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Giorno: 9 Novembre 2015

Sabato 14 novembre a Bondeno incontro-dibattito sull’infiltrazione della cultura mafiosa nel tessuto sociale italiano

da: Stefano Gamberini

“La mafia uccide, il silenzio pure…” La voce di tutti per una nuova cultura della legalità

Questo il titolo del prossimo incontro del ciclo “Beati chi?” Riflessioni su un mondo che cambia. Protagonisti del nostro tempo, che si terrà sabato 14 novembre alle ore 16,30 presso la Sala 2000 di V.le Matteotti 10 a Bondeno (Fe).
Beati chi? è un’ idea nata più di sei anni fa da un gruppo della Parrocchia di Bondeno e che ha visto via via tante persone accostarsi e partecipare a questo progetto, che ha ottenuto anche il patrocinio del Comune, convinti che un libero spazio di ascolto e di confronto tra le persone, sui tanti temi che attraversano oggi la società, fosse utile ed urgente.
Anche questa volta si partirà dalla storia degli ospiti, dalle loro scelte di vita e dal loro impegno, per poi allargare la riflessione ed il dialogo, su un tema, in questo caso estremamente complesso come la mafia, la cultura mafiosa e le sue dinamiche di infiltrazione nel tessuto sociale.
Margherita Asta era una bambina di dieci anni, quando un’ autobomba piazzata lungo la strada che da Pizzolungo porta a Trapani, il 2 Aprile del 1985, straziò la mamma Barbara ed i suoi fratellini gemelli di sei anni, la cui unica colpa fu di passare nello stesso momento in cui transitavano il giudice Carlo Palermo e la sua scorta, cui la bomba era destinata. La loro auto fece da scudo per il giudice che si salvò, mentre della loro auto e dei loro corpi rimasero solo pezzi sparsi per molte centinaia di metri. Per Margherita furono lunghi anni di sofferenza, di impossibilità di comprendere perché qualcuno l’ avesse privata degli affetti più cari e forse anche di rabbia verso la persona destinataria dell’ attentato che fortunatamente si era salvata e che, successivamente, decise di lasciare la Sicilia e le indagini per dedicarsi ad altro incarico.
“All’ inizio l’ ho ritenuto colpevole del mio dolore, ma col tempo ho capito che siamo stati entrambi vittime della stessa violenza. Ci siamo incontrati poco tempo fa, grazie a Don Ciotti: ho sentito tutta la sua sofferenza e solitudine. Spero che il libro che ho scritto aiuti anche lui a ritrovare un po’ di pace”.
Margherita, infatti, ha raccolto tutto in un bellissimo libro uscito quest’ anno: “Sola con te in un futuro aprile”, dove racconta il percorso di elaborazione e di crescita che, in particolare dopo la perdita anche del padre, l’ ha trasformata in una donna, pure dolcissima, ferma nell’ intenzione di perseguire la giustizia e la verità, di combattere la mafia con la forza della sua testimonianza e della sua incrollabile fiducia nella legalità. Oggi, sposata, vive a Parma ed è una delle più autorevoli rappresentanti dell’ associazione Libera.
“Tu sei una ricchezza per tutti noi e per me sei la prova che la vita è un mistero, che il dolore è un mistero, che la morte è un mistero; che hanno un senso nella dimensione storica dell’ umanità … e la tua dolcezza e il tuo equilibrio sono di per sé un miracolo altrimenti inspiegabile …”.
E’ Antonella De Miro, ex Commissario straordinario a Castellammare del Golfo, che con queste parole descrive Margherita, nella post-fazione del libro.
Filippo Palmeri, che oggi vive in provincia di Bologna e pure fa parte di Libera, ha perso il padre il 17 giugno del 1991 in un attentato mafioso nei pressi di Corleone (Pa).
Assieme ad altre tre persone stava tornando di notte in auto dopo aver assistito ad una partitella di calcio organizzata tra colleghi della guardia forestale.
Un gruppo di fuoco mafioso crivellò la loro macchina senza lasciare scampo agli occupanti. Si scoprì poi che chi si voleva colpire era uno dei colleghi, cognato di un noto personaggio locale affiliato ad una cosca della zona. Ma la mafia, se mai ci fosse stato bisogno di una ulteriore conferma, dimostrò, una volta di più, che non guarda in faccia a nessuno ed è disposta a tutto pur di perseguire i suoi fini.
Anche per Filippo e la sua famiglia sono stati anni terribili, alla ricerca della verità, dovendosi anche difendere dal sospetto che il padre, in qualche modo, potesse essere coinvolto in affari sporchi. Solo nel 2003 la magistratura chiarì definitivamente tutta la storia e liberò Filippo e la famiglia dal sospetto, restituendo alla memoria del padre la dignità che meritava e trasformandolo in un simbolo, vittima innocente della violenza mafiosa.
“Mi è costato 22 anni di vita accettare la morte di mio padre; solo dopo aver conosciuto la grande famiglia di Libera ho trovato il coraggio di parlarne. Oggi so che lo devo a lui e lo devo ai giovani a cui dobbiamo pure dare una speranza e un futuro”.
Parteciperà all’incontro Mara Biondi, responsabile del presidio di Libera di Cento-Pieve di Cento che proprio a Barbara e ai fratellini Giuseppe e Salvatore Asta è intitolata e sarà pure l’ occasione per conoscere le attività dell’ associazione anche nel nostro territorio. E’ necessario capire che serve l’ impegno di tutti, di quella parte attiva della società, di tutti quelli che non si rassegnano, in Sicilia, in Emilia, così come in tutta Italia, alla cultura della mafia. Fatta di sopraffazione, violenza, affari sporchi e presa in ostaggio dei territori che avvelenano alla radice la qualità della nostra vita.
Seguiremo, quindi, l’ invito del giudice Paolo Borsellino che non si stancava di ripetere che di mafia bisogna parlare. Perché il silenzio è il suo più fidato alleato e complice.

Giovedì 12 novembre al Circolo Arci Zone K il duo “Koralira” in concerto

da: Circolo Arci Zone K

Dopo la splendida serata con I Quai Des Brumes del trio Benedetti, Tolga e Bartoli di giovedì scorso, continua la rassegna “Zone Jazz” a Zone K, a cura di Roberto Manuzzi. Stasera al circolo Arci di Via Santa Margherita 331 a Malborghetto Di Boara sarà in scena il monologo con musica “Joke” di Domenica Buda e Francesco Speziale in arte Koralira. Un interessantissimo e ardito esperimento che combina musica e teatro facendo emergere la multiforme personalità di Domenica Buda (cantante, musicista, attrice, mimo, performer) e di Francesco Speziale (chitarrista, compositore).
Un duo che vanta anche numerosi consensi e riconoscimenti nell’ambito dei festival del teatro e della canzone d’autore.
Ancora una volta una proposta di altissima qualità, fuori dall’ordinario e dal “già sentito” che coniuga in una forma espressiva nuova le declinazioni più diverse della musica d’autore, jazz e folk, per le orecchie attente del pubblico del Circolo.
L’apertura di Zone K è prevista come sempre alle ore 18 con “l’Aperitivo in Jazz”. L’inizio del concerto invece sarà verso le 22 circa.
La serata è ad ingresso rigorosamente gratuito e riservato ai soci Arci. Possibilità di cenare in loco. Data la limitata disponibilità di posti è consigliata la prenotazione del tavolo contattando il 346.0876998.

Inizia domani a Ferrara la settimana metafisica, rassegna d’arte ispirata alla corrente della Metafisica

da: Mlb home gallery

Inizia la settimana metafisica! Anche il clima è quello giusto: il sole si alterna con la tipica nebbia ferrarese che nasconde i particolari, ma aiuta ad osservare i concetti assoluti. Si inizia domani alle 18 al Museo di Storia Naturale con Mustafa Sabbagh (che si è ispirato a Savinio), poi mercoledì sempre alle 18 alla Palazzina della Marfisa con la prima mostra italiana sul manichino (concetto chiave della Metafisica), e infine venerdì, prima della grande inaugurazione a Palazzo dei Diamanti, alla Mlb home gallery, la mostra di Silvia Camporesi (che ha indagato con la fotografia le piazze d’Italia di De Chirico) dalle 17 (ma ci trovate fino a quando non vedete le luci spente, attorno alle 23…). Maria Livia Brunelli

