Skip to main content

Giorno: 31 Marzo 2016

La “ferraresità” nella scrittura e nell’arte

di Federico Di Bisceglie

Come e quanto clima e ambiente influiscono sullo spirito degli scrittori e dei poeti?
Probabilmente ciò che essi percepiscono è esattamente quello che anche le persone comuni riescono a cogliere; gli artisti, musicisti, poeti, pittori, scrittori, riescono però a descriverlo in maniera unica, attraverso la loro dote naturale. La sensibilità delle persone creative, nell’accezione greca del termine, cioè coloro che plasmano, che danno vita ex novo ad un’opera d’arte, è fortemente influenzata dall’ambiente e dal clima che caratterizza il luogo in cui le opere prendono vita: non a caso, se un artista si sposta dal luogo di origine e produce un’opera d’arte in un contesto diverso dal precedente sono riscontrabili generalmente elementi differenti che caratterizzano i diversi periodi e ambiti di produzione artistica.
Forse il modo più difficile per descrivere le emozioni che l’ambiente e il clima trasmettono è la letteratura. Le ostiche e crude lettere. La musica e la pittura hanno due espedienti fondamentali: l’elemento sonoro e l’elemento visivo. Per la scrittura non è così, sebbene un bel libro possa essere ‘musicale’ e ‘visivo’, basti pensare al principe dei romanzi della letteratura italiana, “I promessi sposi”, all’interno del quale la descrizione dei paesaggi è così incredibilmente riuscita che il paesaggio stesso diventa personaggio. Oppure, se si recitano a voce alta dei versi della Commedia, ci si accorge della loro divina musicalità.

Veniamo però alla letteratura e allo spirito ferrarese. Quest’anno ricorrono i cento anni dalla nascita di Giorgio Bassani e a Ferrara sono state organizzate tantissime manifestazioni, talvolta molto interessanti, talvolta ridondanti, per ricordare lo scrittore ferrarese che però da Ferrara era stato rifiutato, sebbene rappresenti appieno la ‘ferraresità’. Dagli scritti di Bassani, infatti, emergono numerosi aspetti legati a ciò che maggiormente caratterizza l’insopportabile clima di questa città, che tuttavia la rende unica, primo fra tutti: la nebbia. Le suggestioni di questa atmosfera cupa, leggermente malinconica, che denuncia la nostalgia per la gloria della città in età estense, che gradualmente ha perso il suo ruolo, rimanendo però legata a una mentalità che rimane tale da allora, caratterizzano inevitabilmente la produzione artistica di tutti coloro che sono passati da Ferrara. Partendo dal poeta Ludovico Ariosto, passando per il successivo Torquato Tasso, per Bassani e D’Annunzio, che nella sua lirica dedicata alla città estense la descrive definendo la sua bellezza “deserta”. Non è un caso che, grazie a De Chirico e al fratello Savinio, proprio Ferrara sia stata il fulcro della Metafisica: qui trovarono gli spunti e le circostanze ideali per creare un movimento artistico che andasse”oltre la realtà”.

Nel segno dello Struzzo: mezzo secolo di cultura e raffinato book design

Quando si pensa a edizioni dal gusto essenziale, unico ed elegante si pensa Einaudi. Per il bianco che incornicia le copertine, per l’equilibrio perfetto tra sfondo, font e disegno. E poi per l’ovale con lo Struzzo – che stringe un chiodo nel becco con, sullo sfondo, un paesaggio con un castello e il motto “Spiritus durissima coquit” (lo spirito digerisce le cose più dure) – che è stato, per molti, indiscusso simbolo di qualità e di eccellenza culturale. Un punto di riferimento ideologico e intellettuale, ma anche grafico-editoriale.

 

einaudi-mostraDa oggi fino al 23 aprile, cinquant’anni di cultura del Novecento visti attraverso i libri pubblicati da Giulio Einaudi dal 1933 al 1983, dalla fondazione fino alla crisi finanziaria del 1983 e alle successive traversie che porteranno, nel 1994, al passaggio alla Mondadori. Riviste, prime edizioni, copertine celebri e le 92 storiche collane disegnate da artisti d’eccezione come Albe Steiner, Max Huber, Bruno Munari, sono esposti alla mostra I libri Einaudi 1933 – 1983 allestita presso la Galleria Gruppo Credito Valtellinese a Milano.

