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Mese: Agosto 2015

IMMAGINARIO
Sbarca Garibaldi.
La foto di oggi…

Adesso è una spiaggia, 166 ani fa un attracco per lo sbarco di Giuseppe Garibaldi e della moglie Anita. A Piallassa, sulla riva tra i lidi ferraresi di Comacchio e Ravenna, l’eroe dei due mondi approda proprio un giorno come quello di domani, 3 agosto, ma del 1849. Braccato dalle truppe austriache, che lo intercettano al largo di Cesenatico, Garibaldi riesce a sfuggire grazie anche all’aiuto dell’amico Nino Bonnet. Tappe fondamentali, quelle comacchiesi, per la nascita del Regno d’Italia del 1861.

Il Comune di Comacchio lo ricorderà domani in collaborazione con l’associazione Amici del capanno di Garibaldi: alle 9.30 la deposizione di una corona di alloro davanti alla lapide di Giuseppe Garibaldi (Loggia del grano di Comacchio, di fianco alla Torre civica dell’orologio); alle 10 la deposizione di un’altra corona sulla tomba di Nino Bonnet (cimitero di Comacchio); alle 10.30 il momento celebrativo nella piazza intitolata proprio al 3 Agosto a Porto Garibaldi e il saluto delle autorità davanti al monumento di Anita e Garibaldi, in viale Ugo Bassi; alle 11 saluto conclusivo davanti al Capanno di Garibaldi, sul lungomare di Lido delle Nazioni (si raggiunge dalla Statale Romea Nord in direzione Ravenna, zona industriale del porto).

OGGI – IMMAGINARIO RICORRENZE

capanno-garibaldi-comacchio-ravennaOgni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

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ACCORDI
Fuori il Piccolo Principe dal r’n’r!
Il brano di oggi…

Ogni giorno un brano intonato alla cronaca selezionato e commentato dalla redazione di Radio Strike.

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Soon soon soon di Kevin Ayers

Ormai è da due giorni che se ne parla e ho questo peso qui che mi vorrei togliere.
Sono un fan dei Nirvana da quando avevo 13 anni quindi penso di potermelo permettere.
Premetto che sono molto contento per i fan dei Foo Fighters e Dave Grohl, nonostante tutto, continua anche a starmi simpatico.
Ma questa colata di melassa e buoni sentimenti da spot del panettone mi fa davvero vomitare.
E insieme ad un’altra cosa successa in questi giorni, mi spinge a riflettere sulle varie percezioni della musica che abbiamo in questi anni strani.
Vedi te il caso, ‘st’altra cosa cosa che è successa è di nuovo legata all’ultima band “pre-internet” ovvero i Nirvana.
Magari importerà a pochi ma quest’autunno i Flipper (sì, il-gruppo-della-maglietta-di-Cobain) faranno tre date in Italia (sì, solo qua per ora…) con David Yow dei Jesus Lizard alla voce.
Come tanti sono un fan dei Flipper principalmente per colpa dei Nirvana.
E c’ho fatto una malattia come pochi quindi questa notizia mi fa vomitare quanto la melassa di prima.
Mi pare abbastanza squallido venire a fare tre date in questo paese ormai culturalmente (e non solo) da terzo mondo con un cantante di sicuro richiamo.
Tutto questo “solo” perché la vera voce dei Flipper non può girare per motivi di salute.
Mi ricordo che quando quest’idea è saltata in testa a qualcuno dei Doors superstiti è successa una cosa secondo me molto giusta: il batterista si è mosso a livello legale e ha ottenuto un sacrosanto divieto all’utilizzo del nome “Doors” per quella pagliacciata.
Adesso a me di queste due notizie non importa troppo.
Mi importa delle riflessioni che possono saltar fuori.
Quindi chiuderei con un po’ di punti di vista personali.
Tollero senza problemi l’intrusione del capitalismo nel r’n’r come lo tollero nella mia vita di tutti i giorni.
Tolleravo anche Bono Vox con la sua missione bontà.
Almeno aveva una sua funzione, come le freccette.
E infatti con il suo cameo in South Park abbiamo riso tutti.
Aggiungo le ultime due cose però:
1) quando una storia, un percorso musicale arrivano a una fine “naturale”, basta per favore.
2) di nuovo, per favore: fuori il Piccolo Principe dal r’n’r.
Chi ha orecchie per intendere in tenda. Gli altri dormano dove capita. Tanto stiamo dormendo tutti.
Chiedo scusa ma in questi giorni mi è tornato fra le mani “Super Natural Strategies For Making a Rock And Roll Group” di Ian Svenonius e come sempre, rileggendolo le domande fioccano. Consiglio anche il suo libro precedente, “The Psychic Soviet”.
Per oggi quindi lascio la parola a una persona che ha sempre saputo leggere i momenti e se necessario tenere la bocca chiusa e/o prendersi il proprio tempo.

