9 Marzo 2021

Difesa del suolo: A Bondeno (Fe) investiti dalla Regione 750 mila euro.

REGIONE EMILIA-ROMAGNA

Tempo di lettura: 2 minuti

 

A Bondeno (Fe) investiti dalla Regione 750 mila euro per ripristinare la funzionalità degli impianti dell’Opera Po e per la manutenzione della vegetazione del fiume Reno e del Cavo napoleonico.

Completati in pochi mesi cinque interventi urgenti per la manutenzione degli impianti danneggiati e usurati dalle piene del fiume e per il corretto deflusso delle acque nel fiume e lungo il canale scolmatore

Bologna – Un investimento da 750mila euro nel Comune di Bondeno (Fe) per il ripristino della funzionalità dell’impianto dell’Opera Po e per la manutenzione della vegetazione nell’alveo del fiume Reno e del Cavo napoleonico, il canale artificiale che scarica parte delle piene del Reno nel Po.

“Sono cinque gli interventi di somma urgenza completati in pochi mesi dall’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la Protezione civile- spiega l’assessore regionale alla Protezione civile, Irene Priolo– per rendere nuovamente efficienti impianti meccanici e idraulici, risistemare gli argini, realizzare interventi sulla vegetazione per il regolare deflusso dell’acqua lungo il canale scolmatore danneggiato dalle piene causate da diversi episodi di maltempo. Un impegno importante messo in campo dalla Regione per la sicurezza di una vasta porzione del territorio ferrarese”.

Due sono i cantieri appena conclusi, entrambi da 180 mila euro, per un totale di 360mila. Il primo è servito a ripristinare la funzionalità elettromeccanica ed idraulica dell’Opera Po, impianto che regola la regimazione delle acque. Si è inoltre intervenuti per sistemare alcuni danneggiamenti nell’ultimo tratto del Cavo Napoleonico, compreso l’impianto di scarico del canale emissario del Burana. Sempre lungo il Cavo napoleonico è stato effettuato il taglio di vegetazione per favorire il deflusso delle acque.

Un secondo intervento ha riguardato il taglio e la rimozione di alberature pericolanti che impedivano il transito e la sorveglianza nell’alveo del Reno, per mitigare il rischio idraulico.

I lavori hanno comportato anche la ripresa degli argini crollati, oltre alla costruzione di rampe di accesso e di sbarramenti metallici per impedire l’entrata nelle pertinenze del demanio idraulico.

A precedere i cantieri, tre interventi già conclusi nel 2020 che hanno impegnato 390 mila euro: 100 mila sono serviti per sistemare parti strutturali e garantire un’adeguata efficienza degli impianti di adduzione e scarico dello scolmatore; 150 mila per il ripristino dell’impianto Opera Reno e il tratto iniziale del Cavo napoleonico; 140 mila per la chiusura di tane di animali fossori nel corpo arginale del fiume Reno e nel cavo napoleonico.

 



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