Skip to main content

da: Allegra Associazione

10-11 ottobre a Palazzo della Racchetta, Ferrara

La Slovacchia, questa sconosciuta…
Nonostante la vicinanza geografica (8 ore di auto da Ferrara), la Repubblica Slovacca è tra i Paesi meno conosciuti del continente europeo. Un Paese che accosta montagne tra le più impervie d’Europa, dove si può fare ogni genere di attività sportiva – dallo sci alpino e di fondo al cicloturismo, dalle arrampicate al trekking, dal parapendio a… tutto quel che si vuole – al più grande fiume del continente, il Danubio, che è solo il maggiore di centinaia di corsi d’acqua e laghi che ne caratterizzano il territorio. Canoa, rafting e altre attività sono anche qui all’ordine del giorno, inclusa la vela. E dopo lo sport? Il relax, con acque termali, terapeutiche e non, buone per tutti gli usi e già note ai romani, disseminate un po’ in tutta la nazione.
Un paese dalla grande varietà culturale, potremmo dire “dei tanti campanili”, dove ogni villaggio, pur con lo sguardo rivolto al futuro grazie agli enormi cambiamenti alla struttura della società dovuti al ritorno della democrazia un quarto di secolo fa, mantiene ben saldi i legami con le sue radici contadine e tutte le tradizioni e i riti che ne caratterizzano il ritmo.

L’evento
Per avvicinare gli italiani – e i ferraresi in particolare – a questo patrimonio di cultura, è la Slovacchia che si reca a Ferrara, e per due giorni si mette in mostra, offrendo diverse occasioni per fare la conoscenza di alcune sue peculiarità. Venerdì 10 e sabato 11 ottobre, nelle affascinanti sale medievali del Palazzo della Racchetta, “La Slovacchia incontra Ferrara”. Organizzato a chiusura del „Ferrara Art Festival“, questo slovacco rappresenta una sorta di after-festival, che giunge dopo ben quattro intensi mesi di eventi. Per due giorni ci sarà modo di assistere a un campione culturale, musicale, artistico e turistico di quanto può offrire la Slovacchia, una selezione fatta appositamente per un pubblico sfizioso come quello ferrarese.

Il programma
Nella città estense portano le loro opere 35 artisti tra i più noti della scena contemporanea slovacca – scultori, pittori, fotografi, incisori –, la prima volta in Italia per molti di essi, che hanno comunque esposto in molti paesi del mondo, portando la creatività della loro scuola artistica in giro per il globo. Non mancheranno dei veri decani del mondo artistico slovacco, come il notissimo scultore Tibor Bártfay, classe 1922, maestro di diverse generazioni di plasticatori del suo Paese, ancora attivo e prolifico e vero iniziatore della scultura contemporanea slovacca. Ma non ci sono solo artisti ultranovantenni: oltre a una nutrita rappresentanza di artisti maturi che operano da diversi anni, ci sono anche giovani sotto i trent’anni, che hanno intrapreso un cammino moderno e in linea con i tempi che viviamo, pur rimanendo fedeli alle tecniche “classiche” dell’arte che ritengono più durature e di qualità, rifiutando le seduzioni dell’era moderna e digitale, in linea con i principi del gruppo Spectrum ART al quale appartengono.
A Palazzo della Racchetta sarà possibile assistere a due diversi concerti di un gruppo musicale che è una vera leggenda in Slovacchia, i Diabolské Husle – il Violino del Diavolo, un nome che la dice lunga su cosa ci si può aspettare. Il filo rosso della serata di apertura sarà lo stretto legame tra la musica popolare centroeuropea dell’8-900 e le opere di diversi compositori che vi si sono ispirati (Brahms o Dvořák tanto per fare due nomi), mentre il secondo concerto va ad esplorare il vasto e ammaliante mondo gitano, con le melodie fascinose e magnetiche di diverse regioni d’Europa e del mondo che non mancheranno di coinvolgere anche il pubblico più difficile.
Presso la Libreria IBS si terrà la presentazione di un volume che, nella cornice dell’anniversario della Grande Guerra, analizza l’ultimo anno di guerra e il ruolo che l’Italia si ritagliò nel sostenere le richieste di indipendenza delle nazioni slave dell’Impero Asburgico. Il “Patto di Roma” della primavera del 1918 fu un passo strategico che avrebbe portato il governo italiano di Orlando a concedere alle nazionalità ceca e slovacca un riconoscimento ufficiale grazie alla creazione di una Legione Ceco-slovacca che combatté con gli italiani sul Piave. Pochi mesi dopo nacque la Repubblica Ceco-slovacca. Uno dei maggiori artefici di questi avvenimenti è la figura poliedrica e sorprendente dello slovacco Milan Rastislav Štefánik, astronomo, diplomatico, politico per passione e pure generale dell’armata francese, che visse brevemente ma realizzò grandi opere nel giro di pochi anni. Morì in un incidente aereo a Bratislava mentre veniva riaccompagnato in patria da tre militari italiani a guerra conclusa.
Accanto a questo, nel corso dei due giorni saranno disponibili materiali turistici sulla capitale Bratislava e sulla sua regione. La città è forse l’unica in Europa ad avere avuto nel corso della storia ben cinque nomi, che testimoniano bene il succedersi di genti di diversa nazionalità: Istropolis in latino, Pressburg in tedesco, Pozsony in ungherese, Prešporok in slovacco, e infine Bratislava quando divenne parte della Ceco-Slovacchia nel 1918. La regione che la circonda, confinante con la campagna viennese, unisce alla piana alluvionale e alle aree umide del Danubio, il maggior fiume d’Europa, i dolci pendii dei Piccoli Carpazi, le colline che, a partire dal centro storico di Bratislava, si estendono e innalzano poco a poco raggiungendo nel nord-est del Paese i maggiori picchi europei dopo le Alpi. Sui Piccoli Carpazi si pratica da millenni la viticoltura, con cantine e vini che oggi hanno raggiunto risultati notevoli in diverse importanti manifestazioni vinicole mondiali. I paesaggi della regione si uniscono e culminano nella piccola città storica, che fu capitale del Regno d’Ungheria per oltre 250 anni mentre Budapest era stata presa dai Turchi. Nella Cattedrale di San Marino a Bratislava furono incoronati 18 re e regine austro-ungheresi. Tra essi anche Maria Teresa nel 1741.

