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Giorno: 6 Febbraio 2015

Emergenza maltempo: servono opere idrauliche straordinarie

da: ufficio stampa Cia Ferrara

Cia Ferrara sta monitorando la situazione in tutto il territorio dopo le ingenti piogge cadute nelle scorse ore che hanno allagato vaste aree rurali

Vento forte e piogge intense che, in poche ore, hanno allagato le campagne del territorio, con campi, frutteti e intere aziende agricole finite letteralmente sott’acqua, in particolare nel Basso Ferrarese. Cia Ferrara sta monitorando costantemente la situazione delle aziende agricole che si trovano ad affrontare l’ennesima emergenza idraulica, del tutto simile a quelle che hanno colpito, negli ultimi anni, il territorio di Ferrara. «Non è davvero possibile – afferma Stefano Calderoni, presidente provinciale Cia – che un’ondata di pioggia, anche se particolarmente intensa, provochi immediatamente uno stato di emergenza. I cambiamenti climatici e i problemi ad essi correlati sono ormai sotto gli occhi di tutti e non possono più essere ignorati. A rischio sono le aziende agricole che subiscono dai danni ai terreni ed alle abitazioni rurali, ma anche la sicurezza stessa delle persone e del territorio. Ecco perché non può essere ulteriormente demandata la messa in sicurezza delle campagne e delle zone maggiormente a rischio di dissesto idrogeologico». Secondo l’associazione ferrarese non sono dunque sufficienti i soldi stanziati per gli interventi degli ultimi anni volti a risolvere la situazione e nemmeno i fondi messi a disposizione dalla Regione Emilia-Romagna per continuare con la realizzazione delle opere di sicurezza idraulica. «Il Consorzio di Bonifica della Pianura di Ferrara – continua Calderoni – ha quantificato in 40 milioni di euro l’ammontare degli investimenti necessari per mettere in sicurezza il territorio ferrarese ed evitare le situazioni di emergenza provocate da bombe d’acqua o precipitazioni intense. La situazione, sempre secondo i dati forniti dal Consorzio di Bonifica, è preoccupante per l’intera Regione dove il valore del dissesto idrogeologico supera la soglia di un miliardo di euro ed è evidente che per risolvere la situazione, occorre pianificare investimenti ingenti e tempestivi». L’associazione continuerà a monitorare, in questi giorni, la situazione delle aziende agricole ed a sollecitare le istituzioni a tutti i livelli, in accordo con l’associazione nazionale, per sollecitare attenzione ed interventi verso una condizione che non può essere più considerata straordinaria.

Maltempo – Il punto con il presidente Bonaccini domani 7 febbraio ore 8 a Ravenna, in Comune

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Maltempo – Domattina il presidente della Regione Stefano Bonaccini incontra sindaci, presidenti delle Province e delle Unioni di Comuni colpiti da maltempo e allagamenti per fare il punto sulla gestione dell’emergenza. Appuntamento nella sede del Comune di Ravenna alle ore 8.

Un incontro per fare il punto sull’emergenza maltempo. Lo ha convocato il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini per domani mattina alle ore 8 nella sede del Comune di Ravenna.
Sono stati invitati i presidenti delle Province e dei Comuni capoluogo della costa, particolarmente colpiti dal maltempo e dagli allagamenti (Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini), oltre ai presidenti delle Unioni dei Comuni.
Parteciperanno anche gli assessori regionali alla Protezione civile Paola Gazzolo e al Turismo Andrea Corsini e il direttore dell’Agenzia regionale di Protezione civile Maurizio Mainetti. La stampa è invitata.

Sabato 7 febbraio 2015 dalle ore 16 Swap party al grattacielo

da: organizzatori

Un gruppo di volontarie, riunite sotto il nome di “Le Swappite”, assieme al Centro di Mediazione (Progetto Ferrara Città Solidale e Sicura) e grazie alla collaborazione del Centro Servizi per il Volontariato, organizza uno “SWAP PARTY”, che si svolgerà il 7 febbraio dalle 16 alle 18 presso la Sala Polivalente del Grattacielo (Viale Cavour 189).

Lo swap party è una festa dello scambio di abiti e accessori. Le regole sono semplici: ognuno può portare fino a cinque oggetti lavati e in buono stato tra vestiti, borse o scarpe che non vuole più, e ne sceglie altri per rinnovare il guardaroba a costo zero.
Ad ogni oggetto gli organizzatori assegneranno, in base al suo valore, un numero da uno a quattro e rilasceranno un buono che servirà per prendere altre cose di valore equivalente tra quelle che verranno esposte durante lo swap party.
La partecipazione è libera e non è ammesso l’uso di denaro.

Durante lo swap sarà offerta una merenda e si esibirà il gruppo degli Afric Racine, che propone uno spettacolo non solo di musica, ma intriso anche di scenografia e di cultura, a ritmo di tamburi e diversi strumenti a percussione che accompagnano canzoni e balli delle etnie dell’Africa Occidentale.

Tale progettualità si inserisce nelle finalità proprie del Progetto Ferrara Città Solidale e Sicura, cioè quelle di animazione territoriale, educazione alla convivenza e promozione del dialogo tra persone e comunità.

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Comunicato stampa – raccolta beni di prima necessità

da: ufficio stampa Partito Democratico Ferrara

Il Circolo PD Lambertini di Via Bologna, in collaborazione con il Circolo PD di Porotto, raccoglie beni per le famiglie bisognose ferraresi

Nei giorni di sabato e domenica, per tutto il mese di febbraio, è possibile consegnare beni di prima necessità (cibi a lunga conservazione, prodotti per l’infanzia, prodotti per l’igiene personale, indumenti invernali in buono stato) presso la sede del circolo Pd di Via Bologna 218 Ferrara, dalle ore 10.00 alle ore 12.00.

Il PD ha accolto l’appello lanciato dalle associazioni di accoglienza e volontariato come Caritas, Viale K e San Vincenzo, che si occupano delle situazioni di disagio a Ferrara ma che purtroppo hanno esaurito le scorte di questi beni già da alcuni mesi, e dell’assessore alla sanità Chiara Sapigni che ha reso nota la necessità di aiutare le famiglie bisognose ferraresi chiedendo l’intervento e l’impegno di quanti vorranno collaborare.

Hera: interventi nel ferrarese causa maltempo

da: ufficio stampa Hera

Tecnici impegnati senza sosta soprattutto nella risoluzione delle criticità idriche.

L’eccezionale maltempo che sta interessando la nostra provincia sta causando difficoltà anche nello svolgimento di alcuni servizi gestiti direttamente da Hera.

Per quanto riguarda il servizio idrico le interruzioni di energia elettrica in alcune zone hanno provocato anche il blocco delle pompe di sollevamento dell’acqua che alimentano serbatoi di acquedotti. E’ accaduto a Cento dove i tecnici Hera hanno ripristinato il servizio di distribuzione di acqua potabile attivando un gruppo motopompa. Anche a Stellata di Bondeno si sono verificate interruzioni di energia elettrica alla centrale di potabilizzazione, In questo caso il comprensorio di Bondeno e stato servito alimentando la rete idrica con acqua proveniente dalla condotta Ferrara-Bondeno-Cento. Grazie a questi interventi è stato garantito l’approvvigionamento di acqua durante la mattinata e il primo pomeriggio fino al momento in cui è stata nuovamente erogata l’energia elettrica e il servizio è potuto tornare alla normalità.

Per quanto riguarda l’igiene ambientale, durante la mattinata sono state attivate squadre di spazzamento per ripulire le strade alberate dai rami gettati sulla strada dal forte vento. Le squadre proseguiranno lo spazzamento durante tutta la prossima notte e il giorno seguente. La raccolta dei rifiuti al momento è abbastanza regolare. Le stazioni ecologiche di Ferrara attualmente sono tutte aperte.

Dalle 6 alle 14 di oggi sono state 3.300 le chiamate giunte ai tecnici del Pronto Intervento e del Telecontrollo su impianti, provieniti dal il territorio gestito da Hera. Di queste chiamate il 72% ha riguardato i servizi idrici.
Si informano dunque i cittadini che potrebbero rendersi necessari più tentativi di chiamata prima di potere prendere la linea.

Si ricorda che i numeri per chiamare il pronto intervento Hera sono: 800.713.666 per il gas; 800.713.900 per acqua, fognature e depurazione; 800.713.699 per teleriscaldamento e 800.498.616 illuminazione pubblica e semafori (nei comuni di Ferrara e Copparo in cui il servizio è gestito da Hera Luce). Tutti i numeri Hera per i servizi di pronto intervento sono gratuiti e attivi 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno.

Coldiretti – Maltempo: preoccupa lo stato dei canali Ferraresi

da: ufficio stampa Coldiretti

Se nel resto della regione è stata la neve a provocare i maggiori disagi, nel ferrarese, così come sulla costa romagnola, è la pioggia con forte vento che da un paio di giorni sferza il territorio a preoccupare. Monitoraggio continuo dei canali e timori per alberature e strutture rurali.

