Skip to main content

Mese: Ottobre 2016

Laboratori gratuiti ‘Comunicare efficacemente nel mondo del lavoro’

Da: Organizzatori

Come comunicare efficacemente nel mondo del lavoro? Quale ruolo ha la comunicazione in una società dove le informazioni costituiscono un grande mare nel quale è spesso impegnativo navigare ? E più concretamente come affrontare la comunicazione nelle imprese, alla ricerca di un lavoro dando il meglio di sè? Centoform (ente formativo centese www.centoform.it) in collaborazione con il consorzio Wunderkammer hanno promosso 5 incontri gratuiti pomeridiani tra novembre (il 3, il 9 ed il 23) e dicembre (il 1 ed il 14) – sempre negli spazi di via Darsena 57 a Ferrara – per fornire gli strumenti per rispondere a queste domande ed alle ‘Esigenze scaturite dal tavolo comunale sull’ emergenza Lavoro di contribuire in modo concreto e funzionale per dotare i giovani di strumenti di comunicazione – spiegano all’unisono Stefania Casalini e Simona Casalini di Centoform responsabili del progetto – una serie di laboratori sui quali Centoform si è impegnata concretamente a dare copertura immediata, secondo un format il più possibile smart e di uso immediato. La prima di una serie di future iniziative dedicate all’emergenza Lavoro’.
Cinque i pomeriggi dome si diceva che affronteranno elementi della comunicazione personale ed interpersonale (Presentare se stessi o Gruppi di lavoro, lavori di gruppo) od ancora la Gestione dei Conflitti. In dicembre poi due temi di particolare attualità: come parlare in pubblico e gestire l’ansia: taglio concreto su elementi che si riscontrano nella quotidianità.
A chiudere la presentazione l’intervento dell’assessore Caterina Ferri: ‘Il tavolo per il Lavoro a Ferrara è la declinazione locale del Patto del Lavoro regionale. Si tratta di un progetto, ancora in corso, che ha coinvolto Enti, Istituzioni, Associazioni ed Enti di Formazione che ha trovato importanti punti di confronto per affrontare l’emergenza lavoro sopratutto sul versante giovanile. Il mio plauso va a Centoform – conclude l’assessore – che ha saputo dare e gambe e testa ad un prima azione concreta in questa direzione’.
Per chiedere informazioni oppure per iscriversi (i posti sono limitati) basterà inviare una mail a a simona.mantovani@centoform.it oppure a stefania.casalini@centoform.it oppure chiamando lo 051.6830470.

Ai blocchi di partenza il progetto di Hera Riciclandino che premia la differenziata ‘di classe’

Da: Hera

Incrementare i corretti conferimenti alle stazioni ecologiche, è questo il concetto che sta alla base di ‘Riciclandino’, progetto nato per le scuole e per le famiglie che nel ferrarese coinvolge quasi 5.400 studenti

È al via Riciclandino, il progetto di educazione ambientale promosso da Hera, che da quest’ anno viene esteso sul territorio ferrarese grazie al supporto di HeraLAB e alla collaborazione con il Comune di Ferrara.
Nato per favorire l’ utilizzo da parte di studenti e famiglie delle stazioni ecologiche, Riciclandino ha anche l’ obiettivo di sensibilizzare la collettività sulla corretta gestione dei rifiuti urbani, con particolare attenzione per le raccolte differenziate.
Riciclandino: un progetto con una forte valenza di educazione ambientale. Il progetto coinvolge quasi 5.400 studenti di 33 scuole dell’ infanzia, elementari e medie del comune di Ferrara, appartenenti a 6 Istituti Comprensivi: ‘Cosmè Tura’, ‘Don Milani’, ‘Alda Costa’, ‘Filippo De Pisis’, ‘Corrado Govoni’ e ‘Alberto Manzi’.
Riciclandino rappresenta un valido strumento per promuovere, presso le famiglie del territorio, l’ importanza di applicare alla quotidianità le buone pratiche ambientali.
La finalità del progetto è favorire l’ uso delle stazioni ecologiche per stimolare un comportamento più sostenibile. Infatti, nelle stazioni i rifiuti sono raccolti con una maggiore garanzia di qualità, a tutto beneficio dell’ ambiente e della collettività.
Vantaggioso è anche l’aspetto economico in quanto il progetto ha le stesse modalità già previste per i cittadini che, andando alle stazioni ecologiche, possono ottenere uno sconto sulla Tari, sconto che viene duplicato a favore delle scuole partecipanti.
Come funziona Riciclandino?
Ad ogni studente è consegnata una tessera Riciclandino, riportante un codice a barre specifico per ogni scuola. Tutte le famiglie residenti nel comune di Ferrara potranno recarsi presso una delle tre stazioni ecologiche di Hera ed esibire, oltre alla tessera sanitaria o una vecchia bolletta Tari anche la tessera Riciclandino. I quantitativi di rifiuti così conferiti, oltre a determinare sconti per la famiglia, contribuiranno a definire l’ incentivo per la scuola.
Inoltre, gli alunni e le loro famiglie che maggiormente conferiranno rifiuti alla stazione ecologica otterranno per la loro scuola un premio economico aggiuntivo.
‘Educare le nuove generazioni ed avvicinare le famiglie all’ utilizzo delle stazioni ecologiche è fondamentale – dichiara Andrea Bazzi Responsabile Centri di Raccolta di Hera. – I centri di raccolta oltre ad integrare le raccolte territoriali rappresentano, infatti, un ottimo strumento a disposizione dei cittadini per effettuare una raccolta differenziata di qualità. Sono lo strumento che meglio consente di ridurre gli impatti della raccolta e di avviare al recupero o al corretto smaltimento la maggior quantità di rifiuti. Riciclandino che vede le scuole protagoniste, punta a far comprendere come piccole azioni quotidiane, frutto dell’impegno responsabile di tanti, possono portare a grandi risultati in grado di preservare l’ambiente e di trasformare, ove è possibile, i rifiuti in risorse’.
‘Siamo molto soddisfatti di aver contribuito allo sviluppo del progetto Riciclandino, finalizzato a migliorare l’ ambiente attraverso un percorso educativo’ dichiara Roberto Cassoli, componente di HeraLAB di Ferrara. ‘Riciclandino è un progetto importante che ha una forte valenza di educazione alle tematiche del riciclo e della corretta gestione dei rifiuti e che ha il vantaggio di riconoscere un incentivo economico sia alle famiglie e che alle scuole partecipanti’.
HeraLAB
HeraLAB è l’ acronimo di ‘Local Local Advisory Board, consiglio consultivo locale, ma è anche l’ abbreviazione di laboratorio per il territorio. È un organismo che coinvolge gli stakeholder locali, attivo in Emilia Romagna, in ognuna delle aree gestite da Hera. La sua finalità è l’ascolto dei bisogni e delle aspettative dei diversi interlocutori e l’elaborazione e la raccolta di proposte per lo sviluppo sostenibile del territorio.
I 12 componenti di HeraLAB Ferrara Sono in tutto 12 i componenti del LAB, nominati dal Consiglio d’ Amministrazione Hera in rappresentanza di diverse categorie di portatori d’interesse locali.
Per l’ ambito ‘Ambiente e generazioni future’ sono stati coinvolti Mario Sunseri (libero professionista, consulente ambientale nei settori rifiuti e bonifiche), Alberto Poggi (Insegnante di fisica e matematica presso il Liceo Ariosto di Ferrara) e Simonetta Bidese (Presidente del RAB di Ferrara); per l’ ambito ‘Comunità locale’ Brunella Bianchi (insegnante presso l’ITC Pacle ‘V. Bachelet’ di Ferrara), Luca Marchetti (presidente nazionale della Lega Disabili) e Gianni Buzzoni (Ex dirigente di azienda cooperativa); per l’ ambito ‘Clienti’ Roberto Zapparoli (Presidente Federconsumatori sezione di Ferrara) e Giampaolo Lambertini (responsabile Dipartimento Economico CNA Ferrara); per l’ ambito ‘Pubblica amministrazione’ Roberto Cassoli (Consigliere Azienda Servizi alla Persona dei Comuni di Ferrara, Masi Torello e Voghiera) e Roberta Ziosi (presidente della Fondazione del Teatro Comunale di Ferrara); per l’ ambito ‘Fornitori’ Claudio Mingozzi (Dirigente di una grande società multinazionale) e Chiara Bertelli (responsabile Ufficio Promozione Legacoop Ferrara).

Solidali a Capodanno… solidali tutto l’anno?

Ecco che si avvicina uno dei momenti più attesi dell’anno, non solo dai bambini, ma anche da qualche adulto particolarmente sensibile alla magia di questo periodo. Ebbene sì, il Natale è alle porte e anche quest’anno la città di Ferrara si sta preparando al meglio per accogliere i numerosi turisti e per esaudire i desideri e le aspettative della comunità.
“A Natale si è tutti più buoni” dicono… e se nell’intento è riuscito pure Scrooge (protagonista del celebre romanzo di Dickens “A Christmas Carol”) Ferrara non vuole certamente essere da meno! Per questo si mette in gioco con nuove proposte che mirano alla solidarietà.
Il vecchio albero in vetro di Murano quest’anno non potrà essere presente, ma rimarrà il suo ricordo negli addobbi che riempiranno il nuovo albero. Saranno proprio questi addobbi ad esser venduti a fine manifestazione e il ricavato verrà devoluto all’Emporio Solidale “Il Mantello”.
Il countdown inizierà sabato 19 novembre con l’accensione delle luminarie che percorreranno il centro storico e le vie della città e quest’aria di festa durerà fino a domenica 8 gennaio.
A parlare delle svariate iniziative sono stati gli organizzatori Riccardo Cavicchi, Alessandro Pasetti e Mauro Spadoni alla conferenza stampa di lunedì 24 ottobre.
La città offrirà numerose iniziative. Spettacoli, concerti, cene e fontane danzanti sono solo alcune delle proposte di quest’inverno. Proposte, che verranno estese anche al quartiere Giardino.
Ricordando le trentamila persone dell’anno scorso, uno degli eventi dal quale ci si aspetta la maggior affluenza sarà l’incendio del castello allo scoccare dell’anno nuovo. Lo spettacolo pirotecnico ormai consolidato da anni continuerà ad essere uno dei fiori all’occhiello della città. La festa proseguirà fino alle 3 di notte in compagnia con Dj Set.
“Anno nuovo, vita nuova” e, tra proposte d’iniziativa solidale, e festa “col botto” in piazza si saluterà questo 2016 per dare il benvenuto a un nuovo anno, carico di aspettative, speranze e… solidarietà.

