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Da: Erika Angelini

Dall’Assemblea nazionale le politiche di rilancio dell’organizzazione per uscire da crisi,
puntando su aree rurali e nuova strategia di sistema tra tutte le forze socioeconomiche dei
territori

Roma, 27 novembre 2020 – Modernizzare e digitalizzare l’agricoltura italiana per
aumentare produttività e sostenibilità del settore continuando a garantire
l’approvvigionamento alimentare del Paese; rilanciare le aree rurali, in un’ottica abitativa
e turistica, come argine contro lo spopolamento dei territori e il loro impoverimento
ambientale e paesaggistico; costruire veri e propri “sistemi imprenditoriali territoriali”
interconnessi, dove le attività economiche e le forze sociali possano fare rete per resistere
meglio alle crisi. Questi alcuni dei punti chiave della ricetta di Cia-Agricoltori Italiani per
“riprogettare il futuro” con “Agricoltura-Territorio-Società” al centro, dell’Assemblea
nazionale 2020, che si è tenuta in streaming, con migliaia di agricoltori collegati da tutta
Italia.
“I progetti della nostra associazione per il futuro del settore – commenta Stefano
Calderoni, presidente di Cia Ferrara – sono di ampio respiro e vanno nella direzione di
un’agricoltura nuovamente protagonista dell’economia, della società e delle scelte
ambientali del nostro Paese. Tra i molti temi trattati oggi voglio sottolinearne tre di
particolare importanza: innanzitutto la notizia che anche le aziende agrituristiche
riceveranno i contributi a fondo perduto previsti per ristorare il settore agricolo durante
l’emergenza sanitaria. Una battaglia che la nostra associazione ha portato avanti, facendo
presente l’importanza reddituale dell’attività agrituristica per le aziende agricole, anche se
la grande rilevanza delle parole del ministro Francesco Boccia, che ha parlato di nuovi
criteri per i servizi nelle aree interne dei territori, non legati unicamente all’economicità
e alla convenienza del dare un servizio ma al bisogno reale di chi vive in determinate aree.
Solo attraverso servizi essenziali si potrà evitare lo spopolamento delle aree rurali più
isolate, anche nelle zone di montagna. Infine – conclude il presidente di Cia Ferrara – il
tema della sostenibilità e le regole fin troppo rigide inserite dalla Comunità europea nella
nuova Pac. Ovviamente le aziende agricole sono in prima linea per la salvaguardia
dell’ambiente, ma è chiaro che la sostenibilità non può prevedere l’indiscriminata
riduzione dei principi attivi essenziali per la difesa fitosanitaria, senza avere valide
alternative. Un’agricoltura “green” o 4.0 non può esistere senza una ricerca scientifica che
dà ai produttori degli strumenti per combattere le fitopatologie e proteggere i loro redditi.”

Cia ha lanciato in Assemblea nazionale le sue cinque politiche direttrici del percorso di
ripresa:

• POLITICHE DEI SETTORI PRODUTTIVI – Sono riconducibili a tale sfera tutte quelle
azioni che agevolano lo sviluppo estensivo dell’agricoltura digitale e la modernizzazione
del settore, con l’obiettivo di rendere sempre più sostenibili i produttori nazionali, avendo
a disposizione tecnologie innovative a supporto delle scelte di tecniche culturali e input
produttivi, razionalizzazione delle risorse, raccolta dati, tracciabilità delle filiere.
Altrettanto necessario uno sforzo progettuale per rafforzare le grandi produzioni agricole,
a partire dal potenziamento della ricerca varietale e delle biotecnologie; la pianificazione
di investimenti innovativi in campo agro-zootecnico, in un’ottica di riequilibrio degli impatti
ambientali, e il rinnovamento del parco macchine agricole. Non meno strategica, poi, la
creazione di sistemi produttivi a vocazione territoriale, tramite un coinvolgimento attivo e
condiviso tra agricoltori, artigiani, commercianti, logistica, turismo, enti locali,
consumatori.
• POLITICHE PER LA PERMANENZA SUL TERRITORIO – Nelle aree interne, che fanno
il 60% della superficie nazionale, l’agricoltura spesso rappresenta il principale asset
economico, sociale ed ambientale, il solo freno all’abbandono di territori custodi da
sempre di biodiversità e paesaggio. Occorrono, quindi, strumenti orientati a frenare lo
spopolamento attraverso politiche di insediamento abitativo, che incentivino il recupero
di fabbricati rurali, piccoli centri e borghi. Ugualmente necessaria la messa in sicurezza e il
ripristino della rete infrastrutturale viaria, ma anche scolastica, edilizia e della sanità locale,
così come il superamento del digital-divide rispetto alle città. Inoltre, bisogna agevolare lo
sviluppo dell’imprenditoria giovanile e femminile agricola, nonché il ricambio
generazionale, anche garantendo l’accesso alla terra; migliorare l’organizzazione dei servizi
nelle aree rurali, su misura per tutte le fasce di età in particolare dell’anziano, e creare
percorsi di sanità territoriale.
• POLITICHE PER I SERVIZI ALLE IMPRESE E ALLE PERSONE – Riprogettare il futuro
all’interno del rapporto stretto tra agricoltura, economia e società, vuol dire passare anche
attraverso una sistematizzazione del sistema dei servizi alle imprese e alla persona che
trovano diffusione sui territori. Questo vuol dire favorire “pacchetti” integrati in base ai
bisogni e alla domanda, coerenti con le sfide del contesto globale, nonché ampliare e
innovare la gamma dei servizi.
• ALTRE POLITICHE DI GESTIONE E SVILUPPO – Nella convinzione che il turismo
rurale sia una potente chance di rilancio del Paese, è necessaria una pianificazione che
valorizzi maggiormente le dimensioni sostenibili dell’agriturismo e che metta a sistema il
circuito enogastronomico con tutte le sue potenzialità. Altrettanto irrinunciabili sono gli
Cia – Agricoltori Italiani Ferrara – Via Bologna 592/A – Chiesuol del Fosso – Ferrara – tel. 0532-978550
stampaferrara@cia.it || www.ferrara.cia.it
interventi per favorire una gestione sostenibile del suolo, così da contenere il rischio
idrogeologico e prevenire i disastri ambientali; agevolare percorsi di efficienza e risparmio
idrico; favorire i processi d’internazionalizzazione (e-commerce; co-branding);
promuovere una revisione del sistema di gestione dei rischi in campo agricolo anche
tramite la modernizzazione del sistema assicurativo; promuovere nuovi e più incisivi
modelli di gestione della fauna selvatica.
• NUOVA PAC – La nuova Pac dovrà continuare a porsi come obiettivo principale lo
sviluppo dell’agricoltura sostenibile e il sostegno al reddito degli agricoltori, mantenendo
la produttività agricola e garantendo un approvvigionamento stabile di prodotti a prezzi
accessibili. I pagamenti di base sono da riequilibrare: no al dato storico e sì al capping
ragionevole. Bene anche alla nuova architettura (Piani strategici nazionali) se favorisce una
visione strategica, migliora la governance e riduce la burocrazia. La vera ambizione per il
futuro resta la capacità di unire sostenibilità e competitività. In tal senso, sì alla
condizionalità rafforzata, superando le attuali misure del greening; misure agro-ambientali
più ambiziose, se legate al territorio; uso più efficiente delle risorse dello Sviluppo rurale;
estensione degli interventi settoriali (OCM) anche a nuovi settori

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CIA FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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