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Giorno: 12 Novembre 2015

Sensoli: “La vicenda Carradori sia da campanello d’allarme per la Regione, basta spostare gli stessi dirigenti da una poltrona all’altra”

da: ufficio stampa M5s Emilia-Romagna

Intervento di Raffaella Sensoli, consigliera regionale del M5S e vicepresidente della Commissione Sanità, riguardo all’udienza che si è tenuta oggi a Bologna sulla vicenda Hesperia in cui è coinvolto Tiziano Carradori, direttore generale del Sant’Anna, che ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato.

Oggi a Bologna si è tenuta l’udienza preliminare sul caso Hesperia, in cui Tiziano Carradori, direttore generale del Sant’Anna, ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato che si terrà a metà marzo. Carradori è accusato dalla Procura di Bologna del reato di falso assieme all’ex assessore regionale alla sanità Carlo Lusenti. A lui e a un’altra funzionaria viene contestata anche la concussione. Noi del M5S siamo garantisti e speriamo che Carradori riesca a dimostrare di essere estraneo ai fatti che gli vengono contestati. Tuttavia, qualunque sia la conclusione della vicenda giudiziaria, non si può continuare a chiudere gli occhi su un aspetto che è da tempo evidente a tutti.
Basta, infatti, dare un semplice sguardo al curriculum di Carradori per rendersi conto che ha messo le radici nell’organizzazione sanitaria regionale: è stato dirigente di vertice nella sanità locale di Cesena, Bologna, Rimini, Ravenna e adesso Ferrara, oltre ad essere al vertice della dirigenza nell’Assessorato regionale alla Sanità. Incarichi che di certo non sono una colpa ma che di fatto stridono con il concetto di alternanza dei ruoli dirigenziali che la Regione dovrebbe perseguire. Se ci sono sempre le stesse persone nei ruoli di vertice, cambiando loro solo le città di destinazione, rischiamo che nell’assunzione delle decisioni e nella gestione delle procedure non si riduca il rischio che possano crearsi relazioni particolari tra amministrazioni ed soggetti esterni che hanno interessi diversi. Con il conseguente consolidamento di situazioni di privilegio e l’eventuale aspettativa a risposte illegali improntate a collusione. Con questo non vogliamo affermare che Carradori abbia creato relazioni pericolose, ma semplicemente che la Regione non sta agendo in linea con i principi dell’anticorruzione.
La vera alternanza e una rotazione reale degli incarichi allontanano privilegi o consuetudini che possono finire per favorire coloro che sono capaci di intessere relazioni con i dirigenti da decenni attaccati alle poltrone del potere. Per questo è necessario che l’amministrazione regionale proceda ad una vera rotazione degli incarichi, ad applicare in modo rigido le incompatibilità, senza dare interpretazioni che possano essere elusive, e contestualmente creare procedure per dare ampia tutela per chi svela il malaffare, ai dipendenti che denunciano gli illeciti o le procedure di dubbia legalità di cui vengano a conoscenza nell’ambito del loro rapporto di lavoro. Basta con i soliti nomi, ci vogliono soggetti fuori dal sistema. Non è possibile che siano sempre gli stessi direttori generali che ruotano da una azienda sanitaria all’altra, transitando di tanto in tanto nella direzione generale dell’Assessorato. Occorre eliminare i radicamenti. È una questione di trasparenza, legalità e democrazia.

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Politiche giovanili, 31 interventi finanziati col nuovo bando della Regione

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia Romagna

Assegnati contributi per un totale di circa 400 mila euro nelle nove aree provinciali dell’Emilia-Romagna. Lavoro, Europa, creatività, protagonismo giovanile e cittadinanza responsabile le parole chiave dei progetti