LA CITTA’ DELLA CONOSCENZA
L’epoca delle competenze

Valore delle competenze o valore del tempo-lavoro? Quali sono i nuovi modelli di riferimento per la stima del capitale umano nell’epoca postindustriale?

E se cominciassimo a parlare dell’economia dei “fattori immateriali”, dell’economia dei “fattori extraeconomici”? Non c’è epoca postindustriale se di questi fattori non si inizia a ragionare seriamente.
Oggi parliamo sempre più di economia della conoscenza, di società della conoscenza, di capitale sociale e di capitale umano, cosa c’è di più extraeconomico di tutto ciò rispetto al tradizionale capitale fisico fondato sulla triade classica: terra-capitale-lavoro?
In tempi di tecnologie e di intelligenza artificiale non c’è da stupirsi del venir meno del lavoro, perché il lavoro è stato tradizionalmente, a partire dal taylorfordismo, misurato sulla variabile tempo, ed è proprio la variabile tempo che la rivoluzione tecnologica ha sconvolto, abbattendo di conseguenza la necessità del lavoro umano. La divisione del lavoro aveva alla sua base la definizione di una tempistica, per lo stesso Marx il lavoro è commisurato in base al fattore tempo.
Scomposto in fattori immateriali o extraeconomici il lavoro non è più solo l’equazione forza lavoro/tempo impiegato per utilizzarla, ma comporta “un’attitudine” e “una competenza”.
La rivoluzione delle competenze non l’abbiamo ancora compiuta, nonostante la Strategia di Lisbona del 2000 con cui l’Europa ha introdotto per i suoi cittadini le otto competenze chiave della formazione; guardiamo alle competenze con diffidenza e difendiamo una concezione del lavoro che ha fatto il suo tempo, una concezione del lavoro da archeologia industriale: orario-salario.
Pensiamo agli insegnanti, sono pagati poco, si dice, perché il tempo-lavoro a loro richiesto è ridotto rispetto alle tradizionali 36/40 ore settimanali. Altra cosa, evidentemente, considerati i titoli per accedere ai concorsi, sarebbe se gli insegnanti fossero pagati non per un lavoro concepito ad orario, ma per la necessità delle loro competenze. Cosa fa di un grande manager una persona pagata anche fino a 250 volte un operaio, se non la competenza, se non quanto vale la sua competenza sul mercato nel rapporto tra domanda e offerta.
Il concetto di competenza contro lavoro-tempo si comprende meglio ricorrendo all’esempio del medico, quando siamo malati cerchiamo sempre il medico più esperto, maggiormente riconosciuto per fama in quel campo della medicina, sostanzialmente il medico più competente, ed essendo più competente più ricercato e quindi, nella dinamica della domanda-offerta, più pagato sul mercato. Non più pagato perché lavora più ore, ma più pagato perché più competente, basti pensare al grande chirurgo.
Il rapporto lavoro-tempo-salario risale agli albori della rivoluzione industriale e alle lotte per la rivendicazione dei diritti dei lavoratori, lavoratori con profili professionali molto bassi che dovevano essere tutelati dallo sfruttamento dei padroni. Nel post industriale tutto questo scompare, i lavori dai profili bassi e che richiedono tempo sono eseguiti dalle macchine o a carico delle nuove tecnologie, ciò che è sempre più richiesto è il capitale umano come risorsa di competenze, come patrimonio di conoscenza, come capacità di risolvere i problemi, come spirito di iniziativa e creatività.
Ecco che entrano in campo i fattori extraeconomici, immateriali che costituiscono le risorse dell’economia della conoscenza e della società della conoscenza: le competenze dell’uomo che lavora. La variabile tempo diviene marginale, tanto più se si può lavorare a distanza con il telelavoro, tanto più se una competenza sempre più elevata può ridurre sia i tempi di produzione che il tempo necessario al lavoro, liberando più occasioni di tempo libero da dedicare se mai ad accrescere le proprie competenze.
In un’economia in crisi divengono centrali i fattori immateriali ed extraeconomici costituiti dalle competenze. Le conoscenze in termini teoretici e pratici non sono più sufficienti, occorre essere in grado di affrontare dei compiti, essere capaci cioè di “selezionare” in relazione al compito da eseguire le conoscenze a questo funzionali.
Il modello delle competenze è un modello di formazione di “carattere applicativo” non di “carattere ripetitivo”, ancora prevalente nelle nostre scuole, estremamente importante in un mondo in cui le risorse disponibili su cui investire per il futuro sono quelle immateriali.

L’assessora Ferri: “Rivoluzione verde a Ferrara”
Cassonetti con la tessera: come funzionano e chi ci guadagna

Dopo tante parole, proclami, materiale informativo e punti d’ascolto aperti ad hoc, ecco che, dal novembre, si passa ai fatti: a Pontelagoscuro, scelta come zona pilota per il comune di Ferrara, prende il via il progetto di riorganizzazione del sistema della raccolta dei rifiuti, che prevede l’introduzione, per la raccolta dell’indifferenziata, di nuovi cassonetti dotati di sistema a calotta che permetteranno l’introduzione di un solo sacco di rifiuti della capienza di 20 litri. La calotta potrà essere aperta solo con la Carta Smeraldo, una tessera magnetica che verrà distribuita (due per famiglia) ad ogni intestatario di una utenza Tari. Lo stesso sistema verrà previsto anche per i contenitori stradali destinati alle potature e alle ramaglie, mentre i contenitori destinati ai rifiuti organici verranno dotati di una nuova apertura ad oblò che permetterà l’introduzione di piccoli sacchetti della capacità di 10 litri.
Di questa che si preannuncia come una vera “rivoluzione verde”, ne abbiamo parlato con l’assessora all’ambiente Caterina Ferri.

ferri

Ci può spiegare meglio come e perché si è deciso di riorganizzare la raccolta differenziata dei rifiuti a Ferrara?
Nel luglio del 2014, con l’insediamento dell’attuale amministrazione comunale, è stata votata, all’unanimità, una risoluzione che impegnava la Giunta ad adottare, come sistema di calcolo per la tassazione dei rifiuti, la tariffa puntuale. In pratica essa si basa sul principio che “chi più differenzia meno paga”. E’ stato quindi attivato un percorso in collaborazione con l’Atersir e, dopo uno studio di fattibilità, si è individuato nel sistema cosiddetto “misto” il sistema più adatto per la nostra realtà. Questo sistema prevede l’introduzione dei cassonetti con calotta per l’indifferenziata e le potature e ramaglie, attivabile solo con una tessera magnetica, e il mantenimento delle isole ecologiche, e del ritiro porta a porta, per i restanti rifiuti. Dopo una prima fase di sperimentazione a Pontelagoscuro, entro il 2017, il sistema verrà esteso a tutta la città di Ferrara, mantenendo inalterate le tariffe della Tari. Successivamente, nel 2018, con i dati raccolti nell’anno precedente, potremmo finalmente introdurre il sistema di tariffazione puntuale.

Ci si è basati sull’osservazione ed esempio di altre città italiane o Ferrara è la prima città ad adottare questo tipo di tariffazione?
So di altre città che hanno adottato i cassonetti con la calotta: Bologna in due suoi quartieri, Rimini, Castel Franco Emilia e Soliera. Quest’ultima ha adottato un sistema di svuotamento dell’indifferenziata molto rigoroso, che permette solo un certo numero di svuotamenti all’anno calcolato a seconda dei componenti del nucleo familiare. Non ho però notizia che il sistema di tariffa puntuale, che realmente incide sul calcolo delle tariffe dovute per lo smaltimento dei rifiuti, sia stata adottata prima.

Come pensa verrà accolto il nuovo sistema di raccolta dai cittadini?
Credo che il problema dell’abusivismo sia il primo della lista. E’ stato creato un gruppo di vigilanza e controllo ad hoc, proprio per arginare questo fenomeno che, fin dall’introduzione del sistema di raccolta differenziata, si è manifestato nella nostra città. Ne fa parte la Polizia Municipale che collabora con le Guardie Ecologiche Volontarie. Per esempio, in passato siamo intervenuti in via Finati, una zona industriale dove venivano abbandonati rifiuti da cantiere. Abbiamo poi il problema della migrazione dei rifiuti: persone che dal Veneto o dalla provincia, per non differenziare, porta i sacchi da buttare nei cassonetti dell’indifferenziata a Ferrara. Sicuramente adotteremo tutte le misure del caso: più ronde ispettive, più videosorveglianza. Potremmo capire di più dell’entità del problema solo dopo aver visto i primi risultati a Pontelagoscuro.

In che modo verrà condotta la campagna informativa per la cittadinanza?
Sull’esempio di quanto successo a Pontelagoscuro, verranno indette assemblee cittadine e attivati punti d’ascolto per i cittadini. Si pensa ad una campagna stradale di denuncia dell’abusivismo e ad una pagina dedicata nel sito del comune contenente le risposte alle domande più frequenti. Punteremo molto anche sui social.

