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Giorno: 15 Aprile 2020

“Make radio, don’t panic!”, al via da giovedì 16 aprile il nuovo format costruito dalle webradio di giovani dell’Emilia-Romagna

Da: Organizzatori

Ogni settimana speaker nazionali, youtuber, rapper ed esperti di storytelling si confronteranno con ragazze e ragazzi che vogliono approfondire gli aspetti della comunicazione radiofonica

“Make Radio, don’t panic!” è la proposta che circa venti webradio di giovani dell’Emilia-Romagna, attive da Piacenza a Rimini, e molte delle quali sostenute dall’assessorato alle Politiche Giovanili della Regione attraverso la legge regionale 14/08, hanno scelto di offrire alle ragazze e ai ragazzi costretti in casa per via dell’emergenza coronavirus.
L’idea, lanciata da Radio Sonora, la webradio dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna, e condivisa con le altre realtà, è quella di far partecipare direttamente i giovani alla costruzione di un programma radiofonico che è sia un percorso formativo che una buona opportunità di incontro e confronto.

“Fare radio insieme permette di abbattere tutte le distanze geografiche e fisiche- ha commentato la vicepresidente e assessora al Contrasto alle diseguaglianze e alle Politiche giovanili, Elly Schlein- e offre ai giovani l’opportunità di ritrovarsi, mettersi in relazione, scambiarsi idee e opinioni. In Emilia-Romagna abbiamo una grande ricchezza di webradio giovanili, una rete che dobbiamo sempre di più valorizzare e rafforzare, perché è attraverso queste frequenze che passa la voce, diretta e libera, delle ragazze e dei ragazzi, la loro visione di società, la loro voglia di partecipare. A noi, come istituzione, spetta il compito di promuovere questi spazi virtuali in cui si coltiva una cittadinanza consapevole e si formano anche dei talenti creativi e delle professionalità”.

Nel progetto delle webradio, infatti, ragazze e ragazzi non sono semplicemente dei fruitori di un prodotto che viene loro offerto e a cui possono accedere individualmente dalle loro case. Saranno loro stessi a costruire gli appuntamenti, a creare i podcast e scegliere gli argomenti da affrontare e gli esperti da coinvolgere in ogni puntata.

Il percorso, che prenderà il via domani alle ore 17, vedrà la partecipazione ogni settimana di speaker di emittenti nazionali, youtuber, rapper, esperti di storytelling e di comunicazione radiofonica. Al primo appuntamento parteciperà lo speaker e autore di Radio Deejay, WAD, che dialogherà con ragazze e ragazzi di musica, rap e ok boomer. Si proseguirà martedì 21 aprile, alla stessa ora, con Andrea Borgnino, ideatore e curatore di Radio Techetè. Con il giornalista e conduttore radiofonico si ripercorrerà la storia della radio mettendola in relazione con quella del nostro Paese. Terzo appuntamento già fissato quello di venerdì 24 aprile alle ore 17 con Marco Villa, co-fondatore di Serialminds.com, sito dedicato alle serie tv, critico musicale per Rockit.it e uno degli autori di “E poi c’è Cattelan”, show di Sky Uno. A lui ragazze e ragazzi potranno chiedere tutto quello che vogliono sapere della professione di chi scrive per radio, tv e serie tv.

Questi sono solo i primi appuntamenti fissati. Il palinsesto lo costruiranno passo dopo passo i ragazzi delle varie webradio che collaboreranno insieme con il coinvolgimento di molti altri esperti e rappresentanti del mondo radiofonico e della musica, come l’attore e formatore Alfonso Cuccurullo, il rapper Moder e lo youtuber The Walking Nose.

Gli appuntamenti, tutti gratuiti, si svolgeranno attraverso la piattaforma web “Zoom”, potranno partecipare tutti i giovani speaker e collaboratori delle webradio della Regione Emilia-Romagna.

I podcast, che verranno prodotti da Radio Sonora, saranno poi pubblicati sul sito delle Politiche Giovanili della Regione Emilia-Romagna giovazoom.it e resteranno disponibili nella programmazione delle webradio.

Coronavirus, l’aggiornamento: 21.029 i casi positivi in Emilia-Romagna, 277 in più rispetto a ieri

Da: Organizzatori

Scende ancora il numero dei pazienti nelle terapie intensive (-3) e negli altri reparti Covid (-85). I decessi sono 83. Arrivate anche oggi quasi mezzo milione di mascherine dal Dipartimento nazionale di Protezione civile

In Emilia-Romagna sono 21.029 i casi di positività al Coronavirus, 277 in più rispetto a ieri. Per la prima volta, però, salgono di più le guarigioni: se ne sono infatti registrate 395 di nuove.

I test effettuati hanno raggiunto quota 106.149, 4.253 in più rispetto a ieri.

Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Complessivamente, 8.966 persone sono in isolamento a casa, poiché presentano sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi (-50 rispetto a ieri). 325 i pazienti in terapia intensiva: tre in meno di ieri. E diminuiscono anche quelli ricoverati negli altri reparti Covid (- 85).

Le persone complessivamente guarite salgono a 4.664 (+395): 2.200 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 2.464 dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Purtroppo, si registrano 83 nuovi decessi: 41 uomini e 42 donne.

Per quanto riguarda i decessi (arrivati complessivamente in Emilia-Romagna a 2.788), per la maggior parte sono in corso approfondimenti per verificare se fossero presenti patologie pregresse. I nuovi riguardano 9 residenti nella provincia di Piacenza, 10 in quella di Parma, 17 in quella di Reggio Emilia, 9 in quella di Modena, 19 in quella di Bologna (nessun caso registrato nell’imolese), 4 in quella di Ferrara, 3 in provincia di Ravenna, 7nella provincia di Forlì-Cesena (5 nel forlivese e 2 nel cesenate), 5 in quella di Rimini; nessun decesso di persone di fuori regione.

Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 3.223 a Piacenza (56 in più rispetto a ieri), 2.616 a Parma (34 in più), 3.982 a Reggio Emilia (35 in più), 3.217 a Modena (37 in più), 3.035 a Bologna (60 in più), si fermano per il secondo giorno consecutivo a 345 le positività registrate a Imola,649a Ferrara (14 in più). In Romagna sono complessivamente 3.962 (41 in più), di cui 889 a Ravenna (9 in più),736 a Forlì (12 in più), 588 a Cesena (11 in più), 1.749 a Rimini (9 in più).

La rete ospedaliera: 5.012 i posti letto destinati ai pazienti Covid-19
Da Piacenza a Rimini, il lavoro della rete ospedaliera per il piano di rafforzamento messo a punto dalla Regione ha portato complessivamente, a oggi, a 5.012 posti letto destinati ai pazienti Covid 19: 4.451 ordinari e 561 di terapia intensiva (dodici in meno di ieri). Nel dettaglio: 609 posti letto a Piacenza (di cui 42 per terapia intensiva),1.015 Parma (69 quelli di terapia intensiva), 619 a Reggio Emilia (58 terapia intensiva), 536 a Modena (86 terapia intensiva),1.147 nell’area metropolitana di Bologna e Imola (161 terapia intensiva, di cui 16 a Imola), 333 Ferrara (38 terapia intensiva), 753 in Romagna, di cui 107 per terapia intensiva (nel dettaglio: 193 Rimini, di cui 39 per terapia intensiva; 41 Riccione; 131 Ravenna, di cui 14 per terapia intensiva, a cui si aggiungono ulteriori 8 posti messi a disposizione da Villa Maria Cecilia di Cotignola per la terapia intensiva; 24 al San Pier Damiano Hospital di Faenza; 99 a Lugo, di cui 10 per terapia intensiva; 89 a Forlì, di cui 10 per terapia intensiva, a cui si aggiungono 40 letti ordinari nella struttura privata Villa Serena; 128 a Cesena, di cui 26 per terapia intensiva.

Attività dell’Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile

Dispositivi di protezione individuale e materiale medico
Dal Dipartimento nazionale sono pervenuti oggi all’Agenzia 390.000 mascherine chirurgiche, 88.000 mascherine ffp2, 12 umidificatori e 4 ventilatori polmonari per terapia intensiva. Sono pervenute, inoltre, 8.000 mascherine chirurgiche dalla Cina.

Sul sito del Dipartimento e su quello del Ministero della Salute, sono aggiornati i dati complessivi dei Dispositivi di protezione individuale e delle apparecchiature elettromedicali distribuiti dalla Protezione Civile a Regioni e Province autonome, attraverso il sistema informatico ADA (Analisi Distribuzione Aiuti).

Solo ieri, 1.184 volontari di Protezione civile impegnati nell’emergenza
Nella giornata di ieri, martedì 14 aprile, sono stati 1.184 i volontari di Protezione civile dell’Emilia-Romagna impegnati nell’emergenza. Dall’inizio dell’emergenza, sono state raggiunte 22.240 complessive. Ecco le attività più rilevanti in svolgimento: supporto ai Comuni per l’assistenza alla popolazione (comprese le funzioni di segreteria e logistica presso i Coc), con l’apporto degli scout Agesci in diverse province: 900; supporto alle Ausl nel trasporto degenti con ambulanze, trasporto campioni sanitari e consegna farmaci (Cri e Anpas): 280; disinfezione e sanificazione dei mezzi di soccorso. Si avvicina il turno degli Alpini ER presso il nuovo ospedale Covid di Bergamo; copriranno il turno dal 18 al 25 aprile con un contingente composto da una trentina di volontari.

Punti triage
Sono 33 i punti-triage attivi in Emilia-Romagna (10 davanti alle carceri, 23 per ospedali e cliniche): 3 in provincia di Piacenza (Piacenza città, Fiorenzuola d’Arda e Castel San Giovanni); 3 in provincia di Parma (Parma città, Vaio di Fidenza e Borgotaro); 3 in provincia di Reggio Emilia (Reggio Emilia città, Montecchio e Guastalla); 5 in provincia di Modena (Sassuolo, Vignola, Mirandola, Pavullo e Modena città); 3 nella città metropolitana di Bologna (davanti al Sant’Orsola e al Maggiore, e a Imola); 2 in provincia di Ferrara (Argenta e Cento); 1 in provincia di Forlì Cesena (Meldola); 1 in provincia di Ravenna (Ravenna città); 1 in provincia di Rimini (Rimini città); 1 nella Repubblica di San Marino.

Donazioni
Prosegue la campagna di raccolta fondi voluta dalla Regione a sostegno del sistema sanitario per la gestione e il superamento dell’emergenza sanitaria. Chi vuole fare una donazione, deve effettuare il versamento sul seguente Iban: IT69G0200802435000104428964. Intestatario: Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione dell’Emilia-Romagna. Causale – Insieme si può Emilia Romagna contro il Coronavirus /Ti.Ga.

Dopo Covid: SI PUO’ IMBOCCARE UNA STRADA NUOVA?
Cominciamo dalla domanda di Troisi-postino al poeta Neruda

 

Postino: “Cioè voi che volete dire allora, che il mondo intero no? il mondo intero proprio… dico col mare, col cielo, con la pioggia, le nuvole…”
Neruda: “Ora tu puoi già dire eccetera eccetera…”
Postino: “Eh, eccetera eccetera… cioè il mondo intero allora è la metafora di qualcosa?

Chi ha amato Massimo Troisi avrà riconosciuto senz’altro uno dei dialoghi più belli tra il poeta Pablo Neruda (Philippe Noiret) e Mario Ruoppolo (Massimo Troisi) presenti nel film Il postino, vero e proprio testamento spirituale della sua parabola umana e artistica. Nelle righe seguenti vorrei giustificare come, nella domanda posta da Troisi-postino al poeta Neruda, possa essere ritrovato l’inizio di un percorso che conduca ad un ‘mondo diverso’, auspicato anche da quel #andràtuttobenesenontorneràtuttocomeprima,  lanciato pochi giorni or sono da questo giornale.

