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Giorno: 14 Ottobre 2015

Conferito un altro prestigioso riconoscimento ad Enrica Fabbri, assegnista Unife

da: Ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

L’Università di Ferrara protagonista e premiata al 20° Congresso mondiale di Advanced Oncology, che si è tenuto dall’8 al 10 ottobre presso il Metropolitan Hotel di Atene e che ha visto intervenire più di 400 ricercatori provenienti da tutto il mondo.
Oltre ad aver partecipato, tra le oltre 50 sessioni scientifiche, con conferenze plenarie e brevi comunicazioni su temi riguardanti strategie terapeutiche basate su microRNA e acidi peptido-nucleici, Unife è stata premiata tra le dieci migliori presentazioni scientifiche. Il Premio è stato conferito ad Enrica Fabbri, Dottoressa in Biochimica, Biologia Molecolare e Biotecnologie ed assegnista di ricerca del Dipartimento di Scienze della Vita e Biotecnologie dell’Ateneo, che ha presentato con successo la sua ricerca sulla possibile combinazione tra strategie anti-miR e utilizzo di molecole pre-miR nell’induzione di apoptosi in linee cellulari di glioma e neuroblastoma.
“Questa è stata una grande occasione per presentare una strategia innovativa di notevole interesse applicativo – afferma Enrica Fabbri – che sto testando su linee cellulari di glioma e neuroblastoma, ma che sono sicura potrebbe essere d’interesse anche per sviluppare nuovi protocolli terapeutici per altre forme di tumore. Questa tematica è stata tra l’altro finanziata dall’Airc (titolo della ricerca: Peptide nucleic acids targeting oncomiR and tumor-suppressor miRNAs: cancer diagnosis and therapy; Responsabile: Roberto Gambari, Professore ordinario del Dipartimento di Scienze della Vita e Biotecnologie di Unife )”.
“Inoltre – prosegue la Dott.ssa Fabbri – l’interesse di questi studi riguarda anche la diagnostica molecolare e la prognostica in campo oncologico, come dimostrato dalla partecipazione del nostro gruppo al progetto Horizon-2020 Ultraplacad (ULTRAsensitive PLAsmonic devices for early CAncer Diagnosis), che vede Unife tra i partners di riferimento per quanto riguarda la validazione dei sistemi diagnostici che saranno prodotti. Questo lavoro si è potuto concretizzare, grazie all’attività del Prof. Roberto Gambari ed alla collaborazione e contributo decisivo di numerosi altri giovani ricercatori, tra i quali vorrei ricordare Eleonora Brognara, Alessia Finotti, Nicoletta Bianchi, Giulia Breveglieri e Monica Borgatti”.
Per informazioni: Carlotta Cocchi – 0532/293554 – 338/6195391

Giovedì 15 ottobre secondo appuntamento del Ciclo di Conversazioni sul Lutto intitolato “Il suicidio in famiglia”

da: Ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

Nuovo appuntamento domani, giovedì 15 ottobre, alle ore 20.30 presso il Dipartimento di Studi Umanistici della Università di Ferrara, (via Paradiso, 12), della quarta edizione del Ciclo di Conversazioni sul Lutto.
“Il suicidio in famiglia: il sostegno ai sopravvissuti”. Sarà questo il tema delicato e complesso della serata, che sarà trattato dal Dott. Antonio Loperfido, psicologo-psicoterapeuta presso il Dipartimento di Salute Mentale di Pordenone.
“Il mio interesse verso il fenomeno del suicidio risale al 1981 – commenta Loperfido – quando il Centro di Salute Mentale, presso il quale lavoro, decise di condurre una ricerca sui suicidi avvenuti nel pordenonese tra il 1970 e il 1980. Per svolgere l’indagine di carattere statistico-epidemiologico mi recai di casa in casa. In questo modo ebbi l’opportunità di conoscere ottanta condizioni di vita, di solitudine, lutti non elaborati, tante domande lasciate in sospeso, rimorsi e sensi di colpa, sentimenti di rabbia e di vergogna” (Loperfido, in press).
“Il fenomeno – afferma l’esperto – è in notevole aumento. Nel mondo ogni tre secondi una persona tenta di uccidersi e ogni quaranta secondi riesce nel suo intento (Suicide prevention in WHO Sites: Mental Health, World Health Organization, 2006). Negli ultimi anni il numero dei suicidi ha purtroppo subito un notevole aumento con un coinvolgimento di tutte le fasce di età, sesso e cultura. Uno studio pubblicato dall’OMS nel settembre 2014 ha stimato che in tutto il mondo, ogni anno, almeno 800.000 persone si tolgono la vita e di questi suicidi più della metà avviene nei paesi a basso e medio reddito. Se si prende in considerazione la situazione del tasso di mortalità suicidaria in Italia, si nota che anche nel nostro Paese, negli ultimi anni, si è avuto un peggioramento. Nel 2006 e 2007, inizio della crisi economica, si sono registrati circa 3600 suicidi; nel 2014 si è avuto un incremento di circa il 12% con 4000 suicidi ogni anno, in particolare tra i maschi di età compresa dai 25 ai 64 anni, coincidente proprio con l’età lavorativa”.
“Il fenomeno del suicidio e del sostegno psicologico rivolto ai sopravvissuti – commenta Paola Bastianoni, docente di Psicologia Dinamica dell’Università di Ferrara e direttrice scientifica del progetto – è un tema estremamente presente, anche se negato e spesso nascosto, nella società ed all’interno delle nostre relazioni quotidiane. Diventa, a questo punto, fondamentale poter condividere questi aspetti per conoscere non solo gli elementi di ordine numerico e statistico, ma per comprendere le dinamiche intime e profonde che coinvolgono le famiglie”.
Per informazioni: Carlotta Cocchi – 0532/293554 – 338/6195391

