tra un’escursione in motonave con pranzo di pesce di 5 portate e ricca degustazione di Vini delle Sabbie (IGP) e prodotti tipici in azienda agrituristica. O conoscere meglio Comacchio, partecipando al programma di una giornata (da 55 euro a testa) tra i canali che attraversano il suo caratteristico centro storico, i musei, la navigazione nell’Ecomuseo delle Valli e un pranzo a base di pesce in ristorante.

Seminario giornalisti domani alla camera di commercio: Come comunicare l’economia del territorio

Da Ufficio stampa

Come comunicare l’economia del territorio
«Come comunicare l’economia del territorio tra corretta informazione e nuovi paradigmi del mercato». Se ne parlerà domani (martedì), alle 15, alla Sala Conferenze della Camera di Commercio, in un seminario di formazione organizzato da Ordine dei Giornalisti Emilia Romagna e Ordine Commercialisti Ferrara. Introdotto dal Presidente della Camera di Commercio, Paolo Govoni, il tema sarà sviluppato sotto varie angolazioni: Cristiano Bendin, responsabile redazione ferrarese de il Resto del Carlino, tratterà di come avviene la selezione delle notizie; Sergio Gessi, docente Unife, della comunicazione di impresa tra rischio propaganda e rendicontazione; Camilla Ghedini, giornalista professionista, del ruolo degli uffici stampa nell’elaborazione delle notizie; Roberto Serra, assessore comunale, della funzione dell’Ente nello sviluppo economico; Paolo Orsatti, amministratore unico Sipro, di come attrarre nuovi investitori per la crescita del territorio; Barbara Arbizzani, responsabile marketing e comunicazione Cofiter, di come comunicare le esigenze di start up, pmi, liberi professionisti. A moderare la tavola rotonda, che vedrà i saluti dei Presidenti Commercialisti e Cofiter, rispettivamente Gianfranco Gadda e Marco Amelio, sarà Ilaria Vesentini, de Il Sole 24 Ore.

Cinema Boldini – martedì 26 settembre ore 21.00 – Evviva Giuseppe

Da Arci Ferrara

Evviva Giuseppe Martedì 26 settembre ore 21.00 – ingresso 5 euro

Martedì 26 settembre alle 21 il Cinema Boldini presenta Evviva Giuseppe , un documentario sulla vita e i tanti talenti di Giuseppe Bertolucci, regista di cinema, teatro, televisione, scrittore e poeta.

Evviva Giuseppe è stato proiettato quest’anno alla Biennale di Venezia nella sezione Documentari.

La pellicola è una panoramica sulla vita di Bertolucci, attraverso i racconti di suo padre Attilio e del fratello maggiore, le testimonianze di amici e colleghi (Lidia Ravera, Mimmo Rafele, Marco Tullio Giordana, Nanni Moretti), i ricordi di alcune delle sue attrici predilette (Stefania Sandrelli, Laura Morante e Silvia Bergamasco), e vede anche la partecipazione di Gianluca Farinelli (direttore della Cineteca di Bologna), l’attore Fabrizio Gifuni, gli scrittori Emanuele Trevi e Aldo Nove.

Roberto Benigni recita il monologo finale in omaggio all’amico scomparso. L’immagine e la voce di Giuseppe accompagnano il film attraverso il materiale di repertorio raccolto da Consiglio, interviste, backstage e dibattiti, fino all’ultima commovente performance teatrale dedicata al padre poeta: “A mio padre – una vita in versi”.

Il regista, Stefano Consiglio, legato per lungo tempo a Bertolucci, ha cercato di tracciare “un percorso emotivo, prima ancora che biografico/critico, un racconto per similitudini e contrasti, intessuto di libere associazioni”.

Per informazioni:
Sala Boldini, via Previati 18 – Ferrara.
www.cinemaboldini.it – www.arciferrara.org
Tel. Cinema (sera) – 0532.247050
Arci Ferrara – 0532.241419

Copparo – Commemorazione Ricci Alberti

Da Comune di Copparo

Alla presenza dei parenti e delle autorità militari, oltre che di una nutrita rappresentanza delle associazioni combattentistiche e d’arma di Copparo, sabato 23 settembre, davanti al cippo commemorativo posto in via Marchi, l’Assessore Enrico Bassi ha ricordato, a 73 anni dall’evento, la tragica fucilazione di Idris Ricci e Ultimo Silvano Alberti ad opera dei nazifascisti (25 settembre 1944).
Con una toccante e dettagliata narrazione degli avvenimenti che hanno caratterizzato le ultime ore di vita dei due giovani partigiani, tratti in inganno e morti tra le braccia dei genitori, Bassi ha sottolineato l’importanza di mantenere vivo il ricordo di questo, come dei tanti altri episodi simili accaduti all’epoca della resistenza.
In chiusura Bassi, come anche Margherita Aurora a nome dell’Anpi, ha posto l’attenzione sulla recente entrata in vigore della legge sul reato di apologia del fascismo, così attuale e necessaria per rimarcare valori fermi in un’epoca di incertezza come quella attuale.

Comacchio accoglie i levrieri adottati dalla Spagna e dall’Irlanda

Da Ufficio stampa

Alcune parole scritte dagli organizzatori della passeggiata levriera che c’è stata a Comacchio nella giornata di sabato. L’evento, un appuntamento che si spera diventi una consuetudine autunnale degli anni a venire, mira a far conoscere il mondo dei levrieri e delle adozioni, e ha riscosso molto successo.

​Eleganti, silenziosi, dolcissimi: per lo più sconosciuti al “grande pubblico”, ma amatissimi dai loro fan. Di chi stiamo parlando? Di levrieri! Lo scorso fine settimana le vie di Comacchio sono state attraversate da un nutrito gruppo di cani con al seguito i loro bipedi. Tutti levrieri, di varie taglie e colori, tutti con un denominatore comune: sono stati adottati, ancora meglio salvati! I padroni vengono da tutte la parti d’Italia e si sono radunati per passeggiare insieme e far conoscere la storia dei loro amati a chi, incuriosito, si ferma a chiedere informazioni: tutti i cani sono adottati attraverso il Centro Italiano di Adozione Levrieri (GACI – www.adozionilevrieri.it) e provengono dalla Spagna, dove sono principalmente utilizzati per la caccia, e dall’Irlanda, dove invece ingrassano l’industria delle scommesse delle corse nei cinodromi. Il destino generalmente riserva loro una fine prematura e in moltissimi casi crudele, tranne a coloro che trovano rifugio nelle famiglie italiane, come quelle incontrate a Comacchio.

“Byron e Marvin sono due giganti buoni, al contrario di quanto crede la gente passano la maggior parte del tempo a poltrire sul divano” – ci dice Lucia di Venezia. Marcello aggiunge ” Non so se siamo noi ad aver salvato loro, o loro ad aver salvato noi”.

Quello che colpisce certamente sono i loro sguardi malinconici e dolci, difficile rimanere indifferenti di fronte a occhi così profondi, difficile non provare orrore per la fine che avrebbero potuto fare una volta finito il loro compito, difficile non provare commozione nel saperli al sicuro, amati e coccolati.

Comacchio ha lasciato loro un piacevole ricordo, che speriamo possa farli tornare, il prossimo anno, ancora più numerosi, a portare la loro testimonianza di favola a lieto fine. Nel frattempo ringraziamo l’Holiday Village Florenz per aver organizzato questa passeggiata e per averci fatto conoscere questi esseri meravigliosi!