In cosa consiste la Carta Smeraldo?
Si tratta di una tessera magnetica che verrà distribuita a tutti gli intestatari di una utenza Tari. Le tessere saranno due per nucleo famigliare. Si tratta di introdurre, nell’apposito spazio del cassonetto, la tessera magnetica che attiverà la calotta del cassonetto facendola aprire. Dopo di che, azionando una semplice leva si introdurranno i rifiuti nell’apertura. I cittadini riceveranno una prima lettera, a firma del sindaco, che riassumerà il contenuto del nuovo metodo di raccolta. Dopo di che si riceverà una seconda lettera che conterrà l’invito a recarsi allo sportello preposto per il ritiro della tessera. A Pontelagoscuro abbiamo aperto degli sportelli appositi di HERA e del Comune di Ferrara, di modo che i cittadini che avevano una problematica relativa all’utenza potevano risolverla contestualmente al ritiro della tessera magnetica. Presso lo sportello poi sono previsti dei tutor che daranno delle dimostrazioni pratiche sul funzionamento dei nuovi cassonetti.

E per le aziende come si farà?
Le aziende di grosse dimensioni continueranno a differenziare i rifiuti con il sistema del porta a porta, mentre quelle più piccole, i negozi ad esempio, avranno la loro tessere intestata al titolare dell’utenza. Ovviamente ci saranno dei casi specifici che richiederanno una soluzione ad hoc: basti pensare ad una agenzia di pulizia che deve differenziare i rifiuti del cliente. Il primo indubbio vantaggio per le aziende sarà che potranno scaricare l’Iva mentre ora non lo possono fare.

Quale sarà, parlando in concreto, il risparmio per una famiglia media adottando la tariffa puntuale?
La tariffa puntuale è una leva che agisce sulla tariffa completa. Questa è formata da due parti: una parte fissa che comprende i costi del servizio di smaltimento dei rifiuti e una parte variabile. Su quest’ultima si può agire in modo da premiare i virtuosi. Bisogna decidere come farlo: si vuole cercare di adottare un sistema che, pur premiando chi differenzia al meglio i propri rifiuti, non vada però a “punire” troppo chi è meno virtuoso. Di certo lo scopo ultimo del Comune è quello di adempiere gli obblighi di legge che prevede che, entro il 2020, la raccolta differenziata deve attestarsi sul 70%. Noi siamo ancora lontani, con una percentuale di circa il 55%.

Parlando francamente, cosa ne ricava il Comune alla raccolta differenziata dei rifiuti?
Esistono dei consorzi che pagano i rifiuti differenziati al Comune. Aumentare la raccolta differenziata significa aumentare i guadagni che verranno utilizzati per abbassare i costi dello smaltimento dei rifiuti e delle tasse richieste ai cittadini. Un vero assessore del verde direbbe che il solo scopo dovrebbe essere incentivare una coscienza ecologista nei cittadini. Io sono più pragmatica e dico che, oltre ad una educazione “verde” indispensabile oggigiorno, possiamo puntare all’obiettivo di ridurre i costi di smaltimento per i cittadini. Mi sembra fondamentale.

 

Itinerari d’ arte: dipinti e disegni dal XIV al XIX secolo

Da: Organizzatori

È con la consueta passione e consolidata esperienza di trent’anni di attività che la Galleria d’Arte Fondantico di Tiziana Sassoli organizza nella storica e nobile sede di Casa Pepoli Bentivoglio (Via de’ Pepoli 6/E, Bologna) il ventiquattresimo ‘Incontro con la pittura’, intitolato ‘Itinerari d’ arte. Dipinti dal XIV al XIX secolo’.
In questa nuova mostra autunnale saranno esposti circa quaranta opere realizzate da importanti maestri italiani e in particolare emiliani, attivi dal Trecento all’ Ottocento.
Ad aprire la rassegna sono un prezioso trittico del bolognese Simone dei Crocifissi, tra i più dotati allievi di Vitale da Bologna, e una Madonna dell’ umiltà del ferrarese Antonio Orsini, protagonista del tardogotico a Ferrara; mentre per il XVI secolo si segnalano due tavole con il Matrimonio mistico di Santa Caterina di Girolamo Marchesi da Cotignola e di Giovanni Battista Ramenghi detto il Bagnacavallo Junior, protagonisti del raffaellismo bolognese, e ancora un piccolo dipinto su rame, smagliante e di minuta grafia, di Francesco Cavazzoni, raffigurante il tenero abbraccio tra Gesù e il cugino Giovannino. Ben rappresentati sono i due caposcuola del Seicento felsineo: Guido Reni, con un’ intensa Lucrezia, e il Guercino, con un commovente San Giuseppe col Bambino. Si tratta in questo caso di dipinti già ben noti agli studi, così come il Genio delle Arti, un capolavoro del ferrarese Carlo Bononi. Nella seconda metà del Seicento si colloca l’ attività di Domenico Maria Canuti, tra i più significativi esponenti del barocco nel campo della pittura ad affresco, del quale si presentano in questa occasione due rari quadri ‘da stanza’ (lo Sposalizio mistico di Santa Caterina e due angeli e la Madonna con il Bambino e San Giovannino), caratterizzati da atmosfere raccolte e da una condotta pittorica esuberante di esplicito rimando carraccesco, nonché di Lorenzo Pasinelli, cui si deve una meditabonda giovinetta inturbantata simboleggiante la Geometria. Alfiere del classicismo bolognese di fine secolo è Carlo Cignani, autore di due quadri: una raffinata Madonna con il Bambino su rame, definita da un irreprensibile disegno e forme piene e luminose, e un’altra Madonna con il Bambino su tela.
Allievo di Canuti e di Cignani fu Giuseppe Maria Crespi, certo il più autorevole artista bolognese della prima metà del Settecento, presente in mostra con un San Giovanni Evangelista a Patmos di forte immediatezza pittorica e cromatica. Alle grazie di Cignani e del suo allievo Franceschini fu poi sensibile il modenese Francesco Stringa, a lungo operoso per la corte Estense e qui rappresentato da un grande ovale da soffitto con la dea Flora tra le nuvole e circondata da putti. Alla base della svolta della pittura settecentesca bolognese in chiave rococò si pone Giovanni Gioseffo Dal Sole, autore di un piccolo ovale raffigurante la Sacra famiglia, di sorvegliata raffinatezza formale. All’ esempio di Dal Sole si rifanno il veronese Felice Torelli e il correggese Girolamo Donnini, in questa occasione intenti entrambi a misurarsi col soggetto tassiano di Erminia e il pastore, nonché il brillante Giuseppe Varotti, autore di un estroso Ritorno di Jefte. Ancora a un celebre episodio della Gerusalemme liberata deferisce il bellissimo Ritrovamento di Tancredi ferito da parte di Erminia di Ercole Graziani, da annoverare tra i suoi capolavori nel campo della pittura ‘da stanza’; mentre ben tre dipinti di diversa destinazione illustrano le doti del prolifico Giuseppe Marchesi, tra i pittori di fiducia del cardinale Prospero Lambertini. Se non poteva infine mancare un saggio di Gaetano Gandolfi, autore di uno squisito bozzetto con La Madonna con il Bambino e San Michele Arcangelo, alcune opere del suo allievo Giuseppe Santi e un formidabile nucleo di grandi disegni a penna di Felice Giani – uno dei quali con un tempietto dedicato ‘al divino Canova’ – introducono al gusto neoclassico imperante in Europa tra Sette e Ottocento. Un grande Ritratto di dama con un copricapo alla turca chiude la serie dei dipinti ‘di figura’ nel nome di Giuseppe Molteni, un artista in grado di competere a Milano con Francesco Hayez e dunque di illustrare al meglio la grande stagione della pittura romantica. Fondantico di Tiziana Sassoli
Via de’ Pepoli 6/E 40125 Bologna
Tel e fax 051 265980
www.fondantico.it email: info@fondantico.it
Ma in mostra sono presenti poi anche dipinti appartenenti ai nuovi ‘generi’ che si affermano a partire dal XVII secolo. La natura morta è illustrata da un singolare péndant già appartenuto alla famiglia Theodoli, in cui a un capolavoro del genovese Giovanni Benedetto Castiglione detto il Grechetto si affianca un quadro di soggetto e dimensioni affini di un artista bolognese la cui attività precede e in parte accompagna quella di Candido Vitali e che, in attesa di scoprirne le generalità (si tratta forse di un esponente della famiglia dei Monticelli, specialisti in paesaggi e nature morte), è noto agli studiosi come ‘Pseudo-Vitali’: è da pensare che, dopo aver acquistato a Genova il quadro del Grechetto, un collezionista bolognese abbia chiesto all’ anonimo pittore un quadro da abbinargli sulle pareti della sua dimora. Al genere del paesaggio appartiene invece la grande Veduta montana con contadini e armenti, opera del bellunese, ma naturalizzato veneziano, Marco Ricci, che per le figure, rapidamente schizzate, si avvalse, come di consueto, dell’aiuto del fratello Sebastiano.
Giunto al suo ventiquattresimo appuntamento, questo ‘Incontro con la pittura’ della Galleria d’ Arte Fondantico si rivelerà come sempre un’ importante occasione per far conoscere al pubblico dipinti di notevole interesse scientifico, capaci di affascinare non solo gli studiosi e i collezionisti, ma anche i tanti appassionati di pittura antica. Come nelle edizioni precedenti, anche in questa saranno presenti capolavori inediti e di grande interesse, accanto ad altri già pubblicati da autorevoli studiosi e talvolta esposti in mostre italiane e internazionali. Lo studio delle opere nel catalogo è curato con il consueto rigore scientifico dal professor Daniele Benati dell’ Università di Bologna, che coordina il lavoro di un nutrito gruppo di specialisti.
Inaugurazione: sabato 4 novembre 2016 ore 17.00
Orari dal lunedì al sabato: 10.00-13.00/16.00- 19.00

