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Da: Ufficio Stampa, Comunicazione Istituzionale e Digitale Unife

Francesca Salvatori lotta per trovare una cura, oggi non ne esiste nessuna, all’atassia spinocerebellare. Donato Vincenzi utilizza l’energia solare per pulire le acque da antibiotici e droghe. Valentina Frighi cerca di rendere più ecologiche le case in cui abitiamo. Sono questi i giovani che con i loro team sono stati selezionati per lanciare il progetto di crowdfunding di Unife.

Il progetto è stata presentato lunedì 23 settembre 2019 nell’Auditorium del Rettorato dell’Università di Ferrara in conferenza stampa.

A introdurre l’iniziativa è stato il Prorettore Enrico Deidda Gagliardo: “Oggi stiamo scrivendo un’emozionante pagina nuova per la nostra Università. Devo davvero ringraziare tutti coloro che l’hanno resa possibile e soprattutto la collaborazione tra l’area comunicazione e marketing, la terza missione e la ricerca. I più importanti, sentiti ringraziamenti vanno alle nostre ricercatrici e ai nostri ricercatori. Quella che inauguriamo oggi non il crowdfunding è una sfida innovativa; significa rivitalizzare il nostro payoff ‘nel futuro da sempre’ e valorizzare i tanti talenti che abbiamo nei nostri laboratori. La ricerca ha bisogno di gambe per camminare, e per creare valore aggiunto per l’intera comunità”.

A descrivere il senso dell’attività di crowdfunding è stato Fulvio Fortezza, delegato al rafforzamento dell’immagine dell’Ateneo: “Crowdfunding è una parola magica; ormai se ne parla come di una soluzione miracolosa per raccogliere risorse finanziarie. Ma il suo concetto è semplice: rappresenta uno sforzo congiunto tra pari per realizzare un progetto. Non si tratta più di un rapporto tra istituzione e consumatori, abbiamo a che fare con persone che vanno coinvolte per creare un reale spirito di corpo. Vogliamo attivare in primis la nostra articolata community, composta da studenti, ex studenti, corpo docente, ma anche aprirci al mondo tramite il web. Sul mercato ci sono tantissimi soggetti, quindi è una sfida nella sfida, ma ripeto che non c’è solo il lato finanziario: il crowdfunding è un modo nuovo per raccontare la ricerca, anche verso un pubblico interno. Non è sempre facile capire cosa fanno i colleghi; e saperlo genera un reale senso di orgoglio”.

Quindi Fortezza è entrano nel dettaglio del meccanismo delle campagne di crowdfunding: “Da oggi è ufficialmente online il sito, realizzato da Dinamica Media, ed è attiva la prima campagna. È stato scelto un mood grafico accattivante, per dare l’idea di voler avvicinare la ricerca alla comunità. Il tutto sotto il cappello di Unifeel: una parola che esprime sentimento, condivisione, volontà di fare gruppo. Concretamente, ci sono due modi per sostenere i progetti: andando sul sito unifeel.it e decidendo come e quanto donare attraverso carta di credito; oppure andando fisicamente all’Unife Store per lasciare il resto in ricerca dopo ogni acquisto, o acquistando direttamente un prodotto #unifenomenale. Si tratta di una linea espressamente dedicata alla ricerca – il cui nome è il risultato di un laboratorio creativo svolto l’anno scorso nel corso di Design della Comunicazione – grazie alla quale una quota di ogni acquisto andrà nel salvadanaio della ricerca”.“Ci tengo a precisare – ha chiuso Fortezza – che questa attività di crowdfunding integra e non sostituisce l’impegno di Ateneo verso la ricerca. Va compresa soprattutto la dimensione promozione di questa sfida: noi facciamo cose straordinarie, che hanno un grande impatto sulla società, ma finora non le abbiamo raccontate tanto bene”.
Il professore Michele Pinelli, delegato alla Terza Missione, ha inquadrato il nuovo progetto all’interno di questo ambito  di attività dell’Ateneo: “Si tratta di un progetto complesso, che coinvolge diverse anime dell’Ateneo. Di fatto il crowdfunding rientra pienamente nei principi della Terza Missione, ovvero tutte le attività con le quali le università entrano in contatto con la società. Con esso vogliamo uscire dalle strutture accademiche per dialogare con la comunità e far conoscere le nostre eccellenze. Vogliamo, soprattutto, che le ricerche emergano e vengano percepite come un patrimonio di tutta la comunità, a cui chiediamo proattività per costruire un legame sempre più saldo”.
Come sono stati selezionati i primi progetti pilota? L’ha spiegato il delegato alla Ricerca Andrea Conti: “All’interno di un panorama fatto di ricerca avanzata in quasi tutte le discipline, abbiamo cercato di selezionare progetti che fossero pronti al public engagement. In questi tre progetti che fanno parte della sperimentazione crediamo molto: sono assolutamente credibili e sostenibili per i tempi e le modalità del crowdfunding”.