Il vecchio modello deterministico

Possiamo riconoscere, nella logica sottesa ai numerosissimi contributi comparsi sui media nelle ultime settimane sugli scenari successivi alla fase emergenziale della panidemia, l’adesione ad una impostazione deterministica, causa/effetto, dove in modo automatico si fanno discendere conseguenze positive nel caso in cui verranno presi certi provvedimenti o, al contrario, situazioni problematiche, in caso di scelte opposte.
Scrive sulle pagine del Financial Times Y. N. Harari [Qui]:L’umanità deve fare una scelta. Vuole proseguire sulla strada della divisione o prendere quella della solidarietà globale? Se sceglierà la divisione, non solo prolungherà la crisi ma probabilmente provocherà catastrofi ancora peggiori in futuro. Se sceglierà la solidarietà globale, la sua sarà una vittoria non solo sul nuovo coronavirus, ma anche su tutte le epidemie future e sulle crisi che potrebbero scoppiare in questo secolo.”.
In questa, ma in tantissime altre analisi, si presuppone cioè un cambiamento del modello produttivo e sociale così radicale e profondo che, per essere attuato, dovrà vieppiù basarsi su una mobilitazione sociale e politica sostenibile, a meno di dover pensare ad una auto-correzione del sistema decisamente poco credibile. Ma se da un lato si può convenire sulla direzione tracciata, auspicandone peraltro calorosamente la realizzazione, dal’altra parte il modello di interpretazione utilizzato, quello meccanicistico, lascia per forza di cose, muti sullo sfondo, i soggetti a cui consegnare tale portata innovativa, affidandone le modalità attuative alle stesse istituzioni economiche e politiche, le stesse che hanno condotto il pianeta a tale impasse, delegando proprio a loro l’eventuale conversione.
Il rischio sotteso a tale impostazione è che, dopo un primo periodo di esaltazione riformatrice seguente alla presa di coscienza nelle diverse comunità della profondità dei danni causati dal modello di sviluppo fin qui seguito, vi sia un riassestamento dei ‘poteri forti’, tendente solo ad un restyling economico-finanziario, i cui costi sarebbero semplicemente redistribuiti su più Paesi, ma sempre sui medesimi soggetti e soprattutto al di fuori di una differente presa in carico istituzionale delle nuove responsabilità politiche che un tale nuovo corso comporterebbe. Scrive S. Zizek che: “per cambiare davvero le cose bisognerebbe ammettere che all’interno del sistema esistente niente può esser davvero cambiato” (Come un ladro in pieno giorno,2019, p.22) .
Proviamo, quindi, a modificare l’approccio metodologico. Le soluzioni adottate dai governi per uscire dall’emergenza ci hanno posto di fronte a delle grandi novità, che prefigurano una soluzione basata su rapporti completamente diversi dal mondo fino ad oggi conosciuto. Un mondo fondato sostanzialmente sulla centralità dell’individuo, sull’interesse e sul mercato globale. Si vorrebbe invece dare inizio, prefigurare un mondo diverso, completamente nuovo.

Metafora di qualcosa d’altro

Nel dialogo proposto all’inizio di queste note, il postino Troisi chiede se il mondo della quotidianità presente “è metafora di qualcosa d’altro“. Proviamo a riproporre qui, all’interno di questo percorso, la stessa domanda. Nella nuova realtà che stiamo vivendo oggi, vediamo agire una comunità scientifica mai come ora così disposta a mettere in comune conoscenze utili a tutti; governi che nelle sedi internazionali tentano di superare tabù economici mai messi in discussione prima; cittadini che toccano con mano tutta la differenza esistente, di fronte a problemi vitali per la sopravvivenza, dall’essere guidati da leadership responsabili rispetto a imbonitori capaci solo a soddisfare pulsioni del momento. Bene, questa nuova realtà può essere considerata ‘metafora’ di qualcosa d’altro?
In un testo di H.J.Berman veramente fondamentale per la comprensione dello sviluppo delle istituzioni politiche e sociali, testo che fu molto amato dallo storico Paolo Prodi, troviamo scritto: E’ stato detto che le metafore dell’altro ieri, sono le analogie di ieri, e i concetti di oggi.” (H.J.Berman, Diritto e rivoluzione, Il Mulino,1998,p.175).
Ecco il percorso: dalla ricerca di ‘metafore‘, attraverso il riconoscimento di ‘analogie , per arrivare infine ai ‘concettiutili per passare dall’ignoto al noto. Pensare per metafore e analogie porta, nel corso del tempo, a superare una logica causale, a poter accogliere via via nuove relazioni che, collegando il ‘nuovo’ con il ‘vecchio’, possono individuare le altre idee che sono in grado di mantenere il cambiamento.
Negli ultimi tempi, è sempre più evidente e tangibile come gli aspetti del linguaggio siano fondamentali per comprendere la dinamica dei cambiamenti: non solo per gli apporti letterari, ma anche per quelli scientifici in generale. Osserva a tal proposito Alessandro Pascolini (uno ricercatore senior dell’Università di Padova, già docente di fisica teorica e di scienze per la pace) in una sua straordinaria relazione dal titolo Metafore e comunicazione scientifica: “Mentre le metafore proiettano il ‘noto’ verso ‘l’ignoto’, le analogie si sforzano di riportare ‘l’ignoto’ al ‘noto’: davanti a un oggetto o a un fenomeno ancora largamente sconosciuto ne tentano la spiegazione ricorrendo all’analogia con un oggetto o con un fenomeno conosciuto.”  [Qui]

