Skip to main content

Giorno: 7 Febbraio 2017

Giovedì 9 febbraio presentazione del volume “Giorgio Cattani. Di là da dove per andare dove” (Skira)

Giovedì 9 febbraio

ore 17:30

Presso la storica sala dell’Oratorio San Crispino

Libreria Ibs+Libraccio di Ferrara

In collaborazione con FabulaFineArt Gallery

Presentazione del volume
Giorgio Cattani.

Di là da dove per andare dove

(Skira)

 

All’incontro saranno presenti Giorgio Cattani, Franco Farina, Lola Bonora, Andrea  B. Del Guercio, Lucia Spadano e Maria Letizia Paiato

Giorgio Cattani. Di là da dove per andare dove. Opere dal 1986 al 2016

Questo volume, nato con l’obiettivo di raccogliere il ricco e complesso percorso artistico di Giorgio Cattani, non può prescindere, anzi deve prendere avvio, dalla stretta relazione tra la natura umana e quella artistica; esiste nel suo caso un particolare processo di contaminazione comportamentale in cui la quotidianità si arricchisce delle fasi e delle forme del pensiero e dell’azione raggiungendo un’unità dialettica nel singolo manufatto artistico.

 

 

Giornata in ricordo di Paolo Mandini

Da Istituto Gramsci Ferrara

Era già l’ora che volge il disio ai navicanti e ‘ntenerisce il core lo dì c’han detto ai dolci amici addio.”
(Dante Alighieri, Purgatorio VI)

Sabato 11 febbraio 2017 alle ore 10.00 – Sala conferenze – Istituto di Storia Contemporanea
Vicolo Santo Spirito, 11 – Ferrara
Introduce: Fiorenzo Baratelli
Presiede: Anna Quarzi
Sarà presente il Sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani

Seguiranno interventi e testimonianze di amiche e amici

I famigliari e gli amici organizzano un incontro, ad un anno dalla morte, per ricordare la cara persona di Paolo. Nessuna parola può cogliere e far capire il duro fatto di un’assenza ogni giorno riscoperta. Ma l’assenza può riunire, nel ricordo della sua vita esemplare come figura pubblica e come figura privata, chi lo ha stimato e chi gli ha voluto bene.

Master UniFE Disgrafie – spendibile bonus aggiornamento docenti 500 euro

Da ufficio stampa

E’ possibile usufruire del bonus da 500 euro per l’aggiornamento dei docenti iscrivendosi al Master annuale di I livello in “Consulente didattico e rieducatore della scrittura per la prevenzione e il recupero delle difficoltà grafo-motorie” dell’Università di Ferrara, che si svolge con modalità didattica integrata e a distanza.

Il Master, diretto dal Prof. Stefano Caracciolo e dalla Dott.ssa Alessandra Venturelli, è attivato dal Dipartimento di Scienze Biomediche e Chirurgico Specialistiche di UniFE, in collaborazione con il Centro E-learning di Ateneo e con l’Associazione ONLUS Graficamente.

Finalizzato alla formazione di una specifica figura professionale con competenze di livello superiore di tipo psico-pedagogicometodologico e tecnico grafo-motorio, il Master si rivolge a insegnanti, educatori, e a tutte le figure professionali che operano nel mondo della formazione. Obiettivo primario del corso è far acquisire gli elementi scientifici della pedagogia e della didattica utili come base di conoscenze di riferimento della nuova figura di consulente e di rieducatore della scrittura adottando un’ottica pedagogico-didattica sui DSA e particolarmente sulle disgrafie e sulle difficoltà grafo-motorie in età evolutiva. Il percorso didattico ha una durata annuale pari a 1.800 ore (corrispondenti a 72 CFU), di cui 50 dedicate al tirocinio.

            Tutte le indicazioni sulle procedure da seguire per richiedere il bonus e procedere con l’iscrizione al Master sono disponibili sul sito di UniFE al link:  http://www.unife.it/studenti/pfm/Cartadocente

Si segnala infine che la modalità didattica adottata dal Master permetterà agli studenti di seguire le lezioni mediante un’apposita piattaforma on-line, alla quale gli iscritti potranno accedere con credenziali personali, senza vincoli di giorno o orario. La maggior parte dell’attività didattica si svolgerà quindi in questo ambiente virtuale, permettendo agli studenti lavoratori e/o fuori sede di organizzare i propri tempi di studio e lavoro.

Iscrizioni esclusivamente on-line, entro e non oltre il 20 febbraio 2017, all’indirizzo: https://studiare.unife.it/Home.do .

Indicazioni per effettuare  la preiscrizione:  http://www.unife.it/studenti/pfm/normativapfm/faq-1/faq

Per informazioni di carattere didattico: tutoratosea@unife.it o graficamente.onlus@gmail.com

In foto: un esempio di presa scorretta

Presa scorretta 1

A pieno ritmo l’aiuto della camera di commercio a consumatori e piccoli imprenditori alle prese con la rinegoziazione dei propri debiti: ben 9 le procedure avviate

Da ufficio stampa

Govoni: “Davvero incoraggianti i risultati fin qui prodotti dai protocolli d’intesa con Ascom, Cia, Cna, Confagricoltura, Confartigianato e Unindustria per diffondere il più possibile la conoscenza di tale importante opportunità”

Già a pieno ritmo l’aiuto della Camera di commercio a consumatori e piccoli imprenditori alle prese con la rinegoziazione dei propri debiti: presentato agli organi di informazione il 15 settembre scorso, sono già 9 le procedure avviate gestite dall’Organismo di composizione delle crisi da sovradimensionamento dell’Ente di Largo Castello.

Troppe rate, del resto, che strangolano sempre più le famiglie e le piccole imprese italiane: 58,9 miliardi di euro, dei quali 46,9 miliardi verso banche, finanziarie e società di leasing; 7,9 miliardi crediti vantati dalle società di servizi elettrici e telefonici; 4 miliardi crediti della pubblica amministrazione, commerciali e delle assicurazioni. Rispetto ai 60 milioni di abitanti, è come se due persone su tre fossero debitrici di qualcosa, e la provincia di Ferrara purtroppo non è da meno. Questi i dati resi noti, lo scorso mese di maggio, dall’Unione Nazionale Imprese a Tutela del Credito. Dati che hanno comportato, in 8 anni di crisi economica, la chiusura di migliaia di aziende e l’aumento del totale dei disoccupati italiani fino alla cifra di 2,9 milioni, dei quali 551 mila giovani al di sotto dei 24 anni.