A Poggio Renatico il 15 e 16 ottobre cali di pressione alla rete idrica per lavori

da: ufficio stampa Hera

A seguito di lavori di manutenzione idrica, Hera informa che nella notte tra giovedì 15 e venerdì 16 ottobre, dalle 21.30 alle 6.30, si potranno verificare disservizi alla rete idrica nel comune di Poggio Renatico e nelle località di località San Martino, Montalbano e San Bartolomeo in Bosco in comune di Ferrara.
Durante i lavori e nelle ore successive saranno possibili cali di pressione e lievi intorbidimenti dell’acqua che si risolveranno dopo qualche istante di scorrimento.

“Era febbraio”, ma sembra oggi: il filo robusto della resistenza civile

“Era febbraio, ieri come oggi”, un viaggio musico-letterario, che mette a confronto il periodo della Resistenza con i tempi attuali, attraverso l’alternarsi di letture, a cura dell’attore Marco Sgarbi, e di canzoni, eseguite dal vivo da Beppe Giampà, su testi inediti dello scrittore ferrarese Sergio Gnudi.
Lo spettacolo è stato rappresentato domenica scorsa alla sala della Musica di Ferrara, patrocinato dalla fondazione L’approdo.

Fuori da ogni retorica, “Era febbraio” alterna testimonianze di resistenza e consapevolezza civile del passato e contemporanee, con richiami alla letteratura e in particolar modo a “L’Agnese va a morire”, il romanzo di Renata Viganò da cui fu tratto l’omonimo film diretto da Giuliano Montaldo. Tra letture e canzoni sono inseriti alcuni passaggi multimediali, come voci fuori campo e un discorso di Sandro Pertini, sui concetti di socialismo e libertà. Vi sono sette canzoni inedite, sei storie, in parte recitate e in parte lette, il filo conduttore è la resistenza ieri e oggi.
Giampà e Sgarbi sono riusciti a creare una forte empatia con il pubblico, che, nell’arco dei 50 minuti della performance, si è fatto piacevolmente coinvolgere dalle sonorità del musicista astigiano e dalla passione interpretativa di Sgarbi, mai sopra le righe o con toni fuori posto.

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“Era febbraio” di Sergio Gnudi, musicato da Beppe Giampà, con le letture di Marco Sgarbi

Pur con una scenografia essenziale, basata sulla presenza fisica dei due performer e degli strumenti necessari per suonare, leggere e ascoltare le registrazioni, il reading non ha avuto tempi morti, seguendo un percorso logico, nel raccontare le storie dei protagonisti.

Lo spettacolo ha un suo ritmo e funziona, e il pubblico se n’è accorto, prova ne siano i numerosi applausi a scena aperta, così com’è accaduto il giorno prima a Padova durante “La fiera delle parole”. Ora gli autori sono in attesa di nuove richieste, che gli consentano di rimetterlo in scena in tutti i luoghi possibili.