Con la metafora viene attuato un  procedimento di trasposizione simbolica di immagini, ed ecco che, ad esempio,le spighe di grano ondeggiano, come se fossero un mare. Con tale espediente, da una realtà conosciuta (nella domanda di Troisi “dal nostro mondo”), dal mondo in cui viviamo, possiamo arrivare ad avere immagini di realtà non conosciute. Quello di cui siamo alla ricerca. Sempre seguendo l’interrogativo del film, attraverso la lettura metaforica, il mondo e tutto ciò che ci appare, lo possiamo interpretare come un indice dell’esistenza di ‘Qualcuno’ o ‘Qualcosa’ che, attraverso la natura e i suoi i dati sensibili, ci svela la sua esistenza.
Rapportato tutto ciò al nostro ragionamento, possiamo leggere quindi  la realtà di condivisione e di superamento degli interessi personalistici (‘nessuno si salva da solo’), che stiamo sperimentando nella situazione di epidemia, quale metafora di un mondo ancora a noi sconosciuto e di cui stiamo cercando la tracce. Con la trasposizione metaforica, quindi, ci è consegnato  l’elemento ignoto, il nuovo ordine che vorremmo costruire perché ci salva, e di cui già oggi abbiamo manifestazioni embrionali ma concrete nelle politiche collaborative tra le società coinvolte.
Adesso si pone il problema della costruzione di quel mondo nuovo e del come fare ad acquisirne altri elementi caratterizzanti la sua definizione.

L’analogia: come utilizzare il nostro passato per orientarci nel presente

Ed ecco il secondo momento con l’utilizzo dell’analogia. L’analogia, sfruttando elementi di somiglianza già accaduti in passato, permette di leggere un fenomeno ‘ignoto’ alla luce di uno ‘noto’, ci aiuta a comportarci in una situazione sconosciuta ma che abbiamo visto essere analoga ad una che abbiamo già sperimentata. L’analogia è lo strumento che ci permette di usare il nostro passato per orientarci nel presente. Quindi, per riferire tutto ciò ai fini del nostro discorso, a cosa ancoreremo quel mondo nuovo che oggi solo metaforicamente stiamo conoscendo? A quali analogie potremmo ricorrere? La ricerca è del tutto libera e aperta. Si propone qui a titolo di esempio un percorso tra i tanti possibili, con cui legare in modo concreto ‘analogie utilizzabili’ tra passato e presente.
Molto stimolante risulta essere il riferimento al processo di formazione dello Stato moderno, un processo che, avviatosi tra il 1400 e il 1600, si è concretizzato grazie al superamento delle frammentazioni politiche e delle frammentazioni territoriali precedenti, arrivando a compimento con lo Stato assoluto e poi via via, fino all’approvazione delle Costituzioni.

A tal riguardo, le analogie da prendere in considerazione sono molto interessanti. Certo, non rapportandosi più allo Stato nazionale ma ad una comunità più vasta, come l’Unione europea. Proponiamo di cominciare con la Carta  Costituzionale, punto di arrivo dello Stato nazionale moderno e punto di ri-partenza per la costruzione di una autentica comunità sovranazionale. Non a caso l’attuale establishment, legato soprattutto a tutelare propri interessi economici, non è riuscito fino ad ora ad arrivare all’approvazione di una  Carta Costituzionale Europea, che costituisce il nuovo ‘concetto’ simbolico di cui abbiamo bisogno per legarci anche politicamente in modo serio.
Come le Carte Costituzionali liberali hanno sancito, con il riconoscimento dei diritti  alla libertà e alluguaglianza, la protezione del diritto fondamentale alla proprietà privata dell’individuo rispetto allo Stato, analogalmente una condivisa Carta Costituzionale Europea dovrebbe sancire il diritto delle comunità ad interessi superiori a quelli dei singoli Stati di appartenenza. In realtà, un tentativo di redigere tale Costituzione Europea è già stato fatto, ma definitivamente abbandonato nel 2007 [per approfondire] a seguito dello stop alle ratifiche imposto dalla vittoria del ‘no’ ai referendum in Francia e nei Paesi Bassi.

Tutto questo però prima. Adesso si aprono nuove possibilità, poiché stiamo facendo esperienza diretta di quello che vorrebbe significare per ognuno di noi andare in senso contrario. Utopia? Possiamo ancora rispondere con le parole di Slavoj Zizek, pensatore sloveno oggi tra i più impegnati e propositivi in questa ricerca di possibili vie di uscita e che sta lavorando a un libro aperto dal titolo emblematico, per l’appunto Virus. Scrive Zizek in un recente intervento apparso su Internazionale:Non sono un utopista, non invoco una solidarietà idealizzata tra esseri umani. Ma la crisi attuale dimostra chiaramente che la solidarietà e la collaborazione globale sono nell’interesse di tutti e di ciascuno di noi”[Qui]  
Si tratta quindi di cominciare a cercare sulla Terra, ma anche metaforicamente anche sopra, di andare per l’universo e di guardare non solo a ‘terre nuove’ ma anche a ‘cieli nuovi’, perché lassù è impossibile costruire muri.

Dal sostegno formativo ai trasporti agli incentivi per le assunzioni: la Giunta regionale approva Fondo 2020 per l’inserimento lavorativo di persone disabili

Da: Organizzatori

Il Programma 2020 destina particolare attenzione agli effetti dell’emergenza Covid 19. Verranno potenziati, fra gli altri, i sistemi di analisi e monitoraggio dell’Agenzia per il lavoro e sostenuto il diritto allo studio. A breve anche un contributo una tantum di 900 euro per chi abbia sospeso un tirocinio

Dalla formazione lavorativa ai tirocini, dalle agevolazioni per i trasporti casa-lavoro a quelle per la dotazione tecnologica, dal sostegno all’auto-imprenditorialità fino agli incentivi alle imprese che assumano lavoratori disabili. Il tutto finalizzato a un pieno sostegno per garantire il diritto al lavoro delle persone con disabilità sul territorio regionale. Queste le finalità del Fondo Regionale Disabili approvato dalla Giunta regionale con una dotazione di 17 milioni e 500 mila euro sul bilancio 2020-2022.