E’ la pioggia in queste ore a preoccupare anche gli agricoltori ferraresi. In due giorni le precipitazioni hanno sono state in alcuni punti della provincia di oltre 60 mm ed il fortevento non consente la piena efficienza del sistema di scolo della Bonifica, rallentato dal mare che “non tira” e che anzi sta provocando sensibili danni all’arenile ed alle strutture balneari dei Lidi Comacchiesi, con inevitabile incremento del livello dell’acqua nei canali.
La prima sommaria mappatura di Coldiretti indica nel territorio del comune di Ferrara uno dei punti più a rischio, con campi allagati causa la tracimazione dei canali di scolo; altri punti critici i territori di Poggio Renatico, Voghiera, Portomaggiore, Copparo, Berra, Formignana, oltre ai centri abitati di Comacchio, in particolare Portogaribaldi dove il portocanale ha superato gli argini. Tracimazioni neicampi già coltivati ad orticole, si segnalano a Mesola e zone limitrofe. Livello alto nei canali del codigorese e di Lagosanto, così come per il Po di Volano.
“Oltre al ristagnare dell’acqua piovana nei campi, fenomeno normale nei mesi invernali, preoccupa l’eventuale perdurare di queste circostanze, ovvero piogge intense e vento forte – commenta il presidente di Coldiretti Ferrara, Sergio Gulinelli – che sta mettendo sotto pressione il sistema della nostra bonifica con il rischio diesondazioni e quindi danni, sia alle imprese agricole che alla cittadinanza. Rileviamo tra l’altro che già diverse aziende hanno avuto danni diretti dal vento impetuoso di questi giorni, a tunnel, alberature, tetti di magazzini e case”.
Il monitoraggio delle diverse situazioni, che per quanto riguarda gli allagamenti in diverse zonedella provincia ricalcano quelle manifestatesi a maggio 2014, ovviamente continua e solo nelle prossime ore sarà possibile rilevare eventuali situazioni problematiche anche in altri comuni, come ad esempio interruzioni della distribuzione di acqua potabile ed energia elettrica come nel Mesolano ed in altri centri del basso ferrarese.

Sospensione attività didattiche e rinvio iniziative Giorno del Ricordo

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Visto il protrarsi delle condizioni atmosferiche avverse con precipitazioni piovose associate a stato del vento e alta marea, il Sindaco Marco Fabbri ha adottato un’ordinanza contingibile ed urgente con la quale ha disposto la chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado per la giornata di domani (SABATO 7 FEBBRAIO 2015) e del centro infanzia “L’Albero delle meraviglie.” Le iniziative di commemorazione del GIORNO DEL RICORDO, organizzate dall’Associazione Nazionale Bersaglieri, in collaborazione con l’Istituto comprensivo di Porto Garibaldi sono state rinviate a data da destinarsi. Lo spettacolo del comico MARCO DELLA NOCE, che avrebbe dovuto andare in scena a Palazzo Bellini questa sera (VENERDì 6 FEBBRAIO) è stato POSTICIPATO a venerdì 20 febbraio alle ore 21.
Il Sindaco Marco Fabbri, a nome dell’Amministrazione Comunale, ringrazia tutti coloro che sin dall’attivazione del C.O.C. (Centro Operativo Comunale -emergenza di tipo A) stanno continuando a prodigarsi per la salvaguardia del territorio con spirito di abnegazione e grande collaborazione. Un ringraziamento particolare è rivolto alle Forze dell’Ordine, alle squadre dei tecnici e degli operai comunali e ai tantissimi volontari della Protezione Civile “Trepponti” che stanno ancora una volta dando prova della loro straordinaria dedizione verso il territorio.
Direttamente dalla home page del sito comunale sono consultabili tutti gli atti adottati con carattere di URGENZA dal sindaco:
http://www.comune.comacchio.fe.it/index.php/Notizie/Sospensione-attivita-didattiche-nel-territorio-per-maltempo

Coldiretti – Maltempo: Romagna sott’acqua, stato di emergenza

da: ufficio stampa Coldiretti

Neve in Emilia e acqua in Romagna. Coldiretti regionale lancia l’allarme nelle campagne dove il maltempo sta colpendo duro. Alle nevicate che hanno bloccato gli allevatori che stamattina dovevano partecipare a Bologna alla mobilitazione “Un giorno da allevatore” si aggiunge l’acqua che sta tracimando dai fiumi della Romagna a causa di una marea che è due metri sopra il piano campagna, aggravata da un vento contrario che impedisce ai corsi d’acqua di sfociare in mare.
Coldiretti sta monitorando attentamente la situazione, che vede in questo momento forti criticità nel cesenate, con frane e smottamenti lungo la vallata del Savio, a Montiano, Longiano e colline di Cesena, dove alcune aziende agricole sono isolate a causa di una frana lungo la provinciale per Saiano. Allagamenti in pianura ddove hanno tracimato i corsi d’acqua Pisciatello e Rigossa, nelle zone di Gambettola e Sala di Cesenatico. Sottacqua sono finite colture specializzate, in particolare molti frutteti.
Situazione analoga nel ravennate con campi allagati nella bassa pianura a Lugo e Conselice. La neve che nella notte si è accumulata per 50 centimetri sulle colline faentine, si sta sciogliendo velocemente andando a riempire i fiumi provocando smottamenti e allagamenti. A Castel Bolognese, in zona adiacente alla via Emilia è crollata una serra di 2.000 metri quadrati. Più a nord, nell’imolese, molte abitazioni della vallata del Santerno sono senza luce e acqua. Difficoltà anche nel ferrarese dove i canali rischiano di tracimare perché il mare non riceve.
Coldiretti sta rilevando le situazioni di criticità per segnalare i danni alle autorità competenti ai fini della dichiarazione dello stato di emergenza.

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Tavolo provinciale in Castello Estense sulla situazione dei punti vendita Mercatone

da: ufficio stampa Provincia di Ferrara

Su richiesta della parte sindacale, si è svolto in Castello Estense un tavolo di confronto sulla situazione dei tre punti vendita dell’azienda Mercatone presenti sul territorio provinciale: Mesola (23 dipendenti), San Giuseppe di Comacchio (37) e Ferrara (39).
Presenti all’incontro Antonella Zambonati (Filcams Cgil), Giorgio Zattoni (Uiltucs Uil) e Luca Benfenati (Fisascat Cisl), oltre all’assessore del Comune di Ferrara alle Attività produttive, Caterina Ferri, e al consigliere provinciale con delega alle politiche del lavoro, Fabrizio Toselli.
Vi hanno partecipato anche i Comuni di Ferrara, Mesola e Comacchio.
L’invito è stato esteso all’azienda che però non si è presentata al tavolo provinciale.
L’appuntamento ha avuto lo scopo di fare il punto della situazione, dopo l’incontro nazionale avvenuto a Bologna giovedì 5 febbraio fra sindacati e proprietà.
Il problema è sorto a margine delle comunicazioni del 28 gennaio scorso in merito alla richiesta di concordato espressa unilateralmente dall’azienda, sulla scorta della quale si è ritenuto necessario capire la situazione e l’impatto sui punti vendita Mercatone presenti sul territorio, oltre al bisogno di fare luce sul quadro delle trattative in corso e sui possibili sviluppi.
Il 16 febbraio prossimo è stato annunciato un secondo incontro nazionale tra azienda e sindacati e in questa prospettiva le istituzioni – Comuni e Provincia – hanno reso esplicite due richieste.
La prima all’azienda, affinché si attivi velocemente per il pagamento degli ammortizzatori sociali ai lavoratori, compresi quelli dell’azienda Tre Stelle, acquisita da Mercatone, oggi in maggiore difficoltà.
La seconda richiesta è rivolta alla Regione Emilia-Romagna perché si faccia parte attiva per la tutela della presenza aziendale sul territorio regionale.
Dei tremila dipendenti di Mercatone in Italia, infatti, 976 lavorano in regione e la stessa sede nazionale dell’impresa è a Imola.

Stati e crimini contro l’umanità a Giurisprudenza

da: ufficio comunicazioni ed eventi Unife

Si svolgerà martedì 10 marzo, alle ore 15, presso l’Aula Magna del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Ferrara (C.so Ercole d’Este n. 37), un dibattito dal titolo “Stati e crimini contro l’umanità. Le azioni civili nei confronti degli Stati per atti iure imperii in violazione dei diritti fondamentali: gli effetti della sentenza costituzionale n. 238/2014”. L’incontro affronta il tema della possibile risarcibilità dei danni subiti dalle vittime delle deportazioni forzate e degli eccidi provocati dall’esercito tedesco o dalle SS naziste durante la Seconda Guerra Mondiale. La materia è diventata ancor più scottante dopo la recente sentenza della Corte costituzionale n. 238/2014, la quale ha affermato l’inapplicabilità, in Italia, della norma internazionale che stabilisce l’immunità assoluta degli Stati con riguardo alle controversie civili che hanno origine da gravi violazione del diritto internazionale e dei diritti fondamentali della persona (i c.d. “crimini di guerra e contro l’umanità”), perché in contrasto con i principi supremi della nostra Costituzione. Tanti gli interrogativi sul tappeto: posto che è ora possibile, per i cittadini italiani che hanno subito torti di tal tipo, convenire in giudizio lo Stato straniero responsabile, come sarà concretamente possibile liquidare i risarcimenti loro dovuti? Ci saranno, per questo, tangibili conseguenze sul piano dei rapporti diplomatici del nostro Paese con altri Stati europei (Germania in primis)? Cosa accadrà se l’Italia verrà perciò condannata dalla Corte Internazionale di Giustizia per violazione di una norma internazionale generalmente riconosciuta? Potrà l’Italia – per “ritorsione” – essere chiamata a rispondere dei danni provocati in violazione dei diritti umani al tempo del fascismo? Su questi (e altri) interrogativi sono chiamati a riflettere il Prof. Paolo Veronesi (Costituzionalista Unife), che è anche l’organizzatore dell’incontro, il Prof. Francesco Salerno (Internazionalista Unife) e gli Avvocati Domenico Carponi Schittar e Joachim Lau (rispettivamente del foro di Venezia e di Firenze), i quali hanno seguito numerosi processi relativi alla pretesa responsabilità dello Stato tedesco. L’Avv. Lau è, tra l’altro, il professionista impegnato proprio nella causa da cui è partita l’ordinanza che ha dato luogo alla sentenza n. 238, ed è particolarmente noto in quanto – da tedesco operante in Italia – ha sin qui seguito numerosi processi che chiamano in causa le responsabilità del passato nazista del suo Paese d’origine.