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Marco Sgarbi durante il reading

Marco Sgarbi ha debuttato giovanissimo, come attore, prima in teatro e poi nel cinema. Tra i registi con cui ha lavorato citiamo Marco Felloni, David L. Hirst, Alexandra Dadier ed Ermanno Olmi, nel “Mestiere delle armi”. Nel 2001, per il 50° anniversario dell’alluvione in Polesine, ha scritto, con Emanuele Alessandri, il monologo “Novembre 1951: cronaca di un’alluvione” di cui è stato regista e interprete. Dal 2002 è il direttore artistico del Teatro Comunale di Occhiobello.

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Beppe Giampà è l’autore delle musiche dei 7 brani del reading

Beppe Giampà ha al suo attivo numerosi album e reading musico-letterari, le sue produzioni musicali si distinguono per le originali sonorità e le trasposizioni in canzone delle poesie di grandi autori italiani. “I mattini passano chiari” è il suo ultimo disco, dove ha musicato le poesie di Cesare Pavese. Lo stesso titolo è stato adottato per lo spettacolo teatrale scritto e diretto da Alessio Bertoli, con Roberto Accornero e Barbara Forlai. Ora sta realizzando “Della fatal quiete”, il nuovo album dedicato alle poesie di Foscolo, Campana, Pascoli, Leopardi e Carducci.

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Da sinistra: Beppe Giampà, Sergio Gnudi, Marco Sgarbi

Sergio Gnudi, giornalista, poeta e scrittore, ha partecipato attivamente ai movimenti di poesia concreta, visiva, seguendo le orme tracciate da Adriano Spatola, con diverse installazioni e performance. Nel 2007 ha pubblicato “Del diavolo e della santità”, un’opera a cavallo tra teatro e poesia, con “A Cinzia” ha concluso la sua esperienza avanguardistica per rientrare nell’alveo della poesia classica, rivisitata. Gnudi ha scritto anche libri per i ragazzi e, nel 2014, “Le storie di Antonio”, racconti di partigiani e resistenza.

Tutte le foto dello spettacolo  sono realizzate da William Molducci

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La locandina di Era febbraio
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DIARIO IN PUBBLICO
Il vero significato del selfie

Tutti in tiro a Ferrara per sentire il trio ministeriale e gli altri rappresentanti del potere politico regionale e comunale, con la benedizione dell’Agenzia delle Entrate, per la devoluzione (termine assai praticato in questa città) dei beni del Demanio al Comune. Diciotto luoghi di straordinaria importanza ora dismessi e in rovina che dovrebbero, con l’aiuto dei Ministeri a cui appartengono, essere affidati al Comune che ne garantirà funzionalità e restauro. Problema spinoso e soluzioni assai intelligenti esposti con serenità e compartecipazione generale. Conduzione impeccabile dell’assessore Fusari e regia quasi occulta ma perfetta di Daniele Ravenna. Adesso verrà il difficile e si scoprirà se il ‘modello Ferrara’ terrà oppure si risolverà in un altro sogno nel cassetto. Tifo per la tenuta!

Poi arriva la parte meno nobile, ma tanto più vera in quanto produce imbarazzo e scontento. L’imprenditore che vuol parlare ai ministri ed esporre loro i suoi problemi, la quasi furtiva visita ai lavori eterni di riscaldimento e refrigerazione delle sale della Pinacoteca, ancora non risolti, e lo stucchevole show di Staffelli di “Striscia la notizia” che vuole consegnare il tapiro alla ministra Giannini tra falsi ansiti, accuse di linciaggio e botte, voce tremante di sdegno e tra l’indifferenza assoluta degli spettatori fuori e dentro Palazzo dei Diamanti.
Miracolo! Sembriamo diventati quasi degli adulti.
E nel frattempo s’accavallano notizie, ipotesi, commenti sul destino della Pinacoteca. Compattarla con Modena in una gestione unica che eviti il mescolamento nel polo museale? Dove situarla? Castello o altro edificio monumentale? Rifletto: perché non lasciarla nel suo ambiente storico, ovvero quel Palazzo dei Diamanti che sembra finalmente possa trovare – in un futuro prossimo o remoto – il suo equilibrio termico?

