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Da:Ufficio Stampa Lega Emilia-Romagna

13 LUG – “Poiché i dati demografici ci presentano una popolazione regionale che continua ad invecchiare, in particolare la popolazione dei “grandi anziani”, rappresentata dalle persone con più di 75 anni (560.835 persone), incide per il 12,6% sul totale dei residenti, ovvero oltre una persona su dieci, e poiché la recente pandemia Covid-19 ha dimostrato la fragilità del sistema regionale di assistenza agli anziani, la Regione, in attesa di una modifica organica della legge regionale sull’edilizia pubblica, raccolga l’eventuale disponibilità di amministrazioni comunali interessate a sperimentare soluzioni abitative con caratteristiche specifiche rispetto alle esigenze di socialità e di necessità socio-assistenziali connesse all’età avanzata”.

E’ quanto chiede Maura Catellani, consigliere regionale della Lega E-R, in una Risoluzione che impegna la Giunta di viale Aldo Moro ad effettuare “un sondaggio” fra le amministrazioni, in attesa di una modifica organica della legge regionale sull’edilizia pubblica che possa prevedere l’introduzione di “quote riservate di alloggi” per “anziani” e “grandi anziani”.

“Oggi, alla luce di quanto accaduto – spiega Catellani – si impone la necessità di ripensare un futuro dei servizi sanitari e in particolare dei servizi socioassistenziali rivolti agli anziani che tenga conto degli insegnamenti che ci ha dato questa malattia. In questa ottica nasce l’esigenza di sperimentare nuovi modelli di residenzialità che facilitino il mantenimento di un’alta qualità di vita per gli anziani, soddisfacendo al contempo una loro esigenza di autonomia e socialità, cosa che andrebbe garantita anche per i sempre più anziani che versano in condizioni particolari di fragilità sotto il profilo economico”.

A tal fine, prendendo atto del contesto socio economico del nostro territorio e dal particolare stato di fragilità nel quale versa una porzione sempre più consistente della popolazione anziana, si impone la revisione della legge regionale 8 agosto 2001, n. 24, recante “Disciplina generale dell’intervento pubblico nel settore abitativo” introducendo la previsione di una riserva di alloggi ad essa dedicata pari almeno al 25% degli alloggi annualmente da assegnare.

“In primo luogo si tratta di inserire una riserva di appartamenti che appositamente riammodernati, all’interno di stabili a ciò specificatamente dedicati, vengano esclusi dalle graduatorie generali ed assegnati sulla base di apposita graduatoria riservata ad anziani (over 65) e grandi anziani (over75);

la costituzione di una riserva di posti all’interno delle assegnazioni deve essere completata da interventi edilizi atti a rendere una parte del patrimonio edilizio pubblico funzionale a questa particolare tipologia di utenza. Gli edifici utilizzati integralmente a tal fine – illustra l’esponente leghista -:dovranno necessariamente essere privi di barriere architettoniche e saranno dotati di ascensore adeguato alla movimentazione di un’utenza con difficoltà deambulatoria, ivi compresa la capienza necessaria a contenere una o più carrozzine per anziani o disabili e relativo accompagnatore; gli stabili dovranno essere suddivisi in mini-appartamenti destinati ad ospitare un singolo utente od una coppia ed essere completati da zone comuni che facilitino la socializzazione dell’utenza; in questa ottica, le abitazioni private, che rimangono un inviolabile spazio di privacy del nucleo familiare dovranno contenere tutte le caratteristiche delle case convenzionali, ma saranno completate da aree comuni che incoraggiano l’interazione sociale consentendo ai residenti di accedere a ulteriori attrezzature e strutture comuni come giardino, lavanderia, sale comuni, biblioteca. Servizi come, ad esempio servizi sociosanitari o socio-assistenziali e di accompagnamento, assistenza domiciliare per anziani e disabili, ecc..”

L’obiettivo, per Catellani, è quello di concentrare fisicamente questa tipologia di utenza, pur rispettandone la privacy nell’abitare, consente una più agevole e razionale azione sia da parte dei servizi sociali comunali che di quelli infermieristici arrivando ad ipotizzare anche la possibile presenza di un servizio di assistenza infermieristica da remoto sette giorni su sette, 24 ore su 24;

tali stabili potrebbero poi essere dotati di un servizio di portierato sociale grazie al quale associazioni od anche una famiglia in temporanea difficoltà possa vedersi riconosciuto temporaneamente l’alloggio siglando un accordo con l’Amministrazione comunale nel quale il pagamento dell’eventuale affitto è supplito dall’impegno di curare la pulizia e la manutenzione delle aree comuni, nonché nell’eventuale supporto offerto agli utenti per piccoli servizi, quali ad esempio l’andare a fare la spesa.

Una tale soluzione abitativa destinata ad anziani economicamente in difficoltà, che rischiano di restare al margine della società, “avrebbe il pregio di cumulare il beneficio dell’assegnazione di un alloggio di edilizia pubblica con una forma blanda di co-housing che faciliti il formarsi di una nuova socialità per l’anziano e d’altro canto renda più agevole per il pubblico l’offerta di servizi nei suoi confronti limitando, o comunque rimandando il più possibile, il ricorso all’accesso a RSA”.

Catellani, infine, ricorda come “il Presidente della Regione, nel proprio programma elettorale, aveva annunciato “una profonda revisione della legge regionale sulle politiche abitative, per adeguarla alle mutate condizioni sociali generali e di mercato delle abitazioni”, ovvero una revisione della legge regionale 8 agosto 2001, n. 24, recante “Disciplina generale dell’intervento pubblico nel settore abitativo”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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