image Selezione e commento di Andrea Pavanello, ex DoAs TheBirds, musicista, dj, pasticcione, capo della Seitan! Records e autore di “Carta Bianca” in onda su Radio Strike a orari reperibili in giorni reperibili SOLO consultando il calendario patafisico. xoxo <3

Radio Strike è un progetto per una radio web libera, aperta ed autogestita che dia voce a chi ne ha meno. La web radio, nel nostro mondo sempre più mediatizzato, diventa uno strumento di grande potenza espressiva, raggiungendo immediatamente chiunque abbia una connessione internet.

Un ulteriore punto di forza, forse meno evidente ma non meno importante, è la capacità di far convergere e partecipare ad un progetto le eterogenee singolarità che compongono il tessuto cittadino di Ferrara: lavoratori e precari, studenti universitari e medi, migranti, potranno trovare nella radio uno spazio vivo dove portare le proprie istanze e farsi contaminare da quelle degli altri. Non un contenitore da riempire, ma uno spazio sociale che prende vita a partire dalle energie che si autorganizzano attorno ad esso.

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LA BELLEZZA CI SALVERA’
Gli occhi sull’anima delle cattedrali di Firenze e di Siena

Un evento imperdibile per i cultori dell’arte medievale e per gli amanti del bello in generale, quello che si sta svolgendo nel Battistero di Firenze.

Fino all’8 settembre prossimo rimarrà esposta, e soprattutto visibile da pochi metri di distanza, la grande vetrata istoriata, legata al piombo, dell’occhio centrale della cattedrale di Santa Maria del Fiore, posta dietro il rosone centrale da oltre sei secoli e restaurata in questi ultimi mesi dalla storica ditta vetraria artistica Polloni di Firenze.

Ghiberti vetrata battistero
Vetrata di Lorenzo Ghiberti

La vetrata circolare raffigura l’Assunzione della Vergine e venne collocata sul portale principale della Cattedrale nel 1405. È un gioiello dell’arte medievale: i cartoni furono disegnati da Lorenzo Ghiberti alle fine del Trecento, come parte di un ciclo di oltre quaranta vetrate istoriate ideate fin verso la metà del Quattrocento. Nei suoi Commentari Ghiberti riporta: “Disegnai nella faccia di Santa Maria del Fiore, nell’occhio di mezzo, l’assunzione di Nostra Donna e disegnai gli altri [vetri che] sono dallato”. Il Maestro fiorentino, scultore già famoso per le formelle della porta del Battistero, creò qui un’opera in vetro destinata a brillare per secoli di luce multicolore: il rubino, il topazio, lo smeraldo, lo zaffiro si alternano in tasselli in vetro dipinto assiemati con i listelli in piombo, dall’altrettanto celebre maestro vetraio del tempo Niccolò di Piero Tedesco.

La vetrata ha dimensioni da record: oltre 6 metri di diametro, circa dieci braccia fiorentine, divisa in 28 antelli. Per questo è da sottolineare l’ardita operazione di smontaggio, considerandone anche il posizionamento in altezza, a circa quaranta metri; il delicato contesto urbano entro cui si trova la cattedrale; il peso e naturalmente la preziosità artistica.

