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Giorno: 31 Maggio 2018

Infanzia: Save the Children, più della metà dei bambini al mondo minacciati da povertà, conflitti o discriminazioni di genere. Il Niger il Paese peggiore per i minori

Infanzia: Save the Children, più della metà dei bambini al mondo – 1,2 miliardi – gravemente minacciati da povertà, conflitti o discriminazioni di genere. Il Niger il Paese dove i minori corrono i rischi maggiori; Singapore e Slovenia quelli più a misura di bambino. Italia ottava.

Alla vigilia della Giornata internazionale dei bambini, l’Organizzazione lancia il rapporto “Le tante facce dell’esclusione” con la seconda edizione della classifica globale dei Paesi dove l’infanzia incontra condizioni più o meno favorevoli

Povertà, conflitti o discriminazioni contro bambine e ragazze minacciano l’infanzia di oltre la metà dei minori al mondo: più di 1,2 miliardi di bambini che rischiano di morire prima di aver compiuto 5 anni, di soffrire le conseguenze della malnutrizione, di non andare a scuola e ricevere un’istruzione o di essere costretti a lavorare o a sposarsi troppo presto.
Circa 153 milioni di minori vivono invece in Paesi in cui tutte e tre queste gravi minacce – povertà, conflitti e discriminazioni di genere – sono purtroppo ben presenti.

Il Niger si conferma il Paese al mondo dove l’infanzia è più a rischio, seguito da Mali, Repubblica Centrafricana, Ciad e Sud Sudan, mentre Singapore e Slovenia condividono il primo posto della classifica, stilata per il secondo anno consecutivo da Save the Children, dei 175 Paesi dove i minori hanno maggiori opportunità di vivere a pieno la propria condizione di bambini. Seguono, tra i Paesi più a misura di bambino, gli scandinavi Norvegia, Svezia e Finlandia. L’Italia si posiziona invece all’ottavo posto a pari merito con la Corea del Sud, guadagnando una posizione rispetto allo scorso anno, sebbene nel nostro Paese quasi 1 milione e trecentomila bambini e ragazzi vivono in condizioni di povertà assoluta. Stati Uniti, Russia e Cina (rispettivamente al 36esimo, 37esimo e 40esimo posto), infine, si trovano dietro la maggior parte dei Paesi dell’Europa occidentale.

Ề lo stato dell’arte dell’infanzia nel mondo secondo il nuovo rapporto “Le tante facce dell’esclusione” diffuso oggi da Save the Children – l’Organizzazione internazionale che dal 1919 lotta per salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro – alla viglia della Giornata internazionale dei bambini (1 giugno), da cui emerge che più di 1 miliardo di bambini, nel mondo, vive in Paesi affetti dalla povertà, 240 milioni in aree dilaniate dai conflitti e oltre 575 milioni di bambine e ragazze si trovano in contesti caratterizzati da gravi discriminazioni di genere nei loro confronti.

“Non possiamo più permettere che così tanti bambini – più della metà a livello globale – corrano il rischio di perdere la propria infanzia già dal momento in cui vengono al mondo e che siano costretti sin da subito a fare i conti con condizioni di forte svantaggio e ostacoli difficilissimi da superare. Ciò avviene perché semplicemente sono delle bambine, oppure perché nascono e crescono in contesti caratterizzati dalla povertà o dalla guerra, dove per loro altissimo è il rischio di essere costretti al lavoro minorile, di subire sulla propria pelle le conseguenze della malnutrizione oppure, per quanto riguarda le ragazze, di essere costrette a sposare uomini spesso molto più grandi di loro quando sono ancora soltanto delle bambine”, ha dichiarato Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children.

“Benché, rispetto allo scorso anno, abbiamo riscontrato importanti passi avanti in 95 Paesi su 175, questi miglioramenti non stanno avvenendo abbastanza velocemente e, anzi, in ben 40 Paesi le condizioni di vita dei bambini sono notevolmente peggiorate. Senza sufficienti azioni urgenti, infatti, il mondo non riuscirà a raggiungere l’obiettivo di garantire, entro il 2030, salute, educazione e protezione a tutti i minori, come previsto dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile approvati dall’Onu nel 2015. I governi, pertanto, possono e devono fare di più per garantire un futuro a ogni bambino al mondo, e anche nel nostro Paese i passi da compiere sono ancora moltissimi, considerando che povertà economica ed educativa continuano a privare bambini e adolescenti delle opportunità necessarie per vivere l’infanzia che meritano e costruirsi il futuro che sognano”, ha affermato ancora Neri.