Locandina Seminario Crimini Nazisti

L’OPINIONE
Il recupero urbano a Ferrara. Pastore: “Priorità a chiese e mobilità”

di Michele Pastore*

I temi di dibattito sulla nostra città si possono dividere in due gruppi: problemi che attendono una soluzione urgente, perchè evidenti nella loro oggettività e gravità, ed altri che possono essere valutati e sviluppati partendo da “provocazioni” frutto di elaborazioni intellettuali del lavoro culturale. Parto da questi ultimi perchè di recente dibattuti.
Salvatore Settis sostiene che le città si distruggono quando perdono la memoria di sé. Io concordo, ma mi permetto di aggiungere che per memoria intendo “tutta la memoria”. Non solo quella riconducibile ad una particolare epoca storica. Le città, e così Ferrara, sono l’insieme della stratificazione della vita degli uomini che si manifesta con oggetti che diventano “segni urbani”: segni materiali e segni immateriali presenti nella immaginazione di ciascuno di noi. Dobbiamo sforzarci di pensare che tutti i segni urbani esigono un’estensione del concetto di conservazione, passando dalla semplice congelazione di un pezzo di città alla proposizione del passato urbano come necessario di “protezione allargata”. In questi termini si pongono le recenti raccomandazioni Unesco per le città; e noi facciamo parte del patrimonio Unesco. Forse dobbiamo tentare di “trasmettere” la nostra città ad un futuro nel quale la sua immagine è il derivato delle trasformazioni operate dalla vita dei suoi abitanti, anche con le loro possibili contraddizioni. Mi riferisco ad una iniziativa di Ferraraitalia che ha posto al dibattito quattro temi ritenuti di attualità per la città: la demolizione dei grattacieli, la riapertura del canale Panfilio, la sistemazione del giardino delle duchesse, l’ampliamento della Ztl su Corso Martiri. I primi due temi, al di là della simpatica provocazione, difficilmente possono essere affrontati in una fase economica caratterizzata da poche risorse: in una fase cioè di “vacche magre” nella quale è necessario individuare ed operare sulle priorità.
Mi soffermo quindi soprattutto sul tema dei grattacieli che dal punto di vista intellettuale è certamente il più vivace. A parere mio però questo non si configura come un’emergenza urbanistica per la città. Perchè voler distruggere un segno urbano consolidato, marginale al centro storico, che da materiale è diventato immateriale nella memoria e nella riconoscibilità per i viaggiatori che transitano o che arrivano a Ferrara? E’ viceversa certamente un’emergenza sociale che va affrontata come dovrebbero esserlo tutte le criticità delle periferie urbane. Le demoliamo tutte o piuttosto operiamo con soluzioni sociali ed interventi di “rammendo urbano” come propone di fare Renzo Piano? Io sono convinto della giustezza di questa proposta che è certamente meno eclatante ma anche più praticabile seppur sempre delicata.
La riapertura del canale Panfilio invece presenta oneri e problemi che la nostra comunità oggi non sarebbe in grado di affrontare e pertanto non mi ci soffermo.
L’ampliamento della Ztl, battaglia di cui mi sento partecipe, andrebbe visto in un quadro coerente con i piani della mobilità e della viabilità per evitare di aggravare le cose con un intervento che se isolato diventa eccessivamente radicale.
La riapertura del giardino delle duchesse è certamente un tema rilevante che mira a riaprire e a rendere fruibili i “segreti nascosti” di Ferrara. Ma Ferrara ha anche la memoria corta: anni fa fu bandito un concorso sulle “piazze” tra queste vi era anche il giardino delle duchesse. Che fine hanno fatto i progetti? Forse sono scomparsi perché è stata premiata l’accademia e non la realizzabilità.

Ora in poche righe vi accenno, auspicando di poterne riparlare, a casi che necessitano di soluzioni urgenti a seguito dei danni del terremoto di due anni fa, salvo perdere pezzi enormi di patrimonio culturale della nostra città. Si tratta in genere di chiese e tra queste, perchè ho avuto occasione di occuparmene di recente come Ferrariae Decus, vorrei porre il caso della Chiesa di San Domenico. Questa imponente chiesa, un austero edificio barocco degli inizi del ‘700 (costruita su un preesistente edificio del XIII secolo), ha visto peggiorare il suo disfacimento, iniziato fin dalla metà del 2000, con il terremoto del 2012. All’interno vi sono opere fondamentali per il patrimonio culturale della città in totale abbandono e degrado: il grande coro ligneo dell’abside a 38 stalli datato 1384, la Cappella Canani, attuale sacrestia (una delle absidi della chiesa trecentesca preesistente), che contiene il monumento funebre di Giovan Battista Canani ed è completamente rivestita da armadi e decorazioni lignee settecentesche. Cerchiamo di non perdere questo patrimonio.
Su questi temi si deve mobilitare la città perchè sono delle vere priorità oggettive.

* L’architetto Michele Pastore è presidente di Ferrariae Decus

Foto di © Bighi Oreste

Copparo – Trofeo degli otto Comuni

da: ufficio comunicazione Comune di Copparo

Presentazione in conferenza stampa del 41° Trofeo degli Otto Comuni, la tappa copparese partirà domenica 8 febbraio alle ore 9.20 dalla Residenza Municipale di via Roma. Erano presenti Enrico Bassi assessore Comune di Copparo, Sergio Guglielmini responsabile Sport e tempo libero del Comune, Enrico Balestra presidente Uisp Provinciale Ferrara, Valerio Ricchieri Invicta Copparo, Gianluigi Fregnani Lega Podismo provinciale di Ferrara.
L’assessore Bassi ha ricordato che per la prima volta l’edizione della Otto Comuni parte e arriva di fronte alla Residenza Municipale. Il sostegno dell’amministrazione comunale non è stato solo economico, ma anche in servizi e forniture, per offrire ai partecipanti un’accoglienza ottimale. Enrico Balestra ha sottolineato che Uisp promuove questo tipo di manifestazioni in quanto sport di base, cardine del sistema sociale di un territorio e di una comunità.
Un po’ di storia della manifestazione l’ha fatta il presidente della Lega Podistica Fregnani, ricordando che la gara nacque nel 1875, su iniziativa di Ivano Rossoni dell’Oras di Copparo. Mediamente la gara ospita ogni anno 400-500 atleti, e si avvale dell’operato di una trentina di volontari sparsi sul percorso. Dopo il cattivo tempo di questi giorni, si attende una giornata di sole pieno per domenica.

Coldiretti – Crisi: a spalare sotto la neve per denunciare la chiusura di una stalla su cinque

da: ufficio stampa Coldiretti

Latte: a bologna la manifestazione in piazza XX settembre si trasforma in maxiristoro spazzaneve e mensa scolastica

E’ stata sospesa la maximungitura “Allevatore per un giorni” organizzata a Bologna da Coldiretti Emilia Romagna per la difesa del latte e dei formaggi italiani. L’abbondante nevicata caduta su tutta la regione ha sconsigliato di spostare le mucche nonostante in piazza fosse stata allestita una stalla perfettamente organizzata e riscaldata. Difficoltà ad arrivare anche per gli allevatori, la maggioranza dei quali si trovano nelle aree montane coperte di neve.
Piazza XX Settembre, dove doveva svolgersi l’evento, è stata trasformata fin dalle prime luci dell’alba in un maxiristoro per gli spalatori della neve, molti dei quali sono trattori di Coldiretti, che si sono affiancati ai mezzi spazzaneve pubblici per liberare le strade e ripristinare la viabilità.
Al punto ristoro avrebbe dovuto essere presente anche il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, che ha fatto giungere un suo messaggio di solidarietà agli allevatori in quanto impossibilitato ad intervenire per seguire dalla sua centrale operativa l’evolvere del maltempo e le emergenze in regione.
Al punto ristoro sono invece intervenuti a portare il sostegno agli allevatori il presidente della Virtus Pallacanestro Bologna, Renato Villalta, e il campione del mondo di pasticceria, il bolognese Gino Fabbri, proprietario della pasticceria “la Caramella”.
Oltre a ristorare gli spalatori, Coldiretti ha offerto i prodotti di qualità, dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano, anche agli alunni delle scuole primarie e secondarie “De Amicis”, adiacenti alla manifestazione, alle quali a causa della nevicata non poteva essere garantita l’erogazione dei pasti.

