Skip to main content

Mese: Novembre 2018

Liberaidee in Emilia Romagna in viaggio contro e mafie e corruzione

Da: Organizzatori

Dal 22 novembre al 10 dicembre il viaggio di Liberaidee sarà in Emilia-Romagna: iniziative,
spettacoli, dibattiti, eventi sportivi, cene e formazioni per animare un dibattito locale che, a partire
dai dati raccolti in ogni regione attraverso una ricerca sociale sulla presenza e sulla percezione
delle mafie e della corruzione nel nostro paese, ha l’obiettivo di riscrivere l’agenda
dell’associazionismo in tema di mafie e corruzione.
La ricerca sociale partecipata sulla presenza e percezione delle mafie e della corruzione è stata
condotta con un approccio innovativo, volto non solo a descrivere le azioni criminali, ma anche a
indagare sulla percezione del fenomeno nei diversi contesti, mettendo insieme due visioni: quella
percettiva diffusa e quella qualitativa di chi fa un lavoro da un punto di vista inquirente e di azione
repressiva contro le mafie.

DATI. Cosa emerge dalla ricerca quantitativa
In Emilia-Romagna, dove sono stati somministrati 674 questionari, il fenomeno mafioso è percepito
da quasi otto intervistati su dieci come un fenomeno globale, mentre di fatto quasi nessuno – né in
Italia né tanto meno in Emilia Romagna – ritiene che i gruppi mafiosi siano presenti solo nel Sud
del paese.
Per due rispondenti emiliano-romagnoli su tre (66,8%) la presenza della mafia nella
propria zona è preoccupante e, tra questi, la maggior parte la considera anche socialmente pericolosa (un dato congruente con quello nazionale). Un quarto circa
degli intervistati considera invece marginale il ruolo della mafia nel luogo in cui
risiede.
Secondo i rispondenti, tra le attività principali della mafia in Emilia Romagna vi sono
innanzitutto il traffico di stupefacenti e poi, a seguire, il riciclaggio di denaro, la
turbativa di appalti e lo sfruttamento della prostituzione. Il riciclaggio e lo
sfruttamento della prostituzione, insieme al controllo del gioco d’azzardo, si
distinguono inoltre per essere segnalati in misura significativamente superiore alla
media nazionale, le estorsioni, la corruzione dei dipendenti pubblici, smaltimento
illecito di rifiuti e lo scambio di voti appaiono sottostimati rispetto a quanto emerge
a livello nazionale.
Nell’opinione dei rispondenti – che potevano scegliere due diverse modalità di
risposta – la mafia toglie soprattutto libertà, giustizia, sicurezza e fiducia nelle
istituzioni.

Nella maggior parte dei casi – due rispondenti su tre, un dato congruente con il
campione nazionale – gli intervistati sanno che i beni che sono stati confiscati
vengono poi dati in uso per fini istituzionali o sociali.
Quasi due rispondenti su tre sono a conoscenza dell’esistenza di almeno un bene
confiscato in Emilia Romagna; tra questi, prevale la quota di coloro che, pur avendone notizia,
non dispongono di informazioni puntuali circa la sua collocazione sul territorio.
La conoscenza di progetti di riutilizzo dei beni confiscati nel territorio regionale è
meno diffusa in Emilia Romagna rispetto al campione nazionale, mentre è molto più
elevata la quota di coloro che dichiarano di essere a conoscenza di progetti
localizzati al di fuori della regione.
La percezione della diffusione complessiva della corruzione in Emilia Romagna
risulta meno marcata rispetto al campione nazionale (66,3% a fronte dal 73,4%). In
particolare, oltre la metà dei rispondenti ritiene che la corruzione sia “abbastanza” presente nel territorio regionale, mentre meno del 15% la ritiene molto diffusa.

LE INIZIATIVE.
La ricerca ha come modalità di diffusione un grande viaggio nazionale e internazionale, che sta
portando nelle piazze, nelle sedi delle istituzioni, nelle scuole, nei luoghi di lavoro, i dati e l’analisi
che ne deriva, per poter animare un dibattito pubblico che oggi va rivivificato.
Il viaggio sarà in Emilia-Romagna dal 22 novembre al 10 dicembre con nove iniziative tra Bologna,
Parma, Piacenza, Ferrara, Cesena e Reggio Emilia.
La ricerca completa verrà presentata, insieme al viaggio, giovedì 22 novembre alle 11 alle Cucine
Popolari di via del Battiferro 2, a Bologna.
Temi centrali del viaggio in Emilia-Romagna saranno i beni confiscati, con l’iniziativa che si terrà
a Piacenza il 26 novembre su “Il futuro dei beni confiscati in Emilia-Romagna”; il traffico di
stupefacenti, con la presentazione del dossier sulle droghe in Emilia-Romagna, a Ferrara il 26
novembre sera.
Due incontri saranno sulla narrazione delle mafie, entrambi a Bologna: sabato 1 dicembre,
all’interno del Festival dell’Informazione Libera e dell’Impegno, l’iniziativa “La mafia è finzione?”,
sulla percezione che emerge da film e letteratura sulla presenza mafiosa, e il seminario di
aggiornamento professionale rivolto ai giornalisti, “L’Italia sommersa, tra mafie e corruzione”, che si
terrà il 10 dicembre.
I giovani saranno i protagonisti dell’iniziativa del 23 novembre, a Parma, con la costituzione del
Presidio universitario di Libera Parma intitolata a “Ilaria Alpi”, la cui presentazione ufficiale
avverrà a seguito del conferimento della Laurea magistrale ad honorem a Don Luigi Ciotti.
Il tema che verrà affrontato a Cesena durante la giornata del 27 novembre sarà quello delle
agromafie, nell’evento “Sconfiggere le mafie con gusto”, che vedrà la partecipazione di Gian
Carlo Caselli.
A Reggio Emilia, infine, il 29 novembre si parlerà del primo comune sciolto per mafia in EmiliaRomagna,
con “Saluti da Brescello”, e il 2 dicembre, con “Libera i colori”, al centro ci saranno
“movimenti, riflessioni e sapori per, su e della multiculturalità”.

CIV, ad Interpoma Bolzano 2018 forte interesse per le ultime novità delle varietà di melo. Il progetto Modì® verso i 1000 ettari, con prospettive in Usa ed Australia

Da: Civ

CIV – Consorzio Italiano Vivaisti di San Giuseppe di Comacchio ha partecipato per la prima volta con un proprio spazio espositivo alla Fiera internazionale Interpomadi Bolzano (15-17 novembre) che si conferma la più grande fiera internazionale dedicata alla filiera della mela ed a tutti i suoi operatori, dalla coltivazionealla conservazione fino alla commercializzazione.
Attivo dal 1983, CIV nasce della messa in comune delle attività di ricerca ed innovazione varietale da parte di tre vivai leader nel settore: Vivai Mazzoni, Salvi Vivai, Tagliani Vivai. Dai suoi campi sperimentali e da collaborazioni con Università ed enti di ricerca esteri sono natenuove varietà vegetali di frutta che uniscono l’alta qualità al ridotto fabbisogno energetico e al basso impatto ambientale. “Il nostro Programma Ricerca & Sviluppo – spiega il Presidente CIV Pier Filippo Tagliani – si basa su alcune semplici linee-guida: naturale rusticità delle piante; facilità diproduzione secondo tecniche agronomiche convenzionali e buona adattabilità ai metodi di produzione integrata e biologica, grazie alla tolleranza alle malattie ed alle ridotte esigenze idriche e nutrizionali che garantiscono un basso impatto ambientale; ottime caratteristiche di consistenza e conservazione”. “Alla fiera di Bolzano il Consorzio Italiano Vivaisti – aggiunge il Presidente Pier Filippo Tagliani – ha ottenuto un ottimo riscontro di gradimento ed interesse da parte di importanti operatori del settoreper le caratteristiche organolettiche ed agronomiche delle novità presentate: dalle varietà precoci alle tardive; rosse, verdi e/o gialle, bicolori; resistenti alla ticchiolatura e con ottime caratteristiche di lunga conservazione ed eccellenti qualità organolettiche”.
Il Variety ManagerMarco Bertolazzi evidenzia che “tra le mele della serie SweetResistants® (Smeraldapbr, Fujionpbr, ecc.) spicca, ad esempio, la varietà Smeraldapbr– con due epoche di raccolta a distanza di un mese a seconda che la si voglia verde oppure gialla – è adatta sia alla coltivazione tradizionale sia a quella biologica”. Dario Mauro Lezziero, Modì® Project Manager, aggiunge che “la mela CIVG198*/Modi® è promossa internazionalmente attraverso qualificati Licenziatari (i.e.: Turchia, Serbia, Stati Uniti, Australia, Uruguay, Cile e Nuova Zelanda, ecc…) e dal 2018 è sbarcata nel continente indiano grazie ad un accordo con un Partner di Mumbai. Il progetto internazionale mela Modi® ha un obiettivo globale (Emisfero Nord ed Emisfero Sud) entro i prossimi anni di raggiungere circa 1.000 ettari di produzione. Interessanti sono le nuove prospettive d’impianto in California e le attività di marketing svolte dai partner australiani!”.
“Ad Interpoma – aggiunge il VarietyManager CIV, Marco Bertolazzi – abbiamo incontrato la clientela e gli operatori nazionali ed internazionali con cui intendiamo avviare o migliorare collaborazioni per sviluppare la genetica del nostro Consorzio. La ricerca di collaborazioni ha portatoinfattialla finalizzazione di accordi di cooperazione internazionale con importanti aziende vivaistiche, di produzione e commercializzazione della fruttae/o gruppi verticalmente integrati (vivaismo/produzione/commercializzazione) per poter sviluppare alcune varietà di melo nei mercati del Far East, Africa, Europa, bacino Mediterraneo, Americhe ed Oceania cercando anche di coinvolgere gli attori più a valle della filiera (grandi aziende di commercializzazione/marketing/retailers) al fine di creare nuove filiere integrate, creando valore aggiunto per il consumatore finale e garantendo maggiore redditività a tutte le parti coinvolte” conclude Bertolazzi.

Reddito di solidarietà. A ‘Vista da vicino’ la misura di sostegno della Regione a favore delle persone in difficoltà economica. Come fare domanda, quanti ne beneficiano, a quali condizioni

Da: Regione Emilia Romagna

Sei persone raccontano la loro storia, il patto che hanno sottoscritto, impegnandosi in un percorso di reinserimento sociale e lavorativo, e come le risorse del Res li aiutino a sostenere spese spesso di prima necessità

Bologna- Martina, Mara, Piero, Alice, Leonardo, Claudio sono i protagonisti della puntata di ‘Vista da vicino’ interamente dedicata al Res, il Reddito di solidarietà, misura voluta dalla Regione per aiutare persone e famiglie in difficoltà.