Vivere in contesti di povertà: le gravi conseguenze sul futuro dei bambini

Nei Paesi in via di sviluppo, 1 minore su 5 vive in povertà estrema, soprattutto in Africa sub-sahariana (dove i bambini in questa condizione sono il 52% del totale a livello globale) e Asia meridionale (36%), con l’India che da sola tocca quota 30%. Ma la piaga della povertà riguarda anche le aree economicamente più avanzate, con ben 30 milioni di bambini e ragazzi che nei Paesi OCSE vivono in povertà relativa grave, tra cui 6 milioni solo negli Usa.

Vivere in un contesto di povertà crea forti ostacoli alla sopravvivenza, allo sviluppo e alla protezione dei bambini, oltre che alla loro possibilità di partecipare attivamente alle decisioni che li riguardano da vicino. Se, nel mondo, ogni giorno più di 15.000 bambini muoiono prima di aver compiuto il quinto anno di età per cause facilmente curabili e prevenibili, il 90% di questi decessi avviene in Paesi caratterizzati da redditi bassi o medio-bassi. I minori più poveri, del resto, hanno mediamente il doppio delle probabilità (da 3 a 10 in Asia orientale) di non superare i 5 anni di vita rispetto ai loro coetanei provenienti dalle famiglie più ricche[7]. Allo stesso modo, tra i 155 milioni di bambini sotto i 5 anni che risultano attualmente affetti da malnutrizione cronica, 9 su 10 si trovano nei Paesi più poveri, una proporzione notevolmente aumentata rispetto al 1990 (7 su 10).

Contesti di povertà incidono fortemente anche sulla possibilità di andare a scuola e ricevere un’educazione. Nei Paesi a basso reddito, infatti, 1 minore su 3 in età scolare non va a scuola, rispetto a meno di 4 su 100 nei contesti ad alto reddito, mentre sul totale dei minori al mondo tagliati fuori dall’educazione l’84% vive in Paesi a reddito basso o medio-basso, con un aumento di 7 punti percentuali rispetto al 2000 e del 15% rispetto al 1990. Numeri che fanno riflettere se si considera che secondo uno studio dell’Unesco se tutti i bambini completassero gli studi primari e secondari, più di 420 milioni di persone uscirebbero dal ciclo della povertà, con una riduzione di oltre la metà delle persone in condizioni di povertà in tutto il mondo.

Dal rapporto di Save the Children emerge inoltre come molto stretta sia la correlazione tra povertà e lavoro minorile, oltre che matrimoni e gravidanze precoci. Nei Paesi meno sviluppati, è costretto a lavorare 1 minore su 4, con Africa e Asia che presentano il maggior numero di minori al mondo in questa condizione (rispettivamente 72 e 62 milioni su un totale di 152 milioni). Ma questa piaga non risparmia nemmeno i Paesi più ricchi, con ben 2 milioni di bambini e adolescenti che lavorano nei Paesi ad alto reddito, perdendo così l’opportunità di studiare, apprendere, svilupparsi e partecipare attivamente alla vita della società.

I diritti negati dei minori nelle zone di guerra

Nei Paesi in conflitto, malnutrizione, malattie e mancanza di accesso alle cure sanitarie uccidono molto più delle bombe. Secondo lo studio dell’Organizzazione, 1 bambino su 5 al mondo che muore prima dei cinque anni si trova in Paesi fragili e tediati dai conflitti, così come più di ¾ dei minori malnutriti a livello globale – pari a 122 milioni – vivono in aree caratterizzate da guerre e violenze.

A causa dei conflitti, sono ben 27 i milioni di minori che sono attualmente tagliati fuori dall’educazione, perché le loro scuole sono prese di mira dagli attacchi, occupate dai gruppi armati o perché i genitori hanno paura di mandare i figli a scuola. La mancanza di accesso all’educazione riguarda particolarmente i bambini rifugiati che hanno 5 volte in più la probabilità di non frequentare la scuola rispetto ai coetanei non rifugiati. E anche le possibilità che i bambini siano costretti a lavorare, spesso per contribuire al sostentamento delle proprie famiglie, sono di gran lunga maggiori nelle aree caratterizzate dai conflitti (+77% rispetto alla media globale).