Tutto il materiale documentario è del collezionista Claudio Pavese, che in oltre tremila volumi e documenti ha ricostruito la più ampia e completa storia della casa editrice italiana più influente sul piano culturale e una delle principali a scala internazionale, è possibile per la prima volta vedere da vicino, in un’’articolata sintesi di circa 300 pezzi esposti, l’’intero catalogo storico pubblicato.

einaudi-mostraSi parte dalla ricostruzione del clima cultural-editoriale della Torino di Piero Gobetti e di Carlo Frassinelli, per poi mostrare libri in prima edizione, riviste, pubblicazioni, tutte le collane (ben 92, dai celebri “Coralli” ai “Gettoni” e a “Centopagine”, dalla precorritrice “Collana viola” a “Tantibambini”, solo per citarne alcune) che scorrono sotto i nostri occhi in un intreccio potente di cultura, editoria e grafica, decennio dopo decennio dagli anni Trenta al vivacissimo secondo dopoguerra. Come giustamente sottolinea il collezionista, “dal ‘’33 all ‘’83 due intere generazioni sono ‘cresciute con gli struzzi’; due generazioni di intellettuali e di lettori che in quei cinque decenni hanno trovato nei libri della Casa editrice Einaudi un punto di riferimento centrale per la propria formazione”.

Per leggere il testo del curatore clicca qui

einaudi-mostraDal 30 Marzo 2016 al 23 Aprile 2016
Luogo: Galleria Gruppo Credito Valtellinese, Milano
Curatori: Andrea Tomasetig, Cristina Quadrio Curzio, Leo Guerra
Con il patrocinio della Fondazione Giulio Einaudi di Torino
Ingresso gratuito
Tel. +39 0248.008.015
E-mail: galleriearte@creval.it
Sito ufficiale: http://www.creval.it/

Impegno

danilo-dolci
Danilo Dolci

È importante sapere che le parole non muovono le montagne. Il lavoro, l’impegnativo lavoro muove le montagne. (Danilo Dolci)

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

Che la forza sia con te

Anche oggi proseguiamo con delle notizie che davvero non si possono ignorare.
Scopriamo, infatti, che (grazie a dio!) la figlia di Elisabetta Canalis ha ottenuto la doppia cittadinanza.
Cittadina americana e italiana al tempo stesso, favoloso proprio come la carica del caffè + l’energia del cioccolato.

Brano: “Re-make/Re-model” dei Roxy Music
Brano: “Re-make/Re-model” dei Roxy Music

La vera notizia però, almeno per me, è scoprire che la pargola si chiama Skyler.
Skyler Perri, visto che ha il cognome del padre.
Adesso non riesco a smettere di ripeterlo: Skyler Perri.
Non so perchè questo nome adesso sia diventato indelebile per me.
Forse perchè mi piace molto Joe Perry anzi, Gio Perri.
Boh.
Ma questa è solo la punta dell’iceberg perchè scopro anche il padre della piccola Skyler si chiama Brian Perri.
E anche qua porca vacca non riesco a smettere di ripeterlo: Brian Perri.
Non so perchè anche questo nome adesso sia diventato indelebile per me.
Sarà una cosa tipica di quella famiglia?
O forse perchè mi piace molto Bryan Ferry anzi, Brian Ferri?
Boh.
Non ci sto capendo più niente.
Io all’inizio avevo pensato che il padre della piccola Skyler potesse essere boh, George Lucas.
O qualche parente di Tarkovskij.
Boh.
A ‘sto punto visto che abbiamo tirato fuori Gio Perri oggi potremmo cacciar su un pezzo degli Aerosmith.
Ma gli Aerosmith li abbiamo cacciati su l’altra settimana e non si può.
Così, visto che abbiamo tirato fuori Brian Ferri via coi Roxy Music, band fenomenevole di cui Bryan Ferry fu l’elegantonissimo cantante/dandy affetto da elegantiasi.

Ogni giorno un brano intonato alla cronaca selezionato e commentato dalla redazione di Radio Strike.

 

Selezione e commento di Andrea Pavanello, ex DoAs TheBirds, musicista, dj, pasticcione, capo della Seitan! Records e autore di “Carta Bianca” in onda su Radio Strike a orari reperibili in giorni reperibili SOLO consultando il calendario patafisico. xoxo <3

Radio Strike è un progetto per una radio web libera, aperta ed autogestita che dia voce a chi ne ha meno. La web radio, nel nostro mondo sempre più mediatizzato, diventa uno strumento di grande potenza espressiva, raggiungendo immediatamente chiunque abbia una connessione internet.
Un ulteriore punto di forza, forse meno evidente ma non meno importante, è la capacità di far convergere e partecipare ad un progetto le eterogenee singolarità che compongono il tessuto cittadino di Ferrara: lavoratori e precari, studenti universitari e medi, migranti, potranno trovare nella radio uno spazio vivo dove portare le proprie istanze e farsi contaminare da quelle degli altri. Non un contenitore da riempire, ma uno spazio sociale che prende vita a partire dalle energie che si autorganizzano attorno ad esso.

  • 1
  • 2