Ferrara è sempre più attiva nel creare un sistema museale e cittadino integrato attorno alle grandi mostre del Palazzo dei Diamanti, e in questa occasione l’apparato culturale urbano si è mobilitato per celebrare la Metafisica nella città che, più di ogni altra, è stata lo scenario preferito degli artisti che hanno contributo a renderla una delle correnti artistiche più celebrate del secolo passato: De Chirico, De Pisis, Carrà, Morandi, Savinio, nei loro incontri avvenuti nel capoluogo estense nel 1915.
Così, nell’ottica di fare sistema attorno alla cultura, il biglietto d’ingresso all’esposizione “De Chirico a Ferrara”, che aprirà al pubblico dal 14 novembre 2015, consentirà l’accesso gratuito anche alle altre due mostre in due importanti musei pubblici della città, il Museo di Storia Naturale e la Palazzina Marfisa d’Este, che inaugureranno rispettivamente il 10 e l’11 novembre 2015.
Mustafa Sabbagh, “Ens rationis”, martedì 10 novembre alle 18, Museo di Storia Naturale, via Filippo De’ Pisis 24 – Ferrara.
“Ens Rationis”, si sviluppa intorno all’installazione multimediale site-specific realizzata dall’artista di fama internazionale Mustafa Sabbagh al Museo Civico di Storia Naturale di Ferrara,a cura di Stefano Mazzotti e Maria Livia Brunelli. Sabbagh ha effettuato un sopralluogo nei depositi del museo e ne ha riportato in vita i volatili in uno stato di sospensione artefatta, la tassidermia (quella mezza morte che cantò Alberto Savinio – pittore, scrittore, compositore, fratello di De Chirico, noto per le sue figure per metà umane e per metà animali). In un percorso espositivo che si snoda attraverso le sale museali disseminate delle opere che lo hanno reso celebre, Mustafa Sabbagh parlerà di habitat contaminati, di creature ibridate.
“Il manichino e i suoi paesaggi. Una storia (quasi) metafisica”, mercoledì 11 novembre alle 18, Palazzina Marfisa d’Este, corso Giovecca 170 – Ferrara.
“Il manichino e i suoi paesaggi. Una storia (quasi) metafisica”, prende avvio dalla pubblicazioneomonima di Linda Mazzoni e Claudio Gualandi, instancabili collezionisti e ricercatori di “simulacri umani”, con la collaborazione della critica d’arte Maria Livia Brunelli nella curatela della tripla personale degli artisti contemporanei Mustafa Sabbagh, Milena Altini e Jolanda Spagno. L’esposizione – la prima, in Italia, ad avvalersi di un criterio selettivo principalmente storiografico sul tema, caro alla Metafisica – porterà nelle sale museali della Palazzina di Marfisa d’Este un’accurata selezione di più di 40 manichini creati a partire dal XVIII secolo – congiungendo storia e costume, anatomia e culto religioso, in un percorso fluido tra arti antiche ed arte contemporanea.
Silvia Camporesi, “Le città del pensiero. Un’indagine metafisica”, venerdì 13 novembre alle 17, Mlb home gallery, corso Ercole I d’Este 3 – Ferrara.
Alla Mlb Maria Livia Brunelli home gallery, la consolidata ed apprezzata home gallery di Corso Ercole d’Este, socia del Consorzio Visit Ferrara, a partire dal 13 novembre, la mostra di Silvia Camporesi, curata da Andrea Bergamaschi, ispirata alle Piazze d’Italia di De Chirico. Nell’ottica di continuare ad unire l’arte all’eccellenza, Maria Livia Brunelli ha inoltre chiesto agli chef Pier Luigi di Diego e Guido Mascellani di ideare, per quanti lo desidereranno, una performance culinaria a tema metafisico ispirata alle fotografie in esposizione di Silvia Camporesi, da degustarsi in luoghi carichi di fascino, in un’esclusiva esperienza sensoriale e sinestetica.
Arricchisce questo viaggio nell’arte un evocativo itinerario nel ghetto ebraico di Ferrara, alla ricerca delle suggestioni che hanno emozionato De Chirico quando ebbe, a Ferrara, l’intuizione metafisica. Nelle antiche botteghe si potranno acquistare i biscotti presenti nei suoi quadri, di cui era avido consumatore durante i suoi “pomeriggi soavi” ferraresi: frollini rettangolari impastati con farina di canapa, ampiamente coltivata all’epoca nel territorio e che, secondo una diceria locale, sembra abbiano contribuito a ispirare le sue visioni metafisiche – quegli stessi biscotti presenti in una sua famosa opera conservata al Guggenheim di Venezia, all’interno della quale è ritratta proprio la città estense.
Nello stesso spirito reinterpretativo, il ghetto sarà costellato da creazioni ad hoc quali esclusivi orologi di design ispirati alla Metafisica, foulard, abiti di alta sartoria, complementi d’arredo e borse che rievocano particolari di celeberrimi quadri, cofanetti fotografici con le immagini dei luoghi riconosciuti come specificamente “metafisici” del territorio ferrarese, ceramiche d’artista che riproducono le lunghe ombre o gli interni delle opere dechirichiane.
Ancora, in un luogo dell’anima il cui nome è di per sé magico – Il Sognalibro – sarà possibile immergersi in un librettino da poco edito, che ha ricevuto una Menzione d’onore al Premio Estense: “Alceste. Una storia d’amore ferrarese”, reale ed inedito scambio epistolare del tormentato amore tra un giovanissimo De Chirico e Antonia Bolognesi, enigmatica presenza femminile che egli stesso definì la sua “Musa Inquietante”, mettendo in luce ulteriori nuovi legami del pittore con la città.
Partecipano al progetto la Casa Museo di Remo Brindisi al Lido di Spina, che conserva interessanti opere di De Chirico (tra cui “La Piscina dei Bagni Misteriosi”, grande installazione tutt’ora visibile nel Parco Sempione di Milano) e il Centro Studi Dante Bighi di Copparo, che ospiterà la mostra fotografica di Gianni Guizzardi, autore di suggestive fotografie in cui il manichino dechirichiano è ambientato tra le architetture metafisiche di Tresigallo.
Infine a Palazzo Turchi di Bagno, in Corso Ercole I d’Este 32, “Fisica e Metafisica?” è una mostra scientifica organizzata dal Sistema Museale d’Ateneo di Ferrara e Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra, che mette in luce la presenza di alcuni strumenti scientifici e di alcuni oggetti simili a strumenti scientifici presenti in alcuni dipinti di Giorgio de Chirico e Carlo Carrà: i due frequentavano un professore di Fisica dell’Università, Giuseppe Bongiovanni, direttore dell’Osservatorio meteorologico, che era all’epoca in cima alla torre nord del Castello Estense.

Gli Africani siamo noi, l’analisi dei genomi racconta la storia delle migrazioni umane

da: ufficio comunicazione ed eventi Università di Ferrara

I nostri antenati africani, i primi membri anatomicamente moderni della specie Homo sapiens, sono usciti dall’Africa in due ondate principali distinte, e non tutti insieme, come molti pensavano.
Una prima ondata ha attraversato il Corno d’Africa dirigendosi verso l’India, il sudest asiatico e l’Australia, e una seconda è passata per il vicino Oriente diffondendosi poi in Europa e nell’Asia settentrionale.
È il risultato di uno studio del gruppo di Genetica di Ferrara diretto da Guido Barbujani, e pubblicato il 6 novembre sulla rivista Investigative Genetics.
“Ricostruire le rotte attraverso cui i nostri antenati hanno popolato l’intero pianeta è importante di per sé”, dicono Francesca Tassi e Silvia Ghirotto, prime autrici dello studio. “Ma c’è molto di più. Infatti, di recente sono state riscontrate nei DNA moderni tracce che fanno pensare che ci siano stati episodi di scambio genetico con forme anatomicamente arcaiche, Neandertal in Europa e Denisova in Asia. Molti hanno proposto che i l’uomo di Neandertal ci abbia tramesso una piccola parte dei suoi geni, cioè che ci sia stata un’ibridazione nel vicino Oriente. Ma tracce di DNA apparentemente neandertaliano sono state trovate anche in individui della Melanesia: individui che, adesso sappiamo, discendono da antenati che, nella loro migrazione dall’Africa, sono passati a 2000 km dal Neandertal più vicino. Dunque bisognerà pensare a qualche spiegazione diversa per giustificare quello che troviamo nei genomi moderni”.
I genetisti ferraresi hanno analizzato un vasto archivio di dati sul DNA di popolazioni africane, asiatiche, europee e dell’Australo-Melanesia, sviluppando un nuovo metodo che permette di calcolare quanto tempo fa gli antenati delle popolazioni attuali si sono separati dagli antenati degli africani. Il quadro che emerge è più complesso di quanto si pensasse.
“Ma questo è normale,” conclude Francesca Tassi. “Quando si studiano fenomeni complessi, come la storia della diffusione dell’uomo su tutta la Terra, si parte sempre da ipotesi semplici: a volte, troppo semplici. Solo un po’ alla volta, man mano che emergono nuovi dati e nuovi metodi di analisi, si possono verificare ipotesi più complesse e arrivare a ricostruzioni più accurate della nostra storia evolutiva”.
Francesca Tassi, Silvia Ghirotto, Massimo Mezzavilla, Sibelle Torres Vilaça, Lisa De Santi, Guido Barbujani
Early modern human dispersal from Africa: genomic evidence for multiple waves of migration
Investigative Genetics 6:13 (2015)
http://investigativegenetics.biomedcentral.com/articles/10.1186/s13323-015-0030-2
Contatti:
Francesca Tassi: Francesca.tassi@unife.it, tel.: 338 4091496
Silvia Ghirotto: silvia.ghirotto@unife.it, tel.: 340 6720375
Guido Barbujani: g.barbujani@unife.it, tel.: 340 2529302 (dopo l’11 novembre)

La vicepresidente Elisabetta Gualmini annuncia un nuovo provvedimento per contrastare la povertà sociale

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia Romagna

Lavoro e inclusione sociale. Siglata dal ministro Poletti e dall’assessore Patrizio Bianchi la convenzione tra la Regione Emilia-Romagna e il Ministero del Lavoro per la gestione dei servizi per l’impiego

L’assessore regionale al Lavoro Patrizio Bianchi e il ministro del Lavoro Giuliano Poletti hanno siglato oggi a Bologna la convenzione tra la Regione Emilia-Romagna e il Ministero del Lavoro per la gestione dei servizi per l’impiego e delle politiche attive del lavoro. La firma è avvenuta nel corso del convegno su lavoro e inclusione sociale, con cui la Regione ha presentato la legge recentemente approvata per sostenere l’inserimento lavorativo e l’inclusione sociale delle persone in condizione di fragilità e vulnerabilità, attraverso l’integrazione tra i servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari.
“Non era scontato che saremmo arrivati fin qui – ha detto il ministro Giuliano Poletti – la firma di oggi è il primo atto di un processo importante per dare concretezza ad una politica congiunta tra Ministero e le Regioni in tema di servizi per l’impiego e politiche attive per il lavoro. Complimenti alla Regione Emilia-Romagna anche per questa legge, perché ci insegna a lavorare insieme per risolvere i problemi delle persone”.
“Nel titolo di questa legge abbiamo il senso e la modalità con cui abbiamo voluto muoverci, il valore civile della nostra azione – ha detto l’assessore Patrizio Bianchi – La legge rappresenta uno dei primi strumenti attuativi del Patto per il lavoro, a cui segue oggi la firma della convenzione per il passaggio della gestione dei Centri per l’impiego alla Regione”.
“Questa legge fa leva soprattutto sulle misure di politica attiva, punta molto su una idea non assistenziale – ha detto la vicepresidente della Regione Elisabetta Gualmini – Ma oltre a questa legge nei prossimi mesi avremo uno spazio per lavorare sulla povertà sociale con una nuova misura, mai realizzata in Emilia-Romagna. Grazie anche agli stanziamenti nazionali della legge di stabilità e attraverso un nuovo capitolo di bilancio istituito dalla Regione nel 2016, riusciremo a realizzare un intervento strutturale per aiutare chi ha pagato di più gli effetti della crisi anche in una regione come la nostra, una politica pubblica che permette di irrobustire significativamente le risorse per le politiche sociali e che rappresenta una svolta a dir poco epocale, grazie all’impegno oltre che della Giunta e del Presidente Bonaccini, dei gruppi consiliari PD e SEL”.
La legge su lavoro e inclusione sociale:
Il provvedimento è il frutto del lavoro condiviso tra più assessorati – assessorato al Lavoro, alle Politiche sociali, alla Salute e alle Attività produttive – volto a garantire che i diversi servizi presenti sul territorio – sociali, sanitari, del lavoro e della formazione – operino insieme e in modo integrato per consentire alle persone fragili di uscire dalla condizione di vulnerabilità e allo stesso tempo per motivarle e responsabilizzarle in tal senso. Una fragilità transitoria, che a seguito della crisi prolungata che ha investito anche la nostra regione, ha riguardato un numero importante di cittadini che prima della crisi non avevano mai avuto necessità di rivolgersi ai servizi sociali.
In coerenza con quanto condiviso con il Patto per il Lavoro inoltre, la legge crea nuove condizioni per una società inclusiva grazie al lavoro, con l’obiettivo di generare sviluppo per una nuova coesione sociale. Un obiettivo perseguibile con il concorso del sistema economico-produttivo e delle imprese del territorio pronte a fare la loro parte, assumendosi responsabilità sociali nel più alto senso del termine.
Con questa legge la Pubblica amministrazione cambia per uscire dai propri confini di competenze e integrarsi al servizio delle persone: un nuovo welfare che restituisce ai servizi centralità e funzione strategica, investendo in primo luogo sugli operatori e le loro competenze, e che garantisce alle persone supporto vero verso l’autonomia.
L’inserimento lavorativo può avvenire utilizzando le diverse modalità e tipologie contrattuali esistenti. Strumento di incontro con il lavoro saranno anche i tirocini, di cui questa legge introduce una nuova tipologia. Si tratta del tirocinio di orientamento, formazione e inserimento o reinserimento, finalizzato al rafforzamento dell’autonomia delle persone, alla loro riabilitazione e inclusione, la cui indennità sarà finanziata anche da risorse regionali e del Fondo sociale europeo. Uno strumento molto importante perché valorizza la dimensione sociale del lavoro per i singoli e per la comunità.