Ma rinegoziare i propri debiti, dunque, è possibile anche nella nostra provincia: chi non può accedere alle procedure previste dalla legge fallimentare (artigiani, commercianti, start up innovative, consumatori e tutti coloro che fino a ieri erano “troppo piccoli” per fallire) possono infatti rivolgersi, nel caso si trovino ad avere un eccesso di debiti per esempio con le banche o con il fisco, alla Camera di commercio di Ferrara (Organismo accreditato dal Ministero della Giustizia) e proporre ai creditori un accordo di ristrutturazione dei debiti con un piano di rientro che cadenzi secondo le reali possibilità del soggetti, la restituzione almeno di una parte del dovuto. Il debitore, sotto il controllo del Tribunale, potrà, alternativamente, formulare una proposta di accordo con i creditori; chiedere la liquidazione del patrimonio o proporre – solo se riveste la qualifica di consumatore – un piano di ristrutturazione dei debiti. E mettendo a disposizione anche solo un piccolo patrimonio, potrà ottenere la liberazione da tutti i debiti pregressi, il c.d. “fresh start” (“ripartenza”, seconda “chance”).

“Davvero incoraggianti – ha sottolineato Paolo Govoni, presidente della Camera di commercio di Ferrara – i risultati fin qui prodotti dai protocolli d’intesa con Ascom, Cia, Cna, Confagricoltura, Confartigianato e Unindustria per diffondere il più possibile tra le imprese la conoscenza di tale importante opportunità”. 35 i professionisti (avvocati e commercialisti) selezionati dall’Ente di largo Castello – attraverso un’apposita procedura ad evidenza pubblica – per gestire le crisi ed offrire a centinaia di piccole imprese e famiglie la possibilità di onorare i debiti contratti ed intravedere una via di scampo.

Per ulteriori informazioni: Servizio Regolazione del mercato, Arbitrato e mediazione (conciliazione@fe.camcom.it, 0532/783.923).

Giorno del Ricordo al Circolo Frescobaldi – Mercoledì 8 febbraio 2017 ore 17 – Interviene Flavio Rabar

Da Amici della Musica

Mercoledì 8 febbraio 2017 alle ore 17 presso la saletta riunioni del Circolo Frescobaldi in via Foro Boario 87 Ferrara, il presidente del Comitato provinciale dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, dott. Flavio Rabar, terrà una conferenza sul tema: “Istria, Fiume, Dalmazia: il dopoguerra tragico degli italiani.”

Così sarà celebrato il Giorno del Ricordo dai soci del Circolo Frescobaldi: il presidente del sodalizio, Antonio Proietti Di Valerio, nell’invitare i soci a partecipare numerosi, ha ricordato che “…Quella ricorrenza è una solennità civile nazionale, celebrata il 10 febbraio di ogni anno”.

Istituita con la legge 30 marzo 2004 essa vuole conservare e rinnovare “la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra, e della più complessa vicenda del confine orientale”.

Il Giorno del Ricordo viene celebrato ovunque con la partecipazione delle massime autorità politiche italiane: la cerimonia più solenne si svolge nel palazzo del Quirinale e viene fatta al cospetto del Presidente della Repubblica, che conferisce le onorificenze alla memoria ai parenti delle vittime. Ma numerose sono anche le iniziative territoriali programmate da associazioni e istituzioni culturali e civili.

 

Giovedì 9 febbraio, nella biblioteca del Centro Documentazione Donna di Ferrara, incontro con Angela Giuffrida che parlerà della diversità nel sistema di pensiero dominante

Da organizzatori

Terzo incontro del ciclo “Alle origini delle diversità”, sostenuto dall’Assessorato alla cultura del Comune di Ferrara, in cui si affronta l’influenza della filosofia sui comportamenti di chi appartiene a una società patriarcale.

Nelle comunità maschiocentriche le relazioni umane sono funestate da una spiccata idiosincrasia per la diversità. Alla sua origine c’è un singolare approccio cognitivo al reale che prende in considerazione un dato singolo, escludendo tutto il resto. La «teoria del corpo pensante» dà conto dei meccanismi di pensiero responsabili dell’esclusione, dell’esagerata conflittualità e dell’ignoranza che negano valore alla vita, rendendola facile preda dei più svariati attacchi distruttivi. Sottolinea quindi l’urgenza di un deciso cambio di prospettiva, attuabile dalle donne in quanto capaci di contenere nella mente, come nel corpo, un organismo integro, complesso e coeso.

Angela Giuffrida è stata docente di Filosofia nei Licei veneti.

Ha avviato una riflessione critica sul sistema di pensiero dominante che ha portato all’elaborazione di una nuova teoria della conoscenza, contenuta nei saggi Il corpo pensa. Umanità o Femminità? (Prospettiva Edizioni 2002), e La razionalità femminile unico antidoto alla guerra (Bonaccorso Editore 2011).

Per favorire il passaggio da un assetto cognitivo atomizzante e conflittuale ad uno contenitivo e aperto alla complessità e al divenire del reale, promuove corsi di studio e seminari, partecipa a diversi convegni e scrive numerosi articoli.

Riaperture, a marzo 2017 il nuovo festival di fotografia riapre gli spazi chiusi di Ferrara

Da ufficio stampa

Ferrara è pronta a ospitare per la prima volta un festival di fotografia: Riaperture porterà in città undici mostre che riapriranno spazi urbani mai aperti o ancora parzialmente chiusi. Dal 17 al 19 marzo Barbara Baiocchi, Giovanni Cocco, Simone D’Angelo, Danilo Garcia Di Meo, il progetto Disco Emilia, Francesca Ióvene, Luis Leite, Massimo Mastrorillo, Sara Munari, Luana Rigolli e Giovanni Troilo affronteranno con le loro opere il tema della prima edizione, i “luoghi comuni”.

Riaperture unisce l’indagine fotografica alla rigenerazione urbana, portando le immagini di artisti dalla portata internazionale e giovani ma già significativi autori in luoghi della città attualmente non in uso. Riaprire gli spazi della città e gli occhi di chi osserva la realtà, attraverso la fotografia, è l’obiettivo della nuova rassegna fotografica. Un weekend che trasformerà per la prima volta Ferrara in un collettivo laboratorio fotografico, grazie al ricco programma che comprende, oltre alle mostre, workshop, letture portfolio, visite guidate, reading, presentazioni e laboratori per bambini.