Per un mercoledì sera diverso dal solito, dal 27 settembre a Ferrara

Da Movida on

Da mercoledì 27 settembre a Ferrara c’è un nuovo motivo per scegliere di trascorrere la serata in piazza: Movida On. Comincia questa settimana il fitto calendario di eventi organizzato da Promeco, un’occasione per tutti i ragazzi che abitualmente si incontrano di fronte al Duomo per ascoltare musica live e letture teatrali, per partecipare a giochi e incontri multiculturali, conoscere più da vicino le realtà associative attive nel territorio.

Per sette mercoledì consecutivi –dal 27 settembre al 15 novembre, dalle 21 alle 23 – il cuore del centro storico estense diventerà un grande palcoscenico. Alle chiacchiere e alle risate che da sempre contraddistinguono l’ormai tradizionale ritrovo universitario si aggiungeranno canzoni e interpretazioni ad alta voce, performance ed esibizioni.

Ad aprire l’iniziativa sarà il rock’n’roll sanguigno e immediato dei Be About, che suoneranno in piazza Municipale. Il concerto, allestito grazie alla collaborazione della sala prove Sonika, saprà conquistare il pubblico che cerca immediatezza ed energia, ma anche chi preferisce lasciarsi addolcire dalle note più intimiste della tradizione folk americana. Il gruppo è composto da Mattia Bellettati, voce e chitarra ritmica, Enrico Bellonzi, voce e chitarra solista, Enrico Gamberoni al contrabbasso e al basso elettrico, Piero Crimaldi alla batteria. Ha esordito nel 2016 con l’album “Home”, prodotto daVrec, vincitore a Bologna del concorso Music Heroes 2017.

In piazza Savonarola invece si terrà il primo appuntamento di un originale ciclo di letture e confronti ispirato alle satire dell’Ariosto, ideato dal teatro Ferrara Off. L’ironia e l’appuntita critica sociale del celebre poeta rinascimentale – i cui versi saranno interpretati dagli attori Marco Sgarbi e Giulio Costa, introdotti da Monica Pavani – accompagneranno una riflessione aperta, che proverà ad attualizzare i temi clou delle antiche composizioni. La discussione verrà stimolata dall’intervento e dagli spunti preparati dai ragazzi di Occhio ai media, giovanissimi italiani di seconda generazione, impegnati da anni nella costruzione di un dibattito positivo sul tema dell’immigrazione e dell’identità. Il primo argomento ad essere affrontato sarà il rapporto tra cultura e potere.

Durante la serata in piazza Trento e Trieste ci saranno anche i conduttori e i giornalisti di Web Radio Giardino, la vivace emittente online che a breve troverà casa negli spazi di Factory Grisù. La redazione, caratterizzata da uno staff under35, si occuperà di raccontare il quartiere in cui è insediata e i tanti volti della città; per questo il mercoledì sera raccoglierà interviste e opinioni, che andranno in onda il venerdì successivo alle 19, all’interno del programma Movida On Air. Fotografie e filmati invece, assieme al calendario completo delle iniziative, saranno a disposizione sul sito www.movidaon.it.

«La polemica sulla cosiddetta movida del mercoledì sera ha riempito lo scorso invernole pagine dei giornali – racconta Massimo Maisto, vicesindaco e assessore alla cultura e alle politiche giovanili -. I suoi protagonisti – studenti ma non solo, ferraresi e fuori sede – sono stati dipinti spesso come maleducati, interessati unicamente a ubriacarsi e disturbare la quiete pubblica, ma chi ha dimestichezza con le nuove generazioni sa che generalizzare serve a poco, nella maggior parte dei casi è addirittura controproducente, perché rischia di escludere dalla vita cittadina una sua componente fondamentale. La direzione intrapresa dall’amministrazione, che ha patrocinato e fortemente voluto Movida On, è quella dell’inclusione, del coinvolgimento, della fruizione attiva dello spazio pubblico. Non c’è niente di male a considerare la piazza un bel posto dove chiacchierare e bere uno spritz, a maggior ragione c’è tutto da guadagnare se – grazie a questo calendario – sempre più giovani si accorgeranno che esistono altre modi per divertirsi e stare assieme».

Movida On è un progetto sperimentale che comprende, oltre alle sette date fissate per l’autunno 2017, altrettanti appuntamenti che verranno organizzati nella primavera 2018. Le associazioni che hanno già confermato la loro disponibilità a collaborare sono: Ferrara Off, Gruppo del Tasso, Ilturco, Uisp, Ultimo Baluardo, WebRadio Giardino. Le associazioni interessate a proporre attività all’interno del calendario primaverile possono rivolgersi apromeco@comune.fe.it.

Adottiamo un’aiuola: all’interno del percorso Ferrara Mia

Da Associazione comitato zona stadio

All’interno del percorso FERRARA MIA di èFerrara Urban Center presenta la seconda edizione del progetto
ADOTTIAMO UN’ AIUOLA 2017/18 ADOTTIAMO UN GIARDINO rivolto alle quarte elementari della
Scuola Poledrelli e della Scuola Bombonati.

L’Ass. Comitato Zona Stadio è un’associazione di abitanti attiva da diversi anni nel quartiere Giardino. E’ un’associazione di cittadini volontari che agisce nei modi e nei tempi in cui riesce.

Il progetto ADOTTIAMO UN’AIUOLA nasce nel settembre del 2016 per far conoscere ai bambini che frequentano la Scuola Poledrelli le zone limitrofe alla scuola stessa, rendendoli partecipi della creazione e cura di una vasta aiuola nel Parco Giordano Bruno.

Tutti i materiale e le foto del progetto sono consultabili nella sezione comunità del sito www.urbancenterferrara.it, alla pratica Adottiamo un’aiuola

IL PROGETTO – ADOTTIAMO UN’ AIUOLA… 2!
ADOTTIAMO UN GIARDINO VICINO ALLE AIUOLE

Nell’anno scolastico 2016/17 il progetto Adottiamo un’ aiuola è stato apprezzato da tante famiglie del Quartiere Giardino, e in particolar dalla Comunità Filippina e da tante altre persone che mattina, pomeriggio e sera si sono avvicendate nel rinfrescare l’aiuola mentre trascorrevano piacevoli giornate nel Parco Giordano Bruno.

L’arrivo di una caldissima estate ha distrutto le piante, le viole e le eriche… e questo disordine ha dato l’opportunità a qualche persona dispettosa di spezzare l’esile gambo dei pochi girasoli che stavano fiorendo.

Ma………… siamo fiduciosi…sotto terra, al riparo,ci sono ancora tutti i tulipani e i narcisi che in primavera fioriranno insieme a tanti nuovi fiori!

Nonostante i lavori della zona per la nostra amata SPAL abbiano contribuito a disastrare completamente l’aiuola, lì accanto nascerà un’altra nuova aiuola! E per questo abbiamo chiesto all’ASP la collaborazione di altri tre volontari richiedenti asilo.

LA PROGRAMMAZIONE DELLE ATTIVITÀ CON I BAMBINI

Situazione di partenza:
Il progetto Adottiamo un’aiuola si è concluso nell’anno scolastico 2016/17 con un incontro presso la Scuola Bombonati del quartiere Boschetto, raggiunta con l’autobus dai bambini della scuola Poledrelli, dove tutti gli alunni e i ragazzi dell’ASP hanno fatto merenda e giocato insieme.

Obiettivi
In questo nuovo anno scolastico 2017/2018, i bambini di entrambe le scuole Poledrelli e Bombonati, si troveranno a condividere le stesse esperienze di apprendimento al di fuori delle zone cittadine di provenienza. Il progetto avrà un momento di verifica finale presso il giardino dedicato a Moreno Incerpi (fondatore di ANTEAS/ANOLF), vicino l’aiuola adottata in Parco Giordano Bruno.