Domani al Centro Teatrale Universitario di Ferrara breve spettacolo teatrale “Appunti Antigone” diretto da Michalis Traitsis

da: ufficio stampa Balamòs Teatro

Martedì 10 Novembre 2015, alle ore 18.30 (ingresso su prenotazione), presso il Centro Teatro Universitario di Ferrara (via Savonarola 19), al termine del Convegno Internazionale di Studi III Sophocles’ Day, organizzato nell’ambito del Dottorato in Scienze Umane, sarà presentato un breve studio teatrale dal titolo “Appunti Antigone”, diretto da Michalis Traitsis, regista e pedagogo teatrale di Balamòs Teatro. Il lavoro è realizzato con gli allievi del laboratorio teatrale del CTU: Giulia Aguzzoni, Chiara Baroni, Michele Bononi, Claudia Cincotti, Riccardo Guidarini, Stefano Massarenti, Federica Mazza, Giulia Tiozzo.
A Tebe la lotta tra due fratelli Eteocle e Polinice, l’uno difensore della città, l’altro aggressore, finisce con la morte di entrambi. Eteocle viene seppellito con tutti gli onori per volere del re Creonte, mentre Polinice, il nemico, rimane insepolto e la sua anima non potrà riposare. Antigone, sorella dei giovani morti e promessa sposa di Emone, figlio di Creonte, decide di sfidare quest’ultimo per dare sepoltura al fratello morto. L’altra sorella, Ismene, cerca di dissuaderla: è Creonte che stabilisce le leggi, e bisogna obbedire. Antigone è decisa a rendere onore al fratello. Creonte la condanna alla prigionia eterna, ma poi su consiglio di Tiresia, decide di liberarla. Troppo tardi: Antigone si è impiccata; Emone addolorato, si uccide; e alla notizia della morte del giovane anche la regina sua madre, Euridice, muore. < /span>
“Appunti Antigone”, articolato su alcuni quadri/situazioni del dramma di Sofocle, offre uno spunto di riflessione sul conflitto tra Antigone, giovane donna ma forte moralmente e decisa a rispettare le leggi non scritte della natura (physis), e la volontà di Creonte tesa a imporre la forza dello Stato e della legge (nòmos). Vengono inoltre messe a fuoco le dinamiche tra le due figure femminili delle sorelle.
Antigone ribelle, Antigone dolente, Antigone eroica, Antigone martire, Antigone figlia, ma soprattutto Antigone sorella, che si oppone alla legge della città in nome dei diritti sacri della famiglia e del sangue. Da quando Sofocle ha messo in scena la figlia di Edipo nel suo confronto epocale con il re di Tebe Creonte, il personaggio è stato elevato a modello della ribellione individuale contro la sopraffazione dello Stato e raramente ha potuto abbandonare questo ruolo. Dovunque ci siano discriminazioni razziali, conflitti, intolleranze religiose, dovunque una minoranza levi la sua voce a reclamare giustizia, Antigone torna ad assumere il ruolo dell’eroina che sfida i regimi totalitari in nome di una pietas universale che “si estende dai fratelli di sangue a tutti gli uomini sentiti come fratelli, supera ndo cosi ogni ethos tribale-nazionale”.
Ismene non ha la tempra di Antigone ed esita subito, ponendo una serie di domande e non promettendo di slancio il suo aiuto come la sorella spera. Al contrario di Antigone, sarà proprio Ismene a ricordare che “le donne non sono capaci di tenere testa agli uomini” e che le donne “sono governate dai più forti” e che dunque è “loro dovere obbedire a questi ordini e ad altri ancora più ingrati”. Ismene è quindi consapevolmente sofferente per l’ingiustizia che stanno subendo, ma è priva di coraggio per reagire. Conclude infatti il colloquio con la sorella definendo per due volte “impossibile” quanto Antigone ha in mente di compiere. Dopo il confronto Ismene viene c ondotta al cospetto di Creonte: sembra avere un sussulto di orgoglio, assumendosi la propria parte di responsabilità e chiedendo alla sorella di “lasciarla morire, lasciarle venerare il morto insieme”. Quando infine Antigone viene condannata e portata via, Ismene nella sua pavidità può solo constatare: “che vita mi resta, sola, senza di lei?”. In queste parole c’è tutta la solitudine della vita che l’attende, senza nessun legame di sangue superstite e con il presunto disonore di appartenere ad una stirpe macchiata da orribili delitti.

No ai ricatti, la guerra del latte continua e arriva in città

da: ufficio stampa Coldiretti Ferrara

“Non ci facciamo intimorire da pretestuosi ricatti. La mobilitazione degli allevatori continua e si estende dallo stabilimento della Lactalis a Ospedaletto Lodigiano (Lodi), dove rimane il presidio, ai supermercati delle città, da Torino a Bologna, da Venezia, da Bari, da Milano a Romadove saranno portate anche le mucche che gli allevatori non sono piu’ in grado di mantenere”. E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo dopo l’annuncio della multinazionale francese Lactalis di voler sospendere strumentalmente il ritiro del latte ad alcune stalle ma non certo di interrompere l’arrivo di latte e/o derivati stranieri dalle frontiere da trasformare e/o impacchettare con i marchi del Made in Italy che nel tempo si è comperata. Domani martedì 10 novembre dalle 9,30 migliaia di allevatori si mobilitano anche nei supermercati per presentare il dossier Coldiretti con le verità sul mercato del latte, sulla storia dell’acquisizione dei marchi italiani, sulle prepotenze e strumentalizzazioni con cui si sta distruggendo il tessuto produttivo nazionale, sulle Istituzioni sbeffeggiate e sulla scarsa trasparenza a danno dei consumatori.

Nei cinema dell’Emilia Romagna solo il 24 e 25 novembre il film evento “Teatro alla Scala, Il Tempio delle Meraviglie”

da: Ufficio Stampa Nexo Digital

Solo per due giorni, il 24 e 25 novembre, arriva nelle sale italiane il film evento che porta su grande schermo la storia, la vita e le anime che hanno abitato uno dei più grandi teatri del mondo. Un film di Luca Lucini, Silvia Corbetta, Piero Maranghi