Destinatarie in primo luogo le reti di servizi pubblici e di servizi privati accreditati, per un Piano che guarda con particolare attenzione agli effetti dell’emergenza Covid 19 sulla categoria delle persone con disabilità.
Quindi una programmazione orientata a garantire l’accesso, la permanenza e la qualificazione dell’occupazione dei disabili attraverso l’inclusione, il sostegno e gli interventi formativi, anche permanenti, nei contesti lavorativi. Destinatarie del programma persone disabili in cerca di lavoro, con disabilità acquisita durante il rapporto lavorativo e giovani con disabilità fisica o psichica certificata ai sensi della legge 104.

“Diamo continuità alle azioni di questa Regione per promuovere, a maggior ragione in questo momento di crisi sanitaria, l’inserimento lavorativo e la formazione delle persone con disabilità”, ha commentato l’assessore al Lavoro Vincenzo Colla. “Vogliamo fare in modo che anche le categorie più deboli trovino una realizzazione personale nel lavoro e siano valorizzate secondo le proprie abilità e competenze. Al tempo stesso diamo una risposta alle famiglie, che possono vedere integrati i propri cari in un contesto relazionale. Un lavoro dignitoso per tutti dà la misura della qualità del tessuto sociale e solidale della nostra Regione. Per questo, insieme alla vicepresidente Elly Schlein, competente sul tema del Contrasto alle disuguaglianze, con l’approvazione del piano ci siamo impegnati affinché venga applicato in stretta relazione con il sistema delle imprese e l’aiuto delle strutture sociali competenti”.

Inoltre, per le persone con disabilità che abbiano sospeso un percorso di tirocinio a causa delle disposizioni nazionali e regionali relative all’emergenza epidemiologica, è previsto a breve un sostegno economico attraverso un “contributo” una tantum di 900 euro, con la finalità di consentire loro di continuare a impegnarsi nel proprio percorso per l’inserimento lavorativo.
Non mancano nel programma misure a sostegno del diritto allo studio universitario e delle transizioni verso il lavoro.

Vengono infine finanziate le attività di rafforzamento, miglioramento e qualificazione dei sistemi di analisi e monitoraggio dell’Agenzia regionale per il lavoro, finalizzate a supportare la programmazione dell’offerta formativa in base alle dinamiche del mercato del lavoro e dei fabbisogni professionali.

Firmato un accordo di collaborazione fra Comune di Comacchio e Istituto Superiore Remo Brindisi di Lido degli Estensi

Da: Comune di Comacchio

Anche se le porte sono chiuse gli orizzonti futuri di collaborazione continuano ad essere delineati, soprattutto nell’ambito della formazione. Per questo il Comune di Comacchio e l’Istituto Superiore Remo Brindisi di Lido degli Estensi hanno stretto un accordo, valido fino al giugno 2022, nel quale si impegnano a avviare strutturate azioni congiunte per favorire l’integrazione fra la filiera formativa e il tessuto socio imprenditoriale del territorio. Un documento sottoscritto dalla dirigente scolastica Silvia Tognacci e dal dirigente Turismo, Istituti Culturali e Servizi alla Persona Roberto Cantagalli.

La scuola e l’economia locale, sotto l’egida del Comune, si affiancano per individuare percorsi di collaborazione col fine di realizzare una formazione sempre più mirata “con l’obiettivo di favorire processi di cittadinanza attiva, incrementare le opportunità occupazionali e migliorare la competitività territoriale nel suo complesso”.

A sostegno dell’accordo un piano di azioni molto concrete: la creazione di opportunità di incontro fra offerta e domanda di lavoro che trovino nella scuola momenti di centralità, sia sotto il profilo della logistica, che della promozione delle opportunità occupazionali correlate alla formazione. Come il sostegno al progetto Oh my job!, (incontro fra domanda e offerta di lavoro in cui gli operatori turistici incontrano i giovani in cerca di occupazione). Ma anche analisi dei bisogni formativi e delle competenze richieste dal mondo produttivo del territorio, vocato particolarmente al turismo. E per ancorare le prospettive alla realtà, ecco la realizzazione di momenti di confronto fra la scuola, il mondo imprenditoriale nell’alveo delle strategie locali di marketing territoriale, anche attraverso il coinvolgimento, in chiave formativa e a titolo gratuito, del personale dell’ente locale.

In queste azioni ben delineate si individuano così le partnership per realizzare specifici progetti che da un lato contribuiscano a fornire agli studenti conoscenze e competenze e dall’altro rendano coprotagonisti i soggetti coinvolti.

La dirigente Tognacci, dal suo osservatorio privilegiato, annota “Siamo profondamente convinti che il successo formativo degli studenti abbia importanti ricadute nello sviluppo di opportunità per il territorio nel medio-lungo termine. L’implementata collaborazione tra scuola ed amministrazione si estrinseca, oggi, nella realizzazione di un’offerta formativa rispondente ai bisogni formativi espressi dal territorio, e garantisce, domani, la presenza di figure professionali con buone prospettive occupazionali, ricchezza e risorsa viva per il tessuto socio – economico locale.”

L’accordo rappresenta un ulteriore passaggio perché esprime il carattere prioritario destinato all’investimento sul capitale umano, riconosciuto quale fattore centrale di sviluppo socio – economico, nel più ampio “Progetto Comacchio 2015/2020” (sottoscritto da tutti i più importanti stakeholder territoriali in ambito istituzionale, sociale, economico ed educativo;) in cui Istituto d’Istruzione Superiore “Remo Brindisi”, con il suo patrimonio umano costituito dagli studenti e dai docenti, rappresenta a tutti gli effetti un ganglio essenziale e strategico.

“Questo accordo rafforza il consolidato rapporto di collaborazione con le scuole del territorio per connettere, sempre più strettamente, il territorio, la cultura e l’economia locale” sottolinea l’assessora alla Cultura Alice Carli. “Credo fortemente – segnala inoltre – che investire sul capitale umano sia il fattore centrale: questo nuovo accordo è l’inizio di un percorso che mette al centro le persone, studenti, docenti e cittadini per ripartire dalla cultura e da essa far crescere e ridare slancio alla nostra economia”.