Programmazione didattica
Seguendo i criteri di programmazione didattica per la classe 4° affrontiamo i quattro elementi naturali: FUOCO, ARIA, TERRA, ACQUA.
Tempi e modalità delle attività potranno variare per motivi organizzativi e atmosferici. A seguire il calendario ad oggi previsto:

SETTEMBRE > FUOCO:

Progetto organizzato dal Sig: ENRICO CAPPELLI (ANVVF associazione nazionale vigili del fuoco sezione di Ferrara) La Parte Teorica “Scuola Sicura” si svolgerà in entrambe le scuole Mercoledì 20 Settembre 2017
Bombonati dalle ore 8,30 – Poledrelli dalle ore 10,30

POMPIEROPOLI, parte pratica: percorso per piccoli pompieri su trave – ponte – palo – tunnel
: ogni bambino sarà dotato di un caschetto durante la simulazione, si svolgerà presso il Parco Giordano Bruno mercoledì 27 Settembre dalle ore 9 alle ore 12.

Per la realizzazione di questa attività, si ringrazia il Sign. ENRICO CAPPELLI, Presidente Nazionale Vigili del fuoco di Ferrara

n.b.:I bambini della Bombonati arriveranno con l’autobus di linea.

OTTOBRE>ARIA:

Insieme a LIDV – Aeroporto Aguscello, visita prevista per il giorno 18 Ottobre (in caso di condizioni avverse il giorno 25 Ottobre,o comunque sempre di mercoledì)

Organizzazione prevista:
Accoglienza: divisione dei bimbi in tre gruppi presso tre aeroplani dove un istruttore o un pilota presenteranno con parole semplici i principi del volo di un aereo e risponderanno ad eventuali domande (un’ora circa)
Spazio merenda.
Esibizione: gli aerei saranno portati in volo mentre uno o più piloti/istruttori commenteranno per i presenti le diverse fasi di volo e atterraggio dei velivoli.. il tutto a distanza di sicurezza!

Per la realizzazione di questa attività, si ringrazia il Sign. MARCO CAVICCHI Presidente GVA Direttore Aeroporto, e TOMMASO CALASSI Vice Presidente GVA.

n.b.:
per questa attività è necessario l’utilizzo di un pullman, con questo tragitto e orari:
TRAGITTO ANDATA:
POLEDRELLI verso BOMBONATI VIA BOSCHETTO verso AEROCLUB AGUSCELLO
TRAGITTO RITORNO: INVERSO
ORARIO ANDATA: ORE 8.45_POLEDRELLI, 9.15_BOMBONATI, 9.45_AEROPORTO
ORARIO RITORNO: ORE 11.15 PARTENZA PER RIENTO

NOVEMBRE> TERRA
Scuola Poledrelli: il giorno 8 Novembre presso aiuola in Parco Giordano Bruno, messa a dimora piante, dalle ore 10.30 alle 12.30

DICEMBRE e GENNAIO: non sono previste attività con i bambini

FEBBRAIO e MARZO: attività da concordare con le scuole .Visita alla giostra di Gianni De Ronche

APRILE > TERRA
Visita agli Orti dell’Associazione “Orto Condiviso”
Prevista per l’11 aprile, oppure mercoledì 18 Aprile in caso di condizioni atmosferiche avverse.
n.b.:
Anche per questa attività è necessario l’utilizzo di un pullman, con questo tragitto e orari:
TRAGITTO ANDATA:
POLEDRELLI verso BOMBONATI verso VIA DELLE ERBE/P.ZZA ARIOSTEA
TRAGITTO RITORNO: INVERSO
ORARIO ANDATA: ORE 8.45_POLEDRELLI, 9.15_BOMBONATI, 9.50_VIA DELLE ERBE
ORARIO RITORNO: DA CONCORDARE

MAGGIO> ACQUA
Visita all’Impianto di Potabilizzazione di Pontelagoscuro del Gruppo HERA
Dopo il 25 Settembre avremo informazioni dettagliate del programma.

In data da stabilire a fine Maggio in tempo per preparare la mostra,entrambe le scuole organizzeranno una “giornata di pittura” dedicato alle esperienze fatte, ai nuovi amici…”
La Scuola Poledrelli organizzerà in Giordano Bruno un vero e proprio laboratorio di pittura.

GIUGNO

L’evento conclusivo organizzato da ANOLF avverrà il 4 Giugno presso Giardino Moreno Incerpi.
I bimbi della Bombonati arriveranno con autobus di linea.

SOGGETTI – fino ad oggi coinvolti

Responsabile di progetto: Associazione Comitato Zona Stadio

Referente: Susanna Fergnani, responsabile progetto “Adottiamo un’aiuola”

Collaboratori: Comune di Ferrara, Asp – Servizi alla persona, Associazione Anolf

Dirigenti Scolastici : Dott.ssa Anna Bazzanini I.C.C.Govoni
Dott. Massimiliano Urbinati I.C.S. Dante Alighieri
Con i contributi di: Associazione Anolf

Donazioni di:
Boarini Garden
Ferrara tua
Ipercoop
Coop.Serena via Ravenna
Coop.Serena San Martino CSRD
TPER Ferrara Sig. Ruzziconi
Gianni de Ronche

Marchi di fabbrica… sulla pelle!

di Federica Mammina

Complice il caldo, l’abbigliamento succinto o il costume da bagno in spiaggia, quest’estate non ho potuto fare a meno di notare la quantità di persone tatuate. Piccolo o grande, uno o tanti, colorati o neri, con un significato preciso o scelti solo perché piace quel disegno, l’importante è sfoggiarne almeno uno.
Dall’origine antichissima (pare 5000 anni fa circa), il tatuaggio ha vissuto alterne vicende: prima probabilmente utilizzato per fini terapeutici, poi come simbolo di appartenenza ad una determinata etnia o tribù (come accade ancora oggi in Nuova Zelanda) o religione (come durante le crociate per essere sepolti con il rito cattolico), simbolo di coraggio ai tempi dei Romani e infine anche marchio distintivo dei criminali o di chi era stato in carcere.
Oggi per fortuna non si giudicano più le persone in base alla presenza o meno di questi simboli sulla pelle, certamente anche grazie alla loro maggiore diffusione. Talmente diffusi che però sorge quasi il dubbio che il vero segno distintivo oggi sia non averne.

“Dal piercing, all’orecchino, ai tatuaggi, tutti vogliono iscriversi alla stessa tribù”
Gillo Dorfles

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la settimana…

L’emofilia di San Gennaro…

di Federica Mammina

Pochi giorni fa, precisamente il 19 settembre, si è ripetuto il miracolo del sangue di San Gennaro. Il santo è il patrono della città di Napoli, dove tre volte l’anno si svolgono delle celebrazioni legate, in diverso modo, alla fede nel santo che fu vescovo e martire nel periodo delle persecuzioni di Diocleziano. È proprio nel giorno in cui si ricorda il martirio che avviene il miracolo, ovvero il passaggio dallo stato solido allo stato liquido del sangue del santo. Il miracolo, quando accade, viene annunciato dal vescovo nella cattedrale e poi comunicato all’intera città esplodendo ventuno colpi di cannone da Castel dell’Ovo. Si tratta di un evento atteso con molta ansia dall’intera cittadinanza anche perché considerato di buon auspicio. Ed è forse per questo motivo che molti guardano con sospetto a questo avvenimento così famoso, perché, complice anche la proverbiale superstizione dei napoletani, è considerato come un momento più scaramantico che fideistico.
Io invece guardo a momenti come questo, diffusi in forme diverse in tutta la penisola, e capaci di riunire comunità intere nella gioia e non nella rabbia come troppo spesso accade, con rispettosa curiosità. Miracolo o fenomeno scientificamente spiegabile, superstizione o fede, queste tradizioni religiose che, sempre più trascurate nella nostra società laicamente orientata, hanno tuttavia la capacità di resistere nel tempo, credo facciano parte a pieno titolo della storia del nostro paese, come la letteratura o l’arte, e che vadano per questo preservate con cura.