La prima edizione del festival prevede anche un concorso fotografico nazionale, sempre sul tema dei luoghi comuni, che vedrà per i vincitori la possibilità di esporre insieme agli autori ufficiali. La giuria del concorso è guidata da Mustafa Sabbagh, fotografo apprezzato in tutto il mondo, che a Ferrara vive e dimostra come in città ci siano risorse culturali e umane apprezzate con cui è possibile interagire. Una sezione del concorso è riservata a studenti e studentesse delle scuole superiori di Ferrara, che potranno partecipare con foto prodotte soltanto da cellulare, per ribaltare il luogo comune per cui con il telefonino si producono solo immagini fugaci, prive di valore artistico.

L’obiettivo di Riaperture Photofestival Ferrara è di riaccendere l’attenzione su luoghi pubblici o privati attualmente non in uso, per portare loro nuova energia: per questo le mostre saranno ospitate in sedi aperte per la prima volta alle immagini. La manifestazione sarà dunque dislocata a Factory Grisù, ex caserma dei Vigili del Fuoco ora consorzio di imprese innovative e oggetto di un percorso di rigenerazione, a Palazzo Prosperi Sacrati, uno degli edifici storici più belli della Ferrara estense, situato al centro dell’Addizione Erculea e chiuso da anni, nell’Auditorium del Conservatorio di musica G. Frescobaldi, al momento chiuso per restauro e riaperto eccezionalmente per il festival. E ancora, l’ex Istituto Case Popolari di Acer, e due spazi commerciali al momento non in uso, situati nel centro storico di Ferrara, in via Garibaldi e via Borgo Leoni. Tutti i luoghi del festival saranno accessibili anche alle persone con disabilità.

Riaperture è organizzato dall’associazione culturale omonima, fondata nel maggio 2016 da un gruppo di fotografi, professionisti e non, che si sono riuniti per cercare di portare a Ferrara qualcosa che prima non c’era: un festival di fotografia, innanzitutto, ma anche la spinta a riaprire attività commerciali abbandonate o spazi pubblici chiusi. «”Riaperture” – spiega il presidente dell’associazione Giacomo Brini – è un nome che sottolinea la volontà di riaprire una città e riaprire anche i nostri occhi sulla realtà circostante, attraverso la fotografia di qualità, con un festival organizzato grazie soprattutto alla passione volontaria degli associati».

Per raggiungere gli obiettivi di budget per l’organizzazione del festival, l’associazione ha lanciato anche un crowdfunding sulla piattaforma Produzioni dal Basso: in palio, per chi sceglie di donare e contribuire così a realizzare il primo festival di fotografia a Ferrara, la maglia e la shop ufficiale di Riaperture, con l’illustrazione realizzata per l’occasione dall’emergente Florian Contegreco, ma non solo. In programma come ‘ricompense’ per chi dona anche aperitivi e cene esclusive con i fotografi del festival: un’occasione unica e informale per parlare di fotografia con i professionisti del settore.

Dal 17 al 19 marzo 2017 la fotografia riaccende la luce su quella Ferrara che non si vede in cartolina o sui libri di storia: la Ferrara dell’ex caserme dei pompieri, delle ex case popolari, dei negozi chiusi, di spazi in ristrutturazione. Quella Ferrara brulicante vita (passata o futura) che, fosse anche solo per tre giorni, tornerà a illuminarsi proprio grazie alla fotografia. Il festival Riaperture è fatto per chi «non vuole lasciarsi stare, dietro o davanti alla macchina fotografica», e risponde alla necessità di guardare alla realtà che ci circonda, sia locale che globale, con occhi nuovi. «Giudizi, valori, situazioni: tutto prende una luce diversa, più autentica e laterale, e la macchina fotografica diventa lo strumento per smuovere la terra sotto ai nostri piedi, vedere cosa c’è sopra, sotto, fuori, dentro».

Organizzazione, sponsor e partner del progetto

Riaperture Photofestival Ferrara è organizzato dall’associazione culturale Riaperture.

Ha il patrocinio del Comune di Ferrara.

Il festival si svolge in collaborazione con Consorzio Factory Grisù, che metterà a disposizione alcuni dei suoi spazi per ospitare mostre ed eventi di Riaperture.

Il concorso fotografico è sponsorizzato da RCE Foto Rovigo ed Emilbanca.

Il progetto Disco Emilia è ospitato a Ferrara grazie alla collaborazione con Spazio Gerra.

Contatti

Giacomo Brini 3200152974 Fabio Zecchi 34892115311

email stampa@riaperture.com web www.riaperture.com

facebook facebook.com/riaperture

Programma mostre

Barbara Baiocchi

Sempre si vince

Giovanni Cocco

Monia

Simone D’Angelo

I must have been blind

Danilo Garcia Di Meo

What?

Disco Emilia

Progetto con opere di Gabriele Basilico, Andrea Amadasi, Hyena e Arianna Lerussi

Francesca Iòvene

Il profilo dell’intorno

Luis Leite

Per strada

Massimo Mastrorillo

Aliqual

Sara Munari

P|P|P| (Place Planner Project)

Luana Rigolli

Perdita d’identità

Giovanni Troilo

La Ville Loire

++

Foto in alta risoluzione di alcune delle opere degli artisti sono scaricabili all’indirizzo:

www.riaperture.com/file/riaperture2017-foto.zip

www.giacomobrini.it

Una nuova destinazione per i locali del Museo della Nave Romana

Da ufficio stampa

Il percorso intrapreso per la candidatura a Capitale Italiana della Cultura 2018 a Comacchio non si è di certo esaurito, anzi sta ancora dando i propri frutti avendo creato un precedente importante sul bisogno sempre maggiore della comunità di investire sulla cultura. Ed è, infatti, con questo spirito di continuità che si sono presentati in tantissimi oggi, nella Biblioteca Civica di Comacchio, per l’incontro organizzato dall’Amministrazione Comunale per aprire il dibattito sulla nuova destinazione da dare all’edificio che fino ad oggi ha ospitato il Museo del Carico della Nave Romana e che, una volta completato il trasloco dei reperti nel nuovo Museo Delta Antico, ritornerà a disposizione della comunità rimanendo, però, parte integrande del complesso culturale del centro cittadino.