“Nelle aree segnate da guerre e crisi umanitarie, tuttavia, è molto complicato, oltre che pericoloso, poter raccogliere dati aggiornati e avere una fotografia esatta che rappresenti realmente le difficilissime condizioni che sono costretti ad affrontare i bambini, perché si tratta di Paesi al collasso, dove le persone fuggono in massa per mettere in salvo le proprie vite e dove in molti casi nemmeno gli aiuti umanitari riescono a raggiungere la popolazione. Pensiamo, per esempio, a Paesi come la Siria o lo Yemen, dove i bambini, nelle loro giovanissime vite, finora non hanno conosciuto altro che bombe, violenza e disperazione; oppure alle gravi crisi umanitarie di cui sono vittime i bambini Rohingya, i bambini in fuga dalla Repubblica Democratica del Congo o i tanti minori gravemente malnutriti che lottano per sopravvivere in Somalia, uno dei Paesi più poveri al mondo, sconvolto negli ultimi mesi da una gravissima siccità e da decenni dilaniato da instabilità e violenze. Contesti in cui i bambini vengono derubati della propria infanzia e in cui nessun di loro, in nessuna parte del mondo, dovrebbe mai trovarsi”, ha affermato Valerio Neri.

Discriminazioni quotidiane contro le bambine e le ragazze

Oggi le bambine e le ragazze hanno certamente molte più opportunità che in passato, tuttavia ancora troppe di loro, specialmente quelle che vivono nei contesti più poveri, sono costrette ad affrontare quotidianamente discriminazioni ed esclusione in svariati ambiti, dall’accesso all’educazione alle violenze sessuali, dai matrimoni alle gravidanze precoci.

Dal rapporto di Save the Children emerge infatti che in 55 Paesi sui 175 che compongono l’Indice dell’infanzia negata le discriminazioni di genere sono all’ordine del giorno. Rispetto ai loro coetanei maschi, infatti, le ragazze hanno maggiori probabilità di non mettere mai piede in classe nella loro vita. Stime recenti rivelano che circa 15 milioni di bambine in età scolare (scuola primaria) non avranno mai la possibilità di imparare a leggere e scrivere rispetto a 10 milioni di coetanei maschi. Di queste, 9 milioni vivono in Africa sub-sahariana, dove d’altra parte si trovano ¾ delle ragazze fuori dalla scuola nel mondo. Le minori più povere, infatti, hanno in media 6 probabilità in più di non frequentare la scuola primaria rispetto ai bambini pari età più benestanti, mentre nelle aree affette dai conflitti le ragazze hanno probabilità di essere escluse dall’educazione 2,5 volte superiori rispetto ai ragazzi.

I matrimoni precoci sono tra i fattori trainanti della negazione, per le bambine e le ragazze, dell’opportunità di apprendere e ricevere un’educazione. Oggi, nel mondo, 12 milioni di ragazze si sposano ogni anno prima dei 18 anni – spesso perché le famiglie più svantaggiate credono che dare in sposa le proprie figlie sia l’unica via possibile per assicurare loro il sostentamento – e ai ritmi attuali si stima che entro il 2030 tale cifra supererà i 150 milioni[20]. Una sposa bambina su 3, nel mondo, vive nei Paesi dell’Africa subsahariana[21], e circa 100 milioni di ragazze oggi vivono in Paesi dove i matrimoni precoci sono legali.