La puntata del format in onda nel circuito delle emittenti locali dà spazio alle loro storie, ciascuna diversa dall’altra ma con il comune denominatore di aver ricevuto un sostegno che ha permesso loro di non isolarsi, un aiuto economico mensile per ripartire, ma anche di far fronte a spese per cure sanitarie, generi alimentari, l’affitto.

‘Vista da vicino’ illustra come ottenere il reddito di solidarietà, in cosa consiste sia la parte economica sia il patto che il beneficiario deve stringere con i servizi sociali, che stilano per ciascun caso un progetto personalizzato di reinserimento lavorativo, formativo o di inclusione sociale.

‘Vista da vicino’ è on line sul sito della www.regione.emilia-romagna.it, e sui social network, Youtube e Facebook. In allegato giorni e orari della messa in onda.

Consumi: Emilia Romagna, arriva l’olio nuovo, in calo dell’11,2%

Da: Coldiretti Emilia Romagna

Coldiretti, degustazione e raccolta firme contro cibo anonimo

Poco ma buono. Scende a circa 11 mila quintali la produzione di olio extravergine d’oliva dell’Emilia Romagna con un calo dell’11,2% per cento rispetto agli oltre 12.400 quintali del 2017. Lo comunica Coldiretti Emilia Romagna sulla base dei dati Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) alla vigilia della “festa dell’olio e della molitura delle olive” che si svolgerà nei mercati di Campagna Amica nel fine settimana del 24 e 25 novembre. A pesare sul calo produttivo – spiega Coldiretti regionale – sono stati il gelo invernale di Burian e i venti accompagnati dalla pioggia durante la fioritura che hanno ridimensionato pesantemente i raccolti in tutta Italia, dove la produzione è in calo del 38 per cento. La qualità – secondo Coldiretti Emilia Romagna – risulta però elevata e i consumatori potranno constatarlo personalmente nei mercati di Campagna Amica dove sarà in degustazione l’olio nuovo a partire da quello di Brisighella, il primo olio ad ottenere la denominazione d’origine controllata (Dop), che sarà messo in degustazione sabato 24 novembre dalle 8.30 alle 13.00 al mercato coperto di Campagna Amica di Ravenna in piazza dei Carabinieri (angolo via Bovini – via Canalazzo) insieme con l’olio di antiche varietà di olive come la Nostrana di Brisighella, l’Orfana, la Ghiacciola, che saranno accompagnate da pane biologico. Sempre sabato 24 novembre dalle 9.00 alle 12.30 a Parma, presso il mercato di Campagna Amica del Barilla Center si svolgerà un laboratorio sull’olio extravergine d’oliva con attività didattiche per le scolaresche e degustazioni guidate per tutti i clienti del mercato. Domenica 25 novembre sarà la volta del mercato Campagna Amica di Prosperino a Reggio Emilia in piazza san Prospero dove dalle 9.00 alle 19.00 ci saranno informazioni e degustazioni dell’olio extravergine.

In tutti gli eventi – informa Coldiretti Emilia Romagna – ci sarà la raccolta firme per la petizione “Eat original! Unmask your food” (Mangia originale, smaschera il tuo cibo) con la quale i consumatori potranno chiedere alla Commissione di Bruxelles di agire sul fronte della trasparenza e dell’informazione sulla provenienza di ciò che mangiano, un’iniziativa approvata dalla stessa Commissione UE e promossa da Coldiretti e Fondazione Campagna Amica, che ha il sostegno di numerose organizzazioni italiane ed europee.

Quella dell’ulivo è una coltura che in Emilia Romagna è in costante crescita: secondo l’analisi di Coldiretti su dati Istat, gli impianti di ulivo sono aumentati in dieci anni del 30%, passando dai 3.051 ettari del 2006 ai 3.971 ettari del 2017. Grazie anche ai cambiamenti climatici, con l’innalzamento della temperatura media la pianta dell’ulivo ha ripreso ad essere coltiva in tutte le province emiliano romagnole, eccetto Ferrara. La parte del leone spetta alla Romagna, con Rimini che coltiva 1.644 ettari, seguita da Forlì-Cesena con 1.345. In queste due province viene prodotto l’olio extravergine d’oliva Dop “Colline di Romagna”. La provincia di Ravenna, dove vengono coltivati 600 ettari, con l’extravergine di Brisighella ha il primato della prima Dop di olio in Italia. Anche in provincia di Bologna la coltivazione è in ripresa, con 320 ettari, mentre gli uliveti sono più contenuti nelle restanti province: Modena (20 ettari), Piacenza (18), Parma (16) Reggio Emilia (12).

Il patrimonio olivicolo dell’Emilia Romagna – informa Coldiretti regionale – è determinante sul piano economico, paesaggistico e ambientale. La coltura occupa, infatti, aree marginali che presentano elevate pendenze, difficili da coltivare, ed è proprio in questi ambiti territoriali che l’olivo diventa un importante elemento del paesaggio rurale e svolge un ruolo insostituibile di salvaguardia dell’ambiente contro il dissesto idrogeologico.

Prima Rassegna del quinto Festival delle Arti “In cerca di Infinito”- dal 24 Novembre al 9 Dicembre al Palazzo Sacrati Muzzarelli Crema di Ferrara

Da: Organizzatori

Evento di arti visive/performance/musica e danza con il Patrocinio del Comune di Ferrara
A cura di Francesca Mariotti
ASSOCIAZIONE CULTURALE OLIMPIA MORATA
www.associazioneolimpiamorata.jimdo.com
Ospiti ufficiali i Maestri Roberto Rampinelli e Giuseppe La Bruna
Artisti in mostra: Marco Tidu, Paola Zannini, Andrea Boarini, Davide Barioni, Italo Pulcini,
Renzo Sbolci, Silvio Zago, Cristina Mavaracchio, Laura Rondinini, Martina Tamberi, Ludovica
Scroffa, Luca Pugliese, Monica Argentino.
Il Festival delle Arti riprende con la sua 5° Edizione nell’autunno 2018, con l’intento di ospitare nella città
estense un buon panorama dedicato alle arti visive e contemporanee; come elemento caratteristico, oltre a
coinvolgere diversi artisti tra pittura scultura e fotografia, il Festival si aprirà, di volta in volta nelle diverse
sedi che coinvolgerà, alle nuove tecnologie ed a tutte le espressioni della creatività come la Moda, l’arte
performativa, la Musica e lo spettacolo con Teatro, Poesia e “provocazioni” del contemporaneo.
Francesca Mariotti, già curatrice di numerosi eventi e in qualità di Presidente dell’Associazione Olimpia Morata di
Ferrara, sarà affiancata da socie e collaboratrici, artiste e appassionate, creando un Evento di Arte Contemporanea
che catalizzerà tutta la città.
Ospiti ufficiali I maestri Roberto Rampinelli di Monza e Giuseppe La Bruna di Venezia, il primo illustre pittore e
incisore, il secondo scultore, entrambe docenti presso prestigiose sedi che interverranno durante il Festival con incontri di
approfondimento e loro lavori in mostra in alcune occasioni.
Si inizierà a NOVEMBRE 2018, con una prima Rassegna nelle belle Sale di Palazzo Crema, situato nel cuore della
città patrimonio dell’Unesco, Via Cairoli 13, per una presentazione del Progetto espositivo complessivo ed un primo
nucleo di Artisti che renderanno preziosa la manifestazione con la loro presenza. Durante l’esposizione si avrà modo di
ospitare un incontro del Progetto di SLOW READING, il 1 Dicembre 2018, ore 17.30, tra letture e musica, con la
scrittrice Federica Santoro ed il suo romanzo “PASSAGGI INTORNO” con intervento del Dott. Paolo Bianconi,
psicologo e psicoterapeuta.
L’apparato espositivo iniziale a Palazzo Crema, ospiterà inoltre un nuovo appuntamento con “L’ARTE CONTRO LA
VIOLENZA”, iniziativa che porterà alcuni artisti a Ferrara per fare il punto sulla situazione della DONNA in questo mondo
sempre più oggetto di VIOLENZE.
Sarà dedicata a questo tema infatti il Finissage di Venerdì 7 Dicembre 2018, ore 17.30, con la stupenda
performance di Monica Argentino (Alice Moon), artista eclettica, romana, nota a livello nazionale, con
“FlowerInCage”, performance di Body Painting in cui si vuole rappresentare la capacita’ delle donne di trasformare
il dolore in forza. L’artista trasforma il corpo della modella in un fiore simbolico, violato nel silenzio di una societa’
troppe volte cieca, carceriere del suo malessere, ma che resiste ed esiste con la sua bellezza. Una riflessione
sulle violenze di genere e sulla resistenza e resilienza delle donne.
Il Festival delle Arti 2018/2019 sarà nuovamente occasione per confrontarsi con un Contemporaneo sempre
più globalizzato e coinvolto in fatti, pensieri e tendenze che attraverso l’Arte sono colte e portate a conoscenza a tutti, a
volte prima che il mondo possa coglierle dalla cronaca!
Infine riprenderà vita una bella collaborazione con i ragazzi del Conservatorio di Ferrara che in alcuni di questi eventi
interverranno con la loro bellissima Musica. Oltre all’amico Simone Montanari, violoncellista eccezionale ed alla
meravigliosa voce di Cristina Miriam Chiaffoni, attrice e soprano, socia dell’Olimpia Morata che sarà con noi
quando libera da impegni teatrali.
La collaborazione con altre attività culturali della città Estense e non solo, arricchirà i diversi appuntamenti
in programma dall’autunno 2018 alla primavera 2019, nell’ottica di numerosi scambi culturali cui
l’Associazione Olimpia Morata tiene particolarmente.
Artisti italiani e stranieri troveranno una vetrina illustre e prestigiosa in cui poter esprimere al meglio la loro arte nei sei mesi in cui si svilupperà il Festival: pittura, fotografia, installazioni e scultura saranno miscelate nelle varie tecniche e materiali, nelle nuove espressioni e divagazioni per una avventura sensoriale e visiva sulle nuove frontiere dell’arte
contemporanea.

Marchetti (LN): “Via l’arabo dalla segnaletica ospedaliera, l’inglese basta e avanza”

Da: Gruppo Lega Nord Emilia e Romagna

Il consigliere della Lega Nord, Daniele Marchetti, impegna la Giunta regionale “ad indicare, nelle linee guida del Sistema sanitario regionale, la lingua inglese come unica lingua integrativa all’italiano da inserire nelle nuove installazioni segnaletiche dei nosocomi della regione”

“Che c’azzecca la lingua araba nella segnaletica degli ospedali dell’Emilia-Romagna?”. A chiederlo è il consigliere regionale della Lega Nord, Daniele Marchetti, che oggi ha presentato una risoluzione che impegna la Giunta “ad indicare, nelle linee guida del Sistema sanitario regionale, la lingua inglese come unica lingua integrativa all’italiano da inserire nelle nuove installazioni segnaletiche dei nosocomi della regione. Questo perché in quasi tutti i Paesi europei l’inglese è la lingua straniera più insegnata negli istituti di istruzione primaria e secondaria. A livello UE, quasi tutti gli alunni (il 97,3%), studiavano inglese durante l’istruzione secondaria inferiore nel 2014. Inoltre, la percentuale di alunni che imparano l’inglese a livello primario è aumentata a livello UE di 18,7 punti percentuali dal 2005, raggiungendo il 79,4%” spiega il consigliere leghista.