“Teatro alla Scala. Il Tempio delle Meraviglie” è il film evento dedicato a uno dei templi più esclusivi della musica e dello spettacolo mondiale, un luogo dove l’arte si costruisce, si rappresenta, si vive.
Il film, che arriverà nelle sale italiane il 24 e 25 novembre nell’ambito del progetto della Grande Arte al Cinema di Nexo Digital (elenco delle sale su www.nexodigital.it), racconta la storia del Teatro che più di ogni altro ha catturato e legato a sé indissolubilmente i più grandi nomi della scena musicale di tutti i tempi. Giuseppe Verdi, Giacomo Puccini, Arturo Toscanini, Maria Callas, Luchino Visconti hanno fondato il mito di un luogo, animato in anni più recenti da artisti come Claudio Abbado e Riccardo Muti, che ancora oggi suscita un senso di sacralità: nel film ce lo raccontano tra gli altri i direttori d’orchestra Daniel Barenboim e Riccardo Chailly, i cantanti Mirella Freni e Plácido Domingo, i ballerini Carla Fracci e Roberto Bolle oltre ai Sovrintendenti Pereira, Lissner e Fontana.
Inaugurato nel 1778, il Teatro alla Scala di Milano è il luogo dove è nata la tradizione della grande opera italiana. Le emozioni assorbite dalle tende di velluto, dal legno del palcoscenico, dalle poltrone in platea sono vive ancora oggi e riemergono ogni notte, nel momento stesso in cui le luci si abbassano, il pubblico ammutolisce e inizia lo spettacolo. Così le videocamere, accompagnate dalla voce narrante di Sandro Lombardi, percorrono i corridoi e ci fanno respirare 237 anni di storia: una delizia per lo spettatore in un maestoso susseguirsi di scoperte e rivelazioni.
Gli autori Luca Lucini e Silvia Corbetta hanno dichiarato: “Immediatamente è stato chiaro che se avessimo voluto carpire i segreti di quasi 250 anni di storia del Teatro alla Scala di Milano, avremmo dovuto narrare ciò che la Scala è: una fabbrica di emozioni e un luogo unico al mondo, dove si concentrano passione, sacrificio, talento e dedizione. Abbiamo abbandonato la rigidità del racconto prettamente cronologico e ci siamo lasciati trasportare dalle rapide di un fiume fatto di luci, musiche, immagini, silenzi”.
“Teatro alla Scala. Il Tempio delle Meraviglie” vede anche la fotografia di Luca Bigazzi e la partecipazione straordinaria di Bebo Storti nel ruolo di Domenico Barbaja, Francesca Inaudi nel ruolo di Marietta Ricordi, Filippo Nigro nel ruolo di Bartolomeo Merelli, Giuseppe Cederna nel ruolo dell’Ingegnere Giuseppe Colombo, Andrea Bosca nel ruolo del concierge del Grand Hotel et de Milan, Gigio Alberti nel ruolo di Luigi Illica e Pia Engleberth nel ruolo di Biki.
Tra le location d’eccellenza che compaiono nel film anche il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia con la centrale termoelettrica Regina Margherita, che fa da sfondo alla ricostruzione di una scena in cui l’ingegner Colombo “attiva” la luce elettrica alla Scala.
“Teatro alla Scala. Il Tempio delle Meraviglie”, distribuito nel mondo da Nexo Digital, è prodotto da Skira Classica, Arte France, RAI Com e Camera Lucida e realizzato in associazione con Intesa Sanpaolo S.p.A. ai sensi delle norme sul Tax Credit. Si ringrazia il Teatro alla Scala per la collaborazione.
Luca Lucini:
Luca Lucini nasce a Milano nel 1967. Inizia la sua carriera di regista con piccole produzioni sperimentali autoprodotte. Gira numerosi video musicali per diversi artisti, fra cui Ligabue, Giorgia, Laura Pausini, e approda quindi alla regia pubblicitaria, lavorando per diversi brand, sia nazionali che internazionali. Dopo il primo corto “Il sorriso di Diana”, avvia una carriera di regista cinematografico che assomma già sei lungometraggi, dove lavora con tutti i più conosciuti attori italiani: “Tre metri sopra il cielo” (2004) e “L’uomo perfetto” (2005) con un esordiente Riccardo Scamarcio; le commedie corali “Amore, bugie & calcetto” (2008) con Claudio Bisio, Claudia Pandolfi e Angela Finocchiaro, e “Oggi sposi” (2009) con Filippo Nigro e Michele Placido; il dramma “Solo un padre”(2008) e “La donna della mia vita” (2010), con Luca Argentero e Alessandro Gassman. Nel 2010 fonda assieme a Raffaello Rianigiani e Mauro Belloni la casa di produzione Maremosso, specializzata in documentari e film indipendenti.
Silvia Corbetta:
Silvia Corbetta nasce a Monza nel 1978. Si laurea in Architettura al Politecnico di Milano e si diploma in pianoforte al Conservatorio di musica di Brescia. Nel 2009 pubblica il saggio “Olivier Messiaen: Saint François d’Assise. Cammino verso la joie parfaite” per Zecchini Editore e nello stesso anno inizia a lavorare per il canale televisivo Classica come consulente musicale e presentatrice. Nel 2010 è coordinatrice di redazione nella stesura di cataloghi musicali per la Carisch S.p.A. Dal 2013 collabora anche con la RSI presentando le dirette radio della Stagione concertistica “Celebrating” trasmesse su Rete Due. È autrice del documentario “Arena 100. Un secolo di musica”, del volume dedicato a Rigoletto di Giuseppe Verdi per la collana “La grande opera italiana al Teatro alla Scala” realizzata in collaborazione con il Corriere della Sera e pubblicata da Skira Classica, di un numero speciale “Music & Book Gallery” sulla storia di Aida di Giuseppe Verdi all’Arena di Verona e curatrice del libro “1913-2013 I Arena di Verona” pubblicato per i cento anni del Festival dell’Arena di Verona.

Emilia-Romagna e California, un link sulla Carta di Milano

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia Romagna

Il ministro all’Agricoltura dello Stato Usa, Karen Ross, firma nella Napa Valley col presidente Bonaccini il documento per un diritto al cibo con l’utilizzo sostenibile delle risorse del Pianeta. In rilievo l’impegno della Regione sul fronte della sicurezza alimentare. Presentata Fico

Il ministro all’Agricoltura della California, Karen Ross, è il primo rappresentante di un governo statale degli Usa a firmare la Carta di Milano, eredità culturale dell’Expo 2015 che richiama ogni cittadino, associazione, impresa o istituzione ad assumersi le proprie responsabilità per garantire alle generazioni future di poter godere del diritto al cibo grazie a un utilizzo sostenibile delle risorse del Pianeta. La firma è stata apposta ieri a St. Helena (Ca), a margine del convegno “re-Think Food” presso la Napa Valley, nel corso di un incontro con il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, che in questi giorni guida in California una delegazione di cui fanno parte anche Simona Caselli (assessore all’Agricoltura) e Palma Costi (assessore alle Attività Produttive), oltre a imprenditori e ricercatori del territorio.
Presentando la Carta di Milano, su mandato del ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina, già siglata da personaggi italiani e stranieri quali il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il Nobel per l’Economia Amartya Sen, Stefano Bonaccini ha sottolineato che tra gli obiettivi della missione c’è innanzitutto “la volontà di dare seguito ai risultati e agli obiettivi di Expo, di cui la Carta di Milano è il documento di sintesi e di programmi futuri”.
Il presidente della Regione ha poi ricordato i dati principali dell’agroalimentare in Emilia-Romagna, tra cui l’export “che vale quasi 6 miliardi di euro e il mercato Usa è uno di quelli in cui i prodotti del nostro territorio hanno maggiore riscontro, in particolare grazie alla qualità che garantiscono. L’auspicio è che grazie al Ttip (accordo commerciale per gli investimenti tra Europa e Usa) questa quota possa ulteriormente incrementare”.
Nel corso dell’incontro, il presidente dell’Emilia-Romagna ha ancora messo in rilievo “l’impegno della Regione sul fronte della sicurezza alimentare”, ricordando la recente esperienza del World Food Forum presentato ad Expo. “E’ stato un incontro molto importante – ha commentato il presidente Bonaccini -, non solo perché abbiamo illustrato al ministro Ross la piattaforma del World Food Research & Innovation Forum e perché è stata l’occasione per presentare il progetto di FicoEatalyWorld, che ha l’ambizione di attrarre verso Bologna visitatori da tutto il mondo, ma anche perché è stato affrontato il tema del Climate Change, in vista della nostra firma nella prossime ore, col governatore della California Jerry Brown, del protocollo Under2MoU. Infine è stato impostato un focus sulle opportunità di business nel mercato statunitense, il primo extraeuropeo per l’export emiliano-romagnolo della filiera agroalimentare”.
Bonaccini ha quindi invitato ufficialmente il ministro Karen Ross a partecipare alla seconda edizione del World Food Forum che si terrà nell’ambito di Cibus, nel maggio 2016 a Parma, e ha auspicato “un rapporto di robusta collaborazione con la California su questi temi anche dal punto di vista del know-how”.

Sabato 14 novembre al Bologna Jazz Festival il duo Sylvie Courvoisier-Mark Feldman in concerto

da: Ufficio Stampa Bologna Jazz Festival

Presso il Foyer Respighi/Teatro Comunale di Bologna, alle ore 17, Sylvie Courvoisier-Mark Feldman Duo in concerto. Sylvie Courvoisier al pianoforte, Mark Feldman al violino

Per la prima volta nei suoi dieci anni di storia, il Bologna Jazz Festival entra negli spazi del Teatro Comunale. Sabato 1 novembre le porte del Foyer Respighi si apriranno per un concerto pomeridiano (alle ore 17) col duo formato da Sylvie Courvoisier e Mark Feldman, rispettivamente al pianoforte e al violino. Un perfetto connubio di ambientazione e contenuto musicale: la Courvoisier e Feldman sono infatti campioni di un genere che si situa alla frontiera tra musica improvvisata e musica da camera colta, dove la scrittura suona imprevedibile e la creatività estemporanea appare perfettamente strutturata. Il Bologna Jazz Festival tornerà ancora al Teatro Comunale il 23 novembre per il suo concerto di punta, questa volta nella principale Sala Bibiena, con il trio del pianista Brad Mehldau.
Il Bologna Jazz Festival è organizzato dall’Associazione Bologna in Musica in convenzione con Comune di Bologna e con il contributo di Regione Emilia-Romagna, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Fondazione Carisbo, Gruppo Unipol e del main partner Gruppo Hera.
Da quasi venti anni la pianista Sylvie Courvoisier e il violinista Mark Feldman fanno coppia sul palcoscenico (in duo ma anche in quartetto) come nella vita. La loro musica si muove sul confine tra camerismo classico e improvvisazione jazz, spaziando tra una varietà di registri espressivi: melanconica, romantica, vivace, surriscaldata.
La Courvoisier, nata e cresciuta in Svizzera, si è trasferita a New York nel 1998. Gran parte della sua discografia da leader si trova su etichette di riferimento per la musica al confine tra jazz e ricerca contemporanea: ECM, Tzadik, Intakt Records. Oltre ai gruppi con Feldman, ha dato vita a un trio con Kenny Wollesen e Drew Gress, al quintetto Lonelyville, al Trio Abaton, al trio Mephista con Ikue Mori e Susie Ibarra. Ha inoltre collaborato con i grandi sperimentatori della east coast: Herb Robertson, Tim Berne, Mark Dresser, Ellery Eskelin, John Zorn.
Mark Feldman, nato nel 1955 a Chicago, ha lasciato importanti tracce musicali assieme a John Zorn, Dave Douglas, Uri Caine, il Masada String Trio, ma anche al fianco di artisti più nel solco della tradizione come John Abercrombie, Michael Brecker, Lee Konitz, Joe Lovano. È attivo sia sulla scena jazzistica che in quella della musica contemporanea.
Teatro Comunale di Bologna: Largo Respighi 1, Bologna
Informazioni:
Associazione Bologna in Musica
tel.: 334 7560434
e-mail: info@bolognajazzfestival.com
www.bolognajazzfestival.com
Presidente: Federico Mutti
Direttore artistico: Francesco Bettini
Biglietti:
Sylvie Courvoisier-Mark Feldman Duo: posto unico 18 euro
Concerto non in prevendita. Biglietti acquistabili esclusivamente presso la biglietteria del Teatro Comunale di Bologna il giorno stesso del concerto. Apertura biglietteria ore 15
Riduzioni:
Gli studenti del Conservatorio “G.B. Martini” di Bologna e del Liceo Musicale “L. Dalla” di Bologna possono accedere agli spettacoli al prezzo speciale di € 10.
Sconto* del 10% riservato a soci Touring Club, dipendenti Gruppo HERA**, possessori abbonamento annuale Tper Bologna 2015, giovani fino a 26 anni
Tutti i biglietti soggetti a riduzione sono acquistabili esclusivamente presso le biglietterie dei teatri presentando il titolo che dà diritto alla riduzione*.
* Le scontistiche non sono cumulabili / Info: ticket@bolognajazzfestival.com
** I dipendenti del Gruppo Hera che vogliono avvalersi della riduzione del 10% sul prezzo dei biglietti dovranno esibire alla biglietteria del teatro il proprio badge aziendale.
Bologna Jazz Card:
Socio Giovane (fino a 26 anni) – 10 euro
Socio Ordinario – 25 euro
Socio Sostenitore – 50 euro
acquistabile o rinnovabile sul sito www.bolognajazzfestival.com
Vantaggi esclusivi per i Soci possessori della Bologna Jazz Card:
– sconto del 20% sull’acquisto di singoli biglietti presso le biglietteria dei teatri
– speciali convenzioni con i jazz club affiliati al Festival.