Così tra confortanti ‘problematiche’, un poco del fiele accumulato nella breve visita alla mia casa fiorentina si stempera, ma rimane viva e brillante l’immagine offerta del vero problema della città del Giglio che è sicuramente la ‘monnezza’.
Partiamo in una gloriosa giornata di sole (era stato preannunciata pioggia) e pazientemente ci affidiamo alle code dei taxi alla stazione, ancora ignari della durissima protesta iniziata dalla potente lobby dei taxisti contro il comune che aveva proposto cento nuove licenze contro le dieci avvanzate dalla parte avversa. Rotto il tavolo di confronto. Se eri fortunato, sventolando disperatamente le braccia potevi forse essere raccolto dai taxisti per strada come a New York e a Parigi: potenza della globalizzazione. Mentre infinite file di scariolanti, quasi tutti asiatici, trascinavano dal Cupolone di Santa Maria del Fiore alla stazione immense valige dove tutto e di più veniva stipato.
E i selfie? Da quando Michele Serra ha svelato il vero significato della parole che nel gergo americano significa “pugnetta” mi si è svelato un mondo. Autosoddisfacimento della propria immagine con contorno di celeberrimi monumenti, pongono in primo piano non ciò che ti circonda, ma la tua immagine: bella o brutta, spirante intelligenza o stupidità. Quell’egofono di cui parla Serra nel suo nuovo intelligente libro.
Scavalco monnezza a gogò, che invade la mia via e i dintorni poiché si è pensato bene di togliere i bidoni della spazzatura e di inaugurare la nuova raccolta differenziata porta a porta.
Pensate a Firenze! Dove le vie del centro sono quasi tutte seconde case o bed and breakfast. Dove le montagne di scatoloni vuoti prodotti dalle centinaia di negozi di pelle retti e diretti dai pakistani stazionano per ore e giorni, ostacolando il cammino dei coondannati alle visite dei monumenti che seguono l’ombrello o la bandierina a cui sono stati affidati. E che producono a loro volta monnezza gettando per terra carte bisunte o lattine di bibite, quet’ultime doverosamente appoggiate ai davanzali dei palazzi antichi, lasciando dietro di sé un olezzo di frittura di terz’ordine. E migrano con la faccia in su a guardare le divine bellezze di Firenze, che s’offre spudoratamente mentre noi cerchiamo semmai in ogni più piccolo anfratto di trovare qualche sua autentica originalità e conservazione del passato in locali di venti metri quadrati con file e file di gestori di baracche o negozi, che si vogliono ristorare con un buon bicchier di vino o un panino col lampredotto. Eppure aprono – e dopo qualche mese chiudono – immensi locali tra le volte medioevali di palazzi storici a soddisfare la fame mai sazia dei migranti della cultura.
Il Rivoire, come ai tempi di “Cronache di poveri amanti”, offre la più buona schiacciata con l’uva e stupefatto ritrovo ancora attivi e pimpanti i gestori che conobbi ragazzino da Giacosa, quando con i maestri s’usciva dalla facoltà per un bicchiere da sorbellare tra fitti conversari e critiche feroci. Ma attenti ai selfie! Giapponesi in costume tradizionale si sposano (ma dal vestito escono scarpe da tennis avrebbe detto Jannacci) e s’abbarbicano ai semafori, per poter godere di belle immagini con loro in prima linea e dietro avanzi di piazza della Signoria o della Loggia dei Lanzi. Dalle sontuose vetrine di via Tornabuoni e di via della Vigna Nuova, rigorosamente deserte, escono profumi d’essenze rare che s’azzuffano col sudaticcio delle masse adoranti che premono a sbirciare l’incomprabile per loro. E… stupite Stupite! Il premuroso sindaco Nardella copre con un paravento l’audace opera di Jeff Koons in Palazzo Vecchio: la copia del Fauno Barberini con Bol di vetro che mostra le palle, ovvero testicoli, giudiziosamente scolpiti nella statua antica, per non offendere la sensibilità di non so quale emiro miliardario, ma sensibile, molto sensibile all’anatomia umana…..

Se è vero che bisogna inventarsi un nuovo umanesimo, se è vero che la previsione di tanti filosofi novecenteschi sulla riproducibilità e annientamento dell’arte sta avverandosi, resta un solo interrogativo alla mia flebile voce di protesta. No! La monnezza no! Firenze merita qualcosina di più.

L’OPINIONE
Boicottaggio ed embargo nei confronti di Israele per frenare il conflitto

Aharon Cizling (Ministro israeliano dell’agricoltura 1948-1949): “Ora anche gli ebrei si sono comportati come i nazisti, e ne sono sconvolto”.