Pertanto, se è vero che la semplificazione è una delle strade da intraprendere per migliorare l’efficienza comunicativa e l’integrazione tra cittadini italiani e cittadini stranieri che fruiscono del nostro servizio sanitario è anche vero che non è certo la lingua araba, che spesso troviamo nelle segnaletiche all’interno degli spazi del Servizio sanitario regionale, ad agevolare i fruitori degli spazi e nemmeno li aiuta ad integrarsi” sottolinea Marchetti.

Da qui la richiesta del consigliere del Carroccio, che aggiunge: “La volontà di indurre immigrati da Paesi arabi ad usare l’inglese rappresenta anche uno strumento in grado di facilitare la loro integrazione nella nostra società, giacché non si può pensare che dobbiamo essere noi, a casa nostra, a dover imparare la lingua araba per agevolare il loro inserimento sociale nel nostro Paese”.

Il Consorzio Visit Ferrara si presenta alla Fiera Internazionale del Turismo TT Warsaw a Varsavia (polonia), dal 22 al 24 novembre 2018

Da: Consorzio Visit Ferrara

Dal 22 al 24 novembre 2018 a Varsavia (Polonia) si tiene la prestigiosa Fiera Internazionale del Turismo TT Warsaw, uno degli eventi per il turismo più sentiti e importanti in Polonia e nell’Europa Centro-Orientale. La fiera è l’occasione di allacciare importanti rapporti di lavoro e, per il settore consumer, per conoscere le destinazioni e pianificare le vacanze. Il Consorzio Visit Ferrara partecipa per presentare il territorio e i suoi circa 90 operatori turistici di tutta la Provincia.

interventi

Circolo Unione Ferrara – Conferenza del Prof. Luigi Davide Mantovani

Da: Circolo Unione Ferrara

Sabato 24 novembre alle ore 19,30 il Prof. Luigi Davide Mantovani terrà per i soci del Circolo Unione e per i loro ospiti una conferenza sul tema:

“Carbonari, massoni, libertini a Ferrara all’inizio dell’Ottocento”

Dopo il periodo giacobino e napoleonico, una dura Restaurazione spinse una parte significativadella società italianaadoperare nelle sètte segrete (massoneria, carboneria, società della Guelfa) per alimentare e sviluppare i temi del patriottismo, delle costituzioni, dei codici, delle leggi.
Ferrara fu un importante luogo della carboneria, come snodo della diffusione di questa setta nel Veneto. Tuttavia il movimento più rilevante fu quello del libertinismo che poté contare su figure di grande valore intellettuale, di cui il Prof. Mantovani parlerà.

Prof. Luigi Davide Mantovani

Laureato in lettere Moderne a Bologna, con una tesi in Storia del Risorgimento, èstatovice sindaco di Migliarino e di Ferrara, vice presidente dell’Istituto dei Beni Culturali dell’Emilia – Romagna, direttore della rivista FerraraStoria. Attualmente è presidente del comitato di Ferrara dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano.
E’ autore di numerosi lavori storici che riguardano soprattutto il Risorgimento, Ferrara e il suo territorio nel periodo che va dal 1796 all’inizio del fascismo, la storia delle istituzioni pubbliche, della carboneria, la figura di Matteotti.

La cerimonia di consegna del premio della Camera di Commercio per il miglior progetto di alternanza scuola-lavoro ieri (22 novembre) in Camera di commercio alla classe 3^N – Meccanica Meccatronica e Energia dell’IIS Copernico Carpeggiani e alle classi 4^Y- 5^Q e O Indirizzo Economico Sociale e Linguistico del Liceo Ariosto

Da: Camera di Commercio di Ferrara

Seconde classificate – categoria Licei – le classi 3^A e 4^A – indirizzo Economico Sociale – del LiceoCarducci

E’ andato alla Classe 3^N (indirizzo Meccanica , Meccatronica e Energia) dell’IIS Copernico Carpeggiani, nella categoria Istituti tecnici e professionali, ed alle Classi V4^ Y – 5^ Q e O – indirizzo Economico Sociale e Linguistico – dell’Ariosto, nella categoria Licei, il primo Premio della Camera di commercio per il miglior progetto di alternanza scuola lavoro ( seconda sessione anno 2018) ideato, elaborato e realizzato dagli studenti e dai tutor degli Istituti scolastici ferraresi di secondo grado. Così ha deciso la Commissione di valutazione formata, tra gli altri, da docenti universitari, che ha collocato sul gradino più alto del podio il video multimediale dell’ Istituto Copernico Carpeggiani “ Scuola e Industria 4.0 – con confidenza e competenza verso industria 4.0 ” e del Liceo Ariosto “Da Torino a Ferrara e Ritorno – lavorare con i libri”.
600 euro per ogni scuola: questo l’assegno consegnato ieri mattina (22 novembre), in una affollata conferenza stampa, dal presidente della Camera di commercio di Ferrara, Paolo Govoni, nell’ambito di un nutrito programma di iniziative – ricordiamo il “Job Learn Week” di ottobre, la formazione “sul campo” di imprenditori e insegnanti, attraverso il modello ”Impresa in azione” e “Camera Orienta” in programma a gennaio 2019 – dell’Ente di Largo Castello per promuovere l’alternanza scuola-lavoro e favorire la costituzione e l’animazione di network territoriali con gli istituti scolastici, il mondo delle imprese, gli enti pubblici e quelli del no profit.
Gli studenti del Copernico Carpeggiani, coordinati dal professor Giovagnoli Emanuele, docente di Sistemi e Automazione, hanno partecipato alla manifestazione fieristica “ FARETE 2018”, con le imprese EFM IMPIANTI SRLS e OBERTI SRL, guidati dai tutor aziendali Balanzoni Luigi e Bonora Roberto, per presentare al pubblico della fiera nuove schede che, connesse ai sistemi meccanici, sfruttano la tecnologia pneumatica per l’automazione al fine di progettare e realizzare un apparato meccanico controllato a distanza per la gestione di dati, informazioni e conservazione degli stessi.
Le alunne del Liceo Ariosto, seguiti dalle professoresse Stefania Borini e Roberta Mori, hanno lavorato in due contesti successivi – il Salone del Libro di Torino (Torino, 10-14 maggio) e il Festival di Internazionale (Ferrara, 5-7 ottobre) – come blogger per scrivere testi di cronaca/commento in forma di post corredati da immagini e video. Le studentesse sono state seguite dal tutor aziendale Augusta Giovannoli.
Secondo classificato – categoria Licei – il progetto “Laboratorio di educazione ai linguaggi audiovisivi: “Il ghetto di Ferrara” – Il filo della Memoria”, delle classi 3^A e 4^A – indirizzo Economico Sociale – del Liceo Carducci, al quale è andato un assegno di 400 euro, realizzato in collaborazione con AIDEL Sentieri Multimediali e la tutor aziendale Rita Bertoncini, con la realizzazione delle riprese della zona storica del Ghetto di Ferrara e dell’intervista al sarto, testimone della storia del quartiere, nella sua bottega.
Tutor scolastico del Progetto è la Professoressa M. Cristina Marchioli.
Giunto alla terza edizione, il Premio “Storie di Alternanza” è un progetto, molto sentito dalla Camera di commercio, alla quale la legge di riforma affida una serie di nuove funzioni in materia proprio di orientamento scolastico e alternanza scuola-lavoro. Tra queste, anche la gestione del Registro nazionale per l’alternanza scuola-lavoro, punto d’incontro (virtuale) tra le scuole e le strutture che sono disponibili ad ospitare studenti in esperienze di alternanza e apprendistato per offrire loro un periodo di apprendimento on the job.
Al Premio della Camera di commercio, i cui battenti riapriranno nel 2019, possono partecipare gli studenti, singoli o in gruppo, che:
• facciano parte di una o più classi di uno stesso o più istituti di istruzione secondaria superiore;
• abbiano svolto e concluso, a partire dall’entrata in vigore della legge n. 107/2015, un percorso di alternanza scuola-lavoro (presso imprese, Enti, professionisti, impresa simulata, etc.);
• abbiano realizzato un racconto multimediale (video) che presenti l’esperienza di alternanza realizzata, le competenze acquisite e il ruolo dei tutor (scolastici ed esterni).
Per INFO Ufficio Relazioni con il Pubblico tel 0532-783802/903 urp@fe.camcom.it

Fabbri e Liverani: “Pesca di Frodo: la proposta della Lega va avanti. Grande convergenza politica e tempi celeri”

Da: Ufficio Stampa Lega Nord Emilia Romagna

“Siamo molto soddisfatti della forte convergenza politica che abbiamo raccolto sul nostro disegno di legge regionale contro il bracconaggio ittico. Oggi, in Commissione V, è stato deciso un iter operativo per dare sostanza al testo che abbiamo depositato lo scorso marzo: a breve verrà formato un intergruppo che si occuperà della elaborazione del progetto, a cui parteciperanno tutte le forze politiche oltre a tecnici regionali e rappresentanti delle associazioni e, inoltre, è già stato delineato un calendario di massima delle fasi operative per rendere effettivo, quanto prima, al progetto. Siamo contenti che finalmente sia stata riconosciuta l’urgenza di intervenire contro la piaga del bracconaggio, anche in modo preventivo, e siamo certi che l’affidamento delle zone d’acqua alle associazioni sportive, tramite concessioni, sia la formula migliore per tutelare la salute del territorio e per proteggerlo dal pericolo della pesca di frodo in attesa dell’inasprimento delle pene a livello nazionale”.

Così Alan Fabbri, capogruppo Lega Nord in Regione e Andrea Liverani, consigliere Lega Nord, a nome di tutto il gruppo Lega intervengono dopo la seduta di Commissione V che si è tenuta questa mattina durante la quale si è discusso del disegno di legge contro il bracconaggio ittico presentata dalla Lega Nord lo scorso marzo.