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Le lucciole di Pasolini nel ricordo del poeta Roberto Dall’Olio

Roberto Dall’Olio, poeta e insegnante, ci ha inviato un suo ricordo lirico di Pier Paolo Pasolini che volentieri pubblichiamo. Sul suo lavoro abbiamo di recente pubblicato un articolo dal titolo “Tutto brucia tranne i fiori: la musica delle parole” (clic qua per leggere)

Caro Pier Paolo
sono tornate le lucciole
nei dintorni
del mio giardino.
Da giorni
queste scintille d’estate
accendono
il buio stellato
del campo vicino.
Sono tornate dunque
quelle lucine filanti
spente
da decenni diserbanti
diffusi a piacimento
nella civiltà malata
di fretta e cemento
che pure
a stento lampeggia
la buona novella
a te diretta
delle lucciole
da poco tornate
di sentinella

[Roberto Dall’Olio]

Giovedì 12 novembre alla Sala dell’Arengo del Comune conferenza sulle rappresentazioni della Pietà in pittura e scultura

da: organizzatori

Si comunica che Giovedì 12 novembre 2015 alle ore 16,30 presso la Sala Arengo del Comune di Ferrara la dott.ssa Silvia Brunetti terrà una conferenza per gli Amici dei Musei e Monumenti Ferraresi sull’Evoluzione della rappresentazione dell’immagine della Pietà, con particolare riferimento ai Vesperbild tedeschi. In questa occasione sarà illustrata una classificazione di immagini della Pietà nella pittura e nella scultura, verranno esaminate in particolare le peculiarità della rappresentazione della Pietà secondo i Vesperbild tedeschi. Infine, verrà descritto lo sviluppo della rappresentazione della Pietà in Michelangelo.
La conferenza, come sempre, sarà ad ingresso gratuito.

Domani la guerra del latte arriva al Centro Commerciale Vialarga di Bologna

da: ufficio stampa Coldiretti Emilia-Romagna

Domani, martedì 10 novembre 2015, dalle ore 9,30 a Bologna in Via Larga 10 al Centro Commerciale Vialarga. Centinaia di allevatori dell’Emilia Romagna arriveranno con le loro mucche a Bologna, al centro commerciale Vialarga faranno la mungitura per spiegare da dove arriva il latte e prepareranno il formaggio in un grande caldaio

“La guerra del latte si estende dalle industrie ai supermercati in tutte le regioni per fare conoscere ai cittadini i motivi della mobilitazione che sta impegnando decine di migliaia di allevatori per impedire la chiusura delle stalle e gli effetti irreversibili sull’occupazione, sull’economia, sull’ambiente e sulla qualità dei prodotti.” Lo ha annunciato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo dal presidio degli allevatori a Ospedaletto Lodigiano (Lo) davanti al centro di distribuzione della multinazionale del latte francese Lactalis che ha acquisito i marchi nazionali Parmalat, Galbani, Invernizzi, Locatelli e Cademartori.
Domani, martedì 10 novembre 2015, dalle ore 9,30 centinaia di allevatori dell’Emilia Romagna porteranno le proprie mucche a rischio di estinzione a Bologna, davanti al Centro Commerciale Vialarga, in via Larga 10, per fare conoscere, anche ai più piccoli, da dove viene il latte e come si ottengono i formaggi senza polveri o semilavorati industriali. L’incontro con i consumatori al momento di fare la spesa ha anche l’obiettivo di dare di utili consigli nell’acquisto di prodotti lattiero-caseari per non cadere nell’inganno del falso Made in Italy. Sotto accusa il latte, lo yogurt e i formaggi spacciati come italiani per la mancanza di una normativa chiara in etichetta, ma anche per l’utilizzo di sottoprodotti, dalle cagliate alle caseine, che mettono a rischio la qualità.

A Vienna il terzo Convegno Internazionale su Roma e le province del Danubio organizzato dal Lad di Unife

da: Ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

Appuntamento viennese dall’11 al 14 novembre per il terzo Convegno Internazionale su Roma e le province del Danubio, organizzato dal Lad – Laboratorio di studi e ricerche sulle Antiche province danubiane dell’Università di Ferrara, diretto da Livio Zerbini.
L’iniziativa verrà ospitata presso l’Università di Vienna, che, in partenariato con l’Istituto Italiano di Cultura di Vienna, supportano Unife nella promozione dell’evento.
Afferma Livio Zerbini: “Il Lad, così come è stato creato, intende promuovere sempre più l’internazionalizzazione della ricerca, come dimostrano i circa 300 studiosi, provenienti da 24 Paesi, che aderiranno alle prossime giornate di studio a Vienna. Convegno. Senza contare poi che i Convegni che il Lad organizza ogni due anni si tengono presso altre Università europee in partenariato con l’Università di Ferrara, il che consente di far meglio conoscere all’estero la ricerca del nostro Ateneo”.
Il Laboratorio di Studi e Ricerche sulle Antiche Province Danubiane (Lad), ora il più importante Centro a livello internazionale in questo ambito di studi, è nato nel 2007 con l’obiettivo di creare un punto di riferimento per gli studi e le ricerche sull’antichità, e più specificatamente all’età romana, nella regione balcano-danubiana. Il Comitato Scientifico del Lad è costituito da alcuni tra i maggiori studiosi dell’antichità di prestigiose Università italiane ed europee. Il Laboratorio promuove, in particolare, le seguenti iniziative: creazione di rapporti e collaborazioni per instaurare programmi comuni di ricerca ed organizzazione di convegni, congressi e tavole rotonde; consolidamento di legami con studiosi, Università ed Istituzioni scientifiche; incentivazione della mobilità di studiosi e di ricercatori, nonché di dottorandi e studenti, al fine di promuovere lo sviluppo di ricerche congiunte.
Per informazioni: Maria Grazia Campantico, cmpmgr@unife.it, tel 0532 293243, cell. 386195376

Al via la seconda edizione di “Educare in Unife”, gli incontri dedicati ai genitori che lavorano e studiano in Ateneo

da: Ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

Al via la seconda edizione di “EduCARE in Unife”, il ciclo di incontri dedicati a tutti i genitori che lavorano e studiano all’Università di Ferrara, promosso da Cristiana Fioravanti, Delegata del Rettore alle Pari Opportunità, benessere organizzativo, disabilità e rapporti con gli studenti, Silvia Borelli, Presidente del Consiglio di Parità, e Cinzia Mancini, Presidente del Comitato Unico di Garanzia per le Pari Opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni, nell’ambito delle azioni positive dell’Ateneo 2014-2016.
Spiegano le promotrici: “Gli incontri, tenuti da esperti di psicologia, educazione e tematiche giovanili, presenteranno soluzioni per supportare il meravigliosamente difficile lavoro di genitore, affrontando temi trasversali per i bambini di differenti fasce d’età. Verranno trattate e approfondite diverse tematiche: l’educazione, l’importanza del prendersi cura e i servizi offerti alle famiglie ferraresi. Questa seconda edizione, in particolare, stringe l’occhio ai genitori per sostenere le passioni e le scelte dei figli con serenità”.
Tutti gli appuntamenti, organizzati in Ateneo con il supporto di Federica Danesi ed Eletra Mantovani componenti del CUG, si terranno di mercoledì, dalle ore 14.30 alle ore 17.00, in Aula 7 del Dipartimento di Giurisprudenza (c.so Ercole I d’Este, 46), secondo il calendario seguente:
11 novembre: Come aiutare i bambini a diventare persone felici, a cura di Francesca Solmi, CSC centro servizi e consulenze per l’ integrazione scolastica, Comune di Ferrara.
18 novembre: Educare il proprio bambino attraverso lo sport, a cura di Alessandro Grande, Università di Ferrara.
25 novembre: Ad ogni età la sua abilità: strumenti innovativi nell’educazione, a cura di Irene Tessarin, Centro Podresca (Udine).
2 dicembre: SOstare con te: Come sostenere le scelte e le passioni degli adolescenti, a cura di Alberto Urro, PROMECO Comune di Ferrara-Azienda USL di Ferrara.
http://www.unife.it/progetto/equality-and-diversity
Per informazioni: Maria Grazia Campantico, cmpmgr@unife.it, tel 0532 293243, cell. 386195376

La guerra del latte si estende ai supermercati e centri commerciali italiani

da: ufficio stampa Coldiretti Emilia-Romagna

Dalle industrie ai supermercati, la guerra del latte si allarga. Con le mucche gli allevatori nelle città del nord, centro e sud

“La guerra del latte si estende dalle industrie ai supermercati in tutte le regioni per fare conoscere ai cittadini i motivi della mobilitazione che sta impegnando decine di migliaia di allevatori per impedire la chiusura delle stalle e gli effetti irreversibili sull’occupazione, sull’economia, sull’ambiente e sulla qualità dei prodotti.” Lo ha annunciato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo dal presidio degli allevatori a Ospedaletto Lodigiano (Lo) davanti al centro di distribuzione della multinazionale del latte francese Lactalis che ha acquisito i marchi nazionali Parmalat, Galbani, Invernizzi, Locatelli e Cademartori.
Domani, martedì 10 novembre 2015, dalle ore 9,30 gli allevatori italiani in tutta Italia porteranno le proprie mucche a rischio di estinzione davanti ai supermercati e ai centri commerciali per fare conoscere, anche ai piu’ piccoli, da dove viene il latte e come si ottengono i formaggi senza polveri o semilavorati industriali. L’ incontro con i consumatori al momento di fare la spesa ha anche l’obiettivo di dare di utili consigli nell’acquisto di prodotti lattiero-caseari per non cadere nell’inganno del falso Made in Italy. Sotto accusa il latte, lo yogurt e i formaggi spacciati come italiani per la mancanza di una normativa chiara in etichetta, ma anche per l’utilizzo di sottoprodotti, dalle cagliate alle caseine, che mettono a rischio la qualità.
Se a Roma nella Capitale l’appuntamento è al Centro Commerciale Euroma 2 in via Paride Stefanini/ via Carlo Levi incrocio via Cristoforo Colombo con il presidente nazionale Coldiretti Roberto Moncalvo a Torino ci si trova in Via Traiano 10 al Supermercato Esselunga, mentre a Bologna alCentro Commerciale Vialarga in Via Larga 10 – Ipermercato Conad Pianeta, anche con la presenza di produttori ferraresi e a Venezia a Mestre in Via Pionara 19 al Campo Grande Ipercoop. Ma gli allevatori saranno presenti nei centri commerciali anche di altre città daMilano a Bari.