E’ il tema del lavoro il grande protagonista dei 31 nuovi progetti finanziati dalla Regione Emilia-Romagna, attraverso un bando dell’Assessorato alle Politiche giovanili che ha assegnato circa 400 mila euro su un totale di 448 mila euro richiesti.
Complessivamente sono stati destinati 26.112 euro in provincia di Piacenza, 41.678 euro nell’area di Parma, 51.232 euro a Reggio Emilia, 64.638 euro a Modena, 87.146 a Bologna, 26.999 a Ferrara, 33.295 a Ravenna, 37.846 a Forlì-Cesena, 31.049 euro nella provincia di Rimini.
Gli Enti locali che hanno presentato le domande svilupperanno i temi dei progetti attraverso la creazione di nuovi spazi di coworking (ambienti lavorativi condivisi) o fab lab (piccoli laboratori digitali), con l’apertura di sportelli informativi nelle università e nei centri di aggregazione, con l’organizzazione di momenti di approfondimento sulle normative e sulle opportunità accessibili sul territorio, lavorando in sinergia con i centri per l’impiego, le associazioni di categoria, le rappresentanze sindacali, le aziende e fornendo consigli utili per l’avvio all’impresa e al crowdfunding (ricerca di finanziamenti diffusi).
Dai progetti emerge un grande attenzione per la valorizzazione dei talenti dei giovani, soprattutto nell’ambito creativo. Molti dei fondi saranno utilizzati per realizzare laboratori pratico-teorici per aspiranti documentaristi, fotografi, fumettisti, esperti di social media e di comunicazione multimediale. Verranno inoltre attivati laboratori teatrali, organizzati festival musicali e di street art e aperte nuove sale prove.
Verranno inoltre aperti nuovi sportelli informativi per segnalare le opportunità di lavoro, di ricerca, di studio e di promozione della propria attività in Europa e per sostenere scambi internazionali ed esperienze di volontariato.
Altro aspetto che emerge con forza è l’impegno nel costruire azioni di promozione della cittadinanza attiva e responsabile, di educazione alla cultura della legalità anche grazie a forme di sinergia e di collaborazione con gli istituti scolastici.
Significativi i progetti che vedono impegnati i giovani nella riqualificazione urbana di spazi abbandonati o nella promozione della cura del bene pubblico, sia esso un parco o una piazza.
I progetti saranno realizzati all’interno degli spazi di aggregazione per ragazzi, presso i punti Informagiovani o nelle sale polivalenti dei Comuni coinvolti; saranno utilizzati anche istituti scolastici, biblioteche, teatri comunali e spazi urbani.

LA SEGNALAZIONE
Perché ci vuole orecchio

Sembra incredibile ma è tutto vero. Provate a chiedere oggi ai giovani chi è Jimi Hendrix, o John Coltrane, oppure i Led Zeppelin: in molti risponderanno facendo spallucce. Accade quindi che “Smells like teen spirit” diventi una geniale trovata di Miley Cyrus e “These boots are made for walking” un quotato brano originale di Jessica Simpson. Il disinteresse nei confronti della musica del Novecento ha comportato inevitabilmente un arretratezza culturale diffusa soprattutto nelle nuove generazioni (ma non solo), le quali si trovano impreparate nel momento in cui decidono di avvicinarsi ad uno strumento.

La locandina con gli eventi della rassegna
La locandina con gli eventi della rassegna

Con la rassegna “Guida all’ascolto” è l’Associazione Musicisti di Ferrara a cercare di colmare queste lacune, riproponendo per il tredicesimo anno consecutivo una serie di eventi per meglio approfondire tutti i principali periodi musicali degli ultimi decenni. “Ci piace pensare che la musica è linguaggio – ha spiegato il presidente di Amf Roberto Formignani durante la presentazione della rassegna – certo si può ascoltare tutto senza sapere bene con cosa abbiamo a che fare, ma bisognerebbe sempre cercare di avere più riferimenti culturali possibili per essere sicuri di comprendere meglio ciò che si ascolta. Per chi poi si avvicina nella pratica alla musica, conoscere bene ciò che si suona aiuta indubbiamente a trasmettere meglio al pubblico le sensazioni che si provano durante gli ascolti”.
Undici sono gli appuntamenti (tutti di sabato alle 15:30, a partire dal 14 novembre) proposti dagli organizzatori: lo storico batterista di Vasco Rossi, Daniele Tedeschi, parlerà dell’evoluzione della batteria attraverso un focus su Gene Krupa e Vinnie Colaiuta, mentre Claudio Ceroni racconterà le gesta del grande chitarrista ‘fulmine a due dita’ Django Reinhardt, che Formignani ricorda essere il “protagonista di Sultan of Swing dei Dire Straits, legato anche a Ferrara poiché utilizzava una chitarra del liutaio di Cento Mario Maccaferri”.
Spazio poi all’armonica – strumento spesso in secondo piano ma dalle grande storia – al basso nella Black Music, ai grandi cantanti, alla canzone napoletana raccontata da Sergio Jacuvella e ai tre grandi ‘Kings’ del blues, Albert, B.B. e Freddie. Infine un confronto tra il Progressive italiano e internazionale spiegato da Antonello Giovanelli e Limite Acque Sicure, Morrissey & The Smiths raccontati da Roberto Roversi e l’immancabile ricordo attraverso filmati originali e testimonianze del festival di Woodstock, narrato da Ricky Scandiani.
“Guida all’ascolto” si conferma quindi una panoramica ampia e assolutamente completa sulla storia della musica moderna, gestita da persone sia interne che esterne alla scuola e impreziosita quest’anno, ogni primo e terzo giovedì del mese (a partire da dicembre), dalle session di musica d’insieme guidate e aperte a tutti.
Entusiasta dell’iniziativa e dei grandi numeri raggiunti dalla Scuola di Musica Moderna (già raccolti oltre 560 iscritti, dei quali la maggior parte giovani e giovanissimi) è anche l’assessore Massimo Maisto, il quale ha ricordato che la scuola ferrarese è “la realtà di maggior successo in tutta l’Emilia-Romagna e una delle più apprezzate a livello nazionale. Numeri importanti – ha proseguito – non solo per quanto riguarda le iscrizioni ma anche e soprattutto per l’intento riuscito di avvicinare in questi spazi tantissime persone desiderose di approcciare con la contemporaneità, oltre che per aver dato a tanti giovani, oggi bisognosi di orientarsi, i giusti punti di riferimento”.