“Il nostro progetto prevede di affidare, tramite concessioni, la gestione delle acque alle associazioni sportive, con lo scopo di contrastare bracconaggio ittico e spopolamento dei fiumi. Di fatto con questa legge la Regione avrà la possibilità di affidare i corsi d’acqua tramite concessioni ad associazioni o federazioni di pescatori sportivi, che potranno utilizzarli per finalità compatibili conservazione dei patrimoni ittici e dell’ecosistema e, in cambio, dovranno garantire una vigilanza ittica organizzata”, spiegano ancora Fabbri e Liverani.

La Commissione ha deciso che “coordinatori dell’intergruppo saranno il consigliere della Lega, Andrea Liverani, e il consigliere del Pd, Paolo Calvano, e che all’elaborazione del testo definitivo parteciperanno anche i rappresentanti della associazioni sportive oltre che dei tecnici esperti della Regione”, aggiungono “in questo modo siamo certi si arriverà ad un progetto condiviso e non più procrastinabile, considerato che nelle Regioni vicine la possibilità di affidare in concessione le zone d’acqua esiste già da tempo”.

PD: Pesca. Calvano chiede l’istituzione di un intergruppo in Regione sul tema del bracconaggio

Da: Ufficio Stampa Gruppo Partito Democratico – Assemblea Legislativa Emilia-Romagna

Questa mattina alla Commissione Legalità, nell’ambito della discussione di una proposta della Lega di modifica della legge sulla pesca nelle acque interne, il consigliere regionale Paolo Calvano ha proposto l’istituzione di un intergruppo di lavoro fra i diversi partiti per far fronte comune sul bracconaggio.

«La Lega nel proprio progetto di legge propone di istituire aree di pesca regolamentata affidate in concessione ai richiedenti. Una proposta interessante che merita però un approfondimento politico e tecnico, per evitare di incorrere in norme inattuabili o di difficile attuazione – spiega Calvano –. Per questo, anche a fronte dell’interesse comune di tutti i partiti a contrastare il fenomeno del bracconaggio, ho sottolineato la necessità di costituire un intergruppo di lavoro in Regione tra tutte le forze politiche, per approfondire ulteriormente il tema e verificare se esistano azioni comuni da mettere in campo, per meglio tutelare la fauna ittica e l’esercizio della pesca. La mia proposta ha accolto il parere favorevole dei consiglieri della Lega, che ringrazio, e da oggi lavoreremo per capire quali strategie adottare».

L’obiettivo della Regione prosegue nel coordinare forze ed interventi a contrasto della pesca illegale, che sta mettendo in crisi il patrimonio ittico dell’intero bacino fluviale padano. «Già nel febbraio 2017 è stata approvata la legge che tutela i pescatori e contrasta il bracconaggio – conclude Calvano –, ed un ulteriore passo avanti in questa battaglia contro i crimini ambientali lungo il fiume Po è stato fatto nei mesi scorsi con l’accordo triennale, al quale hanno aderito oltre all’Emilia-Romagna, anche Lombardia, Piemonte e Veneto, le autorità di bacino del Po e le prefetture dei rispettivi capoluoghi regionali».

Sabato 24 novembre 2018 ore 17 recital pianistico Paolo Zentilin – Ridotto del Comunale – Circolo Frescobaldi

Da: Circolo Culturale Amici Della Musica Girolamo Frescobaldi

Sabato 24 novembre 2018 alle ore 17 recital pianistico di Paolo Zentilin nel Ridotto del Teatro Comunale Claudio Abbado di Corso Martiri della Libertà 6, Ferrara: il giovane pianista e compositore friulano ritorna “a furor di popolo” a suonare nella città estense dopo il grande successo conseguito l’estate scorsa a Musica a Marfisa d’Este, ospite anche stavolta del Circolo Frescobaldi e dell’Associazione Malati Alzheimer (AMA) di Ferrara. Biglietti: interi 7 euro; ridotti fino a 20 anni 5 euro; soci Circolo Frescobaldi e allievi del Conservatorio Frescobaldi 1 euro.
«Essendo per me un debutto in questa sala importante – ha dichiarato Zentilin – avrei pensato a brani che suono da un po’ di tempo e quindi il più possibile “collaudati”. Propongo perciò la Sonata in La maggiore K.331 di Mozart con il celebre Rondò alla turca, poi L’iIsle joyeuse di Claude Debussy ed il Carnaval op. 9 di Robert Schumann.»
Paolo Zentilin ha conseguito al Conservatorio “G. Tartini” di Trieste il Diploma Accademico di I e II livello, indirizzo interpretativo, entrambi con il massimo dei voti e la lode. Parallelamente agli studi musicali, si è laureato in Filosofia presso l’Università degli Studi del capoluogo friulano.
Continua tuttora gli studi di composizione al Conservatorio di Trieste, nella classe di Fabio Nieder, e in tale ambito ha recentemente pubblicato per la casa editrice Wilhelm Hansen una trascrizione per pianoforte e fisarmonica del “Concerto per fisarmonica e orchestra op.146” del compositore danese Niels Viggo Bentzon, suscitando un notevole interesse di critica.

Unife: Incontro – Clima. Molti dati, pochi risultati

Da: Università di Ferrara

Sabato 24 novembre 2018 -Ore 15.00 – 18.00
Aula magna Dipartimento di Economia e Management, via Voltapaletto 11

Il recente rapporto del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC) delinea uno scenario quanto mai allarmante: non solo si confermano le previsioni sul cambiamento climatico, ma si delinea un quadro peggiore rispetto alle conoscenze precedenti.
I dati sono tanti, gravi e inequivocabili. L’accordo fra gli scienziati è ormai pressoché totale.
Eppure il tema è uscito dall’agenda politica e dal dibattito pubblico. Cosa è successo? e come riprendere i fili di un discorso politico che consenta un’azione efficace?

“Clima. Molti dati, pochi risultati” è l’incontro pubblico organizzato per sabato 24 novembre alle 15. presso l’ Aula magna del Dipartimento di Economia e Management, via Voltapaletto 11. L’organizzazione è a cura del Laboratorio di ricerca in storia e comunicazione della scienza DOS – Design of science e dal Master in giornalismo e comunicazione istituzionale della scienza dell’Università di Ferrara.
Intervengono Carmela Vaccaro, geologa dell’Università di Ferrara ed Elena Pulcini, filosofa politica dell’Università di Firenze

Lo studio dell’IPCC, uscito in ottobre, rivela che la temperatura media sulla superficie delle terre emerse e degli oceani è cresciuta di 0,17°C ogni decennio, dal 1950 ad oggi. Se questa tendenza non dovesse cambiare, la Terra potrebbe raggiungere il tetto di 1,5 gradi in più, rispetto ai livelli pre-industriali, già tra il 2030 e il 2052, invece che nel 2100, come ipotizzato nel precedente Accordo di Parigi.
Uno dei messaggi chiave del rapporto è che le conseguenze di tale aumento delle temperature si stanno già verificando, come mostrano l’aumento della frequenza dei fenomeni meteorologici estremi, l’innalzamento del livello del mare e la diminuzione del ghiaccio marino artico.
Nel nostro Paese, stando ai dati aggiornati ad ottobre, l’Istituto superiore per la ricerca e protezione ambientale (Ispra) segnala il 2018 come l’anno più caldo di tutta la serie storica di dati controllati dall’Istituto, e afferma che in Italia l’anno in corso risulta essere l’anno più caldo da almeno due secoli circa, e che in questo quadro vanno inseriti gli eventi meteorologici estremi che hanno determinato nei giorni scorsi gravi conseguenze per la popolazione, l’ambiente e il territorio del Paese.
Sarà Carmela Vaccaro, geologa presso il nostro ateneo, a illustrare i principali dati scientifici.
Se il grido d’allarme lanciato concordemente dagli scienziati è forte e chiaro, debolissimo è invece il dibattito pubblico e pressoché ammutolita la voce della politica.
Il contributo di Elena Pulcini muove proprio dal fatto che possiamo essere perfettamente a conoscenza di determinate minacce senza che questo ci coinvolga emotivamente e ci faccia agire coerentemente. Oltre a “conoscere” il rischio, dobbiamo capire come è cambiato l’uomo contemporaneo in quella che è chiamata la “società del rischio”.
Paura e responsabilità sono le parole chiave. Partendo da lì è possibile cominciare ad avviare un percorso che ci porti ad avere «cura del mondo», assumendoci la responsabilità nei confronti dell’avvenire, sfidando il suo carattere di minaccia
Michele Fabbri e Marco Bresadola, direttori del Laboratorio DOS introducono il tema e coordinano l’incontro

ONU: Bene stop multinazionali a etichette semaforo

Da: Coldiretti Emilia Romagna

Salve produzioni dell’Emilia Romagna, Parmigiano, Prosciutto, Zucchero

Il dietrofront sull’etichetta semaforo da parte delle multinazionali del cibo che abbandonano il progetto comune di utilizzare sui propri prodotti il sistema oggi utilizzato in Gran Bretagna, già al centro di numerose critiche, è una buona notizia per prodotti dell’Emilia Romagna come il Parmigiano Reggiano, il Prosciutto di Parma, ma anche per lo zucchero (che dovrebbe essere sostituito da edulcoranti artificiali) che nella nostra regione vede impegnata l’unica industria saccarifera italiana, la Coprob, cooperativa produttori bieticoli di Minerbio (Bologna).

Ad affermarlo è Coldiretti Emilia Romagna dopo l’annuncio da parte di Coca Cola, Nestlè, Mondelez, Unilever e PepsiCo di voler rinunciare al progetto di dotarsi di una propria etichetta nutrizionale, avviato nel marzo del 2017. Il sistema – spiega Coldiretti regionale – si basava sul modello del semaforo adottato in Gran Bretagna usando i tre colori, rosso, giallo e verde per segnalare la presenza di grassi, zuccheri e sale per le singole porzioni di cibo. Dopo un anno e mezzo di tentativi, anche con il coinvolgimento di scienziati e gruppi di consumatori, i cinque colossi del cibo sono stati costretti a gettare la spugna – sostiene la Coldiretti – per le opposizioni ad un sistema informativo incompleto e fuorviante.

La retromarcia delle multinazionali – sottolinea Coldiretti regionale – rappresenta un segnale importante rispetto al nuovo tentativo di presentare all’Onu una risoluzione, basata su semafori e tasse per esortare gli Stati ad “adottare politiche fiscali e regolatorie che dissuadano dal consumo di cibi insalubri”. La proposta, già bocciata dall’assemblea delle nazioni Unite il 27 settembre scorso, è stata ripresentata da sette Paesi (Brasile, Francia, Indonesia, Norvegia, Senegal, Sudafrica e Thailandia) con l’obiettivo di trovare una posizione comune in vista dell’ultima convocazione dell’anno per l’Assemblea generale.