Venerdì 13 novembre alla Scuola Primaria Fattibello di Comacchio primo incontro “Incontriamo i pediatri di famiglia” per promuovere l’educazione alimentare dei bambini

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

L’Amministrazione Comunale di Comacchio tiene da sempre viva l’attenzione nei confronti dell’educazione alimentare rivolta ai bambini fin dalla prima infanzia. In questi anni si sono succeduti diversi percorsi strutturati e progettualità presso le scuole del territorio promossi dall’Assessorato alla Pubblica Istruzione, in collaborazione con la pediatria di comunità, i pediatri di base, la ditta Camst, che fornisce il servizio di refezione scolastica, e le insegnanti dei plessi scolastici del territorio. Una rete di soggetti che collabora affinché si instauri sempre più nelle famiglie un corretto approccio verso una sana alimentazione che diventi col tempo una piacevole abitudine da condividere per l’appunto in famiglia, ma anche a scuola.
Anche per quest’anno scolastico partirà, dunque, il Progetto di Educazione Alimentare, con una serie di momenti di informazione, confronto e condivisione tra famiglie e pediatri sul tema delle buone e sane abitudini alimentari.
“Incontriamo i pediatri di famiglia” è il titolo dei tre incontri aperti alle famiglie che si svolgeranno a novembre: il 13, alle ore 14,30, presso la Scuola Primaria Fattibello di Comacchio, con il Dott. Luciani Liviano, il 16 alle ore 16,30 presso la Scuola Primaria San Giuseppe, con la Dott.ssa Carla Cafaro, e il 17 alle ore 15,00 presso la Scuola Primaria Caiazzo di Porto Garibaldi, con la Dott.ssa Maria Grazia Cammarata.
Per informazioni: Assessorato alla Pubblica Istruzione, 0533/318703 – pubblicaistruzione@comune.comacchio.fe.it

Domani alla Sala dell’Arengo del Comune il secondo incontro “Profughi, migranti e immigrati” promosso da Pluralismo e dissenso, Pd, Sel e Camelot

da: Mario Zamorani, Pluralismo e dissenso

Domani 10 novembre alle 17.00 in Comune nella sala dell’Arengo si terrà il secondo di tre incontri pubblici su “Profughi, migranti e immigrati” organizzato da Pluralismo e dissenso assieme ai gruppi consiliari di Pd e Sel e a Camelot.
Si parlerà in particolare dell’economia dell’immigrazione, anche fornendo i dati della Fondazione Moressa appena pubblicati nell’annuale report del 2015. Da questi dati si evince che in un rapporto dare/avere lo Stato e quindi tutti i cittadini traggono un importante beneficio dall’economia degli immigrati, sfatando il luogo comune che afferma che queste persone siano un “peso” per la nostra economia.
In particolare, questi i dati dell’incontro:
Non solo solidarietà: il migrante conviene.
Ne parlano Chiara Sapigni (Assessore alla Sanità, Servizi alla Persona, Politiche Familiari del Comune di Ferrara), Andrea Stuppini (lavoce.info), Girolamo De Michele (EuroNomade), presenta Mario Zamorani (Pluralismo e dissenso).
I video degli incontri saranno disponibili sul sito pluralismoedissenso.altervista.org
Solo alcuni dati:
“In Italia 620mila anziani devono ringraziare gli immigrati: sono loro a ” pagargli” la pensione”. Dati del Rapporto 2015 sull’economia dell’immigrazione della Fondazione Leone Moressa.
Nell’ultimo anno infatti i lavoratori stranieri hanno versato ben 10,29 miliardi di euro in contributi previdenziali. Lo sa bene l’Inps: essendo prevalentemente in età lavorativa, i migranti sono soprattutto contribuenti. Non a caso, oggi la popolazione con più di 75 anni rappresenta l’11,9% tra gli italiani, solo lo 0,9% tra gli stranieri.
Dati che evidenziano il peso degli immigrati nel nostro Paese – sottolineano i ricercatori della Moressa – oggi, infatti, 1 italiano su 10 ha più di 75 anni; tra gli stranieri 1 su 100. In altre parole, nei prossimi decenni la popolazione italiana è destinata a invecchiare, mentre tra gli stranieri aumenteranno gli adulti in età lavorativa (oggi abbiamo 1 milione di minori)”. E così già oggi il contributo economico dell’immigrazione si fa sentire soprattutto sui contributi pensionistici. “Contributi che vanno a sostenere il sistema nazionale del welfare (oltre alle pensioni, anche altri trasferimenti come maternità e disoccupazione) che si rivolge prevalentemente alla popolazione autoctona.
Inoltre, scrivono i ricercatori, sommando i contributi versati negli ultimi cinque anni si può calcolare il contributo degli stranieri dal 2009 al 2013 pari a 45,68 miliardi di euro, volume sufficiente per una manovra finanziaria.

Al parco Kirecò di Ravenna, da metà novembre i corsi in quota per chi deve operare in situazioni di rischio

da: organizzatori

Al nuovo parco Kirecò di via Don Carlo Sala a Ravenna, da metà novembre iniziano i Corsi pratici in quota per chi deve operare ad alta quota, in situazioni di rischio

Il nuovo spazio Kirecò, il “Parco di innovazione per le imprese, le persone e il territorio” di via Don Carlo Sala a Ravenna, apre un’opportunità importante al mondo aziendale: in particolare alle imprese che hanno la necessità di qualificare al meglio il personale operante in aree industriali pericolose o in situazioni di forte rischio.
Grazie alle strutture permanenti presenti all’interno del Parco (tra cui due torri di arrampicata alte 10 metri, le uniche oggi presenti in città) si possono infatti effettuare corsi in quota, ed in generale momenti sui temi della sicurezza che richiedono specifiche strutture: non il “solito” corso in aula con simulazioni teoriche, insomma, bensì situazioni reali in condizioni reali.
Dalla terza settimana di novembre inizieranno i primi corsi, con prezzi speciali per chi si iscriverà in anticipo (le preiscrizioni sono già aperte dal sito bit.ly/corsoinquota) e per chi aderisce alle associazioni di categoria che sono partner dell’iniziativa.
La normativa in tema di sicurezza è molto stringente e il datore di lavoro deve dimostrare di aver svolto tutti i passaggi utili per formare ed addestrare il proprio personale. In questo senso, formare in aula un operatore che dovrà lavorare in quota (eventualmente con funi, e pertanto in situazione di forte rischio) può essere utile ma senz’altro non sufficiente.
Dall’esperienza acquisita negli anni nei lavori in quota – grazie all’installazione e alla manutenzione di impianti fotovoltaici ed eolici – è nata allora a Kirecò una struttura per arrampicata specificatamente adattata allo scopo. Le due torri di arrampicata – realizzate con le attrezzature e le soluzioni standard per l’installazione di ponteggi – permettono infatti di costruire e smontare tali impianti in condizioni reali. Le possibilità di utilizzare pareti di arrampicata, impalcati, telai e tubolari fino a 10 metri di altezza rappresenta dunque un parco di formazione dalle grandi opportunità: le strutture permettono inoltre di simulare fughe in caso di pericolo, interventi di salvataggio o di simulare le condizioni standard di operatività di alcune specifiche operazioni molto rischiose.
Le opportunità di formarsi, addestrarsi o allenarsi all’uso di funi e dispositivi di sicurezza di terza categoria è importante non solo per chi deve formarsi, ma anche per chi è già formato e deve mantenersi allenato alle situazioni di emergenza; lo è ugualmente per chi opera in emergenza saltuariamente o in maniera stagionale (tree climbers, montatori di ponteggi o linee vita) e durante il resto dell’anno non ha la possibiliità per mantenersi in forma a costi accessibili e vicino a casa.

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Certificazioni ambientali, on line i dati Ervet 2015

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia Romagna

L’Emilia-Romagna si conferma ai primi posti in Italia. In testa il settore metalmeccanico, la ceramica fa da traino all’Ecolabel. L’assessore Gazzolo: “Le nostre imprese mostrano una sensibilità crescente verso modelli produttivi sostenibili”