E’ pericoloso interpretare le vicende storiche contemporanee basandosi unicamente su simpatie e affetti personali. Occorre invece analizzare la contemporaneità attraverso l’approfondimento onesto e razionale della Storia, sempre magistra vitae. Alcuni articoli pubblicati recentemente su questa testata non mostrano l’approfondimento storico necessario per condurre una corretta analisi storica del conflitto, ed evidenziano altresì la faziosità e superficialità dell’autore.
Evitando di commentare il sarcasmo e la derisione con cui ci si riferisce alla parte palestinese o araba in generale, questo breve intervento vuole fare chiarezza su tappe fondamentali nella storia del conflitto.
Sostenere che Israele è uno stato pacifico costantemente minacciato dal terrorismo palestinese e che ha il diritto di difendersi è una menzogna. La realtà storica è l’esatto opposto. Le azioni terroristiche da parte dei gruppi armati ebraici e sionisti precedono la nascita del terrorismo palestinese, e di ciò vi è traccia addirittura negli archivi coloniali del governo britannico. Nel 1944 il ministro inglese per il Medioriente, Lord Moyne, viene assassinato dallo Stern, il maggiore gruppo terroristico sionista insieme all’Irgun. Una delle prime azioni criminose di una lunga serie. La spirale di violenza è stata quindi avviato proprio da Israele e i movimenti sionisti.
Dalla proclamazione dello Stato di Israele (14 maggio 1948) e durante il trentennio successivo il terrorismo israeliano si riversa in particolare nei Territori Occupati dal 1967 con una miriade di atti criminosi contro la popolazione civile palestinese, al punto da richiedere nel 1977 l’intervento indignato dell’Onu con una Risoluzione di condanna che parla chiaro: “L’Assemblea condanna le seguenti politiche e pratiche israeliane: … c) L’evacuazione, la deportazione, l’espulsione, e il trasferimento degli abitanti arabi dei Territori Occupati e la negazione del loro diritto di ritorno – d) L’espropriazione e la confisca delle proprietà arabe nei Territori Occupati – e) La distruzione e la demolizione delle case (arabe) – f) Gli arresti di massa e i maltrattamenti della popolazione araba – g) I maltrattamenti e le torture dei detenuti (arabi)… che sono considerati crimini di guerra e un affronto all’umanità”.

Inoltre, ci si dimentica troppo spesso che Israele attualmente infrange numerose Risoluzioni Onu, come la 242 del 1967, stipulata per il raggiungimento di una pace “giusta e duratura” nella regione e che sanciva l’immediato ritiro militare israeliano dai Territori occupati. Questo non è avvenuto: Israele continua ad occupare e ad espandersi nei territori palestinesi, favorendo massicci insediamenti di coloni e costringendo la popolazione palestinese a vivere in campi profughi sempre compressi.
La volontà dello Stato d’Israele è chiara sin dalla sua fondazione e nulla è stato fatto per ostacolarla anche grazie all’aiuto di fortissimi gruppi di pressione (lobby) e gruppi finanziari, sopratutto statunitensi.
A inizio ‘900, in uno scambio fra un fondatore del movimento sionista ebreo europeo ChaimWeizmann (che sarà il primo presidente d’Israele nel 1948, ndr) e gli allora padroni coloniali inglesi, si legge “Gli inglesi ci hanno detto che in Palestina ci sono qualche migliaio di negri (kushim), che non valgono nulla.”
Il massimo padre del movimento sionista, Theodore Herzl, già prima aveva dichiarato: “Tenteremo di sospingere la popolazione (palestinese) in miseria oltre le frontiere procurandogli impieghi nelle nazioni di transito, mentre gli negheremo qualsiasi lavoro sulla nostra terra… Sia il processo di espropriazione che l’espulsione dei poveri devono essere condotti con discrezione e di nascosto…”.
Il leader storico sionista, Ben Gurion, aveva redatto il piano ‘Dalet’ per la completa ‘pulizia etnica’ della Palestina ben prima dell’arrivo in Palestina dei profughi dai Campi di Sterminio tedeschi. Nel suo stesso diario, Gurion scrisse: “C’è bisogno di una reazione brutale. Dobbiamo essere precisi su coloro che colpiamo. Se accusiamo una famiglia palestinese non c’è bisogno di distinguere fra colpevoli e innocenti. Dobbiamo fargli del male senza pietà, altrimenti non sarebbe un’azione efficace”.
E’ decisamente più ‘tollerante’ la seguente dichiarazione dell’ex premier israeliano Ariel Sharon, rilasciata alla stampa europea: “Non c’è Stato ebraico senza la cacciata dei palestinesi e l’espropriazione della loro terra.”
Il progetto del genocidio era già ben evidente nelle parole dei padri fondatori dello Stato ebraico ed evidentemente continua, sempre con più forza e determinazione.