Molini Pivetti solidale: tre iniziative per sostenere la propria comunità

Da: Ufficio stampa Molini Pivetti

Dalla donazione di farina alle famiglie in difficoltà alle pizze per gli operatori sanitari dell’Ospedale di Cento, la Holding di Renazzo scende in campo a supporto del proprio territorio.

In questi giorni di straordinaria complessità e di enormi sacrifici che coinvolgono l’intera popolazione si moltiplicano i gesti di solidarietà a sostegno della comunità. La famiglia Pivetti, proprietaria da cinque generazioni della storica azienda Molini Pivetti di Renazzo (Fe) specializzata nella produzione di sfarinati, non poteva essere da meno e ha deciso di mobilitarsi di fronte all’emergenza Covid-19 con tre iniziative solidali rivolte al proprio territorio.

Sono stati donati ieri (martedì 14 aprile) alla Protezione Civile di Cento, 140 sacchetti da 1 kg di farina per Pasta Fresca della linea Every Day Molini Pivetti, che verranno distribuiti nei prossimi giorni a cittadini anziani e alle famiglie bisognose del territorio comunale.

La generosità non si ferma qui. Nei giorni precedenti l’azienda ha donato 880 kg di farina, in collaborazione con l’azienda Smurfit Kappa, ai volontari della Croce Rossa di Finale Emilia (Mo) impegnati nella distribuzione di generi alimentari alle famiglie del territorio in difficoltà. Infine, nel giorno di Pasqua, insieme al Ristorante Pizzeria La Pergola di Renazzo, la Molini Pivetti ha regalato a sei reparti dell’Ospedale SS. Annunziata di Cento, 45 pizze destinate al personale sanitario ospedaliero. Un piccolo gesto per ringraziare tutti coloro che quotidianamente lavorano in prima linea nel contrastare il Coronavirus.

Gianluca Pivetti, AD della Molini Pivetti, esprime così il senso di queste iniziative: “La farina è da sempre un bene rifugio in tempi difficili, lo abbiamo visto con l’assalto agli scaffali. In questi giorni che ci vedono tutti sospesi ci sono persone e famiglie più fragili a cui dobbiamo pensare. Per questo abbiamo deciso, grazie allo straordinario lavoro dei volontari di Protezione Civile e Croce Rossa, di agire concretamente donando la nostra farina alle persone più bisognose e fragili. Ci sembra importante dare testimonianza viva della nostra vicinanza alle comunità, coerentemente con l’impegno quotidiano della nostra azienda, da sempre vicina ai bisogni e alle necessità del nostro territorio. Con la farina si possono realizzare diversi prodotti essenziali, dal pane alla pasta, speriamo che questo piccolo gesto aiuti le persone a sentirsi meno sole. Distanti ma vicini, ce la faremo.”

La holding, che ha adottato misure di contenimento del virus fra i suoi lavoratori già a inizio marzo, porta avanti quotidianamente il proprio lavoro dando continuità nel rifornimento del cereale e nella distribuzione di farine, nonostante le difficoltà riscontrate a causa di blocchi e dei provvedimenti messi in atto dagli stati confinanti e in Italia.