Il restauro della vetrata si è reso necessario per fronteggiare gli aggressivi fenomeni secolari di degrado superficiale, chimico e fisico, sul vetro dell’epoca, che hanno causato la perdita delle grisaglie fissate a caldo negli incarnatie e nei panneggi e lo scurimento per deposizione di patine, che pregiudicavano la vivacità dei colori dei vetri. In aggiunta, era necessario recuperare la stabilità e la verticalità dei piombi rilassati dal vento e dai cedimenti strutturali del telaio metallico.

Al termine dell’esposizione la vetrata tornerà al suo posto, lassù a oltre quaranta metri, per illuminare e guidare, come avrebbe voluto Ghiberti, i pellegrini e i visitatori che a migliaia ancora affollano la cattedrale oggi come nel Quattrocento.

Duccio vetrata Siena
Vetrata di Duccio di Buoninsegna

A “pochi passi” dal Battistero c’è un altro gioiello medievale, unico come il primo e altrettanto imperdibile, tanto da costringere a una visita: si tratta della grande vetrata absidale istoriata del XIII secolo installata nel Duomo di Siena, attribuita definitivamente a Duccio di Buoninsegna negli anni Cinquanta del Novecento, e restaurata all’inizio del Duemila dal Maestro restauratore bolognese Camillo Tarozzi.

La vetrata circolare, gigantesca come la precedente di Ghiberti, di 6 metri di diametro e frazionata in 14 grandi antelli, raffigura le Storie Mariane: i tre pannelli centrali raffigurano la Dormitio, l’Assunzione e l’Incoronazione della Vergine, accompagnate dalla raffigurazione laterali degli Evangelisti e di Santi e Patroni locali.

Se escludiamo alcune ipotesi fatte sull’occhio absidale dell’Abbazia di San Galgano, ora testimonianza scheletrica e affascinante, la vetrata di Duccio legata al piombo da un maestro vetraio rimasto sconosciuto è nel Duecento un unicum per le sue dimensioni e i soggetti.

L’originale vetrata policroma dagli sgargianti colori giallo blu e rossi è attualmente conservata al Museo dell’Opera, a fianco della cattedrale, mentre una copia prodotta con le tecniche duecentesche domina l’abside con la propria luce prorompente e mistica e dopo secoli ancora cattura l’attenzione dei nostri occhi e della nostra anima.

Due opere senza eguali nel mondo occidentale per colori e maestria compositiva che ispireranno posteri illustri. Il sacerdote e alchimista fiorentino Antonio Neri alla fine del Cinquecento scrive: “e se bene si dice, e pare sia vero, che l’arte non può arrivare alla natura, tuttavia l’esperienza in molte cose mostra e in questa particolarmente de i colori nel vetro, che l’arte non solo arrivi e adegui la natura: ma di gran lunga la superi e passi.

domenica 2 agosto, bagno Miami del Lido Scacchi: un altro concerto all’alba in riva al mare

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Nell’ambito della rassegna “Concerti all’alba in riva al mare”, domenica 2 agosto, a partire dalle ore 6 si esibirà sulla spiaggia del Bagno Miami al Lido degli Scacchi il quartetto “900 TRESI 4et”. Il gruppo di sassofonisti da molti anni svolge un’ intensa attività artistica in Italia. I componenti sono tutti musicisti legati a quel bacino di talenti musicali di Tresigallo che, dopo aver maturato singolarmente importanti esperienze sia come solisti, sia in ambito orchestrale che cameristico, hanno deciso di dar vita ad una formazione che avesse come obiettivo quello di esaltare le innumerevoli potenzialità di un tale ensemble. Questa è la formazione: Sax soprano Marco Polesinanti – Sax contralto Paolo Lenzi – Sax tenore Alberto Zonari – Sax baritono Alberto Zamboni. Il repertorio spazia dalla musica classica alla moderna con brani di Gershwin, Iturralde, Bach, Joplin e di molti altri grandi artisiti di caratura internazionale. Come per gli altri concerti all’alba, promossi ed organizzati dall’Amministrazione Comunale, l’ingresso è gratuito.