“Vedere questa sala piena è veramente una grande soddisfazione – ha commentato il Dirigente alla Cultura Roberto Cantagalli, aprendo i lavori – significa che c’è davvero la volontà di investire su un valore importante come è quello della cultura. Anche questa volta vogliamo utilizzare il metodo della co-progettazione e realizzare con voi un percorso partecipato che permetta, a noi, di conoscere le esigenze della comunità e, a voi, di proporre quali attività svolgere all’interno degli spazi”. All’appuntamento di questo pomeriggio, il primo di una lunga serie, erano presenti anche il Sindaco Marco Fabbri e l’Assessore alla Cultura Alice Carli, ma soprattutto tanti privati cittadini, insegnanti, rappresentanti di associazioni e gruppi, venuti a mettere sul tavolo le proprie idee per quella che con tutta probabilità diventerà la Casa delle Arti di Comacchio. Tante le proposte che sono state condivise per la valorizzazione dei locali tornati a disposizione, dalla possibilità di ospitare una vera e propria scuola di musica, all’idea di realizzare laboratori di teatro, di pittura, di sartoria o di artigianato. Tutte attività che verrebbero concentrate in un unico stabile, creando di fatto anche le condizioni per la commistione tra le diverse arti e la collaborazione dei laboratori in progetti intersettoriali. L’idea espressa dalla maggior parte degli intervenuti, infatti, è stata quella di voler dar vita ad uno spazio vivo, che non solo permetta ai tanti gruppi ed associazioni che lavorano sul territorio di poter usufruire di locali adeguati, ma che possa far fronte anche – ed è stata questa la richiesta principale dei tanti genitori presenti a Palazzo Bellini – alla mancanza di un vero e proprio centro in cui i ragazzi possano avvicinarsi alle arti, essere seguiti ed incoraggiati a praticarle e poter di conseguenza mettere a frutto le proprie potenzialità.

Come ha, infatti, ricordato il Sindaco Marco Fabbri “Oggi, purtroppo, Comacchio ha ancora un alto tasso di dispersione scolastica ed è necessario, dunque, dare ai nostri giovani risposte immediate alle loro esigenze”. Al prossimo incontro anche il Consiglio Comunale dei Ragazzi, quale rappresentante dei potenziali fruitori della Casa delle Arti, verrà, dunque, invitato a proporre le proprie idee. I lavori, questa volta, riprenderanno direttamente all’interno dei locali dell’ormai ex-Museo della Nave Romana, in modo da permettere ai partecipanti al tavolo di discussione di poter conoscere esattamente quali sono gli spazi a disposizione e poter avanzare proposte concrete. La data verrà resa nota dall’Amministrazione Comunale non appena verrà fissata e l’incontro, anche in questo caso, sarà aperto a tutti.

20170206_171322 20170206_175706 museonave

“Più fondi per garantire Offerta Turistica e lo Sviluppo Occupazione sulla Costa di Comacchio”, la nota dell’Ascom

Da ufficio stampa

“Se Comacchio, la sua Costa ed il Parco del Delta vogliono crescere in termini di qualità ed offerta turistica (senza dimenticare l’indispensabile sviluppo occupazionale con particolare riferimento al mondo giovanile) – è necessario creare le premesse e gli investimenti – tradotto Bandi economicamente adeguati – che permettano una politica di eventi continuativa, adatti ad un pubblico vasto”: AsBalneari, Ascom Confcommercio e Confesercenti credono in modo unitario che la dotazione del recente bando di soli 100mila euro (al 50 % suddiviso tra Ente Camerale e Comune) sia insufficiente a garantire un ruolo di traino e quindi sollecitano in modo unitario ricordando: “Che in questo senso sono da privilegiare le forme di aggregazione che si stanno formando sulla Costa e che sono impegnate,   nonostante le difficoltà del settore,  affinché il turismo balneare possa essere di traino alla cultura. Proprio dopo l’esperienza di collaborazione che ha visto Comacchio impegnata nella competizione “Capitale Italiana della Cultura” non devono essere dimenticati gli sforzi fatti ed anzi vanno capitalizzati come opportunità. Servono dunque investimenti per realizzare una costa ed un delta pieno di divertimenti, opportunità e svago per i turisti italiani e stranieri, quest’ultimi ormai sono un dato in crescita sul nostro litorale” concludono  AsBalneari, Ascom Confcommercio  e Confesercenti. 

Torna anche a Ferrara il tour delle Bike Night, migliaia di ciclisti di notte in Italia

Da organizzatori

Vogliono andare in bici quando e come vogliono, anche se è buio o l’arrivo è lontano. Vogliono farlo insieme, mescolandosi, aiutandosi a vicenda. Vogliono vivere la bici in un modo nuovo, unico e autentico. Il loro appuntamento, ogni anno, sono le Bike Night, le pedalate notturne di 100km sulle più belle piste ciclabili d’Italia, che nel 2017 tornano con il tour di cinque tappe: Ferrara, Bolzano, Udine, Verona e Milano. Dopo le oltre 2500 presenze nel 2016, la quarta edizione delle Bike Night è pronta ad illuminare le notti d’estate in bici.

Bike Night è un evento unico nel suo genere perché fonde elementi diversi: si parte a mezzanotte dalla città, attraversando il centro urbano per poi immergersi nella natura circostante. Si pedala di notte, avvolti dall’oscurità, per raggiungere l’arrivo all’alba, con il sole. Bike Night è prima di tutto un evento inclusivo: unisce pubblici diversi, dal ciclista allenato con bici in carbonio alle famiglie che si improvvisano esploratori in bici, dai giovani agli adulti, dalle coppie ai solitari, e soprattutto tante donne, con una presenza femminile al 25%. Una formula semplice, che unisce la bici, la lunga distanza, la notte e la mobilità sostenibile, senza ordini d’arrivo e cronometro, per una vera e propria festa notturna della bici e dei ciclisti, di tutti i tipi.

Il tour 2017 delle Bike Night partirà sabato 17 giugno con la prima tappa Ferrara-Mare (arrivo a Lido di Volano), che nel 2016 registrò il più alto numero di partecipanti, quasi 1500. Poi si sale sulle Alpi con la Bolzano-Resia sabato 15 luglio (168 iscritti nel 2016), si va in Friuli per l’Udine-Alpe Adria, con arrivo a Ugovizza, dopo aver pedalato lungo la «ciclabile dell’anno 2015», sabato 5 agosto (200 iscritti nel 2016). E ancora la Verona-Lago (arrivo a Riva del Garda) di sabato 26 agosto (300 iscritti nel 2016) fino al gran finale sabato 16 settembre con la Milano-Lago, da piazza Leonardo fino ad Arona, lungo il Naviglio Grande, con lo spettacolare passaggio di centinaia di ciclisti (500 alla prima edizione nel 2016) in piazza Duomo a mezzanotte.