La sospensione dell’evento non ha però bloccato Coldiretti dal denunciare i gravi problemi del settore lattiero caseario.
Dall’inizio della crisi, in Emilia Romagna – ricorda Coldiretti regionale – è stata chiusa una stalla su cinque con la perdita silenziosa di circa 4.000 posti di lavoro e il rischio concreto della scomparsa del latte e di prestigiosi formaggi con effetti drammatici anche sulla sicurezza alimentare e sul presidio ambientale. Gli allevatori emiliano romagnoli e italiani – denuncia Coldiretti – sono sotto attacco del furto di valore che vede sottopagato il latte alla stalla senza alcun beneficio per i consumatori ma anche degli inganni con il commercio di latte e formaggi provenienti da chissà quale parte del mondo ma spacciati come italiani. In Emilia Romagna le 3.700 stalle sopravvissute hanno prodotto nel 2014 18,7 milioni di quintali di latte mentre le importazioni hanno raggiunto circa 12 milioni di quintali. La situazione rischia di precipitare per il 2015 con il prezzo riconosciuto agli allevatori che – denuncia Coldiretti Emilia Romagna – non copre neanche i costi di produzione e spinge verso la chiusura migliaia di allevamenti che a breve dovranno confrontarsi anche con la fine del regime delle quote che terminerà il 31 marzo 2015, dopo oltre trenta anni.
Dall’inizio della crisi nel 2007 ad oggi le importazioni di prodotti lattiero caseari sono aumentate in valore del 23 per cento, secondo un’analisi di Coldiretti relativa ai dati del commercio estero nei primi dieci mesi del 2014. Oggi anche a causa delle importazioni di minor qualità l’Italia – sottolinea Coldiretti – importa il 40 per cento del latte e dei formaggi che consuma. Difendere il latte italiano – afferma Coldiretti – significa difendere un sistema che garantisce 180mila posti di lavoro (20 Mila in Emilia Romagna) ma anche una ricchezza economica di 28 miliardi di euro pari al 10 per cento dell’agroalimentare italiano. La chiusura di una stalla non significa però solo perdita di lavoro e di reddito ma anche un danno con il 53 per cento degli allevamenti che si trova in zone montane e svantaggiate e svolge un ruolo insostituibile di presidio del territorio dove la manutenzione è assicurata proprio dal lavoro silenzioso di pulizia e di compattamento dei suoli svolto dagli animali.

Il prezzo del latte fresco – ricorda Coldiretti Emilia Romagna – si moltiplica per quattro dalla stalla allo scaffale, con un ricarico del 328 per cento che è esploso nell’ultimo anno per il taglio del 20 per cento nel compenso riconosciuto agli allevatori mentre il prezzo al consumo tende addirittura ad aumentare. Sulla base delle elaborazioni Coldiretti su dati Ismea il latte viene pagato agli allevatori in media 0,35 centesimi al litro mentre con un calo di oltre il 20 per cento rispetto allo scorso anno mente al consumo il costo medio per il latte di alta qualità è di 1,5 euro al litro, di qualche centesimo superiore allo scorso anno.
In altre parole – spiega la Coldiretti – gli allevatori devono vendere tre litri di latte per bersi un caffe al bar , quattro litri per un pacchetto di caramelle o per una bottiglietta di acqua al bar, mentre occorrono quasi 15 litri per un pacchetto di sigarette. Ma soprattutto il prezzo riconosciuto agli allevatori – sottolinea Coldiretti Emilia Romagna – non copre neanche i costi per l’alimentazione degli animali e sta portando alla chiusura di una media di 4 stalle al giorno con effetti sull’occupazione, sull’economia, sull’ambiente e sulla sicurezza alimentare degli italiani.

Negli ultimi dieci anni – sottolinea ancora Coldiretti – sono raddoppiate le importazioni in Italia di formaggi similgrana che fanno concorrenza a produzioni tipiche dell’Emilia Romagna come il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano. Inoltre, tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia sono stranieri mentre la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall’estero, ma nessuno lo sa perché non è obbligatorio riportarlo in etichetta.
A preoccupare gli allevatori emiliano romagnoli sono soprattutto le difficoltà dei grandi formaggi Dop, i cui prezzi alla produzione sono letteralmente crollati negli ultimi due anni, con i prezzi del Parmigiano Reggiano passati, per il prodotto stagionato 12 mesi, dai 9,50 euro del 2012 ai 7 euro attuali, insufficienti a ricoprire i costi di produzione. Situazione analoga per il Grana Padano stagionato 9 mesi, passato dagli 8, 13 euro del 2011 ai 6,84 di fine 2014.
Tutto questo mentre sul mercato Europeo ed anche in Italia arrivano i similgrana di bassa qualità, spesso venduti con nomi di fantasia che ingannano i consumatori sulla reale origine che è prevalentemente dalla Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Estonia e Lettonia. Una concorrenza sleale nei confronti degli autentici Parmigiano Reggiano e Grana Padano che devono essere ottenuti nel rispetto di rigidi disciplinari di produzione. Il mercato dei similgrana prodotti nell’Unione Europea è una operazione che, da calcoli prudenziali, vale sul mercato della distribuzione 2 miliardi di euro e che equivale, in termini di valore, all’export di Parmigiano Reggiano e Grana Padano.

“Stiamo perdendo un patrimonio del nostro Paese sul quale costruire una ripresa economica sostenibile e duratura che fa bene all’economia all’ambiente e alla salute” afferma il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Mauro Tonello nel denunciare che “l’invasione di materie prime estere spinge prima alla svendita agli stranieri dei nostri marchi più prestigiosi e poi alla delocalizzazione delle attività produttive”. Tra gli obiettivi della mobilitazione per salvare le stalle italiane ci sono:
Indicare obbligatoriamente l’origine nelle etichette del latte (anche Uht), dei formaggi e di tutti gli altri prodotti a base di latte
Garantire che venga chiamato “formaggio” solo ciò che deriva dal latte e non da prodotti diversi
Assicurare l’effettiva applicazione della legge che vieta pratiche di commercio sleale
Rendere pubblici i dati relativi alle importazioni di latte e di prodotti con derivati del latte, tracciando le sostanze utilizzate
Un pronto intervento dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato contro le forme di concorrenza sleale e gli abusi di posizione dominante nel mercato del latte
Attuare le misure di sostegno agli allevamenti italiani previste dal Piano Nazionale di Sviluppo Rurale
Realizzare un piano organico di promozione (in Italia e all’estero) del latte e delle produzioni italiane, (in Italia e all’estero) del latte e delle produzioni italiane, a partire da Expo 2015
Promuovere iniziative nazionali per il consumo del latte e dei formaggi di qualità, soprattutto nelle scuole e nelle mense pubbliche
Semplificare le procedure burocratiche
Garantire che le risorse previste dal “Piano latte” del Mipaaf vadano agli allevatori

La memoria dell’Olocausto nelle note musicali della Corale Veneziani

da: Istituto Istruzione Superiore “N.Copernico – A.Carpeggiani”

All’ITI “Copernico-Carpeggiani” ospite di eccezione la “Corale Veneziani”

Sabato 7 febbraio 2015, nella sala Scotti dell’ITI Copernico-Carpeggiani alle ore 9:00 si terrà il “Concerto per la Memoria”, eseguito dall’Accademia Corale “Vittore Veneziani” che l’ITI ha il privilegio di ospitare su invito del Dirigente Scolastico, prof. Roberto Giovannetti.
Il concerto rientra nell’ambito delle varie iniziative intraprese dai docenti dell’Istituto in occasione della ricorrenza del “Giorno della Memoria”, rispondendo così ad una precisa richiesta degli studenti di organizzare incontri e momenti comuni al fine di commemorare e approfondire al contempo il tragico evento che ha profondamente e tristemente segnato la storia europea del secolo scorso, per far prendere coscienza della estrema deriva alla quale l’odio dell’uomo può trascinare.
La sala Scotti dell’Istituto, nella insolita veste di palcoscenico musicale, accoglierà la corale Veneziani nel Sessantesimo anniversario della sua fondazione. Sotto la guida del neo direttore, il Maestro Maria Elena Mazzella verranno eseguiti vari canti della tradizione ebraica e cristiana, intervallati dalla lettura di testi scritti da chi quell’orrore lo ha vissuto sulla propria pelle. Tra i brani musicali in programma vi sono i “Canti spirituali di Israël”, armonizzati dal maestro Vittore Veneziani e il tema musicale tratto dalla colonna sonora di “Schindler’s List”, che verrà eseguito dalla giovanissima violinista Lucilla Mariotti, accompagnata alle tastiere dal Maestro Massimo Rubbi. Le letture spazieranno dalla poesia “Nostalgia della casa” scritta da uno dei bambini prigionieri nel ghetto di Terezin, alla testimonianza del ferrarese Franco Schönheit, sopravvissuto al campo di concentramento di Buchenwald.
L’esecuzione del concerto alla presenza degli studenti, non rappresenta solo il giusto tributo alle vittime dell’Olocausto, ma vuole trasmettere un messaggio di sdegno e orrore per le atrocità perpetrate dall’odio razziale e anche dare adito alla speranza, espressa attraverso il canto, che ciò non accada mai più.
Al concerto parteciperanno alcune classi del triennio e diversi docenti.