Si punta a colpire gli alimenti che contengono zuccheri, grassi e sale chiedendo di predisporre apposite etichette nutrizionali e di riformulare le ricette, sulla base di un modello di alimentazione artificiale e basato sulla chimica che mette di fatto in pericolo – denuncia Coldiretti – il futuro dei prodotti Made in Italy dalle tradizioni plurisecolari trasmesse da generazioni di agricoltori che si sono impegnati per mantenere le caratteristiche inalterate nel tempo.

Ferrara vista dal laboratorio fotografico. Continuano a Wunderkammer i laboratori didattici

Da: Istituto Comprensivo 2

Continuano venerdì 23 novembre alle 16 alle 19 le aperture didattiche della mostra fotografica “Ferrara vista dal laboratorio fotografico- Ditta Fortini Maria e BB Professional
Photolab”, organizzata a Wunderkammer. A Palazzo Savonuzzi in via Darsena, 57 (location partner Consorzio Wunderkammer e comunicazione a cura di APS Basso Profilo) sarà visitabile fino al 2 dicembre, con apertura nelle giornate di venerdì 30 novembre dalle 16 alle 19, sabato 1 e domenica 2 dalle 9.30 alle 12.30 . Al termine dell’allestimento sarà possibile per le scuole, le associazioni e altri interessati, richiedere il riallestimento della mostra. Mercoledì 21 novembre ha dato il via al ciclo di visite guidate e laboratori didattici rivolti alle scuole con la classe 4 A della Scuola primaria Alda Costa. La classe, accompagnata dalle docenti Gloria Fabbri e Roberta Raiteri, dopo la visita guidata in compagnia di alcuni tra i curatori, Maria Bonora, Mauro Borghi Leopoldo Santini e Paola Chiorboli, è stata coinvolta in un laboratorio di incisione curato da Susanna Losciale, come interpretazione della sezione della mostra dedicata a mappe e piante antiche della città di Ferrara. Per l’ICS Alda Costa, soggetto partner della mostra, l’attività rientra nel Progetto Erasmus Mystery of History 2017/19, in collaborazione con altri istituti italiani, croati e sloveni.

Dal bagno alla stanza da letto la strada non sempre è breve

Il water-closet così come lo conosciamo oggi è stato inventato intorno al 1885, quando Thomas Crapper aggiunse alla tazza lo sciacquone. Un’invenzione rivoluzionaria in quanto l’acqua permetteva di pulire il gabinetto consentendo di liberarsi in modo efficiente di materiali ad alto contenuto batterico che altrimenti avrebbero potuto favorire l’insorgenza e la diffusione di malattie e infezioni. Come non ricordare che tutto questo, nell’indimenticato film ambientato nel medioevo “Non ci resta che piangere”, terrorizzava il compianto attore napoletano Massimo Troisi.

Per noi occidentali, europei e nord americani, rappresenta una realtà scontata e i più giovani, e più abituati alle comodità della nostra vita moderna, faranno molta fatica ad immaginare che circa 4,5 miliardi di persone non hanno ancora accesso alla toilette. In realtà, fuori dal cerchio magico, l’accesso all’acqua è una realtà fatta di file e di lunghe passeggiate e il problema è particolarmente acuto nel continente africano. Più della metà della popolazione di Eritrea (76%), Niger (71%), Ciad (68%) e Sud Sudan (61%), ad esempio, non ha accesso a servizi igienici di base. In altre parole defecano all’aperto.

Anche in India si vive lo stesso dramma, rappresentato tra l’altro in un film bolliwoodiano dal titolo “Toilet: a love story”. In questo caso un dramma dovuto più a scelte legate alla tradizione che alle possibilità economiche. Costume indiano vuole, infatti, che gli escrementi in casa ne deturpino la purezza per cui meglio andare per campi e magari di notte.

In Africa il problema è un po’ più variegato e sotto certi aspetti ci interessa anche di più dovendo convivere con i suoi flussi migratori. Nel 2015 l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha classificato il Ghana come settimo paese più sporco del mondo, e questo dovuto proprio alla pratica della defecazione all’aperto. Secondo David Duncan, responsabile di Wash (Water, Sanitation and Hygiene) nell’ufficio dell’Unicef in Ghana, la maggior parte delle persone nelle tre regioni del Nord del paese non vede un bagno come una necessità perché la defecazione all’aperto è una pratica diffusa da generazioni.

In ogni caso, al di là di tradizioni o sentimenti, l’accesso all’acqua e alla toilette vanno di pari passo con il dramma della mortalità per malattie dovute alla carenza di igiene. Secondo i dati dell’Unicef e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità l’accesso all’acqua in questo continente avviene come da tabella di seguito:

Regione Da fonte: gestita in modo sicuro di base limitata Non controllata Da acque di superfice
Middle East and North Africa 77% 16% 4% 2% 1%
Eastern and Southern Africa 26% 28% 18% 16% 12%
West and Central Africa 23% 40% 10% 20% 7%

che rapportato a quanto succede dalle nostre parti dà l’idea del dramma

Regione Da fonte: gestita in modo sicuro di base limitata Non controllata Da acque di superfice
North America 99% 1%
Western Europe 96% 3% 1%

Secondo il World Economic Forum, l’acqua rappresenta un rischio globale tra i più importanti a livello mondiale anche dal punto di vista economico. Infatti stima che ogni anno si perdono 260 miliardi di dollari a causa della mancanza di acqua di base e di servizi igienico-sanitari. Per il Ghana, che abbiamo citato sopra, il costo fu stimato nel 2012 dalla Banca Mondiale in 79 milioni di euro l’anno. Un accesso universale a questi servizi porterebbe invece benefici per quasi 18,5 miliardi di dollari.

Garantire l’accesso all’acqua, scrive il W.e.f, ha profonde conseguenze. Per ogni dollaro investito in acqua e servizi igienico-sanitari, c’è un ritorno di 4 dollari dovuti a costi sanitari più bassi, maggiore produttività e meno decessi.

Ma passiamo alla buona notizia.

Bill Gates, l’inventore del Dos prima e del Windows dopo, ha presentato a Pechino il water del futuro, che funziona senza acqua né fognature. La ‘Reinvented toilet’ grazie a una reazione chimica trasforma i rifiuti umani in acqua pulita, elettricità e fertilizzante. Per il progetto la Fondazione Bill e Melinda Gates ha stanziato 200 milioni di dollari in sette anni, meno di 30 milioni l’anno.

L’idea della fondazione è di destinare questo water in particolare ai paesi poveri dove le scarse condizioni igienico-sanitarie uccidono ogni anno quasi mezzo milione di bambini di età sotto i cinque anni, dice la pubblicità.

Certo sapere che meno di 30 milioni l’anno in ricerca potrebbero salvare la vita a milioni di bambini africani e creare migliori condizioni igieniche e di vivibilità in un intero continente dovrebbe far venire i brividi. Pensare a quanto la tecnologia stia andando avanti, a quanto il futuro sia già alle porte, al fatto che forse siamo già noi il futuro dovrebbe porci domande molto intriganti, sollevare dubbi riguardo al nostro modello di sviluppo e persino avanzare accuse rivolte ai padroni del progresso.

Mentre milioni di bambini, donne e uomini soffrono e muoiono per malattie legate alle condizioni igieniche scopriamo che modesti investimenti potrebbero risollevare le loro sorti. Abbiamo la tecnologia per andare avanti ma rimaniamo ancorati a concetti vecchi come l’attesa dell’iniziativa privata, della carità e dei tempi del ricco uomo d’affari.

Discutiamo su che tipo di politica dobbiamo applicare nei confronti dei migranti ma non ci chiediamo come aiutarli davvero e questo perché la risposta passa sempre dagli interessi economici nonostante sia anche provato che a far stare bene l’Africa ci si potrebbe anche guadagnare. Si guadagnerebbe di più portando sviluppo e donando condizioni migliori di vita attraverso il progresso tecnologico piuttosto che essere costretti ad inviare aiuti, cibo e medicine.

Ma se il dibattito fosse approfondito si rischierebbe di scoprire che le spese degli aiuti sono a carico della collettività mentre i guadagni dello sfruttamento a beneficio di azionisti di multinazionali, petrolieri, finanzieri e grandi società (mi permetto di consigliare la lettura di “Confessioni di un sicario dell’economia. La costruzione dell’impero americano nel racconto di un insider” di John Perkins).

Il punto, come sempre, è che noi (gente comune con molto cuore e pochi soldi) ci guadagneremmo mentre tutti gli azionisti che operano, a volte inconsapevolmente, in questi Paesi e in compagnia dei Paesi occidentali che trovano più comodo sfruttare (vedi Francia) che cooperare, ci perderebbero.

Che sforzo sarebbe stato per uno Stato investire 30 milioni all’anno per creare un oggetto salva vite del genere? E forse ci sarebbero voluti anche meno di 7 anni se avessero partecipato tutti insieme i paesi europei. Avrebbero creato ricchezza anche da noi, pagando ricercatori e dando contributi alle università e si sarebbero meritati quel premio Nobel 2012 per la pace che ad oggi risulta un po’ “rubato”, viste le troppe partecipazioni ad interventi armati e la continua vendita di armi all’estero.

Da una parte gli stati africani non possono spendere perché hanno debiti da ripagare, non hanno personale specializzato né un sistema per poter arrivare ad invenzioni di tale portata. Dall’altra la ricca Europa dell’euro non può spendere per le regole di Maastricht e di Lisbona che impongono austerità, anche questa per ripagare i debiti. L’Africa accomunata all’Europa, entrambe carenti di sovranità, entrambe avviluppate nell’incubo del debito mentre aspettano l’autorizzazione alla sopravvivenza, allo sviluppo, al progresso.

Sempre di più il nostro futuro dipenderà da un ricco privato, da una multinazionale o da qualche lobby. Questo è il mondo senza sovranità, ovvero senza la possibilità di decidere in autonomo la propria evoluzione oppure attraverso libere istituzioni, rappresentate da persone liberamente elette dai popoli. Un mondo privato dello spazio dove poter esercitare la democrazia, globalizzato d’imperio, finanziarizzato per legge, povero e senza futuro per scelta.

Quando muore un partigiano

di Cristiano Mazzoni

Breve riflessione sul valore e sull’attualità dell’essere partigiani nel buio mondo di oggi.
In memoria del comandante Eros, morto in questi giorni.