Riferimenti: ww3.comune.fe.it/amf

Ascolta il brano intonato:

https://youtu.be/UBI49UTmxII

Venerdì 13 novembre al Teatro De Micheli di Copparo la commedia dialettale “Un dolce… varietà 2”, spettacolo a scopo benefico in collaborazione con Adico

da: Ufficio Comunicazione Comune di Copparo

Il Teatro Comunale De Micheli ospita venerdì 13 novembre alle ore 21 la commedia brillante “Un dolce… varietà 2”, messa in scena dalla Compagnia Dialettale di Jolanda di Savoia, con la partecipazione del soprano e mezzosoprano Cristina Chiaffoni. Lo spettacolo a scopo benefico si realizza in collaborazione con Adico, Associazione Diabetici Copparo, nell’ambito della rassegna teatrale Dialetto e Solidarietà. Info 0532 864580-581.

Venerdì 4 dicembre al Teatro De Micheli di Copparo i Floyd Machine in concerto

da: organizzatori

Venerdì 4 Dicembre 2015 ore 21,00 saliranno sul palco i Floyd Machine per il Concerto di Raccolta fondi per l´Ant, Fondazione per la Prevenzione ed il sostegno ai tumori, presso il Teatro Comunale De Micheli di Copparo

I Floyd Machine, in attività da quindici anni, band conosciuta ed apprezzata in tutto il territorio nazionale riproporranno un grande
spettacolo completo di effetti audio, maxiproiezioni sullo schermo circolare, effetti luci, fuochi pirotecnici ed ovviamente esecuzioni musicali e vocali il più simili alle originali.
Appuntamento da non perdere per chi vorrà tuffarsi nelle dimensioni e nelle sonorità dei Pink Floyd dei maggiori successi, da “Dark side of the moon” a “The Wall” e “Division Bell” senza dimenticare “Wish you were here” e “Animals”.
La passione che unisce il gruppo è il motore inesauribile di un progetto in continua espansione che ha fatto e farà sognare tanti nostalgici amanti della musica immortale che ha dipinto un’epoca indimenticabile.
Concerto benefico per l´ANT dei Floyd Machine che per la prima volta faranno tappa a Copparo all´interno dell´accogliente e storico Teatro Comunale De Micheli, situato nel Centro Storico evento di punta della Stagione Teatrale 2015-2016.
Evento organizzato da Prisma Melody Soc.Coop., Patrocinato dal Comune di Copparo con la collaborazione del Teatro Comunale De Micheli e della Fondazione ANT; appuntamento speciale per la band nella quale non mancheranno sorprese.
www.teatrodemicheli.it
www.ant.it
LUOGO
Teatro Comunale de Micheli Copparo. –
Piazza del popolo 11/A, Copparo (FE) –
tel. 0532 864580 –
biglietteria@teatrodemicheli.it
PREVENDITE ONLINE:
http://www.ticketland1000.com/cerca/cerca.asp?cosa=micheli&regione&localita&genere&selRicerca=5&invio=ok&INVIORICERCA.x=21&INVIORICERCA.y=9questo
INFO E PRENOTAZIONI:
Apertura biglietteria ore 20.30
I posti sono numerati; capienza sala limitata.
INFORMAZIONI DI SERVIZIO:
http://www.teatrodemicheli.it/nqcontent.cfm?a_id=4380
All´interno del locale servizi igienici, ingresso disabili e servizio bar.
Disponibile parcheggio libero nei pressi del Teatro
Facebook Pagina Ufficiale e Gruppo Pubblico
Canale Youtube FloydMachineITA