Il progetto Bike Night, ideato e curato da Simone Dovigo, con il suo marchio Witoor , è iniziato nel 2014 a Ferrara, con la prima edizione che registrò quasi 200 partecipanti. Nel 2015 a giugno sono partiti 800 ciclisti da Ferrara verso il mare. A luglio, si è tenuta anche la prima Bike Night sulle Alpi, da Bolzano al Lago di Resia, con 130 iscritti. Nel 2016 la trasformazione in un vero e proprio tour, con un successo crescente che ha portato 2690 ciclisti di notte sulle piste ciclabili da Ferrara a Bolzano, da Udine a Verona, fino a Milano.

Dal 2016 infatti Bike Night è co-organizzato e prodotto dalla cooperativa culturale ferrarese Città della Cultura / Cultura della Città (CC/CC). Grazie a questa sinergia è stato possibile sviluppare un vero e proprio “Villaggio Partenza” pensato come una area ricreativa accogliente e sicura sia per le migliaia di iscritti in arrivo sia per le loro biciclette. Il format delle Bike Night prevede assistenza medica e tecnica lungo l’intero percorso, e ai partecipanti sono offerti tre ristori ogni 25km circa più la colazione all’arrivo. Sono inoltre garantiti servizi di noleggio bici e casco, rientri in pullman o treno.

«Non conta il cronometro – spiega Simone Dovigo – non c’è ordine di arrivo: è un evento che racchiude elementi quasi primordiali che portano a salire in sella alla bici». Bike Night risponde alla crescente voglia di bici, in costante aumento negli ultimi anni anche in Italia, e offre una dimensione non competitiva e coinvolgente per tutti coloro che amano la bici e sono animati da una «passione che non dorme mai». «C’è il viaggio, il movimento. C’è l’orario inconsueto, generalmente destinato ad altro: la notte, che i ciclisti illuminano con le loro luci, diventa elemento sorprendente. C’è il buio da affrontare, il sole che sorge, a regalare calore e sorrisi per avercela fatta tutti insieme». Cresciuta anno dopo anno, la Bike Night mette insieme gli appassionati autentici della bici, paralleli a qualsiasi moda del momento, tecnica o di atteggiamento. Ci sono tutti i tipi di ciclisti alla Bike Night: l’agonista, quelli su scatto fisso, le famiglie, gruppi di ragazzi, uomini donne e bambini. È una festa, dove non serve agghindarsi ma si interpreta finalmente soltanto sé stessi.

Le Bike Night rappresentano anche un modo diverso di scoprire il territorio: offrono che risiedono nella città di partenza di diventare consapevoli delle ricchezze naturalistiche delle zone che li circondano, mentre agli iscritti da fuori provincia (tendenzialmente la metà sul totale) fa conoscere itinerari cicloturistici di grande valore. Ecco dunque cinque percorsi diversi che esaltano cinque percorsi fondamentali per il cicloturismo italiano: la Destra Po da Ferrara fino al Delta, la ciclabile della via Claudia Augusta da Bolzano a Resia passando per la val Venosta e Merano, la ciclovia Alpe Adria che da Udine riscopre l’ex ippovia e ferrovia, verso Tarvisio e l’Austria, la via del Sole da Verona lungo l’Adige prima e poi verso il Lago di Garda con arrivo a Riva e infine i percorsi lungo l’alzaia del Naviglio Grande e il Ticino che dal centro di Milano portano direttamente sul Lago Maggiore.

Partner ufficiale dell’intero tour è Sportler. Oltre alle bellezze del territorio, Bike Night sviluppa però rapporti di collaborazione anche con attori locali. Upcycle Cafè sarà ancora il partner organizzativo della tappa milanese, che vedrà confermata anche la collaborazione con il bike sharing ufficiale BikeMi, che metterà a disposizione per il noleggio le sue bici a pedalata assistita, come nel 2016. La tappa in Alto Adige sarà organizzata grazie all’aiuto dell’Azienda di Soggiorno e Turismo di Bolzano, attiva nella promozione del capoluogo sudtirolese come centro della bici, mentre a Udine proseguirà il lavoro di promozione e creazione di pacchetti turistici già avviato nel 2016 con Hotel Suite Inn e Quo vadis frut. Tra i partner per la tappa di Ferrara Spiaggia Romea. Si confermano infine partner per tutta l’estate Muraro Viaggi, che gestirà i servizi di transfer su pullman, e la prima casa editrice dedicata alla bicicletta, Ediciclo.

Bike Night è un’esperienza in bici che unisce la notte, la passione e le persone. Si parte a mezzanotte, dal centro di una città, per raggiungere dopo 100km (circa) la natura, pedalando su piste ciclabili: che si tratti del mare, del lago o della montagna, comunque luoghi distanti dal centro urbano da dove si è partiti. Perché Bike Night vuole dimostrare che in bici è possibile raggiungere posti cui di solito non crediamo, vogliamo o ci immaginiamo in grado di arrivare. A qualsiasi ora del giorno o della notte. Nel 2017, giunti alla quarta edizione, Bike Night arriva in cinque città: Ferrara, Bolzano, Udine, Verona e Milano. Le iscrizioni sono aperte, sul sito ufficiale www.bikenight.it

Organizzazione, sponsor e partner del progetto

La Bike Night è organizzata da Witoor e Città della Cultura/Cultura della Città.

Il progetto Bike Night 2017 con cinque tappe in Italia è reso possibile dal prezioso contributo di Sportler, e dai partner Agenzia Muraro Viaggi, Club Village & Hotel Spiaggia Romea, Ediciclo Editore, Happy Ways, Biciclista.