Quando muore un partigiano il mondo diventa un posto peggiore.
A poco alla volta il tempo fa il suo corso, erode lo spirito, la speranza, la forza di chi ha combattuto per la libertà.
Una libertà, che ora in tanti, non sanno più come utilizzare.
Erano giovani i partigiani, battuti e sconfitti ancor prima di combattere. Il popolo piangeva e mugugnava, ma solo loro ebbero il coraggio di prendere le armi ed andare in montagna, nelle valli, nelle città. Ogni landa poteva contare su un manipolo di eroi, che non sapevano neppure di esserlo. Lottavano per amore. Amore per la vita, amore per la madre, la moglie, il marito, i figli. Donne, uomini e ragazzi, diedero la vita, senza chiedere nulla in cambio.
Perché?
Perchè il mondo è di tutti, perché non c’è libertà che imponga l’oppressione di un altro, perché nessuno è libero se anche una sola persona è in catene (cit.). Esisteva solo il noi, la vita personale era sacrificabile, i sogni e le speranze, no. Troppi anni sono passati, troppo fango li ha sepolti, troppe parole hanno cercato di omologare i morti. Tutti uguali.
No.
Esisteva una parte giusta ed una sbagliata, esistevano gli oppressi e gli oppressori, esistevano i partigiani ed i fascisti, era la guerra civile, causata dal dittatore, a terra rimasero i morti, in cielo volarono i sogni.
No, non furono tutti uguali.
I morti.

Quando muore un partigiano, muore la memoria, muore la storia vissuta con un fazzoletto rosso al collo.
Antonio odiava gli indifferenti, parteggiava, ed io forse faccio troppo poco. Mi nascondo tra le pieghe della frenesia della vita, come tutti, rincorro il tempo, senza lasciare traccia e forse si, Antonio un po’, mi odierebbe.
Le lapidi che nessuno legge più, gli alberi che hanno accolto i figli appesi al vento, forse ora sono diventati legna da ardere, solo fumo e cenere. Le fiamme dei paesi bruciati, i muri resi in briciole, sono stati ricostruiti con faccia a vista, la caligine è annegata nelle lacrime dell’oblio.
I partigiani erano perlopiù povera gente e il loro nemico portava stivali lucidi e mostrine d’argento. Hanno combattuto, in pochi contro il passo dell’oca, che risuonava lugubre per le vie di tutta Europa.
Ora chi prenderà il loro posto?
Viviamo in un mondo dove i nemici ci servono, vengono costruiti, vengono indicati dai potenti, per asciugare la bava alla bocca dell’egoismo e del prima noi. Il nemico è chi ci sfrutta, non gli sfruttati. Come è stato possibile, che nel corso di poche generazioni, ci siamo dimenticati di voi. Saccenti e acculturati ci spingono a credere che tutto sia passato, che i valori della vostra battaglia siano superati, siano anacronistici: “il fascismo non esiste” è il modo migliore per dimostrarne la sua esistenza.
La memoria, lo studio, i libri sono un isola, galleggiante in un mare di banalità, di pensiero comune, di superficialità. La stupidità ci attanaglia, giudichiamo il mondo dal nostro cortile di casa, cerchiamo ancora, dopo un secolo di sangue, l’uomo forte, il pelato con gli stivali.
I libri uccidono il potere, il potere odia i libri, il potere odia i liberi.
Il pensiero e l’intelletto, sono l’unica arma che abbiamo per poter continuare la battaglia che fu dei partigiani, ribelliamoci, ogn’uno con quello che ha, ogn’uno come può, destiamoci dal torpore e dalla sonnolenza a cui hanno relegato.
Quando muore un partigiano, muore la libertà.
Quando l’ultimo dei partigiani abbandonerà questo mondo, chi rialzerà da terra la sua bandiera?
Non mi interessa di essere l’essere moderno, la moderazione, il riformismo, non sono il mio vessillo. Il mio colore è il rosso.
Quando muore un partigiano occorre alzare il pugno al cielo e salutarlo, promettendogli di innaffiare e curare per sempre il suo fiore. Perché ogni partigiano è morto per la libertà. E noi dobbiamo esserne degni.

Torna a casa il fiero partigian.

Venerdì 23/11 è di scena al Jazz Club Ferrara Pat Martino con il suo organ trio, icona vivente della chitarra jazz

Da: Ufficio Stampa Jazz Club Ferrara

Venerdì 23 novembre torna al Jazz Club Ferrara, a distanza di otto anni dalla sua ultima performance, Pat Martino, icona vivente della chitarra jazz. Lo affiancano Pat Bianchi all’organo e Carmen Intorre alla batteria. Appuntamento in collaborazione con Bologna Jazz Festival.

Venerdì 23 novembre (inizio ore 21.30) torna al Jazz Club Ferrara, a distanza di otto anni dalla sua ultima performance, Pat Martino, icona vivente della sei corde.
Classe 1944, Martino inizia a suonare la chitarra a dodici anni e fin dalle sue prime performance è riconosciuto come uno dei più virtuosi chitarristi jazz della sua generazione, poiché dotato di una sonorità altamente distintiva.
Negli anni ’60 e ’70 collabora con Jack McDuff, Trudy Pitts, Jimmy Smith, Don Patterson e Richard Groove Holmes, inanellando una serie di storiche incisioni che lo pongono al centro della scena.
Nel 1976, improvvisamente, Martino inizia a mostrare i sintomi di una terribile malattia che lo ha reso protagonista di una vicenda drammatica: è stato colpito da un grave aneurisma diagnosticato come terminale se non operato. Dopo l’operazione Martino non ricordava quasi niente della sua vita precedente e aveva completamente dimenticato tutta la sua carriera artistica. Col tempo è riuscito a recuperare il suo stile grazie a lunghi mesi di studio dei propri dischi, tornando a calcare le scene nel 1987 con un memorabile concerto a New York immortalato nel disco The Return.
Da allora Martino calca i palcoscenici di tutti i principali club e festival mondiali, ha inciso numerosi album, tra cui l’ultimo Formidable, che lo vede affiancato dai due validissimi compagni con cui si presenta al Torrione: Pat Bianchi all’organo e Carmen Intorre alla batteria. Appuntamento in collaborazione con Bologna Jazz Festival.

INFORMAZIONI
www.jazzclubferrara.com
jazzclub@jazzclubferrara.com

La libreria IBS+Libraccio di Ferrara compie 20 anni

Da: ibs+Libraccio

Dal 1998 ad oggi la libreria situata negli antichi spazi del centralissimo Palazzo San Crispino ha venduto più di 4 milioni di libri e ha ospitato le presentazioni di oltre 1000 scrittori

Sabato 24 novembre a partire dalle 16 la storica libreria IBS + LIBRACCIO di Ferrara festeggia i suoi primi vent’anni di attività con un pomeriggio ricco di appuntamenti rivolti a grandi e piccini e aperti a tutta la città.

Alle 16:00 sarà il momento dei bambini con il gioco dell’oca organizzato insieme all’animatrice Barbara Pizzo per cui è consigliata la prenotazione, mentre alle 18:00 alla libreria arriveranno alcuni scrittori amici affezionati fra cui Marcello Simoni,Gianni Fantoni e Roberto Pazzi che condivideranno con i presenti i loro ricordi della libreria e brinderanno insieme a tutti i presenti.

Dalle 17 alle 19 il programma di Radio Sound “The Box” si svolgerà in diretta dalla libreria. I conduttori, Valentina e Simone, tra un brano e l’altro, ripercorreranno questi vent’anni coinvolgendo i librai, gli ospiti e il pubblico presente.

Per ringraziare i propri clienti dell’affetto e della fedeltà dimostrati in questi anni, sabato 24 e domenica 25 novembre ci sarà una promozione speciale: tutti i possessori della tessera Altafedeltà avranno diritto al 15% di sconto; inoltre a loro e a tutti coloro che acquisteranno almeno due titoli e raggiungeranno i 25 euro di spesa verrà regalata la shopper in tela Libraccio creata per il compleanno della libreria.

A fare gli onori di casa insieme ai librai e ai soci fondatori del Gruppo Libraccio sarà il vicesindaco di Ferrara Massimo Maisto.

LIBRACCIO FERRARA

Piazza Trento Trieste – Palazzo S.Crispino

Lunedì – Sabato | 9.00 -20.00

Domenica | 10.00 -13.00 15.30 – 20.00

LIBRACCIO

Nata nel 1979, Libraccio vanta 39 anni di esperienza e successi. Oggi è presente sul territorio con una delle più estese catene di librerie indipendenti in Italia: 46 punti vendita in 7 regioni. Specializzata in libri nuovi e usati, testi scolastici, remainder, libri fuori catalogo, rarità editoriali e modernariato, completa l’offerta delle sue librerie con un ampio assortimento di cartoleria, dvd, cd, vinili, giocattoli e una linea di prodotti low cost, a brand Libraccio, dedicati al corredo scolastico. Dal 2009 è online con la sua offerta di nuovo e usato con il sito Libraccio.it leader in Italia nella vendita di scolastica, realizzato in partnership con IBS.it.

Fine settimana di mostre al Museo Archeologico di Ferrara

Da: Museo Archeologico Nazionale

ANGELI E DEI
Personale di Barbara Pellandra
Inaugura sabato 24 novembre la mostra di Barbara Pellandra “Angeli e Dei” che si inserisce nell’ambito di un progetto di confronto e dialogo fra l’antico e il moderno nel quale i reperti archeologici attici ed etruschi abbracciano le opere realizzate con materiali odierni, come plexiglass e resine. A cura di Susanna Tartari.

Le opere saranno in mostra fino a domenica 9 dicembre.

SPINA: LE OSSA RACCONTANO LA SUA STORIA
Prosegue la mostra frutto delle ricerche paleoantropologiche a Spina. L’esposizione, a carattere didattico, mira ad introdurre il pubblico alle tematiche di questa disciplina ed è arricchita da schermi 3D e interattivi per ammirare i volti degli antichi spineti e sfogliare i libri che raccontano le loro storie, ricostruite a partire da reperti scheletrici o cremati.