Nessuno tocchi Abele

da: Gianni Corazza

Sono consapevole del fatto che sto per scrivere cose “politicamente scorrette” e che mi connoteranno negativamente e mi faranno perdere qualche amicizia. Un po’ mi dispiace; ma non riesco a tacere ciò che, da qualche giorno mi passa per la testa. D’altra parte, tra i miti del mio immaginario, ha sempre avuto un posto di privilegio quel bambino della fiaba che, unico tra tanti adulti fintamente ossequiosi, dice, senza alcun timore che … il re è nudo: a lui va la mia estrema fedeltà, anche se, spesso, risulta politicamente sconveniente.
La nostra è una “società civile”, fondata su solidi e, speriamo, incrollabili principi : democrazia, certezza del diritto, sacralità della vita, comprensione umana e solidarietà. Questi principi, che non possono essere disattesi, hanno radici profonde. Traggono linfa da epoche ed avvenimenti storici, culturali e/o religiosi fondamentali per l’uomo e la sua vita (la carità e il perdono cristiani, l’illuminismo, i principi del diritto ispirati a Beccaria, il materialismo storico, e molto altro ancora).
Se non fossimo espressione di questa “società civile”, se fossimo incivili ed insensibili alla complessità delle cose sociali, potremmo dire, dopo gli ennesimi (ma certamente non ultimi) episodi di brutale violenza nei confronti di persone inermi verificatisi qualche giorno fa a Renazzo e poco tempo prima ad Aguscello, che gli autori di queste barbarie dovrebbero essere, quanto prima, appesi per il collo a qualche alto pennone. Se poi non vivessimo in questa “civile società” ciò potrebbe essere non solo pensato o detto ma anche fatto; non appena accertata la colpevolezza. Tutt’al più si potrebbe riservare a questi barbari criminali un trattamento a carcere duro per il resto della loro vita (senza possibilità di sconti di sorta).
Cioè: se non fossimo condizionati dalla nostra cultura della tolleranza e della comprensione umana, sarebbe possibile cercare di arginare la crudeltà sanguinaria verso gli inermi o, quantomeno, non lasciare impuniti gli autori di efferate violenze! Viene da pensare che, la nostra società impedendoci, di fatto, di tutelare efficacemente i deboli, tanto “civile” poi non è! Nell’ambito della delinquenza e del delitto la nostra organizzazione sociale agisce, di fatto, come un Robin Hood alla rovescia: tutela i criminali a danno dei deboli e degli inermi.
Peraltro questo paradosso viene tranquillamente formalizzato, quando non addirittura istituzionalizzato. Esiste ed opera l’associazione “Nessuno tocchi Caino” che si preoccupa dell’abolizione della pena di morte nel mondo e, di fatto, della tutela dei criminali. Nel nostro Paese, codice penale e di procedura penale, regolamenti carcerari, amnistie ed indulti assicurano ai colpevoli garanzie, tutele ed impunità che le vittime dei reati non hanno.
Probabilmente non sarà civile e non corrisponderà ai valori di tolleranza e umanità che connotano il nostro mondo e il nostro tempo; probabilmente sto confondendo “giustizia e vendetta” (come direbbero i civilissimi membri di “Nessuno tocchi Caino”) ma io sento prepotente l’esigenza di dire basta!; sento prepotente l’esigenza di dire che Caino voglio appenderlo per il collo e che, invece, nessuno può più azzardarsi a toccare Abele e chi lo farà dovrà sopportarne le conseguenze più estreme (si tratti di vendetta o di giustizia: come si vuole). Oggi la nostra civiltà è, di fatto, in guerra: contro la sopraffazione, la violenza e la brutalità. Siamo in guerra e in prima linea ci sono i cittadini più deboli (pensionati, disabili, persone sole). Siamo in guerra e non possiamo preoccuparci di essere civili, tolleranti e ipergarantisti; in guerra non si va con l’abito da sera né ci si porta appresso un pezzo di biblioteca. Non possiamo continuare a far finta che le barbarie che si verificano sempre più spesso siano episodiche ed accidentali: il nostro “mondo globalizzato” ha creato tutti i presupposti perché violenza e sopraffazione siano la “normalità” e aumentino giorno dopo giorno. Ignorare ciò significa rendersi , se non complici dei barbari, colpevoli di favoreggiamento.
Credo che ci sia l’esigenza di un forte movimento di opinione ed azione che vada oltre l’espressione di indignazione e trovi gli strumenti per divenire ineludibile interlocutore delle istituzioni. E’ tempo di pretendere, in ogni luogo ed ogni occasione in cui ciò è possibile, una profonda ed urgente revisione delle regole della giustizia e del funzionamento della magistratura. Cominciamo ad organizzarci per essere operativi.
Gianni Corazza

Domani al Sax Pub Cafè di Lugo Giancarlo Giannini e The Jazz Forum Quartet in concerto

da: organizzatori

Domani sera in concerto The Jazz Forum Quartet, guidato dal trombonista Giancarlo Giannini