L’Esercito delle 12 scimmie

E alla fine ci siamo arrivati o almeno, così mi pare di aver capito.
Mi sono informato da quando l’ho saputo, mi sono impegnato moltissimo, ho cercato notizie su questa questione più e più volte al giorno, volevo sapere tutto e mi ero anche segnato la data sul calendario.
Ma purtroppo devo ammettere che ho ancora un po’ di casino nel cervello.
Comunque sì – secondo i miei calcoli – questa è LA settimana perché oggi, 25 settembre, dovrebbe arrivare – e finalmente, secondo alcuni – l’esercito al GAD.
Io non ancora ho una vera e propria opinione su questa cosa.
Continua a sembrarmi tutto un bel po’ nebuloso.
Però appena mi han detto la notizia ho ridacchiato un bel po’.
Ma lungi da me mancare di rispetto nei confronti delle nostre truppe però è più forte di me: sento un certo odore di tamarrata.
Ma va bene così, in fondo molti abitanti del quartiere sembrano felici di questa novità.
E poi io ormai ho 31 anni quindi è ora che me ne faccia una ragione: il mondo è in mano ai tamarri da tanti anni e soprattutto – come disse qualcuno ben più saggio di me – “il cattivo gusto è eterno”.
Auguro quindi buona fortuna alle nostre truppe, agli abitanti del quartiere Giardino, al forno della signora Paola, alla Spal ma anche a Minniti e – se mi posso permettere – anche a me stesso.
Perché ormai sono giorni che entro in tutti i negozi di modellismo di tutta Ferrara (e dintorni) alla ricerca di una action figure del nostro ministro Marco Minniti e niente, non si trovano.
Ho chiesto ai negozianti se per caso sono andate tutte a ruba appena si è sparsa la notiziona e loro non mi hanno saputo rispondere anche se sospetto siano stati costretti a questo finto mutismo da qualcuno che sta ai piani, non lo so.
Anche su internet non si trovano più.
Così ho dovuto placare la mia sete di action figure acquistando in blocco su internet una bella stecca di action figure originali dell’Esercito delle 12 scimmie.
E mi è andata più che bene perché grazie al mio ordine ho ricevuto in omaggio una bellissima action figure di Marilyn Manson periodo Mechanical Animals.

The Dope Show (Marilyn Manson, 1999)

Rimandata causa maltempo l’apertura straordinaria del Giardino delle Duchesse

da Organizzatori

A causa del maltempo l’apertura straordinaria del Giardino delle Duchesse, organizzata dall’associazione Ilturco per il calendario di Vivi il verde 2017, non si potrà svolgere nel pomeriggio di domenica 24 settembre, come da programma.

«Ci dispiace moltissimo ma siamo costretti a posticipare – commentano i soci de Ilturco -. Le attività che avevamo organizzato per sensibilizzare la cittadinanza sul futuro ripristino dello spazio, meritano e necessitano di svolgersi all’interno del giardino. Per questo abbiamo preferito non spostare l’iniziativa all’interno di un luogo chiuso ma rimandare l’evento. Faremo il possibile per individuare assieme all’amministrazione comunale una nuova data e speriamo già dalla prossima settimana di poter comunicare alla città quando si terrà l’apertura straordinaria, abbinata alla mostra dei progetti di restauro realizzati dai partecipanti al laboratorio Giardino Ops e all’incontro pubblico che raccoglierà le proposte e le opinioni delle istituzioni, dei commercianti, delle associazioni e degli abitanti».

Chi vorrà potrà già da oggi consultare online le tavole dei sei progetti di restauro, pubblicate all’interno del sito de Ilturco: http://www.ilturco.it/interno-verde-2017/giardino-ops/

Alle Officine Ricicletta il futuro di Ferrara città delle biciclette

Anche quest’anno è tornata la Settimana Europea della Mobilità Sostenibile, promossa dalla Commissione Europea ogni anno dal 16 al 22 settembre a partire dal 2002: un appuntamento internazionale che ha l’obiettivo di promuovere l’utilizzo dei mezzi di trasporto alternativi all’auto privata per gli spostamenti quotidiani, a piedi, in bicicletta o con mezzi pubblici. Quest’anno il tema era ‘Mobilità pulita, condivisa e intelligente’ con iniziative volte a valorizzare forme di trasporto innovative e collettive, che abbiano un impatto ambientale ridotto e meno costoso.

Ferrara ‘città delle biciclette’ non poteva quindi mancare, soprattutto visto che proprio il 15 settembre ha ottenuto il riconoscimento ComuniCiclabili piazzandosi prima nella classifica promossa da Fiab-Federazione Italiana Amici della Bicicletta che attesta il grado di ciclabilità di una località e del suo territorio. La graduatoria, che ha coinvolto più di 60 comuni italiani, attraverso cinque parametri premia le località più accoglienti per chi si muove in bicicletta e l’impegno di chi ha già messo in campo iniziative bike-friendly: Ferrara è stata l’unica a ottenere il massimo ed è quindi stata premiata con cinque bike-smile apposti sulla bandiera gialla consegnata alla città.
E non poteva mancare nemmeno la Ricicletta, ormai in città sinonimo di mobilità sostenibile.
Il 22 settembre, in collaborazione con Fiab Ferrara, Ricicletta ha organizzato per il secondo anno consecutivo un open day pesso le sue officine in via Darsena.

La mattina è stata dedicata a percorsi di educazione stradale per i bambini delle scuole primarie ferraresi: circa cento bambini fra gli 8 e i 10 anni si sono cimentati sul percorso creato appositamente per loro da Alessandro di Ricicletta, Stefano, il presidente di Fiab Ferrara, e da Davide e Simone, i due agenti del Nucleo educazione stradale e alla legalità del Corpo di Polizia Municipale Terre Estensi. Per qualcuno era la prima volta su due ruote, ma dopo qualche ‘scontro’ e qualche ‘fischio’ degli agenti, tutti hanno superato brillantemente la prova e hanno ricevuto il proprio attestato. “Iniziative come questa sono imprescindibili sia per la sicurezza dei bambini sia come parte dell’educazione civica. Il nostro obiettivo è lavorare con le scuole per aumentare queste occasioni”, afferma Stefano di Fiab; Tania, responsabile del settore Mobilità della Cooperativa Sociale Il Germoglio che gestisce le Officine Ricicletta, concorda: “organizziamo questi incontri per avere cittadini più consapevoli in futuro”. Fra un gruppo di giovani ciclisti in erba e l’altro anche i due agenti confermano l’importanza di queste occasioni: “l’intento è far conoscere le norme basilari di comportamento per ‘imparare a vivere la strada’ rispettando le altre persone che circolano insieme a noi”. E se si può imparare divertendosi, è ancora meglio.