Si amplia ‘Aesthe Medica’, una nuova convenzione per i soci Ascom Confcommercio

Da: Organizzatori

Un team di professionisti interdisciplinari con un focus preciso: la salute del paziente. Stiamo parlando del nuovo poliambulatorio privato Aesthe Medica (via Polonia angolo via Campana, a Ferrara), coordinato da Laura Mazzotta.
Una decina i medici coinvolti nel progetto: dal chirurgo estetica a quello generale, dall’ortopedico al fisioterapista, dal logopedista allo specialista per i trattamenti estetici e dietetici. ‘Siamo sempre più convinti – spiega la dr.ssa Mazzotta – che l’approccio ai tema della salute debba vedere coinvolte figure interdisciplinari per un contatto che consideri il paziente nella sua interezza, come persona. Abbiamo realizzato con Ascom una specifica convenzione che permetta una scontistica del 15% sulle prestazioni effettuate per i soci ed i loro familiari’.
La struttura poliambulatoriale, si è recentemente ampliata ed è motivo di doppia soddisfazione per Ascom Confcommercio Ferrara: ‘Da un lato – commenta il direttore generale Davide Urban – è la dimostrazione che è possibile con competenza e passione fare il lavoro dell’ imprenditore; dall’altro si rafforzano ulteriormente le nostre convenzioni che coprono con completezza il mondo del commercio, dei servizi e della consulenza professionale. Mettiamo così a disposizione dei nostri soci oltre un centinaio di concrete opportunità sull’ intero territorio provinciale con scontistiche dedicate in un vero e proprio circolo virtuoso’.

Presentato il Flag denominato Ifepa Eusair

Da: Organizzatori

Presentato il Flag denominato Ifepa Eusair
Obiettivo: realizzare un sistema diffuso della pesca nelle acque interne dell’Emilia Romagna
Alcuni degli aderenti al Flag provengono dal territorio ferrarese.

La Regione Emilia- Romagna – in attuazione del Programma operativo Feamp dell’ Unione Europea – ha recentemente indetto un bando per incentivare strategie di sviluppo locale nel settore della pesca e dell’ acquacoltura. Il bando prevede la costituzione di Associazioni Temporanee di Scopo a componente pubblico- privata (denominate Flag). A seguito di questo bando, si sono costituiti due Flag: al primo hanno aderito i principali soggetti della costa emiliano- romagnola; un secondo Flag, denominato Ifepa Eusair, punta invece a realizzare un ‘Sistema diffuso della Pesca in Emilia Romagna’ in tre aree: fiume Po, area interna della Romagna per la valorizzazione delle acque interne (fiumi e laghi delle vallate appenniniche) e Valli Adriatiche.
A quest’ ultimo Flag aderiscono complessivamente 31 soggetti (oltre a nove partner di supporto esterno), assai diversi fra loro: numerosi Comuni – diversi dei quali dell’ Appennino forlivese e cesenate – la Fondazione Alma Mater dell’ Università di Bologna, l’ Unione Regionale delle Camere di Commercio, Romagna Acque- Società delle Fonti Spa, l’ Associazione Europea delle Vie Francigene, la sezione regionale dell’ Istituto Italiano dei Castelli, il Parco Nazionale Foreste Casentinesi, Casa Artusi a Forlimpopoli, nonché diverse Associazioni di Pescatori a livello nazionale e locale delle aree interessate.
Alcuni degli aderenti al Flag provengono dal territorio ferrarese: nello specifico, il Comune di Bondeno, l’ Unione dei Pescatori Estensi di Copparo, il Consorzio dei pescatori riuniti Alto Adriatico, che ha sede a Comacchio.
Il Flag Ifepa Eusair è stato realizzato in un ottica di Macro Regione Adriatico Ionica (Eusair) implementando all’ interno del Flag altre due assemblee, vista la consistente adesione (una di partner in adesione della Regione Emilia Romagna, a cui ha aderito un partner importante come l’ Autorità di Bacino del Po ed una in adesione interregionale) al fine di costruire nella logica del primo pilastro Eusair una progettazione legata al territorio regionale, ma validata e condivisa con i partner dell’ area interregionale del Po e dell’ area Romagna Toscana.
Attuatore del Flag è il PeCoE Geie, Gruppo Europeo di Interesse Economico, presieduto da Liviana Zanetti e diretto da Gilberto Zinzani. ‘Lo scorso 20 settembre abbiamo presentato in Regione questo Flag relativo alle acque interne – hanno detto presidente e direttore durante la conferenza stampa di presentazione del Flag -. E’ particolarmente importante la presenza di partner privati, per creare un vero sistema ittico, come richiesto dall’ Unione Europea’.
‘L’ Autorità di Bacino del Po ha aderito molto volentieri a questo Flag – aggiunge Alessio Picarelli – perché riteniamo che per il Po si tratti di una iniziativa-pilota, che noi inquadriamo all’ interno di una strategia complessiva di valorizzazione, che vede nella pesca un importante strumento socio- economico di sviluppo sostenibile. Insomma, il Flag può essere una scintilla per una crescita importante’.
‘Il sistema camerale regionale si occupa di imprese e di economie dei territori – ha detto nel suo intervento il presidente regionale di Unioncamere, Alberto Zambianchi -: la nostra adesione al Flag ha un obiettivo preciso, ovvero valorizzare il sistema ittico regionale. Anche perché ci pare una delle prime volte in assoluto, per quanto riguarda le aree interne…’.
Infine, Piero Lungherini di Romagna Acque-Società delle Fonti ha sottolineato come ‘l’ Azienda abbia creduto in questo strumento fin dall’ inizio: essendo una società interamente pubblica che si occupa di acqua, non potevamo non essere partecipi di una programmazione legata alle acque interne’.

Ciicai Ravenna ha inaugurato la sede di Ferrara alla presenza del sindaco Tagliani

Da: Ciicai

Quella di sabato 22 è stata una mattinata importante per il Ciicai, lo storico consorzio ravennate nato nel 1971, che associa installatori, idraulici e lattonieri. Dopo un lavoro di ristrutturazione durato alcuni mesi, il Ciicai ha infatti inaugurato sabato, alla presenza del sindaco Tiziano Tagliani e dei rappresentanti delle associazioni di categoria, il proprio punto vendita a Ferrara, in via Gramicia 34, nella zona di via Copparo.
Una sede significativa, perché in questo stesso luogo è esistito per decenni uno storico punto vendita ben noto a chi si occupa di termoidraulica: quello che in passato era della Ise, e che poi ha cambiato ragione sociale, prima di chiudere nel 2013. La riapertura della sede permette ora agli operatori termoidraulici del territorio di avere un nuovo punto di riferimento, garantito da anni di esperienza e professionalità; e al Ciicai di Ravenna di espandere la propria presenza nel ferrarese, dopo il punto vendita già aperto ad Argenta e in attesa dell’ imminente inaugurazione di una nuova sede a San Giuseppe di Comacchio.
‘Sono sempre grato agli imprenditori che decidono di investire nel territorio ferrarese’, ha detto il sindaco Tagliani, giunto all’ inaugurazione direttamente dalla mostra sull’ Ariosto, dove si era intrattenuto con il ministro Franceschini e Jovanotti. ‘La cultura e il turismo sono importantissimi per la nostra città, ma anche l’ imprenditoria deve continuare a crescere, dopo la crisi degli anni passati: ecco perché sono molto soddisfatto di essere qui a brindare con voi’.
‘Servendo già alcune aziende nel territorio confinante alle nostre filiali – ha aggiunto Marco Rontini, presidente Ciicai Ravenna – abbiamo deciso di aprire un punto vendita anche a Ferrara con l’ ambizione di portare i servizi e nuove opportunità erogati dal Ciicai di Ravenna per le imprese di questo territorio. Altresì, con l’ auspicio di associare nuove imprese. Il tutto nel rispetto territoriale stabilito dalle regole del Gruppo Arcobaleno, al quale il Ciicai partecipa con le altre cooperative romagnole del settore della termoidraulica’.

‘Bozzetto non troppo’ al Cinema Boldini

Da: Organizzatori

Martedì 25 Ottobre ore 21.00 – ingresso 5 euro.
Al termine incontro con il regista

Arriva al Cinema Boldini, dopo gli applausi di pubblico e critica all’ ultima Mostra del Cinema di Venezia, Bozzetto non troppo, il nuovo film di Marco Bonfanti che racconta la storia, il quotidiano e il genio creativo del Maestro italiano del cinema di animazione mondiale: Bruno Bozzetto.
Autore di oltre 300 tra film e cortometraggi dal 1958 a oggi, vincitore di un Orso d’ Oro e candidato all’ Oscar, Bruno Bozzetto è considerato uno dei venti registi d’animazione più influenti di tutti i tempi. Il film di Marco Bonfanti tocca la sua carriera nel modo migliore: dai primi lavori alla supervisione attuale del suo studio; dall’ Oscar sfiorato con Cavallette del 1990 al suo cimentarsi col cinema dal vero in Sotto il ristorante cinese del 1987. Tutto questo passando per conoscenze illustri con mostri sacri dell’ animazione come Ward Kimball, Ollie Johnston, Frank Thomas (tre dei Nine Old Men disneyani) e più di recente con John Lasseter di Pixar, che fa vedere ai suoi animatori i film di Bozzetto per prendere ispirazione.
Film e personaggi memorabili e ogni volta nuovi: da West and Soda, SuperVip e MiniVip, Mister Tao, dalle fantasie di Allegro non troppo alle antropologie di Mister Otto, Europe&Italy, e dell’ alter ego universale, il Signor Rossi. Il film mette in scena una ‘favola dal vero’ che mostra il suo protagonista dentro la sua casa, in compagnia della sua famiglia, degli amici, dei suoi animali. Dentro i suoi magnifici film e cortometraggi. Dentro i suoi sogni. In una serie di interviste, inframezzate con sequenze dai suoi film, Bozzetto racconta la sua storia, i suoi pensieri, il suo modo di essere, di vedere il mondo e di lavorare.