Domenica 2 agosto, all’Arena Cinematografica Estiva La Romana, Parco Pareschi, in programmazione il film di Ava DuVernay “Selma”

da: organizzatori

Nella primavera del 1965 una serie di eventi drammatici cambiò per sempre la rotta dell’America e il concetto moderno di diritti civili, quando un gruppo di coraggiosi manifestanti, guidati dal Dr. Martin Luther King Jr., per tre volte tentò di portare a termine una marcia pacifica in Alabama, da Selma a Montgomery, con l’obiettivo di ottenere l’imprescindibile diritto umano al voto. Gli scontri scioccanti, la trionfante marcia finale e il passaggio del Voting Rights Acts del 1965 che seguirono sono ora un’incancellabile parte della storia. Il film racconta la storia assolutamente rilevante e umana di Selma: le battaglie politiche negli uffici del potere, la determinazione e la fede della gente nelle strade, la battaglia interiore che il Dr. King ha dovuto affrontare nel privato.
Tra le numerose nomination, il film è risultato vincitore di un premio Oscar e un Golden Globe.

L’arena è organizzata dall’Associazione Ferrara sotto le stelle con Arci Ferrara, con il Patrocinio del Comune di Ferrara e dell’Università di Ferrara.
Quest’anno al Parco sarà possibile acquistare abbonamenti da 10 ingressi che avranno validità per tutta la durata della manifestazione.
ABBONAMENTO 10 INGRESSI – 50 €
ABBONAMENTO 10 INGRESSI, SOCI ARCI – 35 €
INGRESSO: INTERO 6 €; RIDOTTO 4,50 € (Soci Arci, studenti Università di Ferrara e possessori della fidelity card – Gelateria La Romana).
Inizio proiezioni ore 21.30. Apertura Parco ore 21.00
In caso di maltempo le proiezioni si svolgeranno presso la Sala Boldini, via Previati 18. Per informazioni: Arci: 0532.241419, Arena Estiva: 320.3570689, Sala Boldini: 0532.247050.
Per il programma completo della manifestazione: www.cinemaboldini.it.

BORDO PAGINA
Le donne, i sensi e il potere

“Perché Anna, la protagonista de “La ragione dei sensi”, è una donna così indipendente e serena? Vorrei che tante sognassero di essere come lei… sarebbe già uno stimolo a desiderare l’autoaffermazione e la ricerca del proprio benessere”.

La-ragione-dei-sensi
La ragione dei sensi

Grazia, “La ragione dei sensi”, una storia erotica diversamente infinita?
Più che una storia infinita sembra essere una storia sempre attuale: all’epoca della prima edizione, pubblicata nel 2010 da Rusconi, scrivere di relazioni virtuali era piuttosto innovativo perché non era ancora così diffuso l’utilizzo dei social network e dei siti per instaurare un rapporto virtual-erotico. Adesso è attualissimo! Dopo aver ripreso i diritti dalla Rusconi ho tenuto “La ragione dei sensi” nel classico cassetto, rifiutando proposte da parte di altri editori. Poi l’estate scorsa ho deciso di scrivere a Stefano Mauri, proprietario del Gruppo Editoriale Mauri-Spagnol, per una questione che definirei “affettiva”: il primo romanzo erotico che mi ha segnata, in senso letterario, è stato “Le età di Lulù” di Almudena Grandes, edito proprio da TEA, e pensare al mio romanzo con apposto quel marchio, mi dava una sensazione di completezza!
Il testo è stato valutato personalmente da Stefano Res, direttore editoriale della casa editrice TEA, ed è stato pubblicato nella veste che avevo immaginato. In TEA ho trovato professionalità e collaborazione davvero onorabili, ho fatto i miei complimenti a Stefano Mauri per la cordialità e la competenza dello staff, non perché abbiano pubblicato il mio romanzo, ma per il loro metodo lavorativo e il rapporto che hanno con gli scrittori. Davvero un’ottima esperienza.