Nel pomeriggio poi la tavola rotonda ‘La mobilità sostenibile, come rendere virtuosi i comportamenti quotidiani e concedersi qualche libertà sulle due ruote!’ ha riunito diverse esperienze di mobilità sostenibile. Sabrina Scida, presidente della Cooperativa Il Germoglio, ha parlato di come è nata l’esperienza di Ricicletta: “abbiamo ereditato l’attività da NuovaMente, che la svolgeva a titolo volontario e abbiamo ritenuto fosse più che in linea con la nostra natura di cooperativa sociale. Il premio che abbiamo vinto come Innovatori responsabili ci spinge a fare sempre meglio”. Stefano e Massimo, presidente e segretario di Fiab Ferrara, hanno parlato di sicurezza nei percorsi casa-scuola e casa-lavoro e di cicloturismo: “il traffico nel centro storico è un problema soprattutto negli orari di punta di uscita dalle scuole – afferma Stefano – per esempio qui non è diffuso il car pooling e nell’auto spesso c’è un solo genitore con un solo bambino”. Massimo sottolinea che non esiste un solo tipo di cicloturista e ognuno ha le proprie esigenze, dalle famiglie con bimbi ai viaggiatori veri e propri, fino agli “occasionali” come li ha chiamati scherzando, “quelli che ci provano perché lo hanno visto fare da altri”. Le esigenze primarie per tutti rimangono però “la sicurezza” e “la intermodalità”. Per quanto riguarda la Ferrara-mare, Massimo la definisce “la prova del coraggio per tanti ferraresi”: “fino a Ostellato, dove c’è un assessore iscritto Fiab, abbiamo percorsi semplici e ben segnalati, ma da Ostellato a Comacchio non c’è più nulla”. Se è vero che per raggiungere il mare si può utilizzare “la strada che arriva a Codigoro e segue il Volano”, le soluzioni proposte da Massimo sono: “migliorare i percorsi che attraversano il Mezzano, passando vicino a Spina” oppure “approfittare dei lavori dell’idrovia proprio per creare intermodalità”.
Ed ecco come si è passati dal presente al futuro della mobilità sostenibile nel territorio estense.
Secondo Sergio Fortini, architetto di Città della cultura-Cultura della Città, la bici “è un patrimonio identitario del nostro territorio”: “qui a Ferrara non si parla mai abbastanza di mobilità sostenibile e ciclomobilità, proprio per le potenzialità che il nostro territorio presenta da questo punto di vista”, “un territorio sospeso tra terre e acque, entrambe ricche di percorsi che potrebbero garantire quel sistema intermodale cui si è accennato prima”. Certo è necessario un cambiamento di paradigma: “pensare alla rigenerazione urbana partendo dalla mobilità sostenibile” e non viceversa, “immaginare il territorio come infrastruttura” fino a prefigurare “una metropoli di paesaggio” che arrivi da Comacchio fino a Cento. E tutto questo pensando non al turismo, che certo rappresenterebbe “una esternalità positiva”, ma in primis ai cittadini, in termini di “qualità della vita” e di “opportunità di lavoro”.
Ad Aldo Modonesi, in qualità di assessore ai lavori pubblici e alla mobilità del Comune di Ferrara, il difficile compito di raccogliere tutti questi spunti per la propria attività di amministratore e di chiudere la tavola rotonda. “Il riconoscimento di ComuniCiclabili che abbiamo ricevuto pochi giorni fa è un grande onore e un riconoscimento al lavoro di rete messo in campo sul tema della mobilità sostenibile, ma è anche una grande responsabilità che ci dobbiamo caricare tutti sulle spalle”. Ancora oggi i dati sugli spostamenti in città parlano di “un 30% in bici o a piedi, 10% tramite trasporto pubblico, mentre ancora un 60% avviene in auto”; l’obiettivo “ambizioso, ma realizzabile” è “scendere sotto il 50% nei prossimi 10 anni”. I “170 km di piste ciclabili su 1000 di strade” dicono che c’è ancora molto da fare e secondo l’assessore bisogna lavorare su tre fronti: “sulle infrastrutture, sui servizi e sul sistema delle regole”.

Infine, la premiazione del concorso estivo ‘In prima fila con Ricicletta’, in collaborazione con l’Arena Estiva Le pagine. L’estrazione del biglietto vincente è avvenuta lo scorso 5 settembre: la vincitrice è Chiara, tagliando numero 51475. “Quella sera ho visto ‘Lasciati andare’, che mi è piaciuto molto e ora ho anche vinto una ricicletta nuova”, racconta felice.

La sinfonia pistoiese della Falconiera: le origini macchiaiole di Giovanni Boldini

di Maria Paola Forlani

Alla mostra dedicata da Ferrara a Boldini nell’estate-autunno del 1963, sono stata, allora giovane studentessa della Scuola d’Arte, una dei cinquantacinquemila visitatori che hanno percorso le sale di Casa Romei, tappezzate per l’occasione di raso turco per ricreare il mondo belle époque che fuoriusciva impetuosamente dalle tele. Sicuramente troppo frivole per le severe strutture tardo medioevali dell’edificio. Boldini all’epoca era citato appena dai testi scolastici. L’educato scambio di battute tra l’allora giovane Franco Farina, alla sua prima impresa come curatore di mostre, ed Emilia Cardona Boldini, vedova del maestro ferrarese, riconduceva proprio a questo silenzio imperdonabile. Sarà proprio Franco Farina negli anni Settanta a ricomporre a Palazzo dei Diamanti uno dei musei più suggestivi su Giovanni Boldini, tornato finalmente nella sua città natale.
In occasione di Pistoia Capitale Italiana della Cultura, presso il Museo dell’Antico Palazzo dei Vescovi, gestito da Cassa di Risparmio di Pistoia e della Lucchesia, fino al 6 gennaio 2018 rimarrà aperta la mostra ‘Giovanni Boldini. La stagione della Falconiera’.

L’esposizione è stata curata da Francesca Dini con la collaborazione di Andrea Baldinotti e Vincenzo Farinella (catalogo Sillabe) e rappresenta una delle esposizioni più importanti dell’anno programmate dal museo e una delle più interessanti nel cartellone delle iniziative di Pistoia Capitale. Il titolo della mostra prende ispirazione da un ciclo di pitture murali a tempera che Giovanni Boldini ha eseguito durante il suo periodo toscano, sul finire degli anni Sessanta dell’Ottocento, presso la Villa La Falconiera, che apparteneva allora alla mecenate inglese Isabella Falconer.
Questo ciclo di pitture murali – di cui per diverse vicissitudini dopo l’esecuzione nel 1868 si perse subito la memoria – rappresenta un unicum in Europa, non solo per quanto riguarda la produzione artistica del grande pittore ferrarese, ma in generale della corrente macchiaiola, alla quale Boldini aderì in modo personalissimo prima del suo trasferimento a Parigi nel 1871, dove era destinato a diventare il più importante ritrattista internazionale e icona stessa della Bella Ѐpoque.

Gli inizi di Giovanni Boldini furono, dunque, legati nel decennio 1860-1870 all’opera dei macchiaioli. Inoltre il nostro concittadino fu forse il più spontaneo, il più furbo, il più guizzante e, talvolta, il più ironico pittore italiano dell’Ottocento.
Nato a Ferrara il 31 dicembre del 1842, morto a Parigi il 12 gennaio del 1931, i primissimi studi li fece con il padre Antonio, che in gioventù era stato a Roma allievo di Tommaso Minardi, imparando che alla base della pittura ci deve essere un’assoluta padronanza del disegno.
Trasferitosi a Firenze nel 1863 per iscriversi all’accademia dove insegnavano Ussi e Pollastrini, prestissimo abbandonò quelle aule, frequentando piuttosto alcuni amici pittori sulla via del successo e gli ambienti eleganti della città verso i quali lo sospingeva certo un suo gusto raffinato e godereccio insieme. I suoi primi amici furono Venea e Sorbi, inclini al ‘generismo’ grazioso; ma a loro si aggiunsero presto Banti e Signorini, spiritoso, snob, scrittore delle gazzette e quindi dispensiere di fama.
Ciò non toglie che fin da allora la pittura del Boldini, caratterizzata da quella spontanea naturalezza per cui a vedere un suo quadro si ha la sensazione che egli dipingesse così come un altro parla, meglio ancora mangia o respira, attirasse su di lui l’attenzione anche dei più intemerati macchiaioli.