Iniziative del 28 ottobre

Da: Istituto Gramsci Ferrara

Venerdì 28 ottobre ore 17 Biblioteca Ariostea

Per il sessantesimo della morte di Bertold Brecht, ricorderemo il grande autore di teatro con il gruppo ‘Teatro Nucleo’ della nostra città e Horacio Czertok.
‘CaroBrecht,
sei stato male interpretato come pochi. Vedi per esempio Madre Coraggio. Scrivi questo apologo in forma di tragicommedia per raccontare come, se è vero che le guerre sono create e fatte dai potenti, ma combattute dai poveracci che ci lasciano le penne, è anche vero che molto popolo reso miope dall’ avidità, si fa complice e cinghia di trasmissione. Madre Coraggio ha il coraggio di andare in guerra per fare affari, e tutto le sacrifica, persino i propri figli. Una forma molto particolare di coraggio, bisogna ammetterlo. Ma i giornalisti, e molte persone di penna, i famosi Tui che tanto odiavi, non avendoti mai letto, usano il nome dell’orribile personaggio per battezzare oneste ed eroiche madri in difficoltà, che vanno a sfidare le mafie per trovare i propri cari sequestrati, o intraprendono pericolose azioni per combattere i fornitori di droghe ai loro figli. Di quante Madri Coraggio abbiamo sentito parlare, in questo senso?
Così caro Brecht pensavi di scrivere drammi didattici per istruire le masse mentre le divertivi, perché prendessero coscienza e si liberassero dalla schiavitù del capitalismo distruggendolo e facendo la rivoluzione. Ne hai scritto pure un manuale su come dovessero essere messi in scena e recitati, e dei Modelbuch perché chiunque volesse metterli in scena, ottenuti e pagati i diritti alla tua vedova e poi a tua figlia, lo facessero senza cambiarne una sola virgola. Invece. Purtroppo.
Quei drammi e tragicommedie non hanno contribuito a fare la rivoluzione, che non ha avuto luogo.
Invece sono messi in scena per il divertimento delle classi dominanti, ma raramente arrivano alle classi dominate, le quali guardano – e sono guardate – da televisione e smartphone.’
Di questo vorremmo parlare in questo incontro, dei suoi avventurosi dribbling sfuggendo al nazismo che montava e agli americani che lo volevano controllare, e della tenerezza e dell’amore che sentiamo per questo maestro.
A cura di Istituto Gramsci di Ferrara e Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara

Dal Metropolitan di New York al cinema il Don Giovanni di Mozart diretto dal Maestro Fabio Luisi

Da: Organizzatori

Domani martedì 25 ottobre alle 20.00 dal Metropolitan di New York al cinema il Don Giovanni di Mozart diretto dal Maestro Fabio Luisi

Diretto dal Maestro Fabio Luisi, ‘Don Giovanni’ celebra il ritorno del teatro newyorchese sui grandi schermi italiani e inaugura un’ imperdibile stagione di lirica al cinema distribuita da Qmi/Stardust. In esclusiva a Ferrara alla Multisala Apollo.
Sarà il Don Giovanni di Mozart, nella messa in scena del pluripremiato regista Michael Grandage e con la direzione del maestro Fabio Luisi, ad aprire la programmazione del Metropolitan Opera House di Manhattan nelle sale italiane. Con questo imperdibile evento, dopo due anni di assenza, martedì 25 ottobre alle 20.00 il prestigioso teatro newyorchese torna al cinema con il meglio della sua stagione operistica, proiettata in near live e in alta definizione, distribuita da Qmi/Stardust nell’ ambito di Stardust Classic. (www.stardustclassic.it)
A Ferrara l’ evento sarà martedì 25 ottobre alle 20 in esclusiva alla Multisala Apollo.
Il baritono inglese Simon Keenlyside debutta nel ruolo del seduttore impenitente in questa versione del capolavoro settecentesco che debuttò a Praga nel 1787. Aiutato dall’ ingegnoso libretto di Lorenzo Da Ponte, Mozart rielaborò il mito di Don Giovanni da un punto di vista inedito e ironico, in bilico tra comico e tragico. Il pubblico segue il protagonista e il suo servitore, Leporello, in una serie di avventure che iniziano con un duello fatale, oscillano tra l’ umoristico e il sentimentale e terminano con un’ irreversibile condanna all’ inferno. Ad affiancare Keenlyside un grande cast: Paul Appleby (nel ruolo di Don Ottavio), Hibla Gerzmava (Donna Anna), Malin Byström (Donna Elvira), Serena Malfi (Zerlina), Adam Plachetka (Leporello), Matthew Rose (Masetto) e Kwangchul Youn (il Commendatore).
Con 548 spettacoli a partire dalla prima messa in scena, durante stagione teatrale 1883/1884, il Don Giovanni è senza dubbio l’opera mozartiana più rappresentata in tutta la storia del Met. Negli anni, nomi leggendari si sono avvicendati sul palco del teatro newyorchese per dirigerla, tra cui è impossibile non ricordare James Levine, Gustav Mahler, Alan Gilbert, Friz Reiner, Tullio Serafin, George Szell e Bruno Walter.
La stagione lirica 2016/2017 del Met si inserisce insieme a quella di danza del Teatro Bolshoi di Mosca nell’ ambito di Stardust Classic: sette opere e sette balletti, tra classici intramontabili e nuove sorprendenti produzioni interpretate dai grandi nomi della danza e dell’ opera, direttamente dai palcoscenici più prestigiosi del mondo allo schermo del cinema più vicino a casa.
Per l’ elenco completo dei titoli e delle sale coinvolte:
www.stardustclassic.it
Costo biglietto: 15-10 euro
Per l’ elenco completo dei titoli e delle sale coinvolte:
www.stardustclassic.it
Trailer Don Giovanni
https://www.youtube.com/watch?v=P5VXyXrIy94
Trailer Met stagione 2016/2017 al cinema
https://youtu.be/hqfQ2C9cEJs

Primo concorso internazionale online per musicisti jazz

Da: Organizzatori

Il 7 Virtual Jazz Club annuncia l’ inizio della competizione vera e propria che avrà luogo nelle 7 stanze virtuali del sito www.7virtualjazzclub.net

Dal 1 Novembre 2016 prende avvio la fase LIVE del 7 Virtual Jazz Club Contest che si svolgerà interamente su web, al sito www.7virtualjazzclub.net (Pagina Live) nelle 7 Rooms: Louis Armstrong, Billie Holiday, Charlie Parker, Ornette Coleman, Jelly Roll Morton, Django Reinhardt e Duke Ellington.
Inizia la gara vera e propria tra i 70 artisti di ogni nazionalità che hanno passato le preselezioni: la comunità web amante della musica jazz è chiamata a votare i suoi talenti preferiti.
Invitiamo la vostra redazione a partecipare alla votazione di queste esibizioni per permettere ad una nuova stella promettente del jazz di farsi conoscere sul piano internazionale e aiutarla ad accedere alla finale per contendersi i premi in palio, per un totale di 7000 Euro:
4000 euro per il primo classificato
2000 euro per il secondo classificato
1000 euro per il terzo classificato
Preselezioni
Il 7 Virtual Jazz Club è orgoglioso di comunicare che la fase di preselezione di questa prima edizione del concorso per musicisti jazz, si è conclusa. Sono pervenute video- esibizioni di ottima qualità e da ogni parte del mondo.
Jazzisti di ogni età, minorenni e veterani, studenti e professionisti, sono stati apprezzati dalla Giuria Internazionale di esperti chiamata a giudicare le loro performance. Vogliamo sottolineare che per essere il più possibile trasparenti abbiamo assegnato ad ogni giudice delle video- performance di artisti che non provenivano dalla loro stessa area geografica.
Valerio Pappi, Art Director del 7 Virtual Jazz Club dice: ‘Superata la diffidenza iniziale, si sono iscritti al Contest numerosi jazzisti provenienti davvero da ogni parte del mondo, tra i quali alcuni professionisti già riconosciuti nel panorama internazionale. Ogni partecipante è entrato nello spirito con cui abbiamo desiderato questa competizione: accettare la sfida di mettersi a confronto con colleghi di altre culture musicali e far emergere nuovi talenti.’
Walter Kolosky, giudice della prima edizione del 7 Virtual Jazz Club Contest, critico musicale Statunitense conosciuto soprattutto per il suo libro sulla leggendaria jazz/rock Band Mahavishnu Orchestra: ‘Power, Passion and Beauty’ dice: ‘E’ stato un vero piacere constatare che questo concorso ha mantenuto la sua promessa di globalità: i video che ho valutato provenivano veramente dagli angoli più disparati del mondo. Dilettanti e professionisti, giovanissimi e veterani, hanno dato il loro meglio in linea con lo spirito dell’improvvisazione jazzistica. Il jazz è vita!’
Sicuri di avere la vostra solidarietà nel contribuire alla diffusione del buon jazz vi diamo appuntamento dal 1 novembre 2016 su: www.7virtualjazzclub.net/live.html
Contatti
Website
www.7virtualjazzclub.net
Communications Department (London)
info@7virtualjazzclub.net
Press Department (Italy)
contest@7virtualjazzclub.net
Media
• Facebook: www.facebook.com/7VirtualJazzClub
• Twitter: @7JazzClub
• Instagram: 7virtualjazzclub
• Canale You Tube: 7virtualjazzclub

Festival Internazionale: gli studenti dell’ istituto tecnico di Portomaggiore riflettono sulla libertà di stampa