Contatti

Simone Dovigo 3402611527 simone@witoor.com

Fabio Zecchi 34892115311 fabio@witoor.com

web www.bikenight.it | hashtag ufficiale #bikenight

Bike Night 2017

Date

17/18 giugno

Ferrara – Mare (Lido di Volano)

15/16 luglio

Bolzano – Lago di Resia (Campanile di Curon)

5/6 agosto

Udine – Alpe Adria (Ugovizza)

26/27 agosto

Verona – Lago (Riva del Garda)

16/17 settembre

Milano – Lago (Arona, Lago Maggiore)

++

Programma

Partenza a mezzanotte

Arrivo all’alba

Distanza sui 100km

Percorso su piste ciclabili

Dalla città alla natura, si pedala tutti insieme senza ordine d’arrivo

Servizi offerti

Iscrizione online

Gadget pacco iscrizione

Villaggio partenza

Servizio navetta di rientro

Noleggio bici e casco

Trasporto bagagli

Ristori e colazione

Assistenza meccanica

Assistenza medica

++

web www.bikenight.it

facebook witoor.bicycletours

twitter witoorbiketours

instagram witoor

hashtag ufficiale #bikenight

foto www.witoor.com/bikenight-foto-stampa.zip (crediti: Andrea Bighi)

video www.witoor.com/video

bikenight-stampa-foto02

Studentato senza studenti al Darsena city: il mausoleo del nulla

2.segue – Dopo due giorni e due notti insonni, domenica mattina ho preso la decisione: io di questa edilizia popolare voglio vedere i risultati. Parto, ma la mia missione viene – per ora – deviata dalla curiosità. L’espressione “cattedrali nel deserto” è stata più volte ripetuta dal sindaco Tagliani, e il mio occhio ne avvista immediatamente una. Non posso fare a meno di fermarmi. Sono le 10 del mattino e mi trovo dinanzi al Darsena City. Parcheggio la macchina nel posteggio sotterraneo, non c’ero mai stato. Mi fa uno strano effetto, disorientante, le auto sono poche, non dev’esserci molta gente ai piani superiori. Scendo, scatto qualche foto, c’è una perdita d’acqua dalle tubature del soffitto che crea un effetto cascata quasi affascinante. Cerco gli ascensori. Una volta trovati salgo su, piano 0. Mi ritrovo nel mezzo tra due maxi negozi: alla mia sinistra un emporio di scarpe, deve aver aperto da poco, non lo avevo notato prima; alla mia destra l’ipermercato. Faccio un giro all’interno. Voglio sentire e vedere le persone che frequentano questo luogo. La gente che incontro è eterogenea, di varie nazionalità. Noto una certa frequentazione di africani, riconosco alcuni volti dei parcheggiatori abusivi conosciuti nelle serate tra l’ex-Mof e il ‘montagnone’. Compro un giornale. Alla cassa un’addetta cerca di contrattare dei cambi da 5 euro con un uomo, il quale capisco essere un elemosinante. L’uomo acconsente dicendo però che i soldi ce li ha “sopra”. Mentre si allontana la cassiera sorridendo afferma che “questi sono meglio delle banche per i cambi”.

Compio una passeggiata all’esterno del complesso. Il passaggio è ampio, mi guardo intorno: i due negozi principali hanno molta clientela, sembrano davvero funzionare. Rientro nell’edificio principale. Mi assale un senso di angoscia: mi guardo intorno, tutto chiuso. Saracinesche abbassate, in alcune si scorgono lavori in corso all’interno. Salgo su. Il nastro trasportatore mi fa giungere al piano superiore, quello del cinema per intenderci: un multisala molto famoso, una decina le sale. Ci lavorava un mio amico qui. Anche questo sembra funzionare bene. Ma mi volto di spalle e di nuovo ecco la sensazione di vuoto, stessa scena: una distesa di vetrine oscurate da teli, serrande abbassate, lavori in corso d’opera, dei quali alcuni sembrano abbandonati da tempo. Scatto altre foto, e ridiscendo. Andando verso l’altro ingresso, quello che dà sulla darsena, c’è un bar: prendo un caffè. C’è parecchia gente lì, ma non quanta me ne aspettassi essendo domenica. Mi chiedo: dove sono gli studenti? Dove sono i residenti della zona? Esco dal bar, di fronte a me il corridoio che mi porta ai due ‘maxi’, ma alla mia destra un altro corridoio che va verso il nulla. Non riesco a trattenermi oltre.
Esco fuori. Piove a dirotto ma la cosa non mi tange perché c’è una cosa che mi attira: una torre cilindrica, altissima, che svetta ad osservare tutto il complesso. Mi avvicino. Vuota. Un’immensa torre di Babele (nella forma me la ricorda) totalmente vuota. Delle transenne mi impediscono di accedervi. Credo di aver visto abbastanza. Torno alla macchina. La mia voglia sarebbe quella di poter tornare indietro, riavvolgere il nastro del tempo e chiedere conto delle “cattedrali nel deserto”. Sì, perché il sindaco ha ragione: questo edificio non è una cattedrale nel deserto, ma c’è un immenso deserto nella cattedrale… Prendo la macchina e vado via. Mi chiedo quale sia l’utilità di questo tipo di edilizia e quale il vero scopo, quali gli appetiti che soddisfa… Quale sia l’obiettivo della costruzione di questi immensi ‘non-luoghi’, sui quali Marc Augé potrebbe scrivere interi trattati. Quale sia la funzione sociale: l’aggregazione? il lavoro? passeggiare? fare la spesa?

Mi lascio alle spalle questo ‘mausoleo del nulla’, questo immenso, imponente, simbolo di un mancato successo, che racchiude in sé un senso di smarrimento, di malinconia, di sofferenza, che ho visto in quelle troppe finestre chiuse, che testimoniano come gran parte degli appartamenti, lì, sono vuoti. Gli studenti non abiteranno mai qui, mi sono detto. E mi chiedo il senso di questo nuovo studentato fantasma, cinto dalla nebbia nei giorni di bruma, lungo il corso del fiume.
La macchina prosegue sul viale e davanti mi si manifesta un altro ‘spettacolo’, il primo che ho visto quando scesi quattro anni fa dal treno: i grattacieli, ormai famigerato simbolo del quartiere Gad. Alloggi di lusso un tempo, oggi equiparabili invece alla più sciagurata edilizia popolare. Ma lì, almeno, pullulano le finestre aperte: la maggior parte degli appartamenti, però, sono occupati abusivamente. Vorrei proseguire, ma credo per oggi di aver visto abbastanza…

2.continua

Leggi la prima parte

BORDO PAGINA
“Verso un Nuovo Mondo”, prima antologia fantasy-futurista con prefazione di Roby Guerra

E’ uscito “Verso il Nuovo Mondo” a cura dell’Associazione Hyperion (sede Principato di Monaco). Un libro fantasy futuribile e con prefazione del futurista ferrarese Roby Guerra…