Fu a Parigi la prima volta nel 1867 in occasione dell’Esposizione Universale. Nel 1870 a Londra cominciò a dipingere assecondando il gusto degli aristocratici inglesi. Poi tornò a Parigi, che non lasciò più, e battendo la stessa via mondana sulla quale aveva ottenuto tanto successo de Nittis iniziò a lavorare per Goupil e in pochissimo tempo si impose: “Il movimento istantaneo del riso beffardo dell’ironia, e del convulso di una risata, ciò che insomma è più incopiabile per essere naturalmente fugace, volubile in natura, fa tutta la potenza dell’arte sua. E il sentimento d’intuizione d’una epoca prende anche lui tale sviluppo da…renderla con la più grande realtà” (Signorini, 1874).
Cominciava egli appunto allora il ritratto di un’epoca, di quell’epoca che ancora oggi, anche per merito suo, pensiamo allegra, volubile, felice.
Il ritratto di un mondo che si sgretola, scivola, s’annulla nella stessa psicologia spicciola, ironizzante dei suoi personaggi, ch’egli attende come al varco nel suo studio di Boulevard Berthier per coglierne, spesso beffardo o indulgente, con pochi tratti dei suoi lunghi pennelli intrisi in un colore fluido e brillante, i facili intimi segreti.

Tornando alla mostra pistoiese e all’opera giovanile della Falconiera, gli affreschi strappati e ricomposti risultano, nel museo Antico Palazzo dei Vescovi, nella medesima disposizione originale della sala da pranzo della villa di Isabella Falconer, ispirati secondo tradizione iconografica a cicli affrescati dei quattro elementi empedoclei: la Terra, l’Aria, l’Acqua e il Fuoco.
Quella che è stata composta è una vera e propria sinfonia agreste in quattro movimenti, uno per ogni parete della sala, pensata con l’obiettivo di costituire un organico ciclo dedicato agli elementi fondanti della Natura. I monumentali bovi maremmani, eroici nella grandiosa immobilità, indifferenti di fronte all’umile lavoro dei braccianti impegnati a stendere il fecondo letame sui campi (parete nord: la Terra). Lo spalancarsi improvviso della veduta marina sul promontorio lontano, in un campo lungo che si appoggia sugli scogli in primo piano e scorre rapidissimo fino all’orizzonte, dove la ciminiera di un piroscafo riga il cielo con una striscia di fumo, perso nell’immensità delle nuvole; il solitario passatempo di una guardiana di capre, sopra la porta della medesima parete, intenta a intrecciare la paglia sulla riva del mare, tutta assorta nel suo compito, di fronte all’ampia veduta marina, punteggiata dal volo dei gabbiani e delle vele lontane (parete est: l’Acqua). L’incrocio di dolci aranci e di ardite palme, svettanti selvaggiamente nell’aria in un intrico di forme vegetali che sembra evocare una giungla primitiva, più che la solare natura mediterranea; la scena, dall’altro lato della porta, dove una contadina, atteggiante con classica compostezza, china la schiena per raccogliere i poveri panni tolti dal filo, mentre nel cielo, schermato da un motivo di canne e di rami di signoriniana eleganza, si addensano le nuvole e le rondini solcano, come impazzite, l’aria satura di umidità (parete sud: l’Aria). I corpi dei contadini spossati dopo una mattinata di duro lavoro, distesi all’ombra di un covone per sfuggire al calore del sole, in un fugace momento di riposo, tra una fumata e due chiacchere scandite dal canto delle cicale e dal rombo di un’estate rovente, con il forcone che spunta minacciosamente in primo piano. L’ergersi improvviso di un pagliaio modellato architettonicamente dalle mani dell’uomo, in corrispondenza dell’originario caminetto scoppiettante per riscaldare la sala da pranzo, contro un cielo spazzato di nuvole bianche e grigie, che sembrano correre leggere e veloci davanti al nostro sguardo. Infine i gesti ritmicamente scanditi e ripetitivi dei battitori di grano sull’aia, mentre una contadina evanescente come un fantasma, riemersa da una prima stesura, avanza verso di noi con le mani sollevate sopra la testa per reggere una cesta, come una cariatide bretoniana (parete ovest: il Fuoco).

MEMORABILE
D’annunzio 2.0

È da pochi giorni disponibile in tutte le più importanti librerie del web il celeberrimo romanzo ‘Il Piacere’, di Gabriele D’Annunzio, pubblicato in formato ebook dalla casa editrice digitale Tiemme Edizioni di Ferrara (www.tiemme.onweb.it).

Gabriele D’Annunzio scrisse ‘Il Piacere’, considerato uno dei suoi capolavori narrativi, nel 1889 a Francavilla al Mare; il romanzo venne pubblicato l’anno seguente nelle edizioni Fratelli Treves. Diventerà poi parte di una trilogia dannunziana insieme a ‘L’innocente’ e a ‘Il trionfo della morte’.
Così come un secolo prima ‘Le ultime lettere di Jacopo Ortis’ di Ugo Foscolo aveva diffuso in Italia la corrente romantica, ‘Il Piacere’ e il suo protagonista Andrea Sperelli introdussero nella cultura italiana tardo ottocentesca la sensibilità decadente e l’estetismo. In questa edizione il testo è preceduto da ‘D’Annunzio e il Dionisiaco 2.0’, un’introduzione di Roberto Guerra.

Gabriele D’Annunzio (Pescara, 1863 – Gardone Riviera, 1938), è stato poeta, narratore, drammaturgo, militare, politico, giornalista e patriota italiano, simbolo del Decadentismo e celebre figura della prima guerra mondiale. Detto ‘il Vate’, cioè poeta ‘sacro’, profeta, cantore dell’Italia umbertina, occupò una posizione preminente nella letteratura italiana dal 1889 al 1910 circa e nella vita politica dal 1914 al 1924.

Coldiretti: Riso ferrarese a rischio ma arriva etichetta origine Made in Italy

Da ufficio stampa

+ 8OO% Riso dalla Birmania, a rischio quello Emiliano Romagnolo, ma arriva il primo raccolto con etichetta Made in Italy

Aumento record delle importazioni di riso birmano in Italia nel 2017. A rischio le produzioni regionali, concentrate nel ferrarese, ma con il nuovo raccolto che si tra trebbiando in questi giorni, arriva anche l’etichettatura obbligatoria d’origine per scelte più consapevoli

L’aumento delle importazioni dell’800 per cento di riso birmano in Italia nel 2017 mette a rischio anche la produzione di riso dell’Emilia Romagna. È quanto afferma Coldiretti regionale sulla base dei dati Istat del primo semestre di quest’anno da cui risulta l’aumento delle importazioni dalla Birmania che, nonostante sia sotto accusa per la violazione dei diritti umani nei confronti del popolo Rohingya, gode, insieme alla Cambogia, dell’introduzione da parte dell’Ue del sistema tariffario agevolata a dazio zero per i Paesi che operano in regime Eba (tutto tranne le armi).