Da: Istituto di Istruzione Superiore di Argenta

Una giornata con due noti giornalisti egiziani

Il 1 Ottobre 2016 si è tenuta un’intervista alla giornalista egiziana, Lina Attalah e ad Hossam Bahgat un collaboratore reporter da sempre difensore dei diritti umani violati.
Hossam Bahgat, il 30 settembre 2016 si sarebbe dovuto recare a Ferrara a ritirare il premio giornalistico ‘Anna Politkovskaja’, ma non si è potuto presentare di persona, quindi ha rilasciato la sua intervista attraverso un collegamento via Skype. Dall’ Egitto Hossam ha potuto raccontarci della sua libertà vigilata impostagli ingiustamente dalle autorità egiziane per aver pubblicato un articolo sul sito web ‘Mada Masr’ che queste ultime hanno ritenuto contenesse informazioni false, volte a disturbare la situazione del Paese.
Attualmente è quasi una routine che la gente in Egitto venga arrestata e sottoposta a condizioni inaccettabili come la tortura: il caso Regeni ne è la testimonianza concreta.
Dalle parole di Hossam Bahgat apprendiamo che in passato c’ era maggior libertà di espressione in Egitto, ma con l’ avvento di Al Sisi tutti i media che avevano tendenza accusatoria verso il suo modo di governare, sono stati reclusi. Ora, invece, è presente un monopolio d’ informazioni che fa sì che gli egiziani siano all’ oscuro del modo in cui agisce il nuovo regime, cioè punendo chiunque si scontri con le sue ideologie.
Lina Attalah, creatrice di questo festival ‘del sapere’, ha fondato nel 2013 il sito informativo Mada Masr con molti altri giornalisti multinazionali per poter far conoscere al mondo la realtà del popolo egiziano.
Inizialmente questo loro lavoro è stato accettato con molto entusiasmo perché c’era bisogno di qualcuno che facesse ‘rumore’ rivelando verità nascoste sull’ attuale regime, in seguito però iniziarono campagne televisive che miravano a danneggiare Lina e i suoi colleghi dicendo che erano cospiratori pagati dall’ estero per minacciare la stabilità del Paese.
L’ Italia in Egitto viene vista come un Paese con grandi opportunità per migliorare la propria qualità di vita, ma dopo il caso Regeni, i media egiziani stanno mettendo in cattiva luce il nostro paese, a causa del nostro accanimento verso la corruzione delle istituzioni egiziane.

Orchestra Città di Ferrara

Da: Gli Amici della Musica Uncalm

Sala del Ridotto del Comunale Abbado col tutto esaurito per ‘Viva la musica viva’
Musica, recitazionea, danza e fotografia un tutt’uno

Si è conclusa domenica 23 ottobre u.s. la rassegna ‘Viva la musica viva’ organizzata dall’Orchestra Città di Ferrara e dall’ Associazione Bal’danza in collaborazione con il Teatro Comunale Abbado.
La rassegna ha visto e l’ esaurito ogni volta durante i suoi tre appuntamenti musicali, l’ultimo dei quali, svoltosi nel Ridotto del teatro, era affidato al trio composto da Giovanni Polo (clarinetto), Fiorenza Barutti (viola) e Debora Villani (pianoforte), ensemble presentatosi al pubblico come formazione cameristica costituita dai solisti dell’orchestra ferrarese.
Il sottotitolo del concerto di domenica scorsa, ‘suonarte un quadro, danzare la parola, fotografare il suono’, ha allargato la ribalta anche alle ballerine classiche Emilia Sintoni e Bianca Dorobat che hanno danzato un brano di Robert Schumann accompagnate dalla musica dal vivo; lo stesso brano è poi servito d’accompagnamento alla voce recitante di Pier Giorgio Borrasio, impegnato nella lettura di pagine dall’ Orlando Furioso di Ludovico Ariosto.
Le riprese fototrafiche dell’ esecuzione, della danza e della recitazione erano affidate a Gianfranco Ganzaroli, a pieno titolo partecipe della performance complessiva (gli scatti ripresi durante il concerto sono stati immediatamente proiettati a fine mattina, presente tutto il pubblico).
Ogni brano musicale del programma veniva introdotto criticamente da Romano Valentini, direttore artistico di Bal’danza, che ha messo in evidenza come la formula di ‘Viva la musica viva’ abbia lo scopo di suonare un quadro, danzare la parola e fotografare il suono affinché la musica diventi il collante di un insieme multidisciplinare possibile fra le diverse arti.
Molto bravi i solisti dell’Orchestra Città di Ferrara, che hanno mostrato ottimo amalgama e grande intesa eseguendo il Kegelstatt Trio K498 di Wolfgang Amadeus Mozart, il terzo movimento (danzato) del Marchenherzalungen op.132 di Scumann, e due Studi dall’op.83 di Max Bruch.
Pubblico molto soddisfatto e appalusi calorosi con concessione di bis: ancora Schumann, per la danza – stavolta improvvisata – della Sintoni e della Dorobat.

Inaugurazione della mostra di disegni e sculture ‘Franco Guberti e l’ amico Annibale Zucchini’

Da: Organizzatori

Domenica 6 novembre alle ore 17 inaugurazione della mostra di disegni e sculture ‘Franco Guberti e l’ amico Annibale Zucchini’ presso la Pinacoteca civica di Bondeno.
Franco Guberti è stato il primo artista italiano ad andare a Parigi subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, diventando successivamente un punto di riferimento per gli artisti ferraresi e italiani che si recavano nella capitale francese.

Alpi- Horvatin. La verità bruciata

un’eternità
di pena
per Hassan
cancellata
dalla gomma
dell’errore…
così le vite
rapite
ridate
le loro due
ancora stuprate…
mai sapranno
i loro cari
chi spense
Ilaria Alpi
e Miran Hrovatin?
Mai sapremo
chi li freddò?
La verità
è stata bruciata
dalle fiamme
dolose
di tetri veleni

ROBERTO DALL’OLIO 24 OTTOBRE 2016

Impara l’arte… Ferrara Off riparte!!

di Chiara Argelli

Si apre un nuovo capitolo, anzi un nuovo sipario per Ferrara Off, l’organizzazione che da qualche anno a questa parte riesce a fondere teatro e cultura coinvolgendo grandi e piccoli con le sue iniziative.
Questo spazio, che ha trovato sede in Corso Alfonso I d’Este, cerca ogni anno collaborazioni nuove e workshop creativi da proporre alla comunità.
Infatti, riapre la stagione con l’iniziativa “Fuori dai coppi” presentata nella conferenza stampa di Giovedì 20 Ottobre tenutasi proprio nella sede di Ferrara Off. Introdotta da Monica Pavani, responsabile delle attività culturali e delle relazioni esterne, la conferenza ha visto anche la partecipazione di responsabili della programmazione come Marco Sgarbi, e ballerine professioniste quali Astrid Boons e Maria Chiara Mezzadri. Ogni responsabile e portavoce ha esposto le proprie proposte di incontri e workshop, che si terranno a partire da questo mese, svelando l’arte in tutte le sue sfaccettature, dalla danza al teatro, dalla pittura al cinema.
Si parte sabato 29 Ottobre e sabato 17 Dicembre con l’appuntamento “3 regine, 2 re, 1 trono” uno spettacolo prodotto da Ferrara Off per far ridere i più piccini e far riflettere i più grandi, adatto dunque ad un pubblico di qualsiasi età. Interpretato da 5 ragazzi, sarà anche un interessante modo per avvicinare i bambini al mondo del teatro.
Da domenica 30 Ottobre, per 4 settimane, vi saranno le proiezioni dei film “La donna che canta” di Denis Villeneuve, “Il giardino dei limoni” di Eran Riklis, “Private” di Saverio Costanzo e “Omar” di Hany Abu-Assad. Questo ciclo di incontri chiamato “Domeniche d’autunno” continuerà con altri tre appuntamenti, ognuno incentrato sulle opere di un grande artista italiano, Mantegna, Raffaello e Tiziano. Questi eventi saranno condotti da Giacomo Cossio.
Lunedì 31 Ottobre al Teatro Boldini verrà messo in mostra la rappresentazione teatrale del film “Rocky horror picture show” in collaborazione con Circo Massimo.
Sabato 5 e 19 Novembre sarà “Molly Bloom” la protagonista. Si tratta della riduzione del celebre monologo finale dell’ “Ulisse” di Joyce, interpretato da Diana Hobel. Lo spettacolo risulterà un ottimo spunto per riflettere su delle tematiche che spesso costituiscono ancora un tabù per la nostra società.
Sabato 12 Novembre verrà messo in scena lo spettacolo “Lontano nella neve. Storie d’ amore e di resistenza” dove le testimonianze partigiane ci riporteranno indietro per rivivere, con una serie di racconti, uno dei periodi più intensi della storia italiana.
Sabato 26 Novembre vi sarà l’omaggio al capolavoro di Ludovico Ariosto con “Orlando furiosamente solo rotolando”, ideale per chi vuole rivivere battaglie, accampamenti, amori e magie dell’ epoca di Carlo Magno.
Sabato 10 Novembre doppio incontro con “piantine che salvano in mondo” un racconto teatrale, pensato per i bambini dai 7 agli 11 anni, che cerca di dare una spiegazione visiva leggermente romanzata della nascita del genere umano. A seguire “Sidera, le stelle” dove verranno recuperate storie della tradizione greca e latina per raccontare il cielo notturno e i suoi misteri.
Tutto questo, è solamente una fugace “sbirciata dietro le quinte” di ciò che Ferrara Off propone. Come spiega Marco Sgarbi “Questa realtà culturale che continua ad esercitare un ruolo importante sul nostro territorio non vuole essere solo un luogo di spettacolo ma anche di incontro e di crescita personale”. Riaprono così i corsi di danza e teatro per grandi e piccini, donne e uomini, studenti e dottori… per tutti coloro che desiderano salire sul palco e dare forma ai propri sogni.