Crescono in Emilia-Romagna le certificazioni ambientali di prodotto. La regione (con un aumento del 14,8% rispetto all’anno precedente) è al secondo posto in Italia per numero di imprese che si dotano del marchio europeo Ecolabel. A fare da traino il distretto della ceramica – con 13 licenze che rappresentano il 94% del totale italiano – che utilizza il marchio come leva per competere nei mercati stranieri. In aumento del 17% anche la Dichiarazione ambientale di prodotto (EPD), in particolare nel settore agroalimentare dove l’Emilia-Romagna si conferma al primo posto nazionale per diffusione.
I dati si riferiscono al periodo luglio 2014-luglio 2015 ed emergono dal Rapporto Ervet (Agenzia Emilia-Romagna valorizzazione economica territorio) su “La diffusione degli strumenti volontari per la gestione della sostenibilità in Emilia-Romagna”, da oggi on line sul sito E-R Ambiente.
Rispetto ai settori produttivi, i primi per diffusione dei principali standard per la qualità, l’ambiente e la sicurezza sono il comparto metalmeccanico con 3.747 certificazioni; le costruzioni (2.742), il commercio all’ingrosso (2.131) e gli altri servizi (2.113). Le tendenze evolutive al 2015 evidenziano una crescita maggiore per i settori istruzione (+14%); altri servizi sociali (+12%) e industrie alimentari (+7%).
Nel 2015 sono lievemente calate, invece, le certificazioni di processo. Quelle EMAS diminuiscono di poche unità, ma il numero di registrazioni (165) colloca la regione al secondo posto in Italia dopo la Lombardia (190). Decrescita più sensibile (-13%) per lo standard ISO 14001, anche se con 1.701 siti certificati la regione si posizione comunque al terzo posto su scala nazionale. Terzo posto anche per la certificazione OHSAS 18001, relativa alla tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. La certificazione etica SA 8000 registra un calo del 13% e quella ISO 9001 un -6%. Restano stabili le certificazioni forestali FSC (163 certificati rispetto ai 154 del 2014, che valgono il terzo posto nazionale) e PEFC (52 contro i 54 del 2014, sesto posto), molto diffuse nel settore della carta.
“La tutela e la sostenibilità ambientale sono obiettivi a cui tutti, a partire dagli enti pubblici e dalle imprese, devono tendere – afferma l’assessore regionale alle Politiche ambientali Paola Gazzolo -. I dati sulle certificazioni confermano che c’è una sempre maggiore consapevolezza e sensibilità rispetto a questi temi: la strada da continuare a percorre è quella dell’innovazione unita al rispetto dell’ambiente. Da parte nostra – conclude Gazzolo – prosegue l’impegno che da tempo abbiamo assunto a incentivare sistemi di produzione e modelli di consumo sostenibili”.
I dati a livello provinciale:
Scendendo nel dettaglio provinciale, la certificazione ambientale EMAS è più diffusa nelle province di Bologna (48) e Parma (43); i settori trainanti sono quello delle produzioni alimentari (55) e dei servizi (46), in particolare relativi alla gestione e smaltimento dei rifiuti. Bologna resta al primo posto per lo standard ISO 14001, con 402 certificati, concentrati nei settori metalmeccanico e delle costruzioni. Questi settori rappresentano in regione rispettivamente il 24% e il 18% del totale dei siti produttivi certificati ISO 14001. Seguono nella classifica provinciale Modena (218) e Parma (217).
La diffusione di Ecolabel a livello provinciale vede sempre Modena al primo posto (9 licenze) seguita dalla provincia di Reggio Emilia (5 licenze). A pari merito Rimini, Ravenna e Bologna (4 licenze). Per la Dichiarazione EPD la provincia con il maggior numero di prodotti certificati resta Parma (59, equivalenti al 72% del totale regionale). Per FSC nelle prime tre posizioni si confermano Bologna con 41 aziende, Modena (34) e Reggio Emilia (26). Nella distribuzione del marchio PEFC la provincia di Bologna mantiene il primato con 15 aziende che espongono il logo; seguono Reggio-Emilia (13) e Modena (9). I certificati SA8000 diminuiscono in maniera uniforme in tutto il territorio, lasciando invariata la classifica: ai primi tre posti si riconfermano Bologna (23), Parma (19) e Forlì-Cesena (10). Per OHSAS 18001 anche quest’anno in testa Bologna (290 certificazioni), seguita da Parma (160) e Ravenna (147).

Dal 13 novembre ad Arezzo mostra pittorica “Percezioni (sur)realiste” di Maurizio Rapiti

da: organizzatori

Dal 13 novembre al 5 dicembre 2015 WE!52100 Coworking di via Roma 26, ad Arezzo, presenta Percezioni (sur)realiste, mostra di pittura di Maurizio Rapiti a cura di Marco Botti.

Il vernissage, a ingresso libero e gratuito, si terrà venerdì 13 novembre, a partire dalle ore 19. Per l’occasione WE!52100 proporrà a tutti i presenti un aperitivo inaugurale.
La mostra:
Visioni oniriche e idealizzate, a tratti bucoliche, sono le protagoniste della mostra di Maurizio Rapiti a WE!52100 Coworking.
La figura femminile, soggetto ricorrente nella produzione del giovane pittore, rappresenta l’elemento attraverso il quale, mediante una ricerca che coinvolge anche l’introspezione, l’artista gioca con il rapporto dicotomico tra reale e surreale, soggetto e autore, raffigurante e raffigurato.
In un connubio tra Venere e Demiurgo la donna domina la scena dei dipinti, ma la sua scelta non prescinde da ragioni estetiche. I soggetti vogliono infatti richiamare quel tipo di bellezza che spesso si ritrova nelle atmosfere delicate e incantate dei quadri preraffaelliti, una bellezza sublimata volta a emanciparsi dai canoni estetici imperanti in questi anni.
Rapiti ha ormai conseguito una cifra stilistica figurativa inconfondibile, sospesa tra il realismo delle sue pennellate e un surrealismo di stampo magrittiano, ricco di simboli e citazioni.
Una mostra suggestiva – quella dell’artista valtiberino – che sorprende per qualità ed eclettismo e che aggiunge un nuovo tassello a un percorso artistico in costante evoluzione.
L’artista:
Maurizio Rapiti, classe 1985, è nato a Sansepolcro (AR) e vive e lavora nella vicina Cerbara di Città di Castello (PG). Dopo aver conseguito il diploma di scuola superiore, si dedica alla pittura affiancando il padre, artista specializzato in falsi d’autore. Parallelamente a questa attività porta avanti una ricerca più complessa, che staccandosi dall’arte classica lo avvicina a esiti distintivi apprezzati da pubblico e critica.
Dal 2009 espone con personali e collettive e partecipa con successo a concorsi nazionali.
www.mauriziorapiti.it
Lo spazio espositivo:
Sotto i portici di via Roma è la sede di WE!52100, il primo coworking della città di Arezzo.
WE!52100 è un team di professionisti in continua crescita che si occupa di comunicazione, web, graphic design, marketing, event management e ancora editing, informatica, video making, logistica e di molti altri servizi evoluti per l’impresa.
All’interno di un palazzo storico del centro, in un contesto di assoluto pregio configurato con arredi di design e spazi adatti per formazione e business meeting, il team di WE!52100 collabora in modo coordinato a progetti integrati e interdisciplinari.
www.wecoworking.it

L’OPINIONE
Sala d’aspetto. Alla politica non bastano i manager, servono i visionari

E adesso, sulla scia di una tendenza diffusa, per il Comune di Milano si parla con insistenza di una candidatura a sindaco di Giuseppe Sala, commissario unico di Expo e in precedenza amministratore delegato di Pirelli e direttore generale di Telecom. Ma non è così che la politica risolverà i suoi problemi – delegando ai manager – perché la politica non è solamente tecnica, ma prima di tutto visione, cioè capacità di delineare scenari, definire prospettive, orientare il cammino del ‘qui ed ora’ verso una meta attesa e desiderabile.
I tecnici ai vertici delle istituzioni politiche, peraltro, non sono una novità, negli ultimi 20 anni li abbiamo visti più volte, negli enti locali come al governo centrale: Monti, Ciampi, Dini… Le loro competenze sono utili se poste al servizio della buona politica, ma insufficienti se spese al vertice, dove sono richieste anche doti che i manager non sempre hanno. Perché dal vertice devono partire indicazioni di percorso, elaborate sulla base di un progetto, da tradurre e attuare in termini operativi. E per questo il vertice deve essere capace di illuminazioni che vanno oltre l’ingegneristica e sfiorano l’utopia: il politico deve avere la lucida e chiara proiezione sul domani e l’autorevolezza per creare consenso intorno ad essa, saper prefigurare le tappe e i passi da compiere oggi in vista dell’obiettivo da realizzare. I tecnici sono funzionali a questo disegno, ma non possono svolgere quella funzione se non sono dotati di ‘capacità visionaria’.

Questa insistenza sui tecnici e sui manager da una parte appare come una resa, un’insincera abdicazione della politica al suo ruolo: suona un po’ come demagogica concessione alla ‘piazza’, giustamente nauseata dalla condotta da avanspettacolo (o peggio) di molti politicanti incapaci o corrotti.
Ma dall’altra invece si prospetta come raffinato e occulto sistema di controllo di secondo livello, con presentabili manichini in vetrina e la regia ben salda nella mani di chi sta nel retrobottega. Se io premier (tanto per dire) designo ai vertici degli enti locali uomini capaci di fare ma non di progettare, potrò sempre (direttamente o tramite i miei accoliti) esercitare un condizionamento in termini di influenza sulle loro scelte strategiche senza incontrare troppa resistenza.
E’ un pensar male? Può darsi. Ma nell’un caso e nell’altro la cosa è sbagliata. Nel primo caso perché la politica deroga al proprio compito e demanda ai macchinisti la conduzione del treno verso un binario morto. Nel secondo perché i poteri forti sostituiscono la propria capacità di condizionamento al legittimo controllo democratico e restano occulti e intangibili.
Non è poi affatto detto che i due scenari siano alternativi, potrebbero anche agire simultaneamente, rispondendo a due diffuse e strumentali convinzioni, entrambe solide in questa delicata contingenza ed entrambe pericolose: la crisi di rigetto per la politica ‘tout court’ (causata dal disgusto creato dai politicanti) e la nostalgia per il dirigismo dell’uomo forte.

Resta comunque il fatto che tecnici e manager possono svolgere funzioni solo temporali di surroga in contingenze particolari, ma non devono sostituirsi stabilmente a chi ha la capacità di orientare il fare in funzione dell’essere, cioè di un preciso di disegno di progresso sociale, perché precisamente questo è il senso dell’agire politico e del governo della comunità.

Oltretutto, di politica e di politici veri si avverte particolarmente il bisogno proprio in frangenti come quello attuale. Siamo nel pieno gorgo di una crisi strutturale, che si risolve solo se si delinea un nuovo scenario, un nuovo paradigma. E per definire una via d’uscita occorre uno sforzo enorme, servirebbe la capacità dei padri costituenti che fra le macerie della guerra e della distruzione dello Stato italiano seppero definire il cammino della democrazia, indicarne il perimetro e le tappe per realizzarlo. Servirebbero uomini come alcuni di quelli che ne hanno accompagnato il percorso: un Berlinguer, un Dossetti, un Moro, un La Malfa, un Altero Spinelli, un La Pira, un Ingrao, un Langer… Servirebbero leader capaci di scrutare l’orizzonte, individuare la strada, mostrarci di nuovo le stelle.