Il fenomeno delle spose bambine è particolarmente rilevante anche nelle aree colpite dai conflitti, dove in molti casi le famiglie organizzano i matrimoni per proteggere le figlie da abusi e violenze sessuali. Tra i rifugiati siriani in Giordania, ad esempio, la percentuale di ragazze sposate prima di aver compiuto i 18 anni è cresciuta dal 12% nel 2011 al 32% nel 2014[22]. In Libano, attualmente, risulta sposata prima dei 18 anni più di 1 ragazza profuga siriana su 4[23], mentre in Yemen la percentuale di spose bambine supera i 2/3 del totale delle giovani nel Paese, rispetto alla metà prima dell’escalation del conflitto[24]. A tale fenomeno è poi strettamente collegato quello delle gravidanze precoci, che oggi riguarda 7,8 milioni di adolescenti: una questione particolarmente preoccupante considerando che le complicazioni durante la gravidanza e il parto rappresentano la prima causa di morte al mondo per le giovani tra i 15 e i 19 anni. Mettere fine ai matrimoni e alle gravidanze precoci, sottolinea l’Organizzazione, porterebbe a benefici economici entro il 2030 rispettivamente pari a 500[25] e 700[26] miliardi di dollari all’anno.

L’analisi di Save the Children mette infine in evidenza la piaga delle violenze fisiche e sessuali – dalle mutilazioni genitali femminili agli stupri alla prostituzione forzata – di cui troppo spesso le bambine e le ragazze sono vittime nel mondo. Circa 120 milioni di ragazze, più di 1 su 10 a livello globale, nella loro vita hanno subito forme di violenze sessuali[27], più di 1 su 5 in Bangladesh e in Camerun. Allo stesso modo, in cinque Paesi europei quali Francia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Spagna e Regno Unito più di 1 ragazza su 10 ha subito almeno un episodio di violenza sessuale prima dei 15 anni.

“Sono ancora troppi, come sottolinea il nostro rapporto, gli ostacoli che impediscono a tantissimi bambini e bambine al mondo di vivere a pieno la propria infanzia. Dalla lotta alla malnutrizione e a ogni forma di violenza, dall’accesso alla salute e all’educazione, chiediamo pertanto ai governi di impegnarsi concretamente ed efficacemente perché nessun bambino venga più lasciato indietro e a nessuno di loro venga più sottratto il proprio futuro”, ha concluso Neri.

Il rapporto “Le tante facce dell’esclusione” è disponibile al link: https://www.savethechildren.it/cosa-facciamo/pubblicazioni/le-tante-facce-dellesclusione

Una galleria fotografica è disponibile al link: https://media.savethechildren.it/?c=702&k=ba133e44de

Immagini video disponibili al link: https://media.savethechildren.it/?r=8667&k=88b2c5bbd7

Tromba e corno, lezione Frescobaldi all’Alda Costa giovedì 31 maggio

Giovedì 31 maggio alle 14.30, nell’atrio della scuola Costa i docenti di corno e tromba del Conservatorio di Ferrara, Massimo Mondaini e Martina Dainelli incontreranno gli studenti. Coordinerà Paola Chiorboli, Funzione Strumentale Musica, lettura e cittadinanza dell’ICS Alda Costa. Gli incontri sono aperti anche ai genitori interessati.
L’ICS Costa, grazie ad una collaborazione con il Conservatorio di Ferrara, ha ospitato nel mese di maggio, in occasione del calendario di iniziative dedicate all’Europe Day, una serie di lezioni concerto per offrire l’opportunità agli studenti della scuola primaria e alle loro famiglie di conoscere le caratteristiche di alcuni strumenti, quali l’arpa, il corno e la tromba.

IBS: Calendario Eventi Giugno 2018

Venerdì 1 giugno
Ore 18:30
Laura Morante presenta
Brividi immorali
La nave di Teseo
Dialoga con l’autrice Camilla Ghedini

Martedì 5 giugno
Ore 18:00
Giuseppe Cesaro presenta
Indifesa
La nave di Teseo
Dialoga con l’autore Fabrizio Fiocchi

Mercoledì 6 giugno
Ore 18:00
Lucio Scardino presenta
Nel cimitero della Certosa di Padusa. Poesie epigrafiche e no
Industrie Grafiche
Dialoga con l’autore Giuliana Berengan

Giovedì 7 giugno
Ore 18:00
Daniela Frignani presenta
Stella vespertina
Cultura e dintorni
Dialoga con l’autrice Roberto Pazzi

Venerdì 8 giugno
Ore 20:00
Gruppo di lettura “Due pagine prima di dormire”
Davide Pappalardo presenta il libro
Buonasera (Signorina) – Eclissi
Libro in lettura condivisa “Donne in fuga” di Maria Serena Mazzi
Il rinfresco è offerto da Panificio Evangelisti – Via Carlo Mayr 121, Ferrara