Grazia, le donne al potere, rivoluzione o ultima beffa patricentrica?
Le donne al potere sono una farsa, salvo pochi casi eccezionali, nei quali comunque hanno ottenuto potere per concessione maschile, innegabile. Con questo chiaramente non intendo affermare che le donne non abbiano le capacità e la determinazione per arrivare, ma semplicemente che ancora oggi sono un veicolo: vengono piazzate laddove servono alla macchina del potere per aumentare consensi, dove è necessario dimostrare che si è aperti e progressisti, ma non vedo ancora un effettivo riconoscimento delle capacità femminili. D’altro canto io sono tutt’altro che comprensiva con il modo di agire delle donne, ancora troppe vivono all’ombra della comodità, non si mettono realmente in gioco e non riescono a sopraffare quel senso di inferiorità che è stato attribuito al nostro genere dalla notte dei tempi. Posso sembrare acida, ma sono anni che dico alle donne che nessuno mai andrà a cercarle per dar loro il potere, che nessuno avrà per loro riconoscimento gratuito! Prendi me: sono in tante a dirmi che sono fortunata perché ho un marito che mi lascia fare questo lavoro, perché posso parlare di sessualità senza avere problemi con la gente, che posso frequentare ambienti culturali importanti, personaggi noti e altre cose del genere. Fortuna? Vogliamo fare un’altra intervista dove racconto i miei ultimi cinque anni? Più che avere la fortuna di poter vivere queste esperienze, ho avuto il coraggio di affrontarle e anche di affrontare la fatica che ha comportato e comporta! Ferrara non mi dava spazio, sono andata a cercarmelo a Roma, a Milano, ovunque ci fosse la possibilità di guadagnare affermazione. E tutto questo avendo una famiglia, difficoltà di salute, e mettiamoci pure la situazione post-terremoto, che mi vede ancora abitare nel giardino di casa dentro un modulo abitativo, in attesa che la Regione decida se la mia casa va abbattuta o solo ristrutturata. Non mi sto lamentando, semplicemente voglio che le donne capiscano che per uscire dalla condizione in cui la società ci vuole, siamo noi a doverci impegnare perché nessuno ci verrà a cercare. Il sistema è di chiara gerenza maschile e gli uomini al potere non sono poi così interessati a favorire le donne: vorrei che questo fosse chiaro alle donne!

Grazia Scanavini
Grazia Scanavini

Grazia Scanavini, La ragione dei sensi, TEA, 2015

Per maggiori informazioni:

www.graziascanavini.com/chi-sono

www.sensualmente-sensualmind.com

GERMOGLI
Pensioni
L’aforisma di oggi

Verranno restituite con l’assegno previdenziale di agosto le somme spettanti in qualità di rimborso della mancata indicizzazione delle pensioni operata per gli anni 2012 e 2013 ai trattamenti superiori a tre volte il minimo per effetto del decreto Salva Italia (Dl 201/2011).

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Maurizio Crozza

In futuro si andrà in pensione a 80 anni, l’anno dopo aver trovato il posto fisso. (Maurizio Crozza)

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

IMMAGINARIO
Pomposa superquark!
La foto di oggi…

Alberto Angela in missione nel Delta del Po, per una “puntata” che diventerà… una puntata di Superquark dedicata all’Abbazia di Pomposa, alla sua storia e alla sua arte. E’ successo mercoledì scorso e quello che è stato visto e girato andrà in onda in tv, su RaiUno, il 27 agosto. Una puntata importante, perché sarà anche quella di chiusura del programma. In attesa rivediamo la bella immagine dell’abbazia scattata da Cinzia Andreatti per FeDetails.

OGGI – IMMAGINARIO ARTE

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L’abbazia di Pomposa (foto di Cinzia Andreatti per FeDetails)
Alberto Angela accanto all’Abbazia di Pomposa il 29 luglio 2015 (foto Po Delta Tourism)
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Alberto Angela accanto all’Abbazia di Pomposa il 29 luglio 2015 (foto Po Delta Tourism)

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ACCORDI
Happy birthday Captain Trip.
Il brano di oggi…

Ogni giorno un brano intonato alla cronaca selezionato e commentato dalla redazione di Radio Strike.