Prosegue domani, venerdì 13 novembre, al Sax Pub Cafè di Lugo di corso della Repubblica 4 – di fronte al Pavaglione – la rassegna “November Jazz”, curata dal batterista forlivese Vince Vallicelli.
La band che si esibisce venerdì 13 è The Jazz Forum Quartet, la più recente formazione guidata dall’esperto trombonista Giancarlo Giannini, già all’Orchestra Rai di Milano, e quindi collaboratore di grandi del jazz italiano come Franco D’Andrea o Carlo Atti. Fanno parte del gruppo anche Michele Scucchia al piano, Enrico Morelli al contrabbasso e Daniele Tizzano alla batteria. Un ensemble di recente composizione, che che negli ultimi mesi si è fatto apprezzare nei migliori locali della regione.

Domani alla Casona di Mizzana la presentazione del libro “Vedo un ramo di mandorlo” di Giuseppe Stoppiglia

da: organizzatori

Giuseppe Stoppiglia, “Vedo un ramo di mandorlo…”, Romano d’Ezzelino (Vi), Macondo edizioni, € 12

Schermata 2015-11-12 alle 12.59.29Don Giuseppe Stoppiglia sarà a Ferrara per presentare il suo ultimo libro (presso La Casona, Mizzana-FE, venerdì 13 novembre alle ore 17.00). Interverranno tra gli altri, Don Domenico Bedin presidente della Associazione viale K e Francesco Monini direttore del trimestrale Madrugada.
“Ho visto un ramo di mandorlo…”, Il nuovo libro di Giuseppe Stoppiglia – il quarto, che raccoglie i suoi articoli e le sue lettere – è ancora più bello dei precedenti. Nella prefazione Mario Tronti, grande intellettuale comunista ormai ottantenne, amico dell’autore anche se con una formazione ideologica lontanissima dalla sua – lo descrive come “un libro di incontri”. Che è poi, credo, lo specchio esatto della vita di Giuseppe Stoppiglia: all’insegna dell’incontro con gli uomini, le donne, i bambini, gli esclusi, i poveri. E per incontrare, sembra suggerirci l’autore, occorrono due pre-condizioni. Prima di tutto: mettersi in viaggio: scegliere il nomadismo, la curiosità, l’amore per i fratelli, specie per gli esclusi, gli ultimi. Quindi, per realizzare un vero incontro, occorre fermarsi, guardare negli occhi, e soprattutto ascoltare.
Ho scritto che questo ultimo libro è il libro più bello di Giuseppe. E provo a spiegare il perché. “Nel suo impetuoso incidere nel Mondo” questo montanaro dagli occhi cerulei ha compiuto un cerchio perfetto. In 78 anni non ha scartato nulla di quanto ha vissuto, percorso, guardato, ascoltato. Oggi la sua prosa ci restituisce una riflessione profonda sul mondo e sull’uomo del nuovo millennio. La sua critica al “sistema unico”, al capitalismo dell’indifferenza e dell’oppressione si è fatta sempre più spietata, puntuale, dolorosa. A salvarci, oltre alla nostra intelligenza, c’è appunto la cultura dell’incontro. E uno sguardo puro verso la natura madre e non matrigna. Uno sguardo alla nostra infanzia luminosa e ancora libera dal tradimento. Così, l’immagine di Giuseppe Stoppiglia che emerge da questo volume non è quella di un pur efficace “frate predicatore”, ma piuttosto – e sempre di più – quella di un contemplativo. Una contemplazione che è davvero il nostro carburante, e che ogni giorno si esercita nell’amore del mondo e di chi lo abita.

La musica della terra

melodia-della-terra-copia_DA-CAMBIAREIn una simile notte è impossibile tacere, una notte simile è fatta per cantare.