Squadra di emergenza di unife per il rilievo dei danni da maltempo

da: ufficio comunicazioni ed eventi Unife

Il Prof. Paolo Ciavola dell’Università di Ferrara ha attivato una squadra di emergenza per il rilievo dei danni lungo la costa ferrarese causati dal maltempo di questi giorni.

E’ possibile contattare direttamente il Prof. Ciavola al 3290116710

Ciavola è coordinatore del team del Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra di Unife che partecipa al progetto europeo, RISC-KIT per la creazione di nuove metodologie, strumenti e approcci di gestione che siano in grado di ridurre i rischi generati dai processi di erosione dei litorali e dall’inondazione delle aree in prossimità della costa, al fine di aumentare la resilienza della fascia costiera in rapporto a fenomeni meteo-marini frequenti e distruttivi. Il progetto punta ad un miglioramento delle conoscenze sui rischi costieri a lungo termine ed al corretto e sinergico utilizzo delle misure di prevenzione, mitigazione e preparazione per far fronte alle criticità della costaLa creazione di questi prodotti rafforza le capacità di previsione dell’occorrenza di mareggiate estreme e, parallelamente, consentirà l’implementazione di sistemi di allerta in tempo reale.
Info sul progetto:
http://www.unife.it/news/2015/febbraio/unife-partecipa-al-progetto-europeo-risc-kit-per-ridurre-i-rischi-generati-dai-processi-di-erosione-dei-litorali-e-dall2019inondazione-delle-aree-costiere

Comunicato stampa: per un Intergruppo laico

da: Mario Zamorani, Pluralismo e dissenso

Intendo qui formulare un buon proposito per questo inizio di 2015: una proposta che potrebbe divenire immediatamente operativa. La proposta di costituire, fra membri di diverse forze politiche presenti nel Consiglio comunale, un Intergruppo laico. E’ prassi normale la nascita di simili organismi informali nel Parlamento, e potrebbe appunto realizzarsi pur al di fuori di norme previste da statuti o regolamenti comunali.
Un Intergruppo laico non avrebbe solo il già pur utilissimo compito di fornire risposte alle frequenti crociate che nascono nel Palazzo vescovile, ma anche quello di sviluppare analisi, commenti e scelte operative per lo sviluppo della laicità, che partano dal Palazzo a quello contrapposto lungo corso Martiri della libertà, nella sede istituzionale.
Laicità per quanto è possibile, come afferma Sergio Romano nella prefazione al “Rapporto sulla laicità”, Libri Schiewiller, 2004. “Potrebbe l’Italia seguire l’esempio francese? Temo di no. L’Italia è un paese concordatario, quindi uno Stato che riconosce alla Chiesa il diritto di “amministrare” i propri fedeli e le ha ceduto una parte delle sue prerogative”.
Laicità non solo come risposta di rispetto, tolleranza e compassione alle debordanti crociate clericali del Palazzo vescovile ma anche, in una accezione più vasta, come contrario di assolutismo, fondamentalismo, ideologismo, ragion di stato o ragion di partito; solo per citare alcuni spunti.
E intendo anche formulare alcuni nomi di consiglieri comunali che, a mio avviso, potrebbero essere interessati a questa proposta: Leonardo Fiorentini, Paola Peruffo, Ilaria Baraldi, Deanna Marescotti, Silvia Mantovani. Con l’auspicio che il loro operato possa, per loro scelta, estendersi anche alla collaborazione con persone esterne alle istituzioni.

Gemellaggio tra il Centro Preformazione Attoriale di Ferrara e “l’Escuela de Artes Escénicas PÁBULO” di Santiago de Compostela

da: Centro Preformazione Attoriale Ferrara

Dopo aver definito la collaborazione col prestigioso Giffoni Film Festival, il Centro Preformazione Attoriale e Fonè Scuola di Teatro hanno l’onore di informare la cultura ferrarese che hanno attivato un gemellaggio con “l’Escuela de Artes Escénicas PÁBULO” di Santiago de Compostela, in Spagna.

Ogni anno, 2 allievi del secondo anno del CPA, parteciperanno per due giorni ai corsi intensivi della scuola spagnola, con l’opportunità di misurarsi con altri ragazzi della stessa età e di nazionalità diversa, sperimentando la recitazione in lingua spagnola.

Il viaggio e l’alloggio sono a carico del Centro Preformazione Attoriale.

Il corso spagnolo si svolgerà a fine maggio e avrà come titolo “Dall’azione fisica al movimento”. L’obiettivo del corso sarà approfondire il metodo dell’azione fisica da C. Stanislawsky a J. Grotowski e, attraverso essa, giungere al sentimento nell’azione da parte dell’interprete. A partire dall’azione, attraverso le teorie di B. Brecht, si vorrà giungere all’azione stilizzata, all’approccio poetico del creatore che trasforma l’azione in metafora scenica. Il laboratorio intensivo di 16 ore viaggerà attraverso i principi dell’azione fisica nella scena teatrale cercando di arrivare dal corpo al sentimento dell’attore. Come introduzione, si creerà un piccolo catalogo delle diverse tecniche e dei differenti esercizi utilizzati per costruire il personaggio e la scena. Come esercizio finale, si concluderà il laboratorio con una piccola rappresentazione di gruppo davanti al pubblico in una lezione aperta.

Il docente sarà Marcos Grande Pazos, direttore della “Escuela de Artes Escénicas PÁBULO”.

Le imprese Cna sui Bandi Cciaa

da: ufficio stampa Cna Ferrara

Presentati agli imprenditori Cna i bandi e progetti della Camera di Commercio per il 2015. Osservazioni e rilievi su tempi di apertura dei bandi e risorse

Bandi e progetti della Camera di Commercio sotto la lente degli imprenditori della Cna. L’opportunità è stata offerta dall’Associazione, con un incontro che si è tenuto l’altro pomeriggio presso la sala convegni di via Caldirolo.
“La prima difficoltà che trovano le imprese – ha spiegato il presidente Alberto Minarelli in apertura – è quella di conoscere per tempo le opportunità che si presentano. Questo è dunque il primo impegno che noi vogliamo assumerci nei confronti dei nostri associati”. Infatti, molti imprenditori associati hanno manifestato, in varie occasioni, l’esigenza di essere informati anticipatamente sulla partenza di nuovi bandi di incentivazione per le imprese della Camera di Commercio, essendo per lo più i periodi utili per la presentazione delle domande molto stretti, soprattutto in relazione alla disponibilità di fondi spesso esauriti in tempi rapidi.
Prima di entrare nel merito dei bandi e dei progetti 2015, il presidente della Camera di commercio Paolo Govoni ha sottolineato come, nonostante il taglio del 35% delle risorse per l’anno in corso, la Camera di Commercio di Ferrara abbia destinato 3 milioni e mezzo di euro a sostegno delle imprese e dell’economia provinciale. “Nel predisporre il programma camerale il 2015 abbiamo cercato di rispondere a tre fondamentali domande”, ha poi spiegato il direttore Cciaa Mauro Gianattasio, presentando bandi e progetti per l’anno in corso. “Cosa vogliamo diventare? Cosa sappiamo fare? Contro chi competiamo? Sono questi gli interrogativi che si deve porre il nostro territorio, ma che sono essenziali per le stesse imprese oggi”.
Più nel merito dell’intenso programma di Bandi e progetti camerali 2015, diversi imprenditori della Cna sono intervenuti chiedendo chiarimenti e segnalando alcune problematiche. Tra queste, appunto, la necessità di conoscere per tempo la data utile per la presentazione delle domande, o l’attenzione a problematiche come quella dell’innovazione, della rigenerazione urbana o della efficienza energetica degli edifici.

Copparo – Corsi Coluccia: Odissea, Ferruccio Filipazzi

da: ufficio comunicazione Comune di Copparo

Proseguono a Copparo i Corsi di Cultura “Ugo Coluccia”. Prossimi incontri lunedì 9 e martedì 10 febbraio alle ore 17.30, con letture ad alta voce da “Odissea”, a cura dell’attore Ferruccio Filipazzi, presso il Teatro Comunale De Micheli. Nel corso dei due incontri l’attore ripercorrerà i tratti salienti dell’Odissea, nella traduzione poetica di Cetrangolo, dal concilio degli dei e Calipso fino all’abbraccio finale con Penelope.
Il breve ciclo si inquadra nel filone tematico “Mito e pensiero, alle radici della cultura occidentale”, che troverà poi ulteriore sviluppo nelle lezioni di Claudio Cazzola dedicate a “Ulisse, James Joyce” e “ Dialoghi con Leucò, Cesare Pavese”.