Sabato scorso il Sindaco di Ferrara Tagliani intervenuto a sorpresa alla Festa dell’Aleotti

da: organizzatori

L’eco della Festa dell’Aleotti arriva a Palazzo Municipale

Il giorno 7 novembre, a sorpresa o quasi, nell’atrio dell’Istituto “Aleotti” in via Camilla Ravera, 11, appare il sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani, con ben quindici minuti di anticipo rispetto all’orario di inizio dei lavori. Ad accoglierlo Fabio Muzi, preside dell’ I.I.S. “G.B. Aleotti” e la prof.ssa Paola Di Stasio, organizzatrice dell’evento e venti studenti della classe 5^B, tutti con pantaloni neri e camicia bianca in quanto addetti al servizio in sala, all’accoglienza ospiti e al successivo buffet.
L’Aula Magna e la sala destinata al buffet sono ingentilite da allestimento floreale, piante e percorsi tematici in esposizione riguardanti le molteplici iniziative che l'”Aleotti” mette in campo.
“Siamo prima cittadini del mondo – dice Muzi nel suo discorso di apertura – poi europei, poi italiani e infine ferraresi”. Si susseguono le premiazioni dei numerosi progetti (Giornata di Primavera FAI, Stage estivi, Adotta un’aiuola, Mutuo insegnamento, Progetto Acer, Padova 2.0 e Parigi 2.0, Riqualificazione del giardino dell’Alda Costa, Io non tremo e diversi altri) con discorsi di encomio per l’Istituto pronunciati da tutte le autorità presenti (cfr. pieghevole). “La Giornata di Primavera FAI 2015, a Palazzo Fabiani Genta, in via Madama 35, ha avuto paladini preparati e competenti, guidati egregiamente dalle loro docenti. Sono stati all’altezza delle aspettative di mille e quattrocento visitatori le cui lodi ho accolto io personalmente” assicura il Capodelegazione Fai Ferrara Piero Sinz. “Siete bravi” – dice a chiare lettere Mirco Dondi, vicepresidente di Coop Estense “utilizzate con competenza la dotazione 2.0 offerta da Azione Coop e la rendete strumentale ad attività altamente formative”. “Adotta un’aiuola passerà presto alla fase operativa” – assicura l’assessore Roberta Fusari che ha sostenuto e apprezzato il progetto prima ancora che prendesse corpo. Chiude i lavori il sindaco Tagliani con grande apprezzamento dei tanti presenti, il silenzio si fa profondo e le tante iniziative dell’Istituto si arricchiscono di senso :”Il merito ve premiato, è giusto che sia così, ma guai lasciare gli altri indietro, non accorgersi degli ultimi ai quali bisogna tendere una mano proprio con iniziative come il vostro progetto di Mutuo insegnamento”. Grande applauso e tuffo nel ricco rinfresco offerto da le tante realtà che compongono l’Istituto “Aleotti”.

Mercoledì 11 novembre Libreria Ibs+Libraccio di Ferrara ospita Luca Martignani e Davide Ruggeri per presentare il libro “Il problema della sociologia” di Georg Simmel

da: responsabile eventi Ibs Ferrara

Presso la storica sala dell’Oratorio San Crispino, Libreria Ibs+Libraccio di Ferrara presenta un saggio del famoso filosofo e sociologo tedesco Georg Simmel edito da Mimesis, ospiti Luca Martignani e Davide Ruggeri. L’incontro è previsto alle ore 18:00 di mercoledì 11 novembre

La sociologia osserva separatamente il semplice elemento sociale dalla totalità della storia umana, cioè dell’accadere nella società, o – detto brevemente e paradossalmente – essa studia ciò che nella società è “società”. Simmel è uno dei padri fondatori della sociologia. In questi scritti fondamentali l’autore affronta la definizione stessa dell’oggetto di questa scienza, la società. Società è per Simmel ogni tipo di realtà in cui gli individui entrano in relazione reciproca. Il punto è creare uno spazio, un terreno di studio in cui questo oggetto emerge al di là della storia con la S maiuscola, della filosofia e di tutte le altre discipline umanistiche. Con semplicità ed efficacia, questo grande nome della sociologia apre al lettore la sua cassetta degli attrezzi. Strumenti a lungo meditati, eppure in grado di cogliere i grandi eventi, ma anche le piccole sfumature dei complessi rapporti tra uomini nello spazio pubblico. Dalla politica alla moda, Simmel è infatti il sociologo che ha saputo cogliere la dimensione relazionale del sapere umano.
Luca Martignani è Ricercatore confermato di Sociologia generale presso l’Università di Bologna, membro della redazione della rivista «Sociologia e Politiche Sociali» e del CESIS (Centro studi sull’innovazione sociale). Si occupa di teoria sociologica, di epistemologia e ontologia sociale, delle trasformazioni strutturali e culturali del welfare state, della relazione tra fiction (cinema e letteratura contemporanea) e realtà sociale. È stato Visiting Researcher all’IDHEAP (Institut des Hautes Etudes en Administration Publique) presso l’Università di Losanna (Svizzera).
Davide Ruggeri è Dottore di ricerca in Sociologia presso l’Università di Bologna (2015) e dottore di ricerca in Discipline storico-filosofiche presso l’Università del Salento (2008). Ha condotto ricerche presso l’Università di Frankfurt am Main e Bielefeld. Si occupa di Georg Simmel, di sociologia relazionale e della storia del pensiero socio-filosofico contemporaneo. Attualmente insegna nelle scuole superiori della provincia di Ferrara.

Da domani 10 novembre Mustafa Sabbagh emoziona al Museo di Storia Naturale di Ferrara

da: Mlb home gallery

Inaugura domani martedì 10 alle 18 al Museo Civico di Storia Naturale di Ferrara (Via Filippo De Pisis 24) la mostra di Mustafa Sabbagh “Ens rationis. Meta-fisica”,a cura di Maria Livia Brunelli e Stefano Mazzotti. L’artista e fotografo di fama internazionale Mustafa Sabbagh, italo-palestinese ma ferrarese d’adozione, ha effettuato un sopralluogo nei depositi del museo e ne ha riportato in vita i volatili in uno stato di sospensione artefatta, la tassidermia, quella mezza morte di cui parla Alberto Savinio, fratello di Giorgio De Chirico, nel suo libro “Chants de la mi-mort”.
La mostra è stata ideata in occasione della grande esposizione al Palazzo dei Diamanti “De Chirico a Ferrara. Metafisica e Avanguardie”, in collaborazione con le Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea ed i Musei di Arte Antica del Comune di Ferrara, nell’ottica di fare sistema attorno alla cultura. Il biglietto d’ingresso all’esposizione “De Chirico a Ferrara” consente infatti l’accesso a questa mostra e a “Il manichino e i suoi paesaggi. Una storia (quasi) metafisica”, alla Palazzina di Marfisa d’Este. La mostra resterà aperta fino al 10 gennaio 2016 (orari: 9/18 da martedì a domenica).

Mercoledì 11 novembre al Cinema Boldini “Violette” di Martin Provost

da: Alice Bolognesi

Al Cinema Boldini prende il via la rassegna a tema LGBTQ Il Filo di Arianna, organizzata in collaborazione con Circomassimo Arcigay e Arcilesbica Ferrara.

Mercoledì 11 novembre alle ore 21.00 sarà proiettato Violette di Martin Provost. Un film che racconta la storia di Violette Leduc e il suo incontro con Simone de Beauvoir.
Nata al di fuori del matrimonio nel secolo scorso, povera e non amata, Violette Leduc incontra Simone de Beauvoir nel dopo Guerra a Saint-Germain- des-Prés. Tra le due donne si sviluppa un intenso rapporto destinato a durare per tutta la vita, basato sulla ricerca da parte di Violette della libertà attraverso la scrittura e sulla convizione di Simone di possedere tra le sue mani il destino di una scrittrice straordinaria.
Il film ha vinto lo Special Mention Award all’ Haifa International Film Festival 2013 (condiviso con Emmanuelle Devos per “Le temps de l’aventure”) ed è stato nominato al Magritte Award 2015 come miglior film straniero in co-produzione.
La rassegna proseguirà mercoledì 18 novembre con Arianna di Carlo Lavagna e mercoledì 25 novembre con Eisenstein In Messico di Peter Greenaway.
L’ingresso per tutte le proiezioni è di 5 euro.
Per informazioni:
Sala Boldini, via Previati 18 – Ferrara.
www.cinemaboldini.it – www.arciferrara.org
Tel. Cinema (sera) – 0532.247050
Arci Ferrara – 0532.241419

A novembre e dicembre il camper di Hera a Poggio Renatico

da: ufficio stampa Hera

In novembre e dicembre il Servizio Clienti di Hera torna sotto casa il venerdì a Poggio Renatico

Il camper di Hera sarà presente nei mesi di novembre e primi di dicembre nel comune di Poggio Renatico, dove farà tappa nelle aree di mercato dalle ore 8 alle ore 13, mercoledì 11, 18 e 25 novembre, 2 e 9 dicembre.
Un’ulteriore opportunità di dialogo e vicinanza offerta da Hera ai suoi clienti che rende più facile sbrigare le pratiche relative ai servizi offerti.
Sarà infatti possibile effettuare tutte le operazioni contrattuali e commerciali tipiche di un normale sportello, stipulare contratti, modificare quelli già esistenti, richiedere informazioni sulle bollette e ricevere informazioni sui servizi gestiti nel territorio, ottenere consulenza ed assistenza, conoscere e sottoscrivere le offerte a mercato libero per la fornitura di energia elettrica e gas.

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Giustizia alternativa: in Camera di Commercio si fa pace in un mese e mezzo

da: ufficio stampa Camera di Commercio di Ferrara

2.234 i procedimenti depositati dall’avvio dell’obbligatorietà (marzo 2011). Govoni: “Litigare ha comportato per le imprese, quest’anno, affari bloccati e spese per oltre 2,100 euro”

Sono 2.234 i procedimenti di mediazione depositati presso l’organismo di Conciliazione della Camera di commercio di Ferrara dall’avvio della obbligatorietà del tentativo di conciliazione (marzo 2011); 43 giorni la durata media per la risoluzione di questi contenziosi; 126mila euro il valore dei procedimenti. Sono i numeri della mediazione civile e commerciale svolta dall’ente di Largo Castello che, nei primi 9 mesi del 2015, hanno visto crescere di un altro 31% il totale dei procedimenti con incontro tra le parti per oltre 149 mediazioni.
“Abbiamo sperimentato con soddisfazione – evidenzia il presidente della Camera di commercio, Paolo Govoni – che quando le parti riescono davvero ad incontrarsi il risultato della mediazione è positivo. Per raggiungere risultati ancora migliori, sarebbe utile che il Governo prosegua ad incentivare questo strumento prezioso per cittadini e imprese, in grado di far risparmiare tempo e denaro, nonché di favorire l’attrazione di investimenti”.
Le imprese ferraresi – fa sapere la Camera di Commercio – si trovano coinvolte in controversie commerciali mediamente 1 volta all’anno. E a far litigare di più gli imprenditori sono i contratti bancari, cui si deve il 24% delle mediazioni gestite dalla Camera di commercio. Altra componente importante, però, le successioni ereditarie e la locazione. I più “concilianti” di tutti sembrano essere gli over ’60 con poco più di una lite all’anno. Più attaccabrighe i giovani con quasi tre liti all’anno ma anche le donne con quasi due liti all’anno. Di conseguenza più stressati i giovani (81%), che devono stare attenti alla salute: il 31% ne risente sulla propria pelle e il 34% porta la tensione anche in famiglia.
Per maggiori informazioni: Organismo di conciliazione (Tel. 0532/783.923-940-942, conciliazione@fe.camcom.it)

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