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Con la conferenza Il soffitto astronomico di Casa Provenzali in programma sabato 11 dicembre 2021 alle ore 18, continuano gli appuntamenti di Autunno Guerciniano, sia in presenza, nella sala F. Zarri del Palazzo del Governatore di Cento (Fe), sia in streaming sui canali Fcebook e Youtube del Comune di Cento. L’incontro è curato da Licia Tasini, restauratrice e conservatrice, e da Pierdomenico Memeo, astrofisico e divulgatore scientifico. La rassegna è promossa dal Centro Studi Internazionale Il Guercino in collaborazione con il Comune di Cento.
Casa Provenzali risale alla fine del XVI secolo ed è famosa – come ricorda il Malvasia – per i fregi che il Guercino dipinse assieme ai suoi allievi nel 1614. Il fregio raffigurante le gesta mitiche di Provenco, dalla metà del XIX secolo venne coperto da un controsoffitto. Il recente restauro dell’edificio, reso necessario a causa dei danni provocati dal terremoto del 2012, ha riportato alla luce l’intero ciclo decorativo ed il prezioso soffitto ligneo, di oltre 67 m2, raffigurante le costellazioni tolemaiche (comprovate anche dalle stelle dipinte apposte sulle stesse) che appaiono inserite tra racemi di acanto e putti che alternativamente reggono ghirlande o panneggi intervallati da volti con copricapi i cui nastri formano volute e accrocchi. Alcuni particolari pittorici del fregio culminano sul soffitto comprese le ombre delle figure a monocromo.
Di particolare rilievo – spiega Licia Tasini – la qualità pittorica delle figure di Cefeo, Ofiuco ed Ercole. Prima dell’intervento di restauro il soffitto, in cattivo stato di conservazione, era stato oggetto di interventi di messa in sicurezza e quindi la superfice dipinta, era quasi interamente coperta da velinatura a protezione della pellicola pittorica decoesa. Il complesso lavoro svolto, oltre al recupero e valorizzazione del manufatto, ne consente una miglior rilettura e comprensione”.
La fascinazione del cielo stellato è una costante dell’umanità che da sempre si è persa nella sua contemplazione. Ma l’altra grande costante dell’umanità è il bisogno di trovare un senso nelle cose, di dare un ordine al mondo. Lo stesso nome dell’universo, in greco κόσμος (kósmos), significa letteralmente “ordine”. Il desiderio, o forse il bisogno, di trovare un ordine nelle schiere celesti ha spinto gli uomini di ogni tempo e di ogni luogo a figurare immagini e simboli nella disposizione delle stelle, quelle che oggi chiamiamo “costellazioni”. Ma le costellazioni, al contrario delle stelle fisse e immutabile che uniscono, sono un prodotto culturale, che varia nel tempo.
Il soffitto astronomico di Casa Provenzali – commenta Pierdomenico Memeo – rappresenta quindi il preciso momento, nel tempo e nello spazio, in cui le sue costellazioni sono state dipinte: al confine tra XVI e XVII secolo, nel pieno di quella che sarà chiamata la Rivoluzione Scientifica, a metà strada tra la definizione del sistema eliocentrico di Copernico e la preparazione del metodo scientifico di Galileo, in un’epoca in cui si guardava con stupore e ammirazione alle conoscenze del mondo classico, ma con uno sguardo al tempo stesso cauto e visionario verso le scoperte della modernità”.

Le pitture del soffitto di Casa Provenzali raccolgono quindi l’eredità del passato, ma al tempo stesso preparano il balzo verso il futuro.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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