Un piccolo villaggio della Kirgisia, una storia d’amore profondamente rara e coinvolgente scritta da un Ministro di Gorbachov durante la Perestroika, ambasciatore della Kirgisia in Lussemburgo e in Belgio, Tschingis Aitmatov, classe 1928, scomparso a Norimberga nel 2008. Melodia della terra, Giamilja, fu scritto nel 1958 e l’editore Marcos y Marcos lo propone al pubblico italiano nel 2006. Lei è una bellissima e dolce ragazza, Giamilja, lui, Danijar, un giovane ombroso, scontroso, taciturno e timido dal passato oscuramente triste. Una difficoltà a camminare che ricorda la sua ferita di guerra, causa del suo rientro, tutti gli uomini del villaggio sono partiti verso un destino macabro da cui spesso non si ritorna. Così anche il marito della fiera, bellissima e indipendente Giamilja, lo scostante e distante Sadyk, che non la ama come si dovrebbe, che nelle lettere dal fronte dedica alla giovane moglie solo poche e fredde parole in calce alle pagine indirizzate alla madre.
I cavalli galoppano nella steppa immensa, il cognato della giovane, Seit, accompagna la coppia mentre corre veloce verso un amore indimenticabile, al suono del canto profondo di Danijar. La polvere toglie il respiro, così come quelle parole regalate al vento, mani che si sfiorano, labbra che si serrano, sguardi che si sforzano di non incrociarsi. Nella canzone di Danijar “non c’erano quasi parole, essa apriva senza parole l’anima profonda dell’uomo. … Non somigliava né alle canzoni kazake, né alle canzoni kirghise, ma c’era in essa qualcosa delle une e delle altre. … Portava in sé tutte le più belle melodie dei due popoli fratelli e le fondeva in una sola canzone impossibile a ripetersi. Era una canzone dei monti e delle stelle, che ora s’alzava sonora come i monti kirghisi e ora si stendeva senza barriere come la steppa kazaka”. Ciò che sorprendeva era la passione, l’ardore che permeava la melodia stessa. Qualcosa che usciva dal cuore. Danijar era un uomo profondamente innamorato e non solo di un altro essere umano; si trattava di un amore diverso, quello della vita e per la vita, della terra e per la terra. E mentre l’eco della canzone si perdeva nella steppa assonnata, i sogni fiorivano e il grano maturava, turchino come una fata, ondulando in attesa della mietitura. Il vento recava il profumo di mele, i fuochi dei contadini si spegnevano lentamente, i mieli caldi del mais in fiore odoravano come un latte appena munto, l’erba medica era umida, la pioggerellina leggera e dorata mormorava. Man mano che l’amore di Giamilja e Danijar affiorava, anche per Seit sbocciava una passione incontenibile, il desiderio di trasporre su tela e di rendere immortale la bellezza di quello slancio che non vacilla attraverso la pittura.
Sapori mediorientali, echi rurali, bellezza e purezza del canto, potenza delle parole e della natura stregano il lettore. Le note continuano, le sentiamo ovunque, tutto sa di amore profumato. Fino alla fuga verso di esso, incuranti del destino. Solo tenendosi per mano.

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Tschinghis Aitmatov, Melodia della terra, Giamilja, Marcos y Marcos, 2006, 108 p.

LA LEZIONE
“De Chirico vive nei paesaggi intorno a noi”

“Tutto il paesaggio dell’Emilia-Romagna è un quadro di Giorgio De Chirico”. Piazza Castello a Ferrara – certo – ma anche il cimitero di Modena, l’inceneritore di Parma. A farlo notare è Giacomo Cossio con un incontro-lezione in un affollato Teatro Off di Ferrara in vista della grande mostra sul pittore metafisico che verrà aperta a palazzo dei Diamanti da sabato. “Noi viviamo in quei paesaggi – dice l’artista nella sua chiacchierata sull’arte – e non ce ne accorgiamo, ma siamo figli di quell’estetica”. Un’estetica nata prima di noi, che influenza anche chi non studia la storia dell’arte ma inconsapevolmente ne è avvolto, circondato, plagiato.

E, allora, per rimanere in terra ferrarese, viene subito in mente il centro del paese di Tresigallo, a una ventina di chilometri da Ferrara in direzione del mare, che è un comune metafisico che sembra uscito pari pari da uno dei suoi quadri; o la rotonda di San Giovanni che c’è appena fuori dalle mura del centro storico di Ferrara in fondo a corso Porta Mare, con il piazzale che mette in scena la scultura in bronzo di uno dei suoi manichini e il torrione delle mura sullo sfondo.

“Un grande artista – dice Cossio – è una spugna. Assorbe quello che gli sta intorno e restituisce l’immagine del proprio tempo. E De Chirico lo fa con la concretezza di paesaggi che sono sì la riproduzione di quelli veri, ma come lo può essere un plastico, un’architettura di cartone”. E’ questo il senso della metafisica, l’enigma di un mondo che accoglie la storia e però non ha più la spiritualità che animava l’arte precedente. Così, senza più il divino, il mistero diventa enigma delle cose, degli oggetti, di uomini che sono manichini. “Questa – commenta l’artista-critico – è la cosa tremenda che a volte ci allontana da quelle immagini. Perché sono disarmanti, stordiscono con la purezza di una descrizione da bambino che vede le cose per quello che sono, una realtà fatta di oggettini, di cieli blu, di edifici riconducibili all’essenzialità di forme geometriche solide. Una piazza di De Chirico è uno spazio rimontato, di cartone, con ombre e prospettiva semplificate. Dentro c’è anche la classicità del nostro passato, ma svuotata da dentro. A volte i volti delle statue o le cose antiche lui li prende e li appende a un gancio, li decontestualizza e fa una cosa che piacerà moltissimo a Duchamp perché anticipa il dadaismo, anticipa l’architettura di Aldo Rossi, anticipa un’estetica che ora è dominante e di cui, qui, possiamo vedere la vera origine”. Lo storico dell’arte assicura infatti che l’arte domina il mondo anche quando non ce ne accorgiamo, anche il mondo di chi non conosce l’arte e crede di seguire tendenze tutte contemporanee, che invece hanno le loro radici in questo passato culturale.