Quindi la parola è passata alle ricercatrici e ai ricercatori, che hanno presentato i propri progetti. Ha cominciato Francesca Salvatori del laboratorio di Biochimica, Immunologia e Microbiologia, la cui campagna è già online: “Ho svolto tutto il mio percorso di crescita all’interno di Unife, impegnandomi nello sviluppo di terapie all’avanguardia per le malattie neurodegenerative. Questo tipo di lavoro è interessante su due piani. Da un punto di vista scientifico, perché credo fortemente che le terapie geniche rappresentino il futuro della ricerca. E da un punto di vista umano: generalmente i ricercatori sono chiusi in laboratorio davanti ai propri microscopi, invece noi entriamo in contatto costante con i pazienti. Questo legame ci genera pressione, perché vorremmo trasformare le loro speranze in realtà, ma anche una straordinaria energia”.

Donato Vincenzi, professore associato di Unife, ha raccontato la genesi del suo progetto, nato nell’ambito di una collaborazione tra i dipartimenti di Fisica e Scienze della Terra e quello di Scienze Chimiche: “L’energia solare ha avuto un grande sviluppo a seguito della crisi petrolifera del ’79, mentre solo oggi cominciamo ad apprezzare un’altra grande risorsa naturale, l’acqua. Oggi l’acqua è considerata potabile in base ad alcuni parametri dati dalle istituzioni preposte sulla presenza di inquinanti. Esistono però altri inquinanti emergenti, non ancora normati, come antibiotici e droghe, il cui effetto è potenzialmente pericoloso. Noi vorremmo trovare un modo per aggredirli in maniera diversa da ciò che viene fatto per potabilizzare l’acqua: una tecnologia basata sui semiconduttori per disgregare le molecole degli inquinanti. Attraverso il crowdfunding possiamo trasformare questa ricerca di laboratorio, per cui già abbiamo chiesto il brevetto, in una soluzione per la società, ma soprattutto avremo la possibilità di sensibilizzare il mondo esterno su una problematica reale”.

Infine Valentina Frighi, dottoranda del laboratorio di tecnologia guidato dal prof. Roberto di Giulio, che si occupa di involucri edilizi: “Spesso gli elementi per l’edilizia presentano prestazioni elevate sulla carta, ma una volta posati in opera non rispondono alle prestazioni attese per colpa delle criticità di interfaccia. Noi miriamo a superare questo gap, e sviluppare con la campagna di crowdfunding un configuratore per fornire delle soluzioni sulle prestazioni reali: dati che danno indicazioni sul risparmio energetico, il ciclo di vita e lo smaltimento di alcuni materiali. Questo tipo di informazioni è pensato in funzione degli operatori del settore, ma anche degli utenti finali, che oggi sono sempre più consapevoli sul tema della lotta agli sprechi”.

Sostenere un progetto è semplicissimo, Basta collegarsi al sito web Crowdfunding Unife: è possibile donare con carta di credito o bonifico e persino diventare sponsor di un progetto. Oppure acquistando i prodotti a marchio #unifenomenale in Unife Store.

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UNIVERSITA’ DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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