Il mondo della danza non si ferma

Da: Silvia Bottoni

Il mondo della danza si è fermato per quanto riguarda l’attività in palestra ma molte scuole di danza non hanno mai interrotto il rapporto con gli allievi proponendo lezioni in streaming sulle varie piattaforme digitali. Il virus ha interrotto i progetti e le lezioni del Jazz Studio Dance – Uisp Ferrara dal 24 febbraio scorso, quando la scuola ha preso la decisione di sospendere l’attività al di là del decreto nella convinzione che non si possa praticare danza applicando la regola del metro di distanza in una disciplina in cui il contatto è fondamentale e la salute delle persone è prioritaria al di là di logiche di business. Dopo un primo momento di stordimento si è cercata condivisione creando una chat con altre scuole di danza per acquisire informazioni precise e aggiornarci sulla parte burocratica e normativa di decreti e ordinanze. Poi ci siamo organizzati tra noi e grazie ad Uisp Ferrara che ha messo a disposizione gratuitamente la piattaforma Hangoust Meet facciamo lezione in streaming agli allievi più adulti, ai piccoli e ai ragazzi del liceo Ariosto con cui si sta portando avanti un laboratorio gratuito sul movimento dallo scorso novembre. E’ tutto artificiale , tutto legato alla tecnologia, siamo schiavi delle connessioni ma quando ci vediamo ci salutiamo e inizia la musica proviamo emozione sincera e tanta commozione : distanti ma vicini con il cuore sempre! Un grande impegno da parte degli insegnanti che hanno aderito perché si tratta di impostare lezioni in modo totalmente diverso dall’insegnamento “dal vivo”. Non tutti gli allievi possiedono spazi idonei, connessioni e strumenti telematici quindi dopo un assestamento iniziale ora le lezioni proseguono regolarmente tenendo comunque come riferimento non più il metro di distanza ma il numero delle piastrelle del pavimento, perché alcuni si muovono in spazi veramente ristretti. Silvia Bottoni cura la programmazione settimanale e le lezioni di danza per adulti, aperte anche ad esterni, creando ogni volta riscaldamenti e piccole coreografie che saranno poi montate insieme a emergenza terminata a testimonianza di questo periodo. Ovviamente la virtualità del mezzo crea poche possibilità di interazione ma si riesce ugualmente a lavorare “insieme” nonostante i problemi di connessione che ogni tanto si verificano. Anche il giorno di Pasquetta è stata fatta una lezione di danza afro e si cerca in ogni modo di incentivare la presenza dei partecipanti con la proposta di tecniche e livelli diversi perché il movimento è importante anche se fatto da casa e la lezione diventa un grande momento di socializzazione a distanza in cui si cerca di dimenticare ansie e paure conseguenti alla situazione che tutti viviamo in relazione alla pandemia. Giulia Bonora si occupa della tonificazione e mantenimento e della parte grafica e organizzativa, Veronica Principato dei piccoli allievi che hanno risposto in modo entusiasta fin da subito perché avevano bisogno del contatto visivo in tempo reale con la loro insegnante più che utilizzare video tutorial metodo utilizzato invece in modo proficuo da Eleonora Balleri per la danza classica. Proseguono in streaming anche alcune attività di fitness. Un grande lavoro che vede anche gli insegnanti misurarsi con metodologie diverse sicuramente non previste in periodi di normalità. E’ stato creato anche un hashtag
# iorestoacasamadanzoperimmagini con raccolta di fotografie scattate ad alcune danzatrici del Jazz Studio Dance da Daniele Mantovani prima della quarantena nei più noti monumenti e spazi cittadini, e fotografie scattate dagli allievi stessi durante la quarantena che rappresentano il loro vissuto di danza in questo periodo. Partirà dal 17 aprile p.v. fino al 3 maggio un concorso #iorestoacasaedisegnoladanza che prevede l’invio di un disegno sulla danza attraverso posta elettronica e social e l’elaborato vincitore diventerà la locandina pubblicitaria della prossima performance pubblica del Jazz Studio Dance appena si ritornerà alla normalità. Parallelamente si è partecipato a concorsi di danza online e a dirette su piattaforme che hanno mostrato materiale prodotto dal Jazz Studio Dance in questi anni, l’attività della scuola è iniziata nel 1983, attestando ancora una volta quanto la scuola sia un punto di riferimento importante per la città, sinonimo di serietà e qualità dell’insegnamento e grande attenzione al rapporto umano tra insegnanti e allievi. Tanta passione e impegno per promuovere la danza nei suoi vari aspetti anche in questo momento che nessuno avrebbe immaginato di vivere. Difficilmente sarà possibile riaprire e fare i consueti saggi di fine anno. E’ un tempo sospeso, un tempo irreale, un tempo che i nostri genitori hanno vissuto nel periodo della guerra dove però c’erano nemici fisici da combattere; qui il nemico è subdolo non lo conosciamo arriva quando meno te lo aspetti e ti colpisce. Fermarsi adottando misure contenitive drastiche di distanziamento sociale è un gran segno di forza perché significa affrontare la realtà non fingere che non esista il problema. Non ci resta che attendere e vivere con disciplina e senso di misura ciò che ci viene detto di fare, trattenendo il respiro e ascoltando il nostro cuore per fare un viaggio più profondo in noi stessi e riconoscerci senza più la fretta quotidiana del dover correre. Mentre aspettiamo la fine di tutto riprendiamoci almeno quei valori e sentimenti che avevamo messo in secondo piano e viviamo la nostra danza in modo nuovo più intimo e meno pubblico che sia valvola di sfogo per tensioni e paure.

Mascherine in distribuzione a Ferrara e polemiche sterili del PD

Da: Ufficio Stampa

Fabio Bergamini e Nicola Lodi: “polemiche strumentali: Ferrara ha fatto prima e meglio di altri. ora tocca alla Regione fare la sua parte, provvedendo a dotare i comuni di nuovi dpi”

«Dal Pd arrivano i soliti e strumentali attacchi, visto che Ferrara ha fatto prima e meglio di altri, distribuendo 50mila mascherine in un giorno (in totale siamo a 200mila). Ci piacerebbe che, anziché perdere tempo in polemiche, il Partito Democratico si desse da fare in Regione per assicurare alla città i dispositivi di protezione individuali necessari a contenere il “coronavirus”». Arriva puntuale, come le mascherine distribuite in questi giorni a Ferrara, la replica del vicesindaco Nicola Lodi e del consigliere regionale, Fabio Bergamini, a seguito degli attacchi del consigliere Pd, Bertolasi. «Prima, ci hanno chiesto dove fossero le mascherine, ora non so quali siano le ragioni delle ulteriori polemiche imbastite ad arte. Posso dire che il Comune di Ferrara ha già distribuito 200mila mascherine alla popolazione, coprendo in tempi contenuti l’intero fabbisogno dei ferraresi», avvisa Nicola Lodi. Il quale ricorda come «Il Comune abbia provveduto in proprio all’acquisto dei dispositivi, dopo avere esaurito il quantitativo di mascherine in TNT (tessuto non tessuto; ndr) arrivato dalla Regione. Nella sola giornata di martedì – aggiunge Lodi – impiegati comunali e volontari hanno imbustato cinquantamila mascherine. Bertolasi diceva di volersi aggiungere per dare una mano, ma nemmeno questa volta lo abbiamo visto… Poco male, perché le mascherine sono andate in distribuzione lo stesso». Ma non ci si accontenta: «Per proseguire lungo il trend di contenimento del contagio nel Ferrarese – osserva il consigliere regionale Fabio Bergamini – è necessario che anche la Regione Emilia-Romagna, adesso, faccia la sua parte. Il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri – che ha voluto l’acquisto delle mascherine – la Protezione civile e tutti coloro che si sono dati da fare sono stati ammirevoli, ma per continuare lungo i risultati di prevenzione raggiunti bisogna che la Regione invii alla città altre mascherine e dispositivi di protezione individuali. I quali sono necessari per contenere il contagio, soprattutto in previsione di una progressiva riapertura delle attività lavorative ancora ferme».