In conclusione, la Storia può aiutare ad interpretare e a sancire le colpe di una e dell’altra parte, dagli attentati dell’Olp alla sistematica pulizia etnica di una terra che Israele ha sempre considerato terra nullius.
Solamente una forte volontà politica di un Occidente finalmente libero dalle pressioni di gruppi lobbistici e finanziari e una decisa azione di boicottaggio ed embargo nei confronti di Israele riuscirà a risolvere un conflitto che macchia quella terra di troppo sangue innocente.

Fonti:
– The Ethnic Cleansing of Palestine, Ilan Pappe, 2007, Kindle Edition.
– ONU: La questione palestinese. General Assembly resolutions 32/91 C of 13 December 1977 &
Commission on Human Rights resolution 1 (XXXIII) of 15 February 1977.
– Perché ci odiano, Paolo Barnard, Bur Rizzoli, 2006.

Ascolta il brano intonato: John Lennon, Give peace a chance

IMMAGINARIO
Comunità intelligenti.
La foto di oggi…

E’ all’insegna della gestione dei Big data* la nuova edizione di Smart City Exhibition – #SCE2015 che si tiene da oggi fino a venerdì a Bologna Fiere. La fiera mira alla valorizzazione delle città e delle comunità intelligenti come piattaforme abilitanti nuovi modelli di governance, nuovi servizi e nuove pratiche di collaborazione tra cittadini concentrandosi sulla materia prima dell’innovazione: l’informazione.

Quali sono le città e i quartieri in cui è più conveniente aprire un’attività commerciale? Cosa pensano i cittadini degli ultimi provvedimenti del governo? Quanto incassa il mio Comune dalle mie tasse e quanto mi restituisce in servizi? Come possiamo monitorare in ‘real time’ lo stato del traffico e la qualità dell’aria? Quali parametri ci aiuteranno a rendere più sicure le nostre auto, le nostre case, le nostre città? E ancora, come possono le aziende fare scelte mirate di investimento e sviluppo? Oggi possiamo rispondere a tutte queste domande sulla base di informazioni certe. La data revolution, infatti, è già cominciata: i dati sono tanti, sono ovunque e costituiscono un incredibile patrimonio per chi li saprà utilizzare al meglio.

Anche quest’anno Smart City Exhibition si svolge in contemporanea con il Saie e prosegue il percorso di valorizzazione delle città e delle comunità intelligenti, come piattaforme abilitanti nuovi modelli di governance, nuovi servizi e nuove pratiche di collaborazione tra cittadini.

* Big data è il termine usato per descrivere una raccolta di dati così estesa in termini di volume, velocità e varietà da richiedere tecnologie e metodi analitici specifici per l’estrazione di valore. Big data rappresenta anche l’interrelazione di dati provenienti potenzialmente da fonti eterogenee, quindi non soltanto i dati strutturati, come i database  ma anche non strutturati, come immagini, email, dati Gps, informazioni prese dai social network.

Per maggiori informazioni clicca qui.

GERMOGLI
Occhio alle ‘bionde’.
L’aforisma di oggi…

Approvato dal Consiglio dei ministri il decreto legge che prevede norme restrittive riguardo al fumo e alle sigarette; imposte da Bruxelles nell’aprile del 2014, entreranno in vigore entro dicembre. Tra le nuove regole, l’introduzione di immagini choc sui pacchetti, l’opposto di quanto succedeva in passato con le pubblicità più o meno occulte che davano un’idea glamour delle ‘bionde’.

mignon-mclaughlin
Mignon McLaughlin è stata una giornalista e autrice americana

Sono contento di non dover spiegare a un essere proveniente da Marte perché ogni giorno do fuoco a decine di piccoli pezzi di carta e li metto nella mia bocca. (Mignon McLaughlin)

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

ACCORDI
Comprensione.
Il brano di oggi…

L’ascolto: è questa la prima condizione per trovare un accordo, per smussare un conflitto. Valutare attentamente le ragioni degli altri e considerarle con serenità.
Questo principio di rispetto vale per Stati e individui.

Ogni giorno un brano intonato a ciò che la giornata prospetta…

[per ascoltarlo cliccare sul titolo]

John Lennon, Give peace a chance

 

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