Sono immagini, quelle dei quadri che ci saranno in mostra a palazzo dei Diamanti e che già sono radicate nell’immaginario nostro, che derivano dagli studi e dalla passione di De Chirico per la filosofia. Il grande pittore metafisico – spiega Cossio – capisce come il vuoto di senso sia il punto cardine su cui lavorare. Parte in particolare da Nietzsche, che afferma che “Dio è morto”. Ma anche da Heidegger che dichiara che “in questo mondo non rimarrà che far di conto”. Così la sacralità terrena prende il posto della sacralità del cielo, i simulacri il posto degli dei.

Secondo il conduttore dell’incontro preparatorio alla mostra ferrarese, a questa idea De Chirico ci arriva attraverso i suoi studi, ma anche attraverso i suoi viaggi, che lo portano a girare un po’ dappertutto. “Un greco – lo descrive Cossio – nato a Volos da padre ingegnere palermitano, che va lì per costruire la ferrovia, e madre genovese. Ma che poi affina il suo sapere a Firenze, a Monaco (dove trova i suoi riferimenti artistici e filosofici), Parigi e Ferrara, dove arriva richiamato alle armi”.

Proprio a Ferrara tutto torna, le piazze incantate prendono forma; qui, un secolo fa, nasce la metafisica.

La lezione è finita. Alzi lo sguardo e sulla vetrata dello spazio teatrale di Ferrara Off, in fondo a viale Alfonso I d’Este, vedi fianco a fianco il piazzale esterno illuminato con i suoi edifici in mattone a vista e il torrione in mattoni del quadro di De Chirico, “L’enigma”, che si riflette dai muri interni su cui è proiettato. Sì, l’arte di De Chirico è qui, intorno a noi.

“De Chirico a Ferrara. Metafisica e avanguardie” in mostra a Palazzo dei Diamanti, corso Ercole I d’Este 21, aperto tutti i giorni ore 9-19 dal 14 novembre 2015 al 28 febbraio 2016.

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Lezione su De Chirico al Teatro Off di Ferrara (foto Giorgia Mazzotti)
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Quadri e architetture reali si specchiano al Teatro Off (foto Giorgia Mazzotti)
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“Piazza d’Italia con Arianna”, olio su tela di Giorgio De Chirico del 1948
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La piazza di Tresigallo su Google Maps
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Rotonda di piazzale San Giovanni a Ferrara su Google Maps

Venerdì 13 novembre al Teatro Ca’ Foscari di Venezia la replica di “Cantica delle donne” per la regia di Michalis Traitsis

da: Associazione Culturale Balamòs

Balamòs Teatro. Progetto teatrale “Passi Sospesi” al Teatro Ca’ Foscari – Santa Marta di Venezia, venerdì 13 novembre 2015 alle ore 16.45, “Cantica delle donne – istantanee per una storia quasi universale”

Venerdì 13 Novembre 2015, presso il Teatro Ca’ Foscari di Venezia, alle ore 16.45, sarà replicato lo spettacolo teatrale “Cantica delle donne” diretto da Michalis Traitsis, regista e pedagogo teatrale di Balamòs Teatro e responsabile del progetto teatrale “Passi Sospesi” negli Istituti Penitenziari di Venezia, con le donne detenute della Casa di Reclusione Femminile di Giudecca, Nawal Boulahnane, Ileana Padeanu, Sara Zorzetto, voce fuori campo di “Venere” Ifeoma Ozoeze, partecipazione di Luminita Gheorghisor, collaborazione dell’attrice e musicista Lara Patrizio, contributo artistico di Patrizia Ninu, video di Marco Valentini, foto di Andrea Casari.
Il lavoro si è incentrato sulla valorizzazione della ricchezza e della complessità della figura femminile attraverso testi, immagini, musiche, canzoni, danze, al femminile. Le voci delle donne detenute provano a imprimere ai testi un proprio, particolare, moto e respiro.
A seguito dello spettacolo, alle ore 18, si svolgerà un pubblico dibattito moderato da Pietro Basso, professore del Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali e direttore del Master in Immigrazione all’Università Ca’ Foscari.
L’iniziativa è ideata e promossa da Balamòs Teatro, Master sull’Immigrazione di Ca’ Foscari, Teatro Ca’ Foscari, Ca’ Foscari Challenge School e Ca’ Foscari Sostenibile.
ingresso libero
www.unive.it
www.masterim@unive.it
tel. 0412346019
recensione dello spettacolo di Teresa Megale: http://drammaturgia.fupress.net/recensioni/recensione1.php?id=6358