Anniversari 2014
La manifestazione di Ferrara intende anche celebrare alcuni anniversari chiave per la Slovacchia odierna: i 10 anni dall’accoglimento nella grande famiglia dell’Unione Europea, avvenuto nel 2004; i 25 anni dalla Rivoluzione di velluto, l’evento che nel 1989 portò alla caduta di tutti i muri in Europa; i 5 anni dall’adozione in Slovacchia dell’Euro, primo Paese ex satellite dell’Urss a fare un tale passo.

Slovacchia, Mitteleuropa
Quantunque si parli tanto in questi ultimi tempi di Unione Europea, e della ricchezza delle diversità culturali in essa ricomprese, la conoscenza effettiva di queste culture è spesso qualcosa di distante dai cittadini che non siano per lo meno un po’ curiosi. Eventi come questo cercano di colmare alcune di queste lacune. E malgrado si senta spesso – lo si legge anche su testate giornalistiche prestigiose – la locuzione “paesi dell’Est”, va detto che la Slovacchia, come le vicine Ungheria, Repubblica Ceca e Polonia, sono in realtà Europa Centrale. Sono nazioni ricomprese in quell’ampia formula definita “Mitteleuropa”, allo stesso modo di Vienna (da cui Bratislava dista appena 60 chilometri). Mitteleuropa, che non è solo un’area geografica, peraltro nemmeno troppo determinabile con precisione se costretti a tracciarla con la penna su una mappa, ma soprattutto una regione del cuore, uno stato d’animo, una terra dell’anima, e della letteratura (caratterizzata in qualche modo dal Danubio, il fiume così come il celeberrimo libro omonimo di Claudio Magris). A maggior riprova del fatto che trattasi di Europa Centrale vi è il fatto che il centro geografico del continente europeo, quello che va dal Portogallo agli Urali, si trova nella Slovacchia centrale, vicino alla cittadina di Kremnica, dov’è ancora funzionante la più antica zecca d’Europa.

Chi si lascerà incantare non resterà deluso
Organizzatore dell’evento di Ferrara è l’associazione Allegra, che con le sue attività cerca di avvicinare gli italiani alla conoscenza della Slovacchia. Ed è sempre divertente, per i rappresentanti dell’associazione, vedere lo stupore nei volti di chi prende contatto con un Paese che non conosceva e del quale impara ad apprezzare le sue ricchezze. Questa estate Allegra ha portato alcuni giornalisti italiani in una regione di montagna in Slovacchia (ricordiamo che qui sono le montagne più importanti d’Europa dopo le Alpi). E ha riscontrato la piacevole sorpresa di questi professionisti della carta stampata, della tv e del web (gente di cultura, che ne ha viste tante), nel vedere case curate, città moderne, pulite e accoglienti, gente cordiale e strutture turistiche anche di ottimo livello.
Come ricorda la presidente dell’associazione, Zuzana Solieri Polcerová, «Quello che chiediamo agli italiani, viaggiatori o no, è di aprire il proprio cuore e lasciarsi incantare. Non resteranno delusi».