Comunicato Regione: Aggiornamento maltempo

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia Romagna

Aggiornamento maltempo – Allarme della Protezione civile per mare e criticità idraulica a Ravenna, Rimini, Forlì-Cesena e Ferrara. Ulteriore rischio mareggiate. Prevista da oggi pomeriggio un’attenuazione di pioggia e neve. Segnalati ingenti danni. Comune di Cesenatico temporaneamente isolato, da Ravenna a Riccione evacuate 19 persone

È scattato stamattina alle 8 lo stato di allarme della Protezione civile regionale per mare e criticità idraulica nelle province di Ravenna, Rimini e Forlì-Cesena, ed è stato appena emesso quello per la provincia di Ferrara.
Resta alta la guardia soprattutto per le mareggiate sulla costa: il centro funzionale Arpa prevede tra questa notte e domattina un possibile ulteriore rischio, mentre sul territorio regionale è attesa un’attenuazione dei fenomeni di pioggia nelle aree di pianura e di neve in montagna da oggi pomeriggio.
I danni più significativi si sono rilevati sulla costa. Da Ravenna a Riccione, a causa dell’allagamento di alcune abitazioni, sono state evacuate 19 persone, portate in luoghi sicuri individuati dalle amministrazioni comunali con il supporto del volontariato di Protezione civile.
Sono segnalati ingenti danni per l’ingressione delle acque in molti comuni del litorale per effetto delle mareggiate, del forte vento e delle precipitazioni. Il Comune di Cesenatico è temporaneamente isolato per via di diffusi allagamenti sulle arterie stradali; pesanti allagamenti anche a Cervia, Milano Marittima, Lidi di Dante e Savio, Porto Garibaldi nel Ferrarese. Al Centro operativo regionale della Protezione civile sono giunte segnalazioni di caduta di alberi, distacchi e interruzioni della rete elettrica e della fornitura del gas in molti comuni della regione. La Protezione civile è in contatto con Enel per favorire il ripristino delle utenze, e i suoi centri logistici regionali sono ancora al lavoro con idrovore, pompe e mezzi di pronto intervento. Sono oltre 130 i volontari tuttora impegnati sul territorio regionale.
Prosegue 24 ore su 24 il presidio della Protezione civile iniziato il 3 febbraio, giorno in cui è stata emessa la prima allerta per maltempo. Costante è l’informazione e il raccordo con il sistema degli Enti locali e delle strutture operative come Comuni, Prefetture, Amministrazioni provinciali, Servizi tecnici regionali, Consorzi di bonifica, Vigili del fuoco, Corpo Forestale, 118, sanità regionale, società autostrade, aziende che forniscono servizi di pubblica utilità.

Tavola rotonda – Il progetto Smart Inno nel contesto del nuovo Programma Adriatico-Ionico ADRION

da: S.I.PRO. Agenzia Provinciale per lo Sviluppo SpA

Sipro ha organizzato a Ferrara, nei prestigiosi ambienti della Caffetteria Castello, il primo incontro del progetto transnazionale SMART INNO-Programma Adriatic IPA: le giornate del 10 e dell’11 Febbraio saranno dedicate all’innovazione e alla ricerca nella regione adriatica.
Parteciperanno 18 partner da 8 stati della regione Adriatica – Italia, Albania, Bosnia-Herzegovina, Croazia, Grecia, Montenegro, Serbia e Slovenia.
La mattina di Mercoledì 11 Febbraio, dalle 9.30 alle 13.00, si svolgerà la tavola rotonda aperta a tutti gli interessati, dedicata al contributo del progetto SMART INNO al nuovo programma Interreg Adrion, che verrà lanciato nella seconda metà dell’anno.
Alla tavola rotonda, coordinata dal Presidente Legacoop Ferrara Andrea Benini, parteciperà la referente regionale della nuova Autorità di Gestione del programma Adrion – Silvia Grandi e contribuiranno alcuni partner del progetto SMART INNO che si occupano di trasferimento tecnologico in Puglia e Grecia.
Chiuderà i lavori della mattinata Leda Bologni di ASTER che, farà un approfondimento sul tema, selezionato come buona prassi dal progetto, della rete alta tecnologia regionale e suoi futuri sviluppi.

Il programma dell’iniziativa è disponibile sul sito di Sipro (www.siproferrara.com) e per ulteriori informazioni sul progetto europeo SMART INNO si può consultare il sito www.smartinno.eu.

Unife contribuisce alla Terza Conferenza delle Nazioni Unite Habitat III grazie alla rete di Università latinoamericane Red Alvar “Patrimonio y Proyecto” di cui è coordinatrice

da: ufficio comunicazioni ed eventi Unife

Importante incarico internazionale per l’Università di Ferrara che nel suo ruolo di coordinatrice della rete di Università latinoamericane Red Alvar “Patrimonio y Proyecto”, offrirà il suo contributo alla Terza Conferenza delle Nazioni Unite Habitat III su “Casa e Sviluppo Urbano Sostenibile”, convocata a Quito nel 2016 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Si tratta di una delle prime conferenze mondiali dedicate all’“Agenda di Sviluppo Post 2015” e agli “Obiettivi del Millennio”, con lo scopo di valutare le politiche urbane e della casa che condizionano il futuro della città e di elaborare una “Nuova Agenda Urbana” per il ventunesimo secolo, con nuovi indirizzi di Governance internazionale delle dinamiche urbane.
Le due precedenti Conferenze mondiali Habitat, hanno avuto luogo a Vancouver nel 1976 (Habitat I) e ad Istanbul nel 1996 (Habitat II). In questa occasione è stato assegnato all’UNESCO il compito di elaborare il “Rapporto globale sul ruolo della cultura e del patrimonio nello sviluppo urbano sostenibile”, tenendo conto delle indicazioni emerse dalla Conferenza internazionale UNESCO “La cultura, chiave dello sviluppo sostenibile”, tenutasi nel 2013 a Hangzhou.
Per la preparazione del Rapporto, che avverrà nel corso del 2015, l’UNESCO ha suddiviso il mondo in 7 macro-regioni, assegnando a diverse istituzioni il compito di condurre analisi e valutazioni dello stato della conservazione del patrimonio in ciascuna regione. Relativamente all’America Latina e Caribe il compito è stato assegnato alla rete di Università latinoamericane Red Alvar “Patrimonio y Proyecto”, su indicazione del Prof. Paolo Ceccarelli, titolare della cattedra UNESCO in “Pianificazione Urbana e Regionale per lo Sviluppo Locale Sostenibile” dell’Università di Ferrara, che l’ha promossa e la coordina. La gestione operativa del progetto è affidata alla Università Cattolica del Cile, nella persona del Prof. Fernando Perez Oyarzun. Le informazioni verranno raccolte, paese per paese, dalle varie Università della Red Alvar mentre la Cattedra UNESCO terrà i rapporti con il World Heritage Centre dell’UNESCO a Parigi.
“Questo incarico – afferma Ceccarelli – rappresenta un importante riconoscimento internazionale dell’importanza raggiunta dalla Red Alvar, fondata a Ferrara nel 2003 proprio per promuovere lo sviluppo degli studi sulla conservazione del patrimonio culturale in America Latina. Fanno parte della Red Alvar le principali Università dell’Argentina, Brasile, Cile, Cuba, Ecuador, Messico e Uruguay”.

JAZZ CLUB
Visioni da un trio al Torrione

Musica e visioni al Jazz Club Ferrara, che è ripartito per altri tre mesi di concerti nel Torrione di San Giovanni. L’obiettivo del fotografo Stefano Pavani racconta, scatto dopo scatto, uno dei migliori piano trio in circolazione: quello capitanato dal pianista e compositore Kenny Werner – leader del modern jazz sin dagli anni ’70 – coadiuvato da due virtuosi del proprio strumento come Johannes Weidenmueller al contrabbasso e Ari Hoenig alla batteria.

Oggi e domani nuovi appuntamenti al Jazz club, in Rampari di Belfiore 167, ingresso a pagamento.

[clic su un’immagine per ingrandirla e vederle tutte]

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Kenny Werner trio (foto di Stefano Pavani)
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Kenny Werner (foto di Stefano Pavani)
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Kenny Werner trio a Ferrara (foto di Stefano Pavani)
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Kenny Werner trio a Ferrara (foto di Stefano Pavani)
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Kenny Werner trio a Ferrara (foto di Stefano Pavani)
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Johannes Weidenmueller al contrabbasso per il Kenny Werner trio (foto Stefano Pavani)
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Ari Hoenig alla batteria per il Kenny Werner trio (foto di Stefano Pavani)
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Ari Hoenig alla batteria per il Kenny Werner trio (foto di Stefano Pavani)
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Ari Hoenig alla batteria per il Kenny Werner trio (foto di Stefano Pavani)
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Ari Hoenig alla batteria per il Kenny Werner trio (foto di Stefano Pavani)
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Johannes Weidenmueller al contrabbasso per il Kenny Werner trio (foto Stefano Pavani)
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Kenny Werner (foto di Stefano Pavani)
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Ari Hoenig alla batteria per il Kenny Werner trio (foto di Stefano Pavani)
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Ari Hoenig alla batteria per il Kenny Werner trio (foto di Stefano Pavani)
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Kenny Werner trio (foto di Stefano Pavani)
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Kenny Werner (foto di Stefano Pavani)
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Kenny Werner (foto di Stefano Pavani)
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Kenny Werner (foto di Stefano Pavani)
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Kenny Werner (foto di Stefano Pavani)
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Kenny Werner (foto di Stefano Pavani)
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Kenny Werner trio (foto di Stefano Pavani)

 

IL RITRATTO
Goran Bregović, una miscela esplosiva di note che unisce e libera l’anima

La musica di Goran Bregović è un mix di rock, folk balcanico ed elettronica, una fusion che unisce musica popolare ungherese e jazz, tanghi e ritmi folk slavi, polifonie tradizionali bulgare, pop e arie sacre ortodosse. Si dice che l’anima riconosca istintivamente la sua musica, liberando un’irresistibile voglia di ballare, forse perché proviene da quella tragica terra di confine dove per secoli ortodossi, cristiani, ebrei e musulmani hanno vissuto insieme, così come si sono fatti la guerra. Grazie a lui le sonorità balcaniche varcano i confini nazionali, per diffondersi nel resto del mondo.