Il bello della musica…

Concludiamo la settimana di celebrazione del Nobel a Bob Dylan con una sua famosa frase a proposito di musica e sensazioni.

“Il bello della musica è che quando ti colpisce non senti dolore.”
Bob Dylan

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la settimana…

Ciao sono Bill…

Siamo nei primi anni settanta, un giovanottone di uno e novanta, con barba e capelli lunghi, cammina quasi dondolando su un marciapiedi della periferia di New Haven. Fisico prestante ma goffo, un vaporoso cespuglio di capelli fitti e rossicci, sottobraccio un paio di libri di diritto e sulla faccia un’aria da “gigione” che lo accompagnerà per tutta la vita. Dall’altra parte della strada una ragazzotta rossina e slavata, con due occhiali scuri e spessi come due fondi di bottiglione e un’espressione da secchiona romantica, fa un cenno al suo neofidanzato: “Bill sono qui, andiamo che è tardi!
Lui attraversa la strada e le va incontro col suo sorriso da “gigione”, i due si scambiano un tenero bacetto di saluto e insieme s’incamminano verso la biblioteca della Yale University.

Noi ce li immaginiamo più attempati, i capelli brizzolati per lui e biondo miele per lei, elegantemente vestiti e attorniati da un codazzo di guardie del corpo…
Hanno fatto la storia degli anni novanta, nel bene e nel male (più bene che male direi). Lui si è preso la scena per ben otto anni (dal ’93 al 2001) e si è congedato come uno dei più amati della categoria, nonostante quel suo vizietto con le stagiste.
Ora lei vorrebbe fare altrettanto, e pare che ci possa riuscire, in fondo deve solo competere con un miliardario megalomane con tanto di gatto persiano appiccicato sulla fronte!
Peccato, se fossi di Boston voterei per lei signora Rodham… oh mi scusi, volevo dire signora Clinton!

La conquista dell’inutile: scimmie e rock’n’roll, vecchi, premi e primati.

È passata più di una settimana dalla grandissima notizia del Nobel per la letteratura a Bob Dylan.
Coi ritmi attuali non è neanche più una notizia.
Ma Bob Dylan dei ritmi – e anche dell’attualità – se ne frega da sempre.
E infatti per un sacco di motivi siamo qua a parlarne.
Bob Dylan è infatti più o meno irreperibile, anche se forse sarebbe il caso di dire che Bob Dylan continua a fare “Bob Dylan”.
Non so quanto senso possano avere “Bob Dylan” e “prima persona” nella stessa frase ma in una settimana il nostro uomo non ha commentato minimamente questa notizia che lo riguarda più o meno in prima persona.
Non ha risposto ai tipi del premio Nobel e beh, è successo: questi tipi del premio Nobel si sono stancati così tanto da rinunciare a ogni altro tentativo di contattarlo.
Schiaccia il 5, Bob!
Personalmente trovo questa cosa meravigliosa, una dylanata di quelle classiche.
E personalmente sapevo che Dylan – nonostante il Papa, gli spot ecc. – è ancora il solito vecchio bastardone.
Bastardone in senso nobile, nobile come la tradizione di dylanate a cui ci ha abituati da sempre.

Riassumo brevemente:
1.
Bob Dylan vince un premio radical chic mi pare nel 1964, una roba per i diritti civili consegnato alla presenza di gente come James Baldwin e altri personaggioni di quel calibro.
Bob Dylan ci va – si presenta mi pare coi sandali ai piedi – e ci va sbronzo.
Quindi attacca un discorso delirante che arriva a tirare in ballo addirittura il cadavere ancora caldo di JFK, poi a un certo punto se ne esce con una cosa come “io capisco quell’uomo, Lee Harvey Oswald”.
E lo capisco anch’io ma questa è un’altra storia.
Ovviamente quella volta è successo un gran casino e Dylan – uomo che all’epoca era una bandierina per tutti quei “tipi dei diritti civili” – dovette chiedere scusa ai comprensibilmente sconvoltissimi radical chic, lì, i tipi dei diritti civili.
2.
Bob Dylan si presenta al Newport Folk Festival vestito di pelle con la Strato al collo e una band elettrica, la Paul Butterfield Blues Band.
Ovviamente succede di nuovo un bordello e questa cosa è passata alla storia come “la madre di tutte le dylanate”, con annessa leggenda che coinvolge Pete Seeger, un’accetta, i cavi della corrente, i “buuuuuuuu!” di tutti i puristi folkettari che lo accusano di tradimento, Dylan che torna sul palco con la chitarra acustica e suona “It’s All Over Now, Baby Blue” con dei lacrimoni che gli solcano le guance proprio come succede in tutti quei cartoni giapponesi.

Ma non finisce qui.
3.
Qualche tempo dopo, a Manchester, nel 1966, Bob Dylan suona il concerto che diventerà il suo “Bootleg Series Vol. 4”.
Il posto è quello in cui 10 anni dopo passeranno – ma dalla sala al piano inferiore – i Sex Pistols per quel celebre concerto davanti ai celebri 15 stronzi che pogano da soli.
15 stronzi che poi, folgorati, combineranno tante cose nella vita: Joy Division, Fall, Smiths, la Factory Records e (dio, che schifo!) i Simply Red.
Scusate per queste parentesi ma non sono a caso.
Perché quel concerto di Dylan a Manchester, forse più di quello di Newport, è quello che consegna all’eternità il “Dylan punk prima del punk”.
Ma mica perché l’altra volta si è messo a piangere, sia chiaro.
I punk piangono, dio solo sa quanto piangono, e anche Dylan lo sa.
Lo sa benissimo e infatti, nel frattempo, Bob Dylan si è trasformato in un dito medio ambulante ma elegantissimo, con i suoi bei pantaloni di velluto, i beatle boots, le camicine, i Ray-Ban e la pettinata riccia là sopra in cima a questo nanerottolo che ormai è appunto un gran dito medio antropomorfo.
Una specie di albero di Natale in negativo firmato dal Grinch, a cui tra l’altro Dylan somiglia anche un bel po’.
Un dito medio che – proprio come il punk rock – superficialmente sembra rivolto a tutto e tutti con superficialità, anche se per come la vedo io non è esattamente così.
Questo dito medio è un dito medio rivolto alla bassezza, alla pigrizia e alla passività della razza umana.
Insomma, la stessa cosa che sarebbe successa 10 anni dopo, quando Johnny Rotten scrisse Anarchy in the UK perché – parole sue – “se scrivi un pezzo come Anarchy in the UK non odi gli inglesi, li ami e gli vuoi tirare un bel calcione nel culetto.
Parole sante.
Ma questa è un’altra storia.

Comunque per tutto quel tour Bobbo fa due set, uno acustico e uno elettrico con gli Hawks come band, ovvero la band che diventerà The Band.
Quell’album io l’ho consumato, e devo dire che è uno dei miei album preferiti di Bobbo e non solo.
Il set acustico è suonato da dio, una roba che rende davvero bene l’idea della gigantezza di Dylan come musicista.
Perché ok, Dylan e i testi blah blah blah, lo sappiamo tutti.
Ma Dylan è prima di tutto un musicista, non è uno di quei tipi con la chitarrina tenuta lì sulla gamba solo per giustificare delle verbosità inutili.
Quindi Bobbo fa il suo set acustico suonando da dio ma biascicando e sputacchiando i suoi pezzi, fatto come il copertone che ha davanti in quella celebre foto del 1963.
È una registrazione in cui il silenzio della sala entra ed esce dall’armonica e dalla buca della chitarra in un modo che certi professorini come John Cage e boh, Brian Eno si sognano e si sogneranno per sempre, alla faccia dell’ambient, della musique d’ameublement, del foie gras, della baguette e anche del pamplemousse.
Perché questo è Bob Dylan nella sua fase più rock’n’roll e quando il rock’n’roll si mette d’impegno, mutante o non mutante, tutto il resto rimane, com’è giusto che sia, letteralmente in mutande.
Poi pausa, arriva il secondo set, e il secondo set è praticamente una roba garage rock quasi alla Nuggets.
Troppo garage rock e infatti proprio prima di “Like a Rolling Stone” succede di nuovo.
Uno del pubblico urla “JUDAS!” e tutto questo è immortalato per l’eternità.
Non so come si possa sentire quel cretino che urlò “JUDAS!” ma probabilmente se è ancora vivo si sentirà come il cretino che è.
Gli faccio comunque i miei più vivi complimenti perché per come la vedo io se una cosa ti fa profondamente cagare hai tutto il tuo sacrosanto diritto di urlarlo a pieni polmoni.
Così come Dylan ha avuto tutto il suo sacrosanto diritto di freddarlo rispondendogli “I DON’T BELIEVE YOU, YOU’RE A LIAR”.
E poi, proprio come quella cagna di Laika, decolla una “Like a Rolling Stone” che proprio come quella cagna di Laika esplode nello spazio.
Tutta questa mitologia è ampiamente documentata, sviscerata, analizzata, reperibile a tutti e ormai anche un bel po’ redditizia.
Sembra quasi studiata a tavolino, studiata anche meglio di quella roba dei Sex Pistols “studiati” anni dopo a un altro tavolino da Malcolm McLaren.
Ma questa è un’altra storia.
Ad ogni modo – a parte i prosciuttari che si ostinano a vedere Dylan come l’uomo di “Blowin’ in the wind” – direi che abbiamo capito tutti che Dylan è ancora quel Grinch imbacuccato da dito medio del 1966.
Sono cambiate solo delle cose che per me sono di poco conto come:
-ha 75 anni
-ha la petta
-ha i baffetti
-ha una voce ancora più stronza
-fa una vita, se possibile, ancora più appartata.
Ed è per questo che la sua scelta di non cagare minimamente i Sigg. vecchi bacucchi del Nobel è una cosa meravigliosa che quasi mi commuove.
È (e tre!) una cosa perfettamente coerente con un uomo che ha fatto della coerenza – quella vera, liquida come noi esseri umani fatti per una percentuale boh di acqua – una bandiera, l’unica bandiera in cui dal 1960 circa ha deciso di avvolgersi.
Senza stare a fare delle menate come Jean-Paul Sartre con quel suo “mi si nota di più se lo rifiuto o se vado là e faccio una scoreggina”.
Bob Dylan è attualmente in tour, ha scelto di vivere come prima e gli svedesi hanno smesso di rincorrerlo.
Nessuno sa se il 10 dicembre andrà dal Re di Svezia o ci manderà qualcuno vestito da Barney il dinosauro.
Figuriamoci se lo posso sapere io.
L’unica cosa che so è che questo 18 ottobre Chuck Berry ha compiuto 90 anni.
L’uomo che per primo ha fatto una scelta pesante decidendo di aggiungere della ciccia alle “parole delle canzoni”.
Se non fosse stato per quell’uomo e per quella sua scelta, molto probabilmente, in questo momento Bob Dylan sarebbe un anonimo professore di lettere in pensione se va bene, alcolizzato se va meglio, morto stecchito se va peggio.
Chuck Berry è stato il primo vero letterato in quell’universo in continua espansione che è la “musica pop” e questa cosa che magari può sembrare azzardata non la dico solo io, la dice gente ben più rispettata di me fra cui un Nobel (Dylan), un più o meno ex fattone a cui frega solo della chitarra (Keef) e un pesantone (Leonard Cohen).
Quindi ecco, mi sembrano 3 ca(ra)mpane pluralisticamente intonate, più la mia che è stonatissima, e allora buona camicia a tutti.