Sabato 9 giugno
Ore 18:00
Michael Frank presenta
I formidabili Frank
Einaudi
Dialoga con l’autore il Prof. Gianni Venturi – Università di Firenze

Lunedì 11 giugno
Ore 18:00
Paola Barbato presenta
Io so chi sei
Piemme
Dialoga con l’autrice Marcello Bardini

Martedì 12 giugno
Ore 18:00
Marco Valbruzzi presenta
Il vicolo cieco. Le elezioni del 4 marzo 2018
Il Mulino
Dialoga con l’autore Roberto Cassoli

Coldiretti Ferrara: progetto scuole 2017/2018, tra giochi e agrimerenda, la festa finale e tutti vincitori

Premiate oggi presso l’Agriturismo Corte dei Maghi a Quartesana di Ferrara le classi che hanno partecipato al concorso organizzato da Donne Imprese e Coldidattica, insieme a Campagna Amica ed alle imprese agricole ferraresi.

Oltre 1.500 ragazzi delle scuole ferraresi, dalle scuole materne alle superiori, sono stati coinvolti nel progetto di educazione a Campagna Amica per l’anno scolastico che sta per finire nei prossimi giorni.
Diversi gli istituti, di tutto il territorio provinciale (da Argenta a Copparo, da Gallo a Ferrara, da Cento a Mesola, da Masi Torello a Voghiera e Bondeno), che con alcune classi hanno partecipato alla fase formativa, di conoscenza e di trasmissione di esperienze e di approfondimenti sviluppati in classe o con altre modalità: dalla “lezione” in aula, alla visita ai mercati contadini, dalla passeggiata in campagna, all’impianto di un albero da frutto, al laboratorio sensoriale e gustativo, all’orto in classe, per sviluppare la linea guida di questo anno scolastico, ovvero “Un tempo per ogni cosa”, che è stato anche il titolo del concorso che ha visto premiate stamattina alla pari, le classi della scuola primaria “O. Marchesi” di Copparo (1 A, 1 B,1 D, 1 E), della scuola primaria “Don Minzoni” di Argenta (classe 2°), della scuola primaria di Gallo di Poggio Renatico (classi dalla prima alla quinta).
Alla festa nel parco dell’Agriturismo dei fratelli Sandro e Paolo Magagna, ha preso parte il presidente di Coldiretti Ferrara, Sergio Gulinelli, con il direttore Claudio Bressanutti, segretari di zona, funzionari e dirigenti dell’organizzazione agricola, ed anche come gradito ospite l’Assessore comunale Caterina Ferri, che ha ringraziato Coldiretti per l’opportunità di far riscoprire in modo intelligente ed originale il territorio, l’ambiente, l’origine del cibo ed i tempi, le stagioni ed i giorni necessari per arrivare a raccogliere i frutti del lavoro dell’agricoltore.
“La numerosa presenza di ragazzi stamattina – sottolinea Monia Dalla Libera, rappresentante di Donne Impresa Ferrara – è il confortante segnale che i nostri temi sono graditi e permettono di sviluppare percorsi educativi e didattici, insieme agli insegnanti ed alle famiglie, che portano ad una maggiore consapevolezza e manualità dei partecipanti, offrendoci l’occasione per far conoscere il significato di agricoltura oggi e le qualità dei nostri prodotti, che pur essendo sani, salubri e sicuri, oltre che buoni, non sempre sono ben conosciuti e gustati nel modo migliore.”
Il premio per tutti i ragazzi e le loro insegnanti sono state confezioni di pasta e riso di Bonifiche Ferraresi e semi di Facelia, la pianta amica delle api.