Un pacco di riso su quattro venduto in Italia – sottolinea Coldiretti regionale – contiene prodotto straniero proveniente spesso da paesi dove non sono rispettati gli stessi standard ambientali, sociali e di sicurezza. La metà del riso importato in Italia arriva infatti dall’Asia, con un aumento nel primo semestre del 2017 del 12% delle importazioni dall’India che è il principale esportatore asiatico di riso in Italia seguito da Pakistan, Thailandia, Cambogia e Birmania.

A contrastare questa situazione dal raccolto di quest’anno – informa Coldiretti Emilia Romagna – prenderà il via l’obbligo di etichettare il riso Made in Italy per difendere i consumatori dal rischio di portare in tavola produzioni di bassa qualità importate dall’estero.

Il nuovo raccolto Made in Italy – informa Coldiretti – è sano e di ottima qualità. Dei 230 mila ettari coltivati in Italia, oltre 7.000 si trovano in Emilia Romagna, quasi interamente nella provincia di Ferrara, storicamente vocata per questa produzione e per l’eccellente qualità del riso del Delta del Po, per un produzione di oltre 370 mila quintali, con un mercato che continua ad essere difficile, con prezzi che persistono a rimanere sotto i costi di produzione. Anche per il 2017, nonostante la siccità e il maltempo, l’Italia – ricorda Coldiretti Emilia Romagna – rimane il principale produttore europeo, con il riso che costituisce una grande opportunità occupazionale, con un importante ruolo sul piano ambientale e paesaggistico. Le risaie, infatti, sono una diga contro la siccità – afferma Coldiretti – perché trattengono l’acqua e la rilasciano lentamente, aiutando a rimpinguare le falde, a ridurre la subsidenza, e a salvaguardare l’ambiente.

Il raccolto 2017 – sottolinea Coldiretti Emilia Romagna – rappresenta un momento di svolta per due grandi novità che consentiranno ai consumatori di poter fare chiarezza sulla reale provenienza del riso e difenderanno i produttori dalla concorrenza sleale. Il 7 dicembre 2017 – continua Coldiretti – entrerà in vigore la nuova riforma del mercato interno del riso, che rappresenta un passo avanti importante che aggiorna finalmente una normativa che risale al 1958 con la salvaguardia e la valorizzazione delle varietà italiane per effetto della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 7 settembre 2017. Sarà possibile infatti aggiungere – spiega Coldiretti – l’indicazione “classico” nel caso in cui nella confezione sia presente una delle varietà tradizionali (es. Carnaroli) e a condizione che sia garantita la tracciabilità varietale. Il 16 febbraio 2018 sarà un altro giorno storico per i risicoltori e per i consumatori italiani per l’entrata in vigore del decreto interministeriale che fissa finalmente l’obbligo di etichettatura d’origine per il riso italiano. Con l’etichetta trasparente – sostiene Coldiretti – finisce l’inganno del riso importato e spacciato per Made in Italy e il consumatore sarà libero di scegliere tra la qualità, la tipicità e la sostenibilità del prodotto nazionale e quello di importazione.

Un cambiamento importante per un alimento come il riso considerato dietetico che ha fatto registrare un aumento degli acquisti familiari nel primo semestre del 2017 (+1%) secondo Ismea, anche per effetto – conclude la Coldiretti – di una rivoluzione nelle occasioni di consumo in atto nell’ultimo decennio, da primo piatto a piatto unico, da caldo a freddo, da tavola a take away

Fillea-Cgil Feneal Uil Filcams Cisl: comunicato scia infortuni settore edile in provincia

Da ufficio comunicazione cgil Ferrara

Ferrara 23 /09/2017

E dell’altro ieri la notizia di altri due infortuni gravi sul lavoro occorsi nella nostra provincia, uno dalle nostre informazioni a conseguenza di una esplosione pare di una batteria, l’altro invece ricalca in maniera identica quello purtroppo mortale di Ostellato, cioè la caduta dall’alto.
Nel panorama edile il tema della caduta dall’alto è tra i principali argomenti di discussione quando nei convegni o nei corsi si parla di sicurezza trattandosi tra l’altro di uno dei rischi più pericolosi per i lavoratori, ciò nonostante in cantiere si continua a subire questo tipo di infortunio.
Tutti i giorni e usiamo volutamente parole grosse, ma ribadiamo e ripetiamo tutti i giorni nei nostro riscontro visivo tra i cantieri edili troviamo, vediamo, e denunciamo mancanze proprio sul tema sicurezza e salute che così come abbiamo già detto troppe volte derivano dallo scaricare dei costi, dalla richiesta di eseguire lavori in tempi sempre più stretti, da una condizione contrattuale sempre più precaria, ( è risaputo infatti che un disoccupato che finalmente trova lavoro o un lavoratore a termine, difficilmente hanno la forza di poter reclamare condizioni di sicurezza accettabili che dovrebbero invece essere la normalità) da una cultura generalmente intesa sul tema che è evidentemente ( altrimenti non si spiegherebbero tutti questi infortuni ) poco sensibile, o comunque non sufficiente.
A pochi giorni dall’incontro con le istituzioni ( a cui ribadiamo la disponibilità in qualsiasi momento e situazione, senza pero rincontrali per ripetere le stesse cose) aspettiamo da quelle sedi risposte concrete e urgenti su questo tema, che non sono più rimandabili.
Come Sindacati dei lavoratori del settore Edile, esprimiamo la nostra vicinanza ai lavoratori coinvolti e alle loro famiglie e assicuriamo che per quanto possibile, intensificheremo la nostra attività sui temi della sicurezza perché si possa porre un fine a questa piaga insopportabile, e pungoleremo quotidianamente imprese, organizzazioni datoriali, istituzioni, enti locali, organi di vigilanza, INPS e INAIL, affinché anche loro si adoperino in tale senso, per far applicare e rispettare le norme esistenti e i contratti di lavoro, sino a concludere accordi o protocolli che siano universalmente agiti ed applicati, per favorire il lavoro buono e in sicurezza.

Coldiretti: proroga domande prevenzione fauna al 12 ottobre

Da ufficio stampa

Ci sarà tempo sino al 12 ottobre per presentare le domande di accesso ai contributo per acquisto dei mezzi di prevenzione per i danni da fauna selvatica. Lo rende noto Coldiretti, a seguito di specifica richiesta che ha trovato accoglimento nella Consulta agraria regionale. La precedente data del 2 ottobre pertanto si intende prorogata di 10 giorni, dando modo alle imprese agricole ed ittiche di meglio informarsi su quanto disposto dal bando regionale che assegna risorse per prevenire i danni nelle aziende agricole, allevamenti ittici e zootecnici da parte di fauna selvatica in aree protette e non soggette all’attività venatoria. Gli uffici di Coldiretti sono a disposizione per la predisposizione ed inoltre delle domande in oggetto alla Regione.

Corsi di lingue a Tresigallo

Da Biblioteca del Comune di Tresigallo

Riparte l’offerta dei Corsi di lingua a Tresigallo: 3 corsi di inglese: principianti, intermedio e avanzato.

Due corsi di tedesco: principianti e intermedio.

Per info e iscrizioni: biblioteca di Tresigallo 0533-607761
biblioteca@comune.tresigallo.fe.it

I servizi di Hera a portata di app

Da Ufficio stampa

Gratuita e facile da usare, la nuova app della multiutility è già disponibile e aiuta il cliente a gestire servizi, forniture e altri aspetti della sua relazione con Hera. Prosegue così l’impegno dell’azienda per un servizio più attento al cliente, immediato e innovativo.