La Slovacchia
La Repubblica Slovacca è un Paese indipendente dal 1993, a seguito della scissione pacifica della ex Cecoslovacchia, e da quell’anno è tra i membri dell’Onu. È entrata nell’Unione Europea nel 2004, e nello stesso anno ha fatto il suo ingresso nella Nato. Da allora è membro di un vasto numero di organizzazioni internazionali.
Dal 1° gennaio 2009 la Slovacchia ha adottato l’Euro (che sostituì la Corona slovacca – SKK), e divenne il 16° paese membro della zona euro, primo dei paesi ex appartenenti al blocco orientale (se escludiamo la Slovenia, ma la Jugoslavia non era allineata a Mosca) a possedere i parametri economici, e la volontà politica, di aderire all’Eurozona.
Dati generali: Popolazione 5,5 mln; Superficie 49mila km2 (Piemonte e Lombardia assieme); la capitale Bratislava ha 431mila abitanti.
Governo: sinistra monocolore; Primo ministro Robert Fico (2012-2016); Presidente: da giugno, Andrej Kiska, milionario e benefattore, estraneo alla politica.
Economicamente, la Slovacchia ha realizzato molto in questi ultimi anni. Nel periodo pre-crisi ha avuto tassi di crescita del Pil persino a due cifre, meritandosi il titolo di “tigre dell’Est”. Dopo una recessione nel 2009, l’economia del Paese ha di nuovo ripreso a crescere, in maniera più moderata ma sempre risultando tra le più dinamiche della Zona Euro. Per quest’anno il Ministero delle Finanze stima un +2,4%, mentre nel frattempo, dopo alcuni anni di austerità, il deficit delle finanze pubbliche è stato riportato ben sotto il 3%.
Altre info sulla storia della Slovacchia: www.turismoslovacchia.it/?page_id=2285
Info generali su politica, economia, attualità: www.buongiornoslovacchia.sk.

La Slovacchia, come arrivarci
Chi vive nell’Italia del Nord-Est, per arrivare nella capitale Bratislava deve fare appena 6-7 ore di viaggio in auto, tutto su modernissime e comode autostrade (e pure più economiche di quelle italiane). Chi invece preferisse l’aereo, da Bergamo-Orio al Serio impiega meno di un’ora e mezzo; in treno invece, si possono prendere gli espressi da Bologna o Venezia partendo in tarda serata per essere a Vienna all’ora di colazione, e proseguire con un comodo intercity per Bratislava dove si arriva a metà mattinata.

ALLEGRA
Questo progetto rientra all’interno di un lungo cammino di promozione dei rapporti tra Italia e Slovacchia che l’associazione Allegra ha intrapreso nel 2006, grazie e con il sostegno di diverse istituzioni. Nel corso degli anni sono stati organizzati eventi in diverse città del Nord Italia, da Bologna a Ravenna, da Modena a Milano, da Firenze a Venezia. Tra i progetti realizzati vi sono manifestazioni culturali, incontri sociali, mostre itineranti ed eventi dal carattere istituzionale.
Specialmente questi ultimi hanno avuto un carattere particolare e alcuni sono fatti per restare. Tra essi due targhe commemorative dedicate, a Ravenna a Venezia, ai santi slavi Cirillo e Metodio, dialogatori tra l’Est e l’Ovest del continente europeo che un millennio fa, sul territorio dell’odierna Slovacchia, iniziarono un percorso di evangelizzazione delle genti slave; o una targa installata sul Piave per i 90 anni dalla fine della Prima Guerra mondiale, a memoria dei soldati slovacchi caduti in una delle fasi più cruente della Grande Guerra. Queste lastre hanno avuto, al di là del loro carattere artistico, un significato straordinario, considerando da un lato la devozione in Slovacchia per Cirillo e Metodio, non solo da parte dei fedeli per la loro santità, ma anche dall’intera comunità culturale per l’aver dato una forma scritta ad una lingua – la slava – che fino al IX secolo aveva soltanto un impiego orale. È di Cirillo, peraltro, la prima opera letteraria in lingua slava, il proemio in forma poetica che apre la sua traduzione del Vangelo; e dall’altro il fatto che molti slovacchi ancora oggi hanno una memoria delle battaglie sul Piave, dove un nonno o qualche parente ha combattuto in gioventù.
La grande varietà di attività ha portato Allegra a collaborare con diverse istituzioni, dall’Ambasciata all’Istituto di cultura slovacchi in Italia, da diversi ministeri slovacchi (Cultura, Esteri, Difesa) a istituzioni governative e non, fino all’Ufficio del Governo e al Parlamento nazionale slovacco.

tag:

Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it