A cura dell’Istituto di Antropologia dell’Università di Ferrara

Al via la formazione per i percorsi di vicinanza accogliente nel territorio di Ferrara

Da: Progetto Vesta

Martedì 20 novembre, presso l’Istituzione Servizi Educativi, Scolastici e per le Famiglie, si è tenuto
l’incontro “Storie di famiglie e cittadini accoglienti a Ferrara”, una serata per raccontare come
ognuno di noi può contribuire in prima persona alla costruzione di una comunità accogliente e
integrata.
E’ stata l’occasione per conoscere le storie delle famiglie e dei cittadini che nel territorio di Ferrara
stanno portando avanti esperienze di vicinanza accogliente: la tutela volontaria di un minore
straniero non accompagnato, l’affiancamento di persone adulte e minori che vivono un momento di
difficoltà, l’accoglienza in famiglia di un giovane rifugiato con il progetto Vesta, ideato e gestito da
Camelot.
“Dopo i nostri figli, è la cosa più bella che è successa nella nostra casa” ha detto Michele
dell’esperienza di accoglienza del progetto Vesta che sta vivendo assieme alla moglie Martina.
“Quando sono arrivata qui con quattro figli ero completamente disorientata, avere qualcuno
accanto che mi aiutasse a muovermi nella nuova città è stato fondamentale per rendermi
autonoma, sono anche riuscita a conseguire la patente. Ora a mia volta sto aiutando altri nella mia
situazione” ha spiegato S. una donna marocchina che partecipa al progetto di affiancamento
familiare.
“Non si tratta solo di firmare delle carte, ma anche di costituire un punto di riferimento per un
ragazzo molto giovane in un momento fondamentale della sua vita”, così Paola ha descritto la sua
esperienza di tutela volontaria di un minore straniero non accompagnato.
L’evento è stato organizzato dall’Assessorato Sanità, Servizi alla Persona, Politiche Familiari del
Comune di Ferrara, assieme all’Ufficio Diritti dei Minori e al Centro per le Famiglie del Comune di
Ferrara, con Città del Ragazzo e cooperativa Camelot, gestori del progetto SPRAR per minori
stranieri non accompagnati di cui è titolare il Comune di Ferrara.
L’incontro si è svolto nell’ambito dei progetti “Vesta – Rifugiati in famiglia” e “Minori e giovani
Stranieri Non Accompagnati – azioni di inclusione e autonomia” (inserito nell’iniziativa “Never Alone,
per un domani possibile”), ed ha inaugurato il percorso formativo rivolto a tutti i cittadini e nuclei
familiari della provincia di Ferrara che vorranno intraprendere azioni rivolte in particolare a minori
stranieri non accompagnati e neo maggiorenni.
A partire dal 28/11 sono previsti altri quattro incontri che, spazieranno dal contesto migratorio alla
legislazione in materia e verteranno anche sugli aspetti psicologici, culturali ed emotivi propri di
questo specifico rapporto di convivenza.

Salute. Caso Avastin, dalla decisione della Corte di giustizia europea la conferma che la battaglia dell’Emilia-Romagna era giusta e doverosa.

Da: Regione Emilia Romagna

Salute. Caso Avastin, dalla decisione della Corte di giustizia europea la conferma che la battaglia dell’Emilia-Romagna era giusta e doverosa. La soddisfazione dell’assessore Venturi: “Sentenza storica, destinata a cambiare radicalmente le logiche esclusivamente commerciali legate a un farmaco che, prima di essere un prodotto dell’industria, è un bene essenziale per la salute”

Fin dal 2009 la Regione, prima in Italia, ha combattuto in tutte le sedi per erogare nelle strutture pubbliche questo medicinale efficace nella cura della maculopatia retinica e dal costo di quaranta volte inferiore a quello di altri farmaci in commercio. In questo periodo la Regione ha assicurato ai pazienti cure efficaci e sicure risparmiando circa 4,2 milioni l’anno. “Due obiettivi ci hanno sempre guidato: la tutela della salute dei cittadini e l’uso efficiente delle risorse pubbliche. E questa sentenza accoglie in pieno la nostra tesi”

Bologna – Una decisione che conferma che la battaglia iniziata nove anni fa dall’Emilia-Romagna era giusta e doverosa, condotta in nome della salute dei cittadini e dell’uso corretto e oculato delle risorse pubbliche. Ma c’è di più.

“Si tratta di una sentenza storica, destinata a modificare radicalmente le logiche esclusivamente commerciali legate alla commercializzazione di un farmaco che è sì un prodotto dell’industria, ma ancor prima un bene essenziale per la salute. Per primi in Italia ci siamo battuti per arrivare a questo risultato, non possiamo che essere soddisfatti e orgogliosi della nostra scelta del 2009, di cui ora potranno beneficiare anche le altre Regioni”.

Così l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi, commenta la sentenza emessa oggi dalla Corte di giustizia dell’Unione europea sul caso Avastin-Lucentis, che afferma la legittimità della presa in carico, da parte del servizio sanitario nazionale, dei costi di un medicinale ‘off label’ nonostante vi sia, per la stessa indicazione terapeutica, un medicinale ‘ad hoc’.

La questione risale al 2009, quando la Regione Emilia-Romagna decise, prima in Italia, di erogare nelle strutture sanitarie pubbliche l’Avastin, farmaco efficace nella cura della maculopatia retinica, anche dopo l’immissione in commercio del Lucentis, medicinale sempre impiegato per la cura della maculopatia retinica ma dal costo molto maggiore. Per un unico, fondamentale motivo: perché consentiva e consente, a parità di condizioni di efficacia e sicurezza, una significativa riduzione della spesa farmaceutica a carico del servizio pubblico, tutelando al tempo stesso la libertà di scelta terapeutica da parte dei professionisti. E le disposizioni attuate dall’Emilia-Romagna hanno consentito in effetti, dal 2009 ad oggi, un risparmio per il Servizio sanitario regionale di circa 4,2 milioni l’anno.

“La sentenza della Corte di giustizia europea accoglie in pieno la nostra tesi- aggiunge l’assessore Venturi-. Come abbiamo sempre sostenuto, l’utilizzo di Avastin off label, cioè per un uso diverso da quanto previsto dalle indicazioni di registrazione, nel trattamento della maculopatia degenerativa nelle strutture sanitarie della regione è pienamente legittimo”.

I ricordi del pubblico rivivono sulla scena a Ferrara Off

Da: Associazione culturale Ferrara Off

Sabato 24novembre alle ore 21.00 andrà in scena a Ferrara Off ‘A.R.E.M. Agenzia Recupero Eventi Mancanti’ con Elena Dragonetti, Francesca Farcomeni, Noemi Parroni, Elena Vanni,una produzione della Compagnia Elena Vanni, vincitrice del Bando Cariplo per la creatività giovanile 2011.
Uno spettacolo di drammaturgia e regia in tempo reale, che mette in scena, ogni sera in modo diverso, i ricordi più preziosi degli spettatori, raccolti prima di entrare in sala.Un “gioco” basato sulla collaborazione del pubblico, chiamato a scrivere un proprio ricordo su un biglietto consegnato all’ingresso.
Gli spettatori, senza essere coinvolti direttamente, diventano così protagonisti e co-drammaturghi. Si ride, ci si commuove, ci si sorprende davanti ad attimi di vitagià vissuti, riletti e rivisti in un modo nuovo.Gli spettatori sono al centro della costruzione scenica; desiderando e a volte temendo il momento in cui il proprio ricordo sarà scelto, rivedono parti di sé, scoprono, nell’infinita originalità dei vissuti altrui, l’universalità di bisogni e di semplici emozioni fondamentali.
Domenica 25 novembrealle 17.30 invece,torna a Ferrara Off Giacomo Cossio che, in occasione della mostra ‘Courbet e la natura’ presso Palazzo dei Diamanti, dedica questo secondo incontro con il pubblico aPaul Cézanne e alla profonda influenza che i lavori di Courbet hanno avuto sulle opere di questo artista.Quadri come ‘La Valle della Loue con cielo in tempesta’ del 1870, infatti,sono stati di ispirazione per il lavoro di Paul Cézanne, che dal suo isolamento provenzale trae forza e visione per costruire le basi di un’arte nuova e rivoluzionaria. L’appuntamento, con ingresso a offerta libera, èpatrocinato da Ferrara Arte.
L’ingresso allo spettacolo ‘A.R.E.M.Agenzia Recupero Eventi Mancanti’è di 10 € per i soci Ferrara Off, 8 € soci under30, 5 € soci under18, 12 € non soci (inclusa tessera associativa 2018/19). È consigliata la prenotazione. Maggiori informazioni su www.ferraraoff.it

Memorial Florestano Vancini, il decennale – Martedì 20 novembre 2018 alla Sala Boldini l’ultima giornata di proiezioni dedicate al regista ferrarese, tra ospiti illustri e commozione

Da: Ufficio Stampa Ferrara Film Commission

La sera di martedì 20 novembre 2018 presso la Sala Boldini di Ferrara, si è tenuta l’ultima delle quattro proiezioni programmate dalla Ferrara Film Commission – con il supporto organizzativo di Ascom Ferrara e dell’Hotel Torre della Vittoria – per commemorare il decennale della scomparsa del regista e sceneggiatore ferrarese Florestano Vancini.
Il film “La neve nel bicchiere” ha visto in sala un nutrito e attento pubblico.
Graditissime ospiti della serata sono state Gloria Vancini, figlia del regista e le attrici Anna Teresa Rossini e Silvia Siravo.
Ha introdotto la serata, il critico e storico del cinema, nonché Presidente Onorario della Ferrara Film Commission Paolo Micalizzi, insieme a Presidente e Vicepresidente della Ferrara Film Commission Alberto Squarcia e Stefano Duo.
Gloria Vancini ha ricordato con commozione e trasporto il padre Florestano, ringraziando sentitamente la sua Ferrara per il ricordo che ha voluto dedicargli in occasione del decennale. “Porto Ferrara sempre nel cuore. Quando cammino per le sue strade sono avvolta dai ricordi della mia infanzia e di mio padre. Che sarebbe felice di sentire con quale affetto la sua città lo ricorda”.
Anna Teresa Rossini, la protagonista Mariena – moglie di Venanzio, interpretato da Massimo Ghini – ne “La neve nel bicchiere”, ha raccontato aneddoti del backstage del film e ha ricordato: “Quando fui scritturata per il ruolo di protagonista, informai Florestano Vancini che ero in difficoltà perché stavo allattando mia figlia di appena quattro mesi e lui, per non rinunciare a me, mi disse che potevo portare sul set anche lei. Anzi, che avrebbe avuto una parte nel film!”. Una parte – Edvige neonata, la figlia della coppia protagonista – che ha inaugurato la sua futura carriera di attrice. “Una precoce esperienza che mette nel curriculum!” ha raccontato divertita la madre.
E anche la figlia di Anna Teresa, Silvia Siravo, era presente ieri sera. È arrivata poco prima dell’inizio della proiezione, valigia al seguito, giunta nientemeno che da Budapest, dove, presso l’Istituto Italiano di Cultura, ha presentato – insieme a Maria Teresa Ruta e Guenda Goria – una serata di letture dedicate al senso del cibo nella vita dal titolo “Recitar mangiando”.

Il Sindaco Tiziano Tagliani ha consegnato una targa del Comune di Ferrara a Gloria Vancini, in ricordo del Memorial per il decennale, mentre Simona Sallustro ha omaggiato l’attrice Anna Teresa Rossini di una targa Ascom Ferrara.

Anche la proiezione mattutina il film “I lunghi giorni della vendetta” ha avuto una buona risposta di pubblico: erano presenti diverse classi dell’Istituto Dosso Dossi

Durante la serata si è ricordato l’appuntamento con il “Ferrara Film Corto”, Festival di Cortometraggi organizzato dalla Ferrara Film Commission, che avrà luogo il 25, 26 e 27 gennaio 2019. Il Festival, rivolto ai film-maker italiani o residenti in Italia, è alla sua seconda edizione e si eleva a Nazionale.