Da Ufficio stampa Coldiretti

Da Stevie Wonder ad Aretha Franklin, a Un fiume di Musica suona il gruppo Viviana Corrieri Quartett

VIVIANA CORRIERI QUARTETT | GIOVEDÌ 31 MAGGIO DALLE ORE 19
QUINTO APPUNTAMENTO DELLA RASSEGNA UN FIUME DI MUSICA 2018

I grandi classici arrivano in darsena, da Stevie Wonder a Elton John, passando per la stupenda Aretha Franklin. Giovedì 31 maggio, sarà il gruppo Viviana Corrieri Quartett, a valorizzare il progetto di Un fiume di Musica, che dalle ore 19 riempirà di note gli spazi esterni del Wunderkammer (Palazzo Savonuzzi, via Darsena 57 a Ferrara). La serata è a ingresso libero. Continua per tutto giugno e luglio, ogni giovedì, il ciclo di aperitivi musicali organizzati dalla Scuola di Musica Moderna-Associazione Musicisti di Ferrara nel piazzale che si affaccia sulla darsena. Un Fiume di Musica è organizzato in collaborazione con il Consorzio Wunderkammer (di cui l’Associazione Musicisti di Ferrara fa parte) e anche quest’anno è all’interno del progetto Smart Dock, nell’ambito di ‘Giardino Creativo’ finanziato da Anci.

Il repertorio del gruppo pop-fusion Viviana Corrieri Quartett spazia dai mitici cantanti come Stevie Wonder ed Elton John, ai brani di Mariah Carey, Oleta Adams, Elisa, John Legend, Aretha Franklin e Van Morrison. Insieme a Viviana Corrieri (voce), saliranno sul palco galleggiante di Un fiume di Musica Julie Shaperd alla viola, Lorenzo Pieragnoli alla chitarra e Massimo Mantovani al pianoforte.

Viviana Corrieri si è diplomata in canto lirico al Conservatorio di Musica Frescobaldi di Ferrara con Katia Koltcheva Angeloni nel 1990. All’insegnamento affianca da molti anni un’intensa attività concertistica anche come chitarrista autodidatta collaborando con musicisti della regione in repertori che spaziano dalle colonne sonore di film a celebri arie di musical, dalle canzoni di Burt Bacharach al genere classico (Mozart-Vivaldi) con piccole orchestre barocche. Dal 1989 è insegnante di canto moderno presso la Scuola di Musica Moderna di Ferrara.

Julie Sheperd è violista nata in Inghilterra 1970, si è diplomata in viola e violino prima di trasferirsi in Italia in 1994. Durante gli ultimi 20 anni ha girato il mondo suonando in America, Europa e Canada in varie tournée con orchestre e formazioni cameristiche con Shlomo Minz, David Garrett, Salvatore Accardo, Andrea Nannoni, Marco Fornaciari e molti altri. Da sempre, oltre a suonare, ha la passione per l’insegnamento, attività che svolge dal ’94. Dal 2011 è docente di violino e viola alla Scuola di Musica Moderna di Ferrara.

Massimo Mantovani è diplomato in violino al Conservatorio Dall’ Abaco di Verona. Contemporaneamente ha coltivato lo studio del pianoforte, dell’arrangiamento e della composizione. Svolgendo da anni attività nel campo del Jazz, del Blues e della musica classica, dal 1989 insegna Pianoforte moderno, jazz e stili derivati alla Scuola di Musica Moderna di Ferrara.

Lorenzo Pieragnoli è allievo dei Maestri Filippo Daccò, Giovanni Verga e Luciano Zadro ottiene presso il C.D.M. di Milano il diploma di Jazz Master in Chitarra, il diploma di Jazz Master in Armonia funzionale e il diploma di Jazz Master in Arrangiamento. Al Conservatorio di musica Frescobaldi di Ferrara consegue anche la licenza di teoria e solfeggio. Dal 1994 insegna chitarra presso la Scuola di Musica Moderna di Ferrara

Il progetto Smart Dock sta portando le persone a rivivere la darsena del fiume Volano dopo anni di abbandono, contribuendo così anche alla ridefinizione collettiva dell’identità del quartiere. Centrale in questo processo di riappropriazione di un luogo dimenticato è il ruolo della musica, del cibo e della socialità. Ogni giovedì, dunque, si potrà ascoltare la musica suonata dal vivo dagli insegnanti della Scuola di Musica Moderna, ogni sera un repertorio differente, e si potranno degustare le offerte enogastronomiche coordinate da Ferrara Rooms.