Si chiama “My Hera” e da qualche giorno è possibile scaricarla sul proprio smartphone, ottimizzata per i sistemi operativi iOS e Android. È la nuova app per i clienti del Gruppo Hera, uno strumento gratuito che si aggiunge alle altre iniziative già intraprese dall’azienda per essere sempre più vicina ai clienti e alle loro nuove esigenze. La definizione del design e delle funzionalità ha visto infatti il coinvolgimento di un gruppo di clienti che ha contribuito al risultato finale.

My Hera è semplice e facile da usare. Subito dopo la registrazione, già dalla Home Page si accede a tutti i servizi, con la possibilità di organizzare i contenuti come più si preferisce, dando evidenza a quelli più utilizzati.

Quali sono le funzioni? Per quanto riguarda la gestione delle bollette, oltre al pagamento on line, la nuova app consente di averle sempre tutte con sé per consultarle.

Sarà possibile effettuare l’autolettura in qualsiasi momento, in modalità semplice e veloce.

Un servizio ulteriore, inoltre, consente di tenere sotto controllo i consumi domestici, mostrando l’andamento degli stessi e analizzandoli nel dettaglio.

In aggiunta, My Hera consente al cliente di geolocalizzare gli sportelli (verificando la presenza di quelli più vicini), le stazioni ecologiche e i propri punti di fornitura, e permette altresì di consultare gli orari degli sportelli e delle stazioni ecologiche, compreso l’elenco dei rifiuti conferibili.

La app rappresenta anche un ulteriore canale di contatto con il personale di Hera. Grazie a essa, ad esempio, è possibile inviare segnalazioni o farsi contattare per ricevere l’assistenza necessaria, attivare il servizio per il ritiro di rifiuti ingombranti o avvisare il pronto intervento in caso di rotture della rete idrica. È inclusa un’area dedicata alle offerte commerciali e alle iniziative dell’azienda che consente di rimanere sempre informati sulle novità.

Oltre a dialogare con gli altri strumenti che il Gruppo mette a disposizione, come il Rifiutologo, My Hera si propone di semplificare il rapporto del cliente con il mondo Hera, confermando l’impegno dell’azienda nei confronti della qualità del servizio erogato.

“Siamo consapevoli del fatto che la qualità del servizio erogato passa oggi dalla sua capacità di rendersi leggero, immediato, fruibile ovunque e comunque – dichiara Cristian Fabbri, Amministratore Delegato di Hera Comm – My Hera intende andare in questa direzione e si aggiunge così alle altre iniziative che stiamo portando avanti per migliorare la relazione con i clienti, intervenendo sui tempi, le tecnologie, i canali di contatto e il linguaggio che ne sono elementi portanti.”

Forum Mondiale Giovani Mab Unesco – dichiarazione finale e dichiarazioni istituzioni

Da Made eventi

I giovani delegati UNESCO chiedono maggiore connessione ed opportunità Presentata la Dichiarazione Finale del Forum Mondiale dei Giovani Mab
PARCO DEL DELTA DEL PO. Si è concluso venerdì pomeriggio presso il Teatro Comunale di Adria il primo Forum Mondiale dei Giovani MaB UNESCO, svoltosi durante tutto l’arco della settimana nel Parco del Delta del Po. Cinque giorni durante i quali i 282 partecipanti – in rappresentanza di 142 Riserve di Biosfera in 85 paesi del mondo – hanno avuto l’occasione di confrontare e condividere la loro visione e il loro impegno per uno sviluppo sostenibile e di visitare la Riserva di Biosfera Delta del Po.
Ha aperto la sessione il Sindaco di Adria Massimo Barbujani, con un breve saluto e ringraziamento all’enorme macchina organizzativa messasi in moto per l’occasione. Dal palco poi, un gruppo di delegati, ha letto la Dichiarazione Finale del Forum Mondiale dei Giovani Mab UNESCO, frutto del forum e che porterà la voce dei giovani sino al Forum Mondiale UNESCO di Parigi del prossimo ottobre. Un documento breve ma altamente significativo, dove i delegati chiedono a gran voce che ci sia più connessione e interazione tra le diverse Riserve di Biosfera nel mondo, in modo da formare una visione collettiva e condivisa di quello che deve essere il piano di sviluppo futuro di queste aree. Un’altra priorità riconosciuta da tutti i partecipanti è che le Riserve di Biosfera e gli amministratori si impegnino nella creazione di opportunità di lavoro a lungo termine, per garantire un futuro ai giovani dei territori interessati, coinvolgendo anche imprese locali e possibili stakeholders. Dal documento è emersa anche la volontà dei giovani di essere maggiormente coinvolti sia entrando a fare parte delle commissioni UNESCO di tutto il mondo, sia con la realizzazione di summer camps tematici e con la creazione di un MAB Youth Award per il miglior progetto riguardante una Riserva di Biosfera. Ultima ma non meno importante, la richiesta di una maggiore promozione di queste aree e la creazione di una piattaforma web dedicata, con la realizzazione di una app, webinar e corsi online. Ed è anche l’impegno delle istituzioni che viene richiesto dai giovani, che a tutti i presenti hanno chiesto “E tu, manterrai questo impegno?”.
Gianni Michele Padovani, sindaco del Comune di Mesola, risponde con convinzione “Credo che fare rete sia importantissimo. Il documento finale è stato per me occasione di riflessione e sicuramente sarà la base per proposte e progetti futuri. Il primo passo è quello che il Parco del Delta del Po diventi uno unico”. E sul tema del Parco unico si spende anche l’Assessore al Territorio, Cultura e Sicurezza della Regione Veneto Cristiano Corazzari: “Il fatto che voi giovani vi siate divertiti in questa settimana e che vi sia piaciuto esplorare il nostro territorio è la prova che questo è un Parco che può fare turismo e che si debba valorizzare quello che offre. Il paesaggio, la bellezza e la qualità della vita sono dati dall’interazione con la natura e non da una cieca conservazione. Deve esserci un impegno per il dialogo tra i due Parchi attuali, perché per il mondo il Delta del Po è uno unico.” A rappresentare il Governo Italiano la Sottosegretaria di Stato per il Ministero dell’Ambiente Barbara Degani, che ha sottolineato quanto queste esperienze internazionali arricchiscano i giovani e come, in Italia, si cerchi di valorizzare il programma MaB UNESCO: sono 15 le Riserve di Biosfera in Italia, di cui 7 riconosciute negli ultimi 5 anni. E altre 3 sono attualmente in fase di riconoscimento.
Mauro Giovanni Viti, commissario straordinario dell’Ente Parco Regionale Veneto Delta del Po, ribadisce il suo impegno in quanto “Il programma MaB è estremamente attuale, perché vuole garantire un futuro ai giovani di queste zone ma soprattutto può garantire a tutto il mondo la possibilità di continuare a godere dello spettacolo del nostro pianeta. E’ sapendo coniugare il lavoro quotidiano e quello che la natura offre che si può garantire la sopravvivenza di aree come la nostra”. Dello stesso avviso Maurizio Rivolta, consigliere di amministrazione del FAI, Fondo Ambiente Italiano: “La salvaguardia dell’ambiente è una delle chiavi del futuro del mondo e lo sviluppo sostenibile è una garanzia di una qualità di vita migliore per tutti”. Le conclusioni sono state lasciate al padrone di casa Philippe Pypaert, rappresentante del segretariato del MAB, che ringrazia istituzioni e giovani per aver risposto in modo così caloroso a questo invito e che sottolinea l’impegno dell’UNESCO a lavorare sui risultati e le richieste scaturiti dal documento finale del forum.