Dal Principato di Monaco, E’ uscito “Verso un Nuovo Mondo”, esito di un concorso letterario. A cura dell’ Associazione Hyperion (sede Principato di Monaco) nata lo scorsa primavera, ovvero di Ivan Bruno, Sol Weintraub, cover di Livia Viganò, consulenza editoriale di Victoria Ramelli. Sorta di Fantasy anche futuribile, con gli archetipi del Viaggio e dell’ignoto e dell’utopia/atopia in primo piano. “Diciotto racconti. Diciotto viaggi tra speranza, amore, follia e disperazione. Tra queste pagine troverete cantori digitali, misantropi sociofobici, artisti visionari, divinità meccaniche, futuristi e acrobati. Storie di viaggi, ma non solo. Perché il Nuovo Mondo non è sempre lontano ma, spesso, si trova dentro di noi. “Verso un Nuovo Mondo” è la prima antologia promossa dall’Associazione Hyperion, raccoglie i testi selezionati dell’omonimo concorso, introdotti dal neo-futurista Roberto Guerra, posfazione di Chiara Blasutta. L’intero ricavato dell’opera sarà devoluto in favore del progetto per l’oncologia pediatrica “Gold for Kids” della Fondazione Umberto Veronesi”.
hyperion verso un nuovo mondo
Gli scrittori e i racconti: NOI SIAMO MATRICE di Emilia Cinzia Perri – LA SCALA SANTA di Serena Bertogliatti (parimerito); SFRENATA EBBREZZA di Iris Larosa, 2°; L’ULTIMO NUMERO di Giulia Sanguin, 3°; (Selezione) QUANDO SEI ARRIVATO di Federico Bagni; LE ESPLOSIONI DI RIFERIMENTO di Elvira Buonocore; EKSODOS di Ariela Rizzi; IL CIELO SOPRA ALEXANDERPLATZ di Davide Schito; UCCIDIAMO IL CHIARO DI LUNA di Lodovico Ferrari; ECLISSI di Matteo Zanini; HOMOFOBIA di Emiliano Sanesi;IL VECCHIO E IL BAMBINO di Carlo Barlassina; UN MONDO PER CLOE di Sonia Barsanti; LA VERGINE DELLA CASCATA di Luca Greco; IL ROVESCIO DELLA PRIMAVERA di Lucrezia e Ornella Villavecchia; IN BIANCO E NERO di Oscar Tison; (Fuori concorso) L’ULTIMO PIANTO DEL BEATO Sol

Info:
http://associazionehyperion.altervista.org/
https://www.amazon.it/Verso-Nuovo-Mondo-Associazione-Hyperion/dp/1542658373/ref=asap_bc?ie=UTF8

BORDO PAGINA
Intervista shock a Riccardo Roversi

“Rara intervista a Riccardo Roversi, autore di due dozzine di libri fra saggistica, teatro e poesia, direttore editoriale della casa editrice Este Edition, cofondatore del Gruppo Scrittori Ferraresi… e molto altro.”

D. Leggo con piacere la tua apprezzata rubrica settimanale su un quotidiano locale dal titolo I RITRATTI, utili biografie di “letterati” di nascita o adozione ferrarese dal ’400 a oggi; ma sullo stesso giornale non leggo più le tue recensioni agli spettacoli della Stagione di Prosa del Teatro Comunale di Ferrara, come mai?
R. Ho frequentato il Teatro Comunale di Ferrara per oltre 40 anni, gli ultimi quasi 20 dei quali come giornalista, insomma sono un po’ la “memoria storica vivente” della Prosa del Comunale, ma il Teatro dimostra di essere del tutto disinteressato a tale raro “patrimonio”; se io non rappresento una risorsa per il Comunale, perché il Comunale dovrebbe rappresentare una risorsa per me?

D. Quel che dici riflette forse la “Ferrara Città d’Arte” attuale, fra eccellenze che continuano e contraddizioni sempre più evidenti: ad esempio sono note le polemiche tra vertici istituzionali e celebri critici d’arte come Sgarbi, altri parlano anche di veri e propri “diktat” contro scrittori “controculturali” promossi da figure di spicco dell’ambiente culturale ferrarese. Un tuo commento, in generale?
R. In effetti so per certo di brutali “veti” o “proibizioni” emessi, in più di un caso, nei confronti di autori non-allineati da parte di chi – stavolta ben-allineato – dispone di sufficiente potere istituzionale e “autorizzazione” politica per farlo. Com’è arcinoto, gli incarichi di rilievo in questa città, sia quelli di tipo genericamente “amministrativo” sia quelli squisitamente culturali, vengono assegnati con procedura non meritoria ma clientelare. D’altra parte bisogna pur ammettere che l’amministrazione ferrarese gode di un ampio e solido consenso popolare ed effettua le proprie scelte consapevole che tali decisioni sono condivise dalla maggioranza dei cittadini. Ma io non mi interesso di politica né poco né tanto, non me ne occupo affatto, non vado neppure più alle urne da almeno tre lustri… e al riguardo non accetto lezioni di democrazia da nessuno: Gandhi ha liberato un continente con la “disobbedienza civile” non violenta!

D. Ferrara nel 2020… tu ci sarai o, come lasci intendere da alcuni tuoi post nel web, opterai per “altri lidi”, un po’ come i cervelli in fuga di cui spesso si parla?
R. I miei impegni professionali e culturali mi portano sempre più spesso – e per diversi mesi all’anno – a soggiornare in altri centri, dove mi trovo meglio da ogni punto di vista e dove peraltro sono considerato con ben altro prestigio, ben altra dignità. Sto un po’ alla volta, come molti altri, “abbandonando” Ferrara e invito gli operatori culturali e artistici di talento a fare lo stesso, tanto questa città – sempre più violenta (e stavo quasi per dire “di drogati”, come dimostra il florido mercato di stupefacenti) – nemmeno se ne accorgerà…

Un futuro migliore con i bambini del Cocomero

Di Natasha Fikri

Parola d’ordine: imparare, esprimere, creare. È questa la dichiarazione d’intenti de “I bambini del Cocomero”, l’associazione di promozione sociale non-profit, costituita dai genitori e dagli insegnanti della scuola primaria “Bruno Ciari” di Cocomaro di Cona, che lo scorso mercoledì 1 febbraio ha tenuto una conferenza stampa presso la bottega biologica Giro Bio a Ferrara. In questa occasione, sono intervenuti i membri del Consiglio Direttivo: il segretario Mauro Presini (maestro), la presidentessa Roberta Migliore (genitore), il vicepresidente Rodolfo Grechi, (genitore), la consigliera Patrizia Angeloni (maestra), la consigliera Lorella Liverini (maestra), la tesoriera Chiara Nanni (genitore) e la consigliera Laura Soavi (maestra). Essi hanno illustrato l’originale scopo di questa interessante iniziativa, che consiste nel dare il giusto spazio alla fantasia e alla libertà d’espressione dei bambini, rendendo disponibile la loro ‘letteratura’ a tutti coloro che hanno voglia di conoscere ed imparare, a qualsiasi età.