Da Ufficio stampa Consorzio Wunderkammer

Legge Emilia Romagna, gestori slot al Tar: “sospendere norma sulle distanze, preclude attività legale”

ROMA – La mappatura del Comune di Imola sulle aree destinate a diventare “slot free” preclude un’attività legale e comporta l’esproprio di attività autorizzate. È quanto hanno sostenuto i gestori slot sul provvedimento con cui è stato stabilito il progressivo spegnimento degli apparecchi nel raggio di 500 metri da luoghi sensibili, così come stabilito dalla legge dell’Emilia Romagna contro il gioco patologico. La disposizione comunale approvata lo scorso gennaio è finita davanti al Tar bolognese, su ricorso degli operatori di gioco. «Il problema – spiega l’avvocato Filippo Boccioletti, consulente dell’associazione di gestori Astro – è che a Imola non ci sono zone disponibili al di là di quelle vietate dal distanziometro. Per il tipo di conformazione urbanistica non è permesso, ad esempio, aprire sale nel centro storico, così come nelle zone residenziali. Con la norma sulle distanze si arriva dunque alla preclusione di un’attività lecita». Gli operatori hanno chiesto ai giudici amministrativi la sospensione del provvedimento comunale e la sollecita fissazione nel merito della causa. L’ordinanza del Tar è prevista nei prossimi due giorni.

In Emilia-Romagna la legge regionale che disciplina i giochi è stata votata nel 2013, ma le modalità applicative sono entrate in vigore solo nel giugno 2017. Entro 500 metri da una serie di luoghi sensibili è vietata l’apertura di sale giochi, nonché l’installazione di apparecchi negli esercizi pubblici. I Comuni sono stati chiamati a individuare i luoghi sensibili sul proprio territorio e gli esercizi non in regola con il distanziometro. Sulla base di questa mappatura, ogni comune nei successivi sei mesi, vale a dire entro il primo semestre del 2018, comunicherà alle sale “sotto distanza” i provvedimenti di chiusura e, per quanto riguarda gli esercizi pubblici, il divieto di installazione di nuovi apparecchi e il divieto di rinnovo dei contratti tra esercente e concessionario. Gli esercenti che vorranno proseguire la loro attività in una zona non soggetta al divieto potranno usufruire di una proroga di ulteriori sei mesi.

Agipro s.r.l.

Comunicato Regione: Sicurezza stradale

Spegnimento tutor sulle autostrade “Un fatto preoccupante, ma le sentenze si rispettano”

Il presidente dell’Osservatorio regionale per l’educazione alla sicurezza stradale, Mauro Sorbi commenta lo stop al sistema di controllo della velocità in autostrada. “I tutor hanno dimostrato di essere un mezzo efficace per la prevenzione degli incidenti e delle vittime. Spero che vengo trovata la più presto una soluzione”

Bologna – “Lo spegnimento dei tutor per il controllo della velocità sulle autostrade è un fatto che preoccupa, soprattutto in vista dell’incremento del traffico nel periodo estivo, ma le sentenze vanno rispettate”.
Così Mauro Sorbi, presidente dell’Osservatorio regionale per l’educazione alla sicurezza stradale, ha commentato lo stop del sistema di controllo della velocità sulle autostrade dopo il pronunciamento della Corte d’appello di Roma che ha rigettato l’istanza di sospensione della disattivazione del dispositivo presentata da Autostrade per l’Italia.

“Spero che venga trovata al più presto una soluzione- prosegue Sorbi- perché i tutor hanno dimostrato di esser un mezzo efficace per la prevenzione degli incidenti e delle vittime. Un dato su tutti: la riduzione del 70% della mortalità sulle autostrade, ma anche il calo, lo scorso anno, di oltre il 18% delle multe per eccesso di velocità. Rassicura la comunicazione della Polizia Stradale circa l’aumento dei controlli delle pattuglie anche con l’utilizzo degli autovelox. E mi auguro che le Forze dell’ordine, impegnate sulle strade ogni giorno a garanzia della sicurezza e dell’incolumità dei cittadini, siano messe nelle migliori condizioni per svolgere il loro lavoro.

Infine- conclude il presidente dell’Osservatorio-, vorrei fare anche un appello agli automobilisti perché non spengano l’attenzione e dimostrino, anche a tutor spenti, un maggior senso di responsabilità nel rispettare i limiti di velocità, guidando senza distrazioni”.

In allegato la tabella degli incidenti per categoria della strada in Emilia-Romagna – Serie storica dal 1998 al 2015

Incidenti

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