Alan Fabbri (Lega): “Dal PD attacchi ridicoli sulla manovra: tutta qua l’opposizione che sanno fare?”

Da: Ufficio Stampa Lega Nord Emilia Romagna

“Il Pd di Bondeno non si smentisce mai. Teniamo basse le tasse e non va bene neanche questo. Abbiamo letto con vero stupore, e anche con un po’ di ilarità, il post con cui il Pd di Bondeno ha commentato una manovra che non alza le tasse per i cittadini: un commento che non solo denota la loro incapacità di fare opposizione ma anche il disprezzo che hanno per il Comune in cui vivono”.

Così, Alan Fabbri, presidente del consiglio comunale interviene nel dibattito sulla manovra comunale. Secondo il Pd“le tasse a Bondeno non aumentano perché la povertà dilaga sempre di più, e chiedere più soldi sarebbe come spremere un limone già spremuto”. E non solo, ma secondo i compagni democratici la Lega non chiede di più ai cittadini perchè “sottovaluta la povertà e il declino e li manipola per prendere voti”.

Per Fabbri invece “è incredibile vedere un’opposizione raschiare in questo modo il fondo del barile. Dire che a Bondeno la povertà dilaga, disegnare il nostro Comune come un luogo in cui non si vive bene e non ci sono possibilità per tutti è un’offesa per i cittadini”, aggiunge.

“Bondeno è un Comune vivo e vivace. Certo i problemi esistono e noi, come amministrazione, stiamo facendo di tutto per risolverli: sostenendo e incentivando gli imprenditori, valorizzando le tradizioni e promuovendo eventi capaci di creare indotto e di coinvolgere i cittadini. E il Pd cosa fa oltre a lamentarsi?”.

Violenza di genere. Sono 31mila le donne che hanno sporto denuncia nell’ultimo quinquennio in Emilia-Romagna, nel 2017 in 3.520 sono state accolte dalla rete regionale.

Da: Regione Emilia Romagna

Primo rapporto dell’Osservatorio regionale: i dati consolidati su denunce, femminicidi, Centri, Case rifugio e strutture per uomini maltrattanti. Le cifre inedite sugli accessi ai Pronto soccorso

Le politiche di contrasto messe in campo dalla Regione e la rete regionale, che conta 56 sportelli, 20 Centri Antiviolenza, 39 Case Rifugio; 10 i Centri di aiuto per uomini maltrattanti. L’assessora Petitti: “Le donne sono più forti e coraggiose, denunciano e non restano sole”. I dati dei primi mesi del 2018 in 14 Centri regionali

I dati delle violenze sulle donne ma anche quelli dell’accoglienza e dell’ascolto, i progetti messi in campo dalla Regione Emilia-Romagna. A un anno dall’istituzione, arrivano i dati dell’Osservatorio regionale sulla violenza di genere. Il report per la prima volta offre un panorama esaustivo su denunce, femminicidi, strutture e le cifre inedite sugli accessi ai Pronto soccorso, oltre a dar conto del lavoro svolto nell’ultimo anno dalla Regione per la formazione degli operatori dei servizi sanitari dell’emergenza e per l’operatività e l’ampliamento dei Consultori, riportando i dati dell’Istat e del Ministero. I dati dell’osservatorio sono stati presentati questa mattina nella sede della Case delle donne per non subire violenza, a Bologna, alla presenza dell’assessora alle Pari opportunità Emma Petitti e del presidente del Coordinamento dei centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna Angela Romanin. Nell’occasione è stato illustrato il progetto del Coordinamento regionale “Donne al centro contro la violenza”. Presente Roberta Mori della Commissione Parità dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna.

“Nella nostra regione– ha detto l’assessora Petitti– vi è una lunga tradizione di collaborazione pubblico-privato. E’ una strada che percorriamo per non lasciare soli chi sta sul fronte di questa battaglia. L’impegno di questa Regione sta nel fornire strumenti di prevenzione, educazione e informazione. Cinque anni fa abbiamo approvato la legge sulla parità, quindi il Programma regionale Antiviolenza, poi abbiamo investito risorse con i nostri bandi. E’ nato anche l’Osservatorio che ci ha aiutato a capire in modo più organico come nasce e si sviluppa questo fenomeno. Dal quadro è risultato un dato che mi fa molto piacere: le donne sono più coraggiose, escono dall’ombra, denunciano e sanno di non esser più sole”.

Le cifre
L’Emilia-Romagna è una delle regioni dove i tassi di violenza contro le donne sono più alti in Italia ma è anche la prima per le denunce di violenze sessuali (15,6 ogni centomila donne), percosse (28,6), lesioni dolose (89,6) e la quarta per i femminicidi (0,6 su centomila). Tassi inferiori alla media nazionale si riscontrano invece riguardo allo stalking (23,2).

Nell’ultimo quinquennio le donne che hanno sporto denuncia nella nostra regione per aver subito una violenza sono state oltre 31.000 (dati 2012-2016 – Ministero Interno), di cui 14.000 sono state vittime di minaccia, oltre 3.000 di stalking, 1.700 di violenza sessuale, 13.000 di una violenza fisica grave o gravissima quali percosse, lesioni e tentati omicidio, mentre 66 sono state assassinate.

Nel decennio 2007-2016 – fatta eccezione per le vittime di stalking, che sono cresciute costantemente da quando nel 2009 lo stalking è diventato un reato, i dati registrano una chiara diminuzione delle vittime di questi reati: le vittime di minacce sono scese di quasi 30 punti percentuali dal 2007 al 2016, di 27 per le violenze sessuali, di oltre 30 per le percosse, di 20 per le lesioni, di 8 per i tentati omicidi, mentre il numero di donne uccise è rimasto uguale.

La Regione Emilia-Romagna per contrastare il fenomeno ha messo in piedi un sistema che si basa su una rete di 56 sportelli per ascolto e presa in carico, 20 Centri Antiviolenza, che forniscono accoglienza, consulenza, sostegno alle donne, anche con figli/e, minacciate o che hanno subito violenza e 39 Case Rifugio, strutture a indirizzo segreto o riservato che forniscono, a titolo gratuito, alloggio sicuro alle donne con o senza figli minori che subiscono violenza, indipendentemente dal luogo di residenza, per salvaguardarne l’incolumità fisica e psichica. Inoltre, sono sorti in Emilia-Romagna 10 Centri di aiuto per uomini maltrattanti un’esperienza innovative per il trattamento di uomini violenti.

Nel corso del 2017 i Centri Antiviolenza dell’Emilia-Romagna hanno registrato 17.235 contatti da parte di 5.345 donne, di cui il 44,6% ha contattato un centro per la prima volta. Delle 5.345, 1.732 sono state indirizzate ad altri servizi, in particolare: circa un migliaio ai servizi territoriali (Servizio Sociale, Forze dell’ordine, Consultori familiari, Pronto soccorso, Sert, altro Centro antiviolenza); 280 ad accoglienza in emergenza/pronta accoglienza e 148 ad accoglienza in casa rifugio. Risultavano in carico presso i Centri antiviolenza 3.520 donne (di cui 2.526 accolte nel 2017).

La Regione Emilia-Romagna attraverso un bando, le cui attività sono state realizzate nel 2017, ha inoltre finanziato 49 progetti per 1 milione di euro per rafforzare le politiche regionali di contrasto alle discriminazioni di genere e alla violenza sulle donne e promuovere una cultura della parità e del contrasto agli stereotipi. Oltre metà dei progetti sono promossi da Enti Locali, il 24% (12 progetti) da associazioni o soggetti del privato sociale e il20,4% (10 progetti) da un Centro Antiviolenza. Sono stati coinvolti circa 24.500 cittadini, tra cui 14.200 studenti, più di 600 insegnanti e 380 genitori e 1600 operatori dei servizi.

Nel 2017 la Regione aveva anche stanziato 240.000 euro per realizzare un progetto formativo finalizzato a migliorare le capacità di accoglienza da parte dei servizi di emergenza e della rete dei servizi territoriali per le donne che subiscono violenza e i loro figli. Fra gli obiettivi: la definizione di protocolli integrati di assistenza e modelli condivisi di intervento. La Regione ha avuto un ruolo di coordinamento del progetto con il coinvolgimento del Servizio politiche sociali e socioeducative, del Servizio Assistenza Territoriale, del Servizio Assistenza Ospedaliera e dell’Area formazione dell’Agenzia Regionale. Nella prima parte del progetto sono stati formati 168 operatori dei servizi di cui 84 dei Pronto soccorsi e 84 dell’area dei consultori e dei servizi sociali.

Sicurezza ambientale e legalità. Il Commissario straordinario nazionale sceglie Arpae Emilia-Romagna come partner tecnico per la bonifica di 52 discariche abusive italiane

Da: Regione Emilia Romagna

L’assessore Gazzolo: “Motivo di orgoglio per tutta l’Emilia-Romagna. È il riconoscimento delle professionalità elevate e del grande patrimonio di innovazione, buone pratiche e conoscenze coltivate nella nostra regione”. Firmato a Roma il protocollo d’intesa, della durata di un anno con l’Agenzia regionale per la prevenzione, l’ambiente e l’energia della Regione

Bologna – È Arpae, l’Agenzia regionale per la prevenzione, l’ambiente e l’energia della Regione Emilia-Romagna, il partner tecnico scelto dal Commissario straordinario di Governo per la bonifica delle discariche abusive. Si tratta di 52 siti su tutto il territorio nazionale dove devono ancora essere portati a termine gli interventi di bonifica. Lo prevede l’accordo siglato a Roma dal direttore dell’Agenzia, Giuseppe Bortone, e dal Commissario, generale Giuseppe Vadalà.
“Una scelta che è motivo di orgoglio per tutta l’Emilia-Romagna- afferma l’assessore regionale all’Ambiente, Paola Gazzolo -. È il riconoscimento delle professionalità elevate, del grande patrimonio di innovazione e buone pratiche coltivate nella nostra regione. Ora le mettiamo a disposizione di tutto il Paese, per restituire un futuro ad aree inquinate dove in passato ha prevalso l’illegalità. Un futuro all’insegna della tutela della salute, della sostenibilità ambientale e della loro piena fruibilità”.

Il Protocollo, dalla durata di un anno, prevede la condivisione di conoscenze e informazioni in materia di bonifica di discariche abusive, oltre ad attività di comunicazione, educazione e sensibilizzazione sui temi della legalità e della sicurezza ambientale. La collaborazione rientra tra le azioni previste dal protocollo tra il Commissario straordinario e l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), grazie al quale le differenti Agenzie regionali di protezione dell’ambiente appartenenti al Sistema nazionale di protezione dell’ambiente (Snpa), mettono a disposizione le proprie capacità tecnico scientifiche per promuovere e incentivare la collaborazione fra gli organi istituzionali.