Nonostante sia stata fondata solo il 10 gennaio 2017, l’associazione vanta una storia che dura ormai da venticinque anni. Era infatti il 1992 quando l’idea di creare un vero e proprio laboratorio creativo, curato interamente dai bambini con l’attento aiuto degli insegnanti, divenne realtà. Nacque così il primo giornale autoprodotto della scuola “Bruno Ciari”, ossia “La Gazzetta di Cocomaro”, oggi conosciuta con il nome de “La Gazzetta del Cocomero”. Un gioco di parole che, oltre ad essere simpatico, rende anche omaggio al ‘Grande Cocomero’, personaggio del noto fumetto ideato da Charles Monroe Schulz e metafora dello spirito stesso dell’iniziativa: un futuro migliore e pieno di sorprese in cui i bambini possano cooperare e crescere come alunni, come figli dei propri genitori e della propria terra, e come cittadini, sviluppando le proprie capacità espressive oltre i confini della scuola.

Per rendere possibile tutto questo, “I bambini del Cocomero” promuove incontri, riunioni, seminari, convegni ed assemblee sulla cultura dell’infanzia, e si propone di garantire la continuità della pubblicazione del proprio giornalino scolastico e dei suoi supplementi: quaderni, calendari, trascrizioni di conversazioni ‘filosofiche’, libriccini di storie create in gruppo e ristampe riviste ed arricchite da una raccolta di filastrocche per la conta provenienti da tutto il mondo.

Se credete anche voi che i bambini hanno molto da insegnarci, potete sostenere l’associazione abbonandovi o comprando una copia de “La Gazzetta del Cocomero” presso la scuola “Bruno Ciari” (e prossimamente in libreria), diventando soci ordinari (per saperne di più, visitate il blog https://ibambinidelcocomero.wordpress.com/), oppure mettendo un ‘like’ alla pagina Facebook https://www.facebook.com/ibambinidelcocomero/.

LA CITTA’ DELLA CONOSCENZA
Aiuto, mi si è rotta la scuola!

È il grido d’allarme, l’appello-sentenza contenuto nella lettera di oltre 600 docenti universitari che chiedono al governo e al parlamento interventi urgenti per rimediare alle carenze in italiano dei loro studenti. I nostri studenti leggono e scrivono male e si esprimono ancora peggio. La colpa della scuola di base, maestre e maestri che non fanno più dettati, riassunti, analisi grammaticale e scrittura corsiva a mano.
Per essere il pensiero dei nostri docenti accademici, sa molto di “signora mia, le stagioni non sono più quelle di una volta!”.
Poi, che la colpa di tutto questo sia della scuola è un refrain che ormai si propaga come un’eco ben dagli anni ’70. Da quando, cioè, ha preso avvio un processo legislativo di profondo rinnovamento dell’istruzione di base fino ai programmi della scuola elementare del 1985, una scuola che allora ci poneva ai primi posti nel mondo e che i vari governi della destra con i ministri Moratti e Gelmini hanno provveduto a smantellare nel nome dell’ideologia del maestro unico.
Ci si aspetterebbe da docenti universitari delle riflessioni un poco più meditate o per lo meno documentate, perché tutte le ricette che loro propongono, per rimettere insieme i cocci della preparazione dei nostri giovani, sono ampiamente contenute in modo chiaro e dettagliato, con obiettivi, competenze e traguardi da raggiungere rispettivamente al termine della classe terza e quinta della scuola primaria e al termine della secondaria di primo grado da pagina 28 a pagina 36 delle Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo dell’istruzione del 2012.
Sarà una coincidenza, ma The Telegraph del 31 gennaio scorso pubblicava il rapporto dell’Ocse sulle competenze base in lingua madre e matematica degli studenti universitari inglesi, competenze dall’Ocse valutate al disotto di quelle di Australia, Irlanda, Polonia, Italia e Spagna.
La conclusione del rapporto è, sempre per pura coincidenza, la stessa suggerita dai nostri seicento accademici, cioè la scarsa preparazione degli alunni al termine della scuola di base.
Non vorremmo che avendo già la percentuale più bassa di giovani laureati in Europa, qualcuno fosse tentato di ridurla ulteriormente, proponendo altri imbuti, oltre a quelli che già ci sono, per l’accesso ai corsi di laurea.
L’appello dei nostri professori pecca di imperdonabile superficialità, già vista e già sentita.
Preoccupa che parte dell’intelligenza di cui dovrebbe disporre il paese sia in grado solo di suggerire la presenza degli insegnanti di scuola media alle verifiche al termine della classe quinta della primaria, quasi a riproporre, una volta abolito l’esame di quinta elementare, il ripristino dell’antico esame di ammissione alla scuola media e agli esami di terza media la presenza di insegnanti delle superiori. Con l’unica idea guida che esami e prove irrobustiscono gli alunni, fanno bene per formarli alle difficoltà della vita. È sempre il passato che in queste ricette torna a puzzare.
Quello di questi 600 docenti pare uno sfogo più che un contributo di idee, che sono decisamente deboli e scarse. Uno sfogo sponsorizzato dal gruppo fiorentino di “Scuola del merito e della responsabilità”, impegnato contro “la crisi dell’educazione nella famiglia e nella scuola che ha indebolito la capacità di genitori e insegnanti di educare con fermezza e non solo con affetto”.
Allora dietro all’appello degli universitari in realtà ci sta il pregiudizio che impedisce loro di dare un contributo reale cercando di analizzare in profondità le ragioni di un sistema di istruzione che non funziona non solo come fenomeno del nostro paese ma di una intera epoca.
Questi signori invece di riproporre i luoghi comuni di cui abbiamo piene le orecchie, dovrebbero incominciare a studiare, perché di idee nuove su come rinnovare insegnamento e apprendimento per il mondo ne girano tante che le nostre università continuano a ignorare.

  • 1
  • 2