PS:
Giovedì scorso ho scommesso 5 €: Bob Dylan il 10 dicembre non andrà in Svezia e/o se andrà e/o manderà qualcuno e/o si deciderà a rispondere dirà qualcosa su Chuck Berry e/o gli farà spedire il Nobel come regalo per i 90 anni.
Io ci voglio credere.

Viva la Musica Viva: suonare un quadro, danzare la parola, fotografare il suono

Da: Associazione Baldanza

Terzo e ultimo appuntamento del 2016 di ‘Viva la Musica Viva’ – domenica 23 ottobre ore 11 presso il Ridotto del Teatro Comunale – il nuovo progetto a firma Bal’danza,

Fondazione Teatro Comunale e Orchestra Città di Ferrara.
‘Conversazione a tre voci’ è il titolo di questo appuntamento: tre i soggetti promotori, tre gli strumenti protagonisti (pianoforte, viola e clarinetto), tre i compositori a confronto (Mozart, Schumann e Bruch), tre i linguaggi coinvolti (musica, danza e letteratura).
Un dialogo a tutto campo, a simboleggiare la necessaria apertura della mente per cogliere tutto il bene e il bello che ci circondano e aderirvi con semplicità.
Un evento tridimensionale, dove la profondità verrà esaltata dai Solisti dell’ Orchestra Città di Ferrara, dalle danzatrici Emilia Sintoni e Bianca Dorobat, dai versi dell’ Orlando Furioso e dagli scatti di Gianfranco Ganzaroli: VivalaMusicaViva!
Ingresso euro 5.
direzioneartistica@baldanza.eu

2 Concorsi per esami per quattro posti da istruttore direttivo- tecnico in Comune

Da: Comune di Comacchio

L’ Amministrazione Comunale ha bandito due concorsi pubblici per esami, entrambi per assunzioni a tempo indeterminato – part- time (30 ore settimanali), per l’assunzione di 4 istruttori direttivi tecnici (Cat. D 1), di cui un posto con riserva, ai sensi dell’ art. 1014 del D. Lgs. 66/2010, da destinare al Settore Territorio, Sviluppo Economico e Demanio.
Altri 2 dei 4 istruttori tecnici direttivi saranno assegnati al Settore Lavori Pubblici, Patrimonio, Ambiente e Protezione Civile.
Gli interessati, in possesso dei requisiti necessari, dettagliatamente elencati nei due citati avvisi, pubblicati nella home page del sito comunale (www.comune.comacchio.fe.it), dovranno far pervenire le domande entro e non oltre le ore 24 di lunedì 21 novembre prossimo. Le modalità di presentazione delle domande e le informazioni relative alla documentazione da allegare sono consultabili sul sito comunale, dal quale è possibile scaricare contestualmente il modello da compilare, a cura dei candidati.

Storie di paura: narrazioni per bambini

Da: Comune di Tresigallo

Mercoledì 26 ottobre presso la biblioteca di Tresigallo ultimo appuntamento dell’iniziativa ‘La biblioteca in piazza’ dedicato ai bambini alle ore 17,00: ‘Piccole storie… per grandi orecchie’ storie di paura aspettando Halloween a cura di Teresa Fregola della Piccola Compagnia dell’Airone. Spettacolo per bambini a partire da 3 anni. Ingresso gratuito
Al termine merenda ‘mostruosa’ per tutti i bambini.

Scarpe: installazione di Laura Govoni. Fra i libri, sfumature di verde

Da: Eventi Ferrara

Da martedì 25 ottobre a lunedì 7 novembre
Nel giorno di San Crispino, Patrono dei calzolai nel Palazzo San Crispino
Presso la libreria Ibs+Libraccio di Ferrara

Le verdi scarpe sono, per Laura Govoni, simbolo di un cammino green.
Invitata in vari Musei e Mostre, dispone le verdi scarpe adattandole al contesto.
Assemblate diventano una maschera in : Face to face festival Internazionale della maschera e della marionetta (TO), ballano balli popolari occitani nel Museo Etnografico di Pinerolo (TO), calzano ‘i piedi di Michelangelo’ per Amaci (FE).
Le Verdi Scarpe, restano comunque portatrici di un messaggio di cammino, dove l’energia del percorso è orientata da un maggior rispetto del pianeta che ci ospita.

Cia Ferrara ed il coordinamento di Ferrara di libera: anche domani in piazza il kit Amatriciana Solidale

Da: Organizzaotori/strong>

Dopo il successo della prima giornata torna anche domani, domenica 23 in occasione di Autunno Ducale, il gustoso pacchetto di solidarietà per preparare la perfetta Amatriciana promosso da Cia Ferrara in collaborazione con il Coordinamento di Ferrara di Libera

E’ andato letteralmente a ruba il ‘Kit Amatriciana Solidale’ per sostenere le aziende agricole colpite di Lazio, Marche e Umbria colpite dal sisma promosso da Cia – Agricoltori Italiani Ferrara nel corso di Autunno Ducale. Grande interesse, dunque, per questo pacchetto gustoso che contiene tutti i tipici ingredienti per preparare la perfetta Amatriciana oltre alla ricetta originale di uno chef ‘stellato’ e grande solidarietà da parte dei cittadini ferraresi che contribuiranno così, in maniera concreta, a ripristinare le attività agricole nelle zone terremotate e a preservare le filiere agroalimentari.
L’ iniziativa – che Cia sta promuovendo a livello nazionale – a Ferrara è stata organizzata in collaborazione con il Coordinamento di Ferrara di Libera Associazioni, nomi e numeri contro le mafie e la Pro Loco di Voghiera. Una partnership che ha dato il via a una stretta collaborazione, non solo per la promozione e la distribuzione del kit ma soprattutto in ragione della forte condivisione del lavoro quotidiano per preservare la legalità in agricoltura e dare dignità ed etica al lavoro agricolo nelle zone dove questo, purtroppo, non accade.
Per chi ancora non è riuscito a prendere il ‘Kit Amatriciana Solidale’ ricordiamo che l’iniziativa continua anche domani, domenica 23 ottobre, presso lo stand Cia – Agricoltori Italiani Ferrara e quello di Libera Ferrara, sempre in Piazza Castello in occasione di Autunno Ducale.
Il kit è stato preparato in collaborazione con Cittadinanzattiva, Actionaid, Earth Day Italia, Uniceb, mentre i prodotti contenuti sono stati offerti da Libera, De Rica, Fiorucci, Siciliani, Casearia De Remigis, Alcar Uno, Ortosole

Linguaggi del teatro e dell’ attore

Da: Organizzatori

Laboratorio teatrale (Ottobre 2016 – Giugno 2017) presso il Centro Teatro Universitario di Ferrara diretto da Michalis Traitsis, regista e pedagogo teatrale di Balamòs Teatro

Riparte per il dodicesimo anno consecutivo il laboratorio teatrale che Michalis Traitsis, regista e pedagogo teatrale di Balamòs Teatro conduce presso il Centro Teatro Universitario di Ferrara. Finalità del laboratorio, oltre alla realizzazione di studi teatrali, è la ricerca dell’ espressività e della creatività personale e interpersonale attraverso i molteplici linguaggi del teatro: conoscenza del corpo e del movimento, lavoro sulla voce, respirazione, rilassamento, controllo psicofisico delle emozioni, esercizi di osservazione e di improvvisazione orientati a migliorare la possibilità di scambio e di inter- relazione sociale, comunicazione in pubblico, superamento delle costrizioni quotidiane non organiche, scoperta della soglia di attenzione.
Il laboratorio è rivolto a studenti dell’ Università di Ferrara, agli studenti frequentanti altri Atenei o scuole medie superiori, e a tutti coloro che intendono maturare un’ esperienza laboratoriale nel campo della ricerca teatrale.
Il laboratorio teatrale sarà presentato Lunedì 24 Ottobre alle ore 20.30 e proseguirà ogni Lunedì successivo (prima prova gratuita) dalle 21.00 alle 23.00, presso il Centro Teatro Universitario di Ferrara (via Savonarola 19).
info: 328 8120452, ctu@unife.it