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Goran Bregović

Nato a Sarajevo, da madre serba e padre croato, dopo alcuni anni di studio del violino presso il conservatorio della capitale bosniaca, Goran forma il gruppo “The White Button”. Compositore e chitarrista ai tempi della Jugoslavia, non nascose mai il suo amore per il rock n’roll, che gli consentiva di potere esprimere in pubblico il proprio malcontento, senza (quasi) rischiare la galera. Con i “The White Button “, per quindici anni ha suonato in interminabili tour, diventando un idolo nei paesi balcanici.
Quei tempi sono lontani, così come l’underground rock della Sarajevo pre-bellica, ora nei suoi spettacoli si esibisce in abiti bianchi e con la chitarra elettrica, insieme all’Orchestra di Belgrado e a vocalist con costumi folkloristici. Lo accompagna la “Wedding & Funerals Band” che rappresenta la tradizione ortodossa dove, dopo il rito funebre, si mangia, si beve e per un po’ il dolore lascia spazio alla musica. Questa combinazione è una miscela esplosiva che trascina giovani, anziani e bambini in danze sfrenate seguendo il ritmo di “Kalasnjikov” e “Mesecina”, i brani tratti dalla colonna sonora di “Undergroud”, il film di Emir Kustarica Palma d’Oro a Cannes 1995.

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Concerto alla Carnegie Hall di New York il 19 Ottobre 2011

Prima di avere successo in Francia e in Grecia, Bregović, all’età di 18 anni, soggiornò in Italia per un anno, suonando nelle pizzerie e nei club di Napoli, Capri e Ischia, soltanto qualche anno dopo la sua musica si affermò anche nel nostro paese. Memorabile fu il duetto con Adriano Celentano in “Ventiquattromila baci”, una delle canzoni italiane più popolari nell’ex-Jugoslavia. Nel film “Ti ricordi di Dolly Bell” di Emir Kusturica, questo brano è un vero e proprio tormentone, esasperato dal protagonista, adolescente della Sarajevo degli anni ’60, che scimmiotta Celentano e s’innamora follemente della bellissima Dolly Bell.
Bregović è salito due volte sul palcoscenico del Festival di Sanremo, durante le edizioni del 2000 e del 2012, prendendo parte anche alla giuria di qualità.

Nel 1998, il musicista bosniaco ha suonato a “Ferrara sotto le stelle”, la più importante manifestazione musicale della città, che quell’anno ospitò anche Lucio Dalla con l’Orchestra Toscanini di Parma e Paolo Conte. Il legame con l’Italia si è rinforzato con la colonna sonora del film “I giorni dell’abbandono” di Roberto Faenza, in concorso al Festival di Venezia del 2005; Bregović firmò le musiche insieme a Carmen Consoli e ne fu interprete con Margherita Buy e Luca Zingaretti.

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‘Champagne for Gypsies’, il più recente album di Bregović

Il musicista balcanico ha portato nei teatri italiani l’opera “Karmen”, la cui prima assoluta si svolse a Udine nel 2005, per poi essere replicata in numerose città tra cui Modena, Bologna, Perugia e Ferrara (al Teatro Comunale). L’opera, diversamente da quella tragica di Bizet, termina con un matrimonio, sinonimo di festa.

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La copertina dell’album

“Champagne for Gypsies”, del 2012, è il suo più recente album, si tratta di una raccolta di dodici canzoni con cui ballare e divertirsi, con un occhio alla festa e un altro all’ironia. Non è il suo disco migliore ma rimane uno di quegli “affreschi” musicali che soltanto lui è in grado di creare. L’8 febbraio inizierà il tour 2015 di Bregović con l’immancabile Wedding & Funeral Band, la prima tappa è prevista a Brno in Slovacchia, seguiranno Bratislava, Mosca e Pietroburgo.

Goran Bregović a Sanremo 2012 canta Romagna mia con Samuele Bersani [vedi]
Goran Bregović a Sanremo 2000 [vedi]

Copparo – Maltempo e strade

da: ufficio comunicazione Comune di Copparo

La Patrimonio Copparo informa che sono in azione squadre di operai per sgombrare le strade dai rami caduti a causa del forte vento, in caso di cadute di alberi sarà richiesto l’intervento dei Vigili del Fuoco Volontari di Copparo, impegnati in queste ore in moltissimi interventi. La situazione presenta alberi divelti e rami caduti per la forza del vento e alcune strade allagate.
Per segnalazioni ufficio emergenza maltempo 0532 864625 – 645

Vere bugie

La bella parrucchiera Emilie (una sempre splendida, sorridente ed elegante Audrey Tautou dal taglio di capelli sbarazzino), un po’ complessata ma non timida, è ogni giorno alle prese con Jean, il suo impiegato super diplomato e plurilingue (Sami Bouajila). A lui spesso ripete, fragile e inquieta, “dall’inizio della nostra conversazione mi domando, ogni quindici secondi, se non ho fatto errori di francese”, aggiungendo dopo un breve momento di silenzio “ne ho fatti… ne ho fatti?”.

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La locandina

Di dialoghi divertenti come questi la brillante commedia francese ne è piena. Per dare spesso la parola a complessi d’inferiorità, come la vergogna, il senso di colpevolezza, ma anche l’incredibile (e un po’ agghiacciante) bontà o l’attenzione spesso soffocante, come quella di Emilie per la madre (Nathalie Baye).

Ecco allora che una bella, fresca e soleggiata mattina di primavera parigina, questa giovane parrucchiera riceve un’ispirata e delicata lettera d’amore, romantica e meravigliosa ma rigorosamente e segretamente anonima. Una di quelle missive che tutti vorremo ricevere, anche se, dopo il primo momento di sorpresa e curiosità, a una riflessione più attenta, spesso, la preferiremo firmata. Emilie ha la tentazione di gettarla via, di farla capitolare, miseramente appallottolata, nel cestino adagiato sul caldo pavimento di legno.

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La giovane parrucchiera, Audrey Tautou

Ma ci ripensa e la fa arrivare alla madre, sola, triste e amareggiata per la separazione in corso dal marito. Vuole solo risollevarle umore e morale, che sono proprio ai minimi storici, come si direbbe. Ovviamente, la giovane nulla sospetta sull’autore, tanto meno immagina che questi sia proprio il timido Jean.

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La mamma, Nathalie Baye

La missiva, che voleva essere una tenera e vera bugia, scatenerà malintesi, problemi e incomprensioni. Equivoci e quiproquo dall’esito inimmaginabile. I personaggi sono, allora, a volte dolci e tutto miele, a volte crudeli, dispettosi e indispettiti, talora nervosi e irritati. Se hanno difficoltà a comunicare, alla fine si comprenderanno. Tutto bene quel che finisce bene.
Una commedia simpatica, briosa, leggera e divertente che ci aiuterà a rilassarci e sorridere.

De vrais mensonges, di Pierre Salvadori, con Audrey Tautou, Nathalie Baye, Sami Bouajila, Francia, 2010, 105 mn.

Copparo – Ricordo di Giorgio Perlasca

da: ufficio comunicazione Comune di Copparo

Ieri mattina (giovedì 5 febbraio) si è tenuta una cerimonia in ricordo di Giorgio Perlasca, organizzata da Comune di Copparo e Rotary Club Copparo. Franco Perlasca, figlio di Giorgio e presidente della Fondazione Perlasca, ha presenziato all’incontro in Sala Consiglio. Il sindaco Nicola Rossi ha portato i saluti dell’Amministrazione Comunale e della città di Copparo, ricordando la figura di Giorgio Perlasca, ha ringraziato Giampaolo Lisi e Roberta Briscagli che per il Rotary hanno organizzato la giornata.
Rossi ha detto che «fare memoria collettiva è ora più che mai necessario per offrire un doveroso tributo alle vittime di quella follia omicida, e ribadire l’impegno a difendere le istituzioni democratiche contrastando fanatismo e intolleranza. Sono passati ormai 70 anni, e l’intolleranza di oggi per i migranti, per i diversi, per colore della pelle o religione, equivale all’antisemitismo di ieri. Puntare il dito contro queste persone, o peggio chiudersi occhi e orecchi alimenta solo odio e ignoranza; senza integrazione non c’è democrazia e quindi non c’è vera libertà.»
Franco Perlasca nel ricordare la figura del padre Giorgio ha sottolineato l’importanza del “raccontare” alle giovani generazioni, del rendere consapevoli delle atrocità delle guerre. Giorgio Perlasca è stato 45 anni in silenzio, senza dire a nessuno, nemmeno alla famiglia del suo gesto che ha salvato la vita a 5200 persone. Questo distingue l’eroe dal giusto.

L’INTERVISTA
Cristicchi: “Con il mio musical civile do voce a chi non ce l’ha”

A Trieste c’è un deposito che può essere considerato un luogo simbolo dell’esodo giuliano-dalmata che iniziò all’indomani della firma del Trattato di Parigi del 1947: è il Magazzino 18 del Porto Vecchio di Trieste, dove furono stoccate le masserizie dagli esuli che abbandonarono le terre cedute a seguito del Trattato. “Magazzino 18” è anche il titolo dello spettacolo che Simone Cristicchi sta portando nei teatri italiani da due stagioni, e che domani sarà in scena al Centro Pandurera di Cento.