IMMAGINARIO
Un mare di guerra.
La foto di oggi…

Ha 95 anni, adesso, Dante Leoni, testimone vivente di un pezzo di storia e protagonista dell’incontro di oggi al Museo della Resistenza di Ferrara. Nato a Longastrino, un paese diviso tra Argenta e Alfonsine e quindi tra la provincia di Ferrara e quella di Ravenna, Dante non ha ancora 19 anni quando scoppia la Seconda guerra mondiale. Viene arruolato in Marina e parte, via da quel mare tranquillo vicino alle paludi del Delta del Po per affrontare i mari aperti e tempestosi, tra cannoni galleggianti e siluri subacquei. Quell’esperienza e i pensieri legati a quei momenti li ha raccolti nel libro “2251… ricordi di mare e di guerra” (Cds edizioni di Ferrara). Ne parlerà oggi pomeriggio nella sala mostre del museo insieme con Enrico Trevisani (Archivio storico comunale) e Sergio Feletti (Centro di documentazione storica di Longastrino di Ravenna), che ha curato con lui la scrittura del libro. Coordina l’incontro Antonella Guarnieri, che dà così il via alla serie di incontri organizzati in questo mese per ricordare gli eccidi del 15 novembre 1943 e del 17 novembre 1944.

“Ricordi di mare e di guerra” verrà presentato oggi – giovedì 12 novembre 2015, ore 16,30 Museo del Risorgimento e della Resistenza, corso Ercole I d’Este 19, Ferrara.

OGGI – IMMAGINARIO EVENTI

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La Resistenza in un dipinto di Renato Guttuso

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…
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idee

GERMOGLI
Baratto.
L’aforisma di oggi…

ceccato
Silvio Ceccato

Se scambiamo un oggetto si rimane con un oggetto solo, se scambiamo un’idea alla fine ognuno ne ha due. (Silvio Ceccato)

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

ACCORDI
Soccia, ha il manager.
Il brano di oggi…

Album: “Pet Sounds” del 1966
Album: “Pet Sounds” del 1966

Un sacco di notizie essenziali in questi giorni.
Ieri le menate su Marilyn Manson, oggi la “bufera” su Gianni Morandi che-non-è-davvero-lui-e-soccia-ha-il-manager, il Papa che ammonisce sull’uso di tv, telefoni e computer a tavola, Miley Cyrus che lecca un pianoforte per beneficenza, una nuova invenzione tutta italiana per evitare di annodare la cravatta e Geronimo Stilton che ci spiega la Costituzione.
Dio, sembra che i fornai abbiano iniziato a fare il pane con la segale cornuta.
Ho seriamente paura al pensiero di uscire.
Per fortuna però ho ridotto le uscite.
Perché da un po’ ho deciso di dedicarmi a un nuovo hobby: restare a casa a giocare a carte.
Sarà una roba da vecchi ma mi sento vecchio.
O sono solo stanco di farmi riempire la testa di vaccate?
Boh, chi se ne frega.
È una domanda importante quanto le notizie di questi giorni.

Ogni giorno un brano intonato alla cronaca selezionato e commentato dalla redazione di Radio Strike.

Selezione e commento di Andrea Pavanello, ex DoAs TheBirds, musicista, dj, pasticcione, capo della Seitan! Records e autore di “Carta Bianca” in onda su Radio Strike a orari reperibili in giorni reperibili SOLO consultando il calendario patafisico. xoxo <3

Radio Strike è un progetto per una radio web libera, aperta ed autogestita che dia voce a chi ne ha meno. La web radio, nel nostro mondo sempre più mediatizzato, diventa uno strumento di grande potenza espressiva, raggiungendo immediatamente chiunque abbia una connessione internet.
Un ulteriore punto di forza, forse meno evidente ma non meno importante, è la capacità di far convergere e partecipare ad un progetto le eterogenee singolarità che compongono il tessuto cittadino di Ferrara: lavoratori e precari, studenti universitari e medi, migranti, potranno trovare nella radio uno spazio vivo dove portare le proprie istanze e farsi contaminare da quelle degli altri. Non un contenitore da riempire, ma uno spazio sociale che prende vita a partire dalle energie che si autorganizzano attorno ad esso.

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