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China Cat Sunflower di Grateful Dead

Oggi è il 1° agosto ed è un giorno che significa solo una cosa: auguri Jerry Garcia!
Il 9 agosto poi, sarebbero anche vent’anni esatti da quando ‘sto panzone se n’è andato.
E quest’anno i Dead superstiti hanno celebrato i 50 anni tondi tondi della band con dei concerti di addio.
Ero scettico, ma per quel po’ che ho visto sono andati parecchio bene.
È da quando ho 16 anni che ascolto i Grateful Dead.
All’epoca ero abbastanza ciccio e somigliavo vagamente a Jerry nel suo periodo sbarbato.
Me ne stavo chiuso in casa per delle ore, seduto in poltrona a giocare a tetris con Live/Dead in cuffia a volumi assurdi.
Poi smettevo e provavo a tirarmi giù Dark Star, il mostruosissimo primo pezzo dell’album.
Non me la cavavo neanche troppo male e con gli anni ho scoperto che quell’allenamento alla lunga mi ha fatto bene.
Col tempo poi un po’ mi è passata. Ma confesso che resterò sempre un Deadhead.
E quest’anno ho anche avuto una bella ricaduta davvero lunga.
Forse non avrei nemmeno il diritto di definirmi con quel termine così importante perché non ho fatto in tempo a seguirli, soprattutto per motivi geografici oltre che di età.
Ma, come ci dicevamo io e un mio amico Deadhead, c’è poco da fare, una volta che ti vai a inscimmiare con quella banda di sballoni ti passerà anche per periodi lunghi, sì.
Ma sotto sotto resterai un fan per tutta la vita.
Se ne possono dire tante su Garcia e sui Dead.
E come sempre il meglio è sotto la patina di stereotipi.
Stereotipi che vanno da “LSD”, “meglio live che su disco”, “pallosissimi” all’inconcepibile, per me, “sono invecchiati malissimo”.
Le valutazioni più lucide che ho sentito sono quelle di “ex insospettabili” (maledetti vetusti diktat di certi punk!), come Lee Ranaldo dei SY e Curt Kirkwood dei Meat Puppets.
Ed echeggiano quelle del mio amico: fra Deadhead ci si annusa sempre e ci si riconosce.
E questo vuol dire che il loro culto, basato semplicemente sui concerti, è tuttora un trionfo riuscitissimo.
Ma anche una delle operazioni più oneste mai viste nel campo della musica popolare.
A loro interessava solo quello: suonare.
Questi qui quasi suonavano anche mentre dormivano, porca vacca,
E, infatti, il mio amico mi diceva l’altro giorno che a Jerry, verso la fine, bisognava ricordare che pezzo stava suonando durante il pezzo stesso.
Pesissimo, dico io. Però ci stava dentro lo stesso.
Come ci stava dentro la loro apertissima politica di laissez-faire con i fan che registravano i loro concerti e poi se li vendevano e scambiavano.
Gli lasciavano persino un’area apposita davanti al palco!
Un approccio piuttosto lungimirante per un gruppo degli anni ’60.
Roba che quasi anticipa l’idea di crowdfunding e premi ai fan.
Quindi sì, i dischi sono inequivocabilmente roba che odora di incenso, luccica come collane di perline, si apre come un fiorellone e altri luoghi comuni hippy.
Ma che male c’è?
Resta una delle più belle esperienze musicali di sempre.
Resta anche un ATTO POLITICO significativo che ha inciso e incide ancora oggi.
E tutto questo senza prediche e bandiere.
Solo due cose universali e sì, fricchettonissime: amore e musica.
Quindi tanti auguri Jerry e grazie di tutto.

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Radio Strike è un progetto per una radio web libera, aperta ed autogestita che dia voce a chi ne ha meno. La web radio, nel nostro mondo sempre più mediatizzato, diventa uno strumento di grande potenza espressiva, raggiungendo immediatamente chiunque abbia una connessione internet.
Un ulteriore punto di forza, forse meno evidente ma non meno importante, è la capacità di far convergere e partecipare ad un progetto le eterogenee singolarità che compongono il tessuto cittadino di Ferrara: lavoratori e precari, studenti universitari e medi, migranti, potranno trovare nella radio uno spazio vivo dove portare le proprie istanze e farsi contaminare da quelle degli altri. Non un contenitore da riempire, ma uno spazio sociale che prende vita a partire dalle energie che si autorganizzano attorno ad esso.

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