Parigi, febbraio 1947: l’Italia uscita sconfitta dalla Seconda guerra mondiale firma i trattati di pace con gli Alleati vincitori, fra i quali anche la Jugoslavia. Proprio alla Repubblica socialista federale di Jugoslavia di Tito l’Italia è tenuta a cedere Fiume, il territorio di Zara, gran parte dell’Istria, del Carso triestino e goriziano, e l’alta valle dell’Isonzo, le isole di Lagosta e Pelagosa, in altre parole parte di quelle famose terre irredente ottenute nel 1920 in base ai trattati di Rapallo e di Roma seguiti alla Prima guerra mondiale. Trieste e le aree circostanti rimarranno ‘territorio libero’ sotto il controllo anglo-americano fino al 1954.
È quello che succede spesso nei consessi internazionali che seguono i conflitti: si srotolano le carte geografiche e si tracciano nuovi confini, tralasciando il fatto che nella realtà su quei luoghi si svolgono e si intrecciano esistenze intere i cui destini, già duramente provati dai conflitti, cambiano completamente a causa di quel tratto di inchiostro. È stato così anche per le terre e le genti del confine orientale italiano, che nell’arco di 50 anni sono passate dall’essere una propaggine del multietnico impero asburgico, all’annessione ad un’Italia che si stava votando al fascio littorio, alla Jugoslavia comunista di Tito. Una complessità etnico-linguistica che, (di nuovo) come spesso accade, non viene più considerata una ricchezza, ma un problema e una minaccia. Non più italiani, sloveni e croati, insieme a comunità di lingua tedesca e a una miriade di piccole minoranze: ebrei, serbi, cechi, greci, armeni, svizzeri. Ecco allora un avvicendarsi di esodi, fino a quello giuliano-dalmata che inizia appunto all’indomani della firma del Trattato di Parigi del 1947.

“Magazzino 18” di Simone Cristicchi vuole rappresentare “il magazzino della memoria”, in cui sono custoditi circa duemila metri cubi di mobili, stoviglie, abiti, lettere, fotografie, giocattoli. Tutto ciò che le famiglie in fuga dalle terre cedute alla Jugoslavia lasciarono in deposito, con l’idea di venire a riprenderle, una volta ricostruita la propria esistenza. Molte persone poi sono tornate, molte altre invece non si sono fatte più vive.

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Simone Cristicchi nei panni dell’archivista romano Persichetti

Cristicchi, sul palco nei panni dell’archivista romano Persichetti inviato a fare un inventario di quei brandelli di una quotidianità interrotta dalla Storia, si è assunto un compito delicato insieme al giornalista Jan Bernas e al regista Antonio Calenda: narrare una parte del nostro recente passato non abbastanza conosciuta, ma che ancora tocca nervi scoperti e viene spesso strumentalizzata a destra e minimizzata a sinistra. Lo spettacolo, le cui musiche hanno vinto il premio “Le Maschere del Teatro Italiano 2014”, ha superato le 100 repliche e annovera ormai quasi 70000 spettatori: “un piccolo grande successo” afferma orgoglioso Cristicchi. Venerdì 6 febbraio “Magazzino 18” farà tappa al Centro Pandurera di Cento e così abbiamo pensato di fare qualche domanda al cantautore romano per saperne un po’ di più.

Perché hai scelto di affrontare le vicende del confine orientale tra la fine del secondo conflitto mondiale e i primi anni ’50 e il tema dell’esodo giuliano-dalmata, eventi della nostra storia recente da un lato poco conosciuti, dall’altro molto complessi e controversi da trattare?
Mi sono imbattuto in queste vicende mentre stavo lavorando a una ricerca sulla memoria della Seconda guerra mondiale, girando l’Italia per intervistare gli anziani che hanno vissuto quel periodo. A Trieste qualcuno mi ha indicato l’esistenza di questo Magazzino 18 nel Porto Vecchio della città. Ho voluto andare a visitarlo e di fronte a questo luogo che si potrebbe chiamare museo, anche se non lo è ufficialmente, è nata la voglia di raccontare.
Diciamo che non mi sono posto nessuno dei due problemi, ero molto incuriosito da questa storia e ho voluto approfondirla; andando a fondo ho scoperto che meritava di essere raccontata perché l’esodo è stata una vera e propria epopea. È come avere per le mani una matrioska perché dentro a ogni storia ne trovi sempre un’altra e sembra che non finiscano più. Ho deciso di raccontarle prima di tutto perché come cittadino italiano mi sentivo in dovere di conoscerla e farla conoscere e poi come artista ho voluto mettere a disposizione i mezzi e il linguaggio del teatro per proporre una riflessione collettiva su questa pagina di storia poco frequentata. Questo spettacolo, che era nato come un monologo, durante la lavorazione ha preso la forma di un musical civile, come l’abbiamo battezzato: unione del teatro civile, così come lo conosciamo grazie a maestri come Marco Paolini, con il linguaggio e gli strumenti del musical, che mi appartengono di più provenendo dal mondo della canzone d’autore.

È uno spettacolo che ha anche una funzione didattica?
Ho capito che tanti altri come me sapevano poco di questa storia e il teatro civile ha anche questa funzione: riempire silenzi e vuoti. In Friuli questa è una vicenda che si conosce fin troppo bene, mentre portando in giro per l’Italia lo spettacolo mi sono reso conto che a malapena si sa cosa è successo dal 1947. Soprattutto questo spettacolo vuole essere utile ai giovani.

Hai già accennato alla forma del musical civile: come hai scritto le canzoni per questo spettacolo? Il tuo modo di scrivere e di comporre è stato differente rispetto al solito?
Inizialmente ho presentato lo spettacolo al teatro stabile del Friuli Venezia Giulia come un monologo, poi il regista Antonio Calenda, che è un uomo di grande intuito e conoscenza, mi ha suggerito, anzi mi ha imposto di scrivere le canzoni. Io da principio ero molto restio, poi invece ho capito che la sua visione del risultato finale delle spettacolo nell’insieme era molto precisa, così ho trasformato intere pagine di monologhi in canzoni.

Quali sono state le tue fonti per la scrittura del testo?
Innanzi tutto, il libro di testimonianze di Jan Bernas “Ci chiamavano fascisti. Eravamo italiani”, che è stato per me un punto di riferimento tanto importante da coinvolgere nella scrittura dello spettacolo lo stesso Jan. Poi ci sono stati libri di storici che si sono occupati di questa materia per anni come Gianni Oliva e Raoul Pupo. Ho usato soprattutto tantissime testimonianze orali dirette di persone che hanno vissuto quegli eventi: nello spettacolo ci sono perciò tanti aneddoti che mi sono stati raccontati dagli stessi esuli che si sono trasformati nella drammaturgia.

Per questo spettacolo hai ricevuto critiche sia dalla destra sia dalla sinistra, è un segno che “Magazzino 18” è veramente scevro da ideologie?
Il mio obiettivo è sempre stato schierarmi dalla parte di chi è stato schiacciato dalle ideologie e dai grandi terremoti della storia, le persone senza voce, coloro che hanno subito le ingiustizie: in questo caso gli esuli, ma anche coloro che hanno fatto la scelta opposta e sono rimasti. Ben vengano le critiche, quando però non fomentano l’odio e la violenza. Molte delle persone che hanno criticato lo spettacolo non sono storici e non si occupano di storia, ma ragazzi imbevuti di ideologie ormai morte e sepolte e che vedono in alcune parti di questo spettacolo un attacco nei confronti della Resistenza, cosa che non è vera perché in “Magazzino 18” non condanno assolutamente la guerra di Liberazione. Io vengo considerato un artista di sinistra e probabilmente hanno visto in questo mio spettacolo una sorta di tradimento, ma tutto questo diventa minoritario in confronto al successo che ha avuto e che sta avendo nei teatri.

Lo spettacolo consegna agli spettatori “l’undicesimo comandamento”: non dimenticare. Possiamo dire che da qui bisogna partire per approfondire le vicende che narri e riflettere sulla complessità di alcuni processi storici per costruire più consapevolezza per il futuro?
Sì, c’è chi ha voluto attribuire a “Magazzino 18” delle connotazioni ideologiche, ma in realtà lo spettacolo vola molto più alto: vola sulle ali dell’emozione del teatro e della musica. La cosa che mi sta più a cuore è far riflettere il pubblico su cosa voglia dire essere sradicati dalla propria terra e perdere ogni contatto con il proprio tessuto sociale, con la famiglia, con i propri amici e i propri affetti. Anche, se vuoi, per guardare agli esodi che stanno avvenendo nel nostro tempo dal Sud del mondo e vedere queste persone come esseri umani che fuggono da situazioni drammatiche cercando una speranza per sopravvivere e non come invasori. In questo senso “Magazzino 18” vuole parlare dell’umanità che c’è dentro queste vicende passate per ritrovarla nel presente dei barconi che approdano a Lampedusa.

Le foto sono di Promomusic

Ferraraitalia si occupata anche in precedenza di questo spettacolo [vedi].

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