Emilia-Romagna. Bernini: “settore agricolo non sia lasciato indietro”

Da: Organizzatori

Nessun settore deve essere lasciato indietro o, peggio ancora, da solo a fronteggiare le difficoltà che seguiranno alla fine dell’emergenza sanitaria. E questo vale anche, in particolare, per il settore agricolo che rischia di pagare uno dei prezzi più alti di questa fase drammatica. Per gli agricoltori, che hanno già conosciuto il flagello della cimice asiatica, l’emergenza Covid-19 si somma adesso a quella della siccità, che si sta drammaticamente presentando già nelle terre della Romagna e del Ferrarese. Mi rivolgo alla Regione Emilia-Romagna e al Governo affinché siano attivati, con urgenza, tavoli regionali e nazionali per una programmazione condivisa sulla gestione della risorsa acqua e per concordare sgravi fiscali e incentivi per la ripartenza. Ricordiamo che le nostre imprese agricole, nonostante la crisi e le difficoltà, hanno garantito gli approvvigionamenti di frutta, verdura e derivati di ogni genere, e devono essere messe in condizione di poter continuare a farlo. L’emergenza che stiamo vivendo deve, ad ogni costo, diventare occasione per valorizzare, riscoprire e incentivare le produzioni made in Italy.

Salta “Re-Woodstock” 2020. “L’evento tornerà con lo stesso entusiasmo l’anno prossimo”

Da: Sindaco F.F. Città di Bondeno

L’emergenza COVID-19 non risparmia neanche i grandi eventi musicali e culturali dell’estate che, purtroppo, rischiano di cadere uno dopo l’altro, come tanti birilli. Ma solo per il momento. L’imperativo è quello di rimandare il tutto ad un momento in cui sarà possibile ripartire, in sicurezza, e con rinnovato entusiasmo. Non fa eccezione l’evento musicale e culturale “Re-Woodstock”, che avrebbe celebrato ad inizio giugno, nella location di Stellata, la sua quarta edizione. Tutto rimandato a causa del “coronavirus”, invece, e la scelta conseguente è stata quella di rimandare al 2021. Una decisione condivisa da tutti. “Era uno dei primi, grandi eventi del nostro territorio, che ha dovuto rinunciare a momenti di aggregazione e di indotto, per lo stesso motivo”, rivela il Sindaco facente funzioni, Simone Saletti.

Il quale ricorda lo stop imposto ad appuntamenti di vario tipo: “Aprile Capuzziano”, le fiere frazionali di Ospitale e Scortichino, tra gli altri. “Attività che necessitano di una ricerca di sponsorizzazioni e una logistica per la stessa organizzazione che, adesso, sono quasi impossibili da realizzare. Per questo, a malincuore, dobbiamo dare appuntamento all’anno prossimo, perché la priorità è gestire temi come l’emergenza sanitaria, sociale ed economica di questa fase difficile”. Negli scorsi giorni, la macchina organizzativa di “Re-Woodstock” che fa capo all’associazione Strabilia si è confrontata in videoconferenza, per decidere lo stop della manifestazione. Spiega il tutto Andrea Moretti, referente per la parte culturale e di rievocazione storica di “Re-Woodstock”: “Siamo dispiaciuti, ma tutti (dagli artisti ai volontari) sono consapevoli della necessità di rinviare. Per fortuna” – dice Moretti – “la formula rievocativa di quello che è stato un momento storico per la musica, ma non solo (il 1969) rimane valida anche per l’anno prossimo”.

“Re-Woodstock” ha un pubblico ormai fidelizzato e muove un indotto importante: “il solo mercatino e la parte olistica” – continua Moretti – “raduna circa 150 persone, oltre agli artisti e al settore “Food and Beverage”. In totale, 250 persone coinvolte, senza contare i volontari. “Re-Woodstock” – è il messaggio – “avrebbe potuto significare la celebrazione della libertà e dello stare insieme, come del resto è nella natura della rievocazione. Sappiamo, però, che il rinvio è un atto inevitabile”. E la festa, per il momento, si trasferisce sui social: “Continueremo ad informare tutti, con rimandi e notizie, attraverso le nostre pagine social” – conclude Andrea Moretti – “anche se abbiamo in animo la possibilità di dare vita a qualche “pillola” nei prossimi mesi: serate con una band di quelle che avrebbero partecipato al Festival e che, di volta in volta, continueranno ad alimentare il clima che solo “Re-Woodstock” è in grado di creare”.

Nulla è stato per ora deciso, invece, in merito al “ritorno” al Bundan Celtic Festival: la collocazione a fine luglio lascia aperto uno spiraglio, ma la decisione è rinviata al prossimo decreto del Governo.

Rancan E Vergiati (Lega): “Regione vada incontro alle università’: che 2020 sia “anno bianco” per tasse studenti”

Da: Ufficio Stampa

“La Regione vada in soccorso delle Università emiliano-romagnole, in questo contesto di emergenza sanitaria ed economica, e metta in campo tutte le misure possibili, affinché vengano garantiti agli atenei i fondi necessari per azzerare il pagamento della terza rata universitaria (ad oggi soltanto rinviato di uno/due mesi rispetto al termine ordinario), in modo da sostenere concretamente gli studenti e le loro famiglie in questo momento di grave emergenza sanitaria ed economica”. E’ quanto chiedono in una Risoluzione, firmata da tutti i consiglieri regionali del Gruppo Lega E-R, il capogruppo, Matteo Rancan, ed il coordinatore Lega Giovani Emilia, Tommaso Vergiati.

“Nonostante gli Atenei stiano facendo il massimo per tutelare gli studenti, queste misure non risolvono il problema, ma lo rinviano di poche settimane. “Occorre mettere nelle condizioni gli Atenei di aiutare concretamente i propri iscritti: urge lo stanziamento dei fondi necessari, senza scaricare la responsabilità sulle Università”.

Nello specifico – spiega Vergiati – “l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia ha concesso ai propri studenti di adempiere al pagamento della terza rata a giugno, invece che ad aprile, l’Università degli Studi di Ferrara e l’Alma Mater Studiorum di Bologna hanno previsto il pagamento della medesima rata un mese dopo rispetto al termine ordinario (entro il 30 maggio, invece che entro il 30 aprile); l’Università degli Studi di Parma, invece, come appunto quella di Modena e Reggio Emilia, ha autorizzato il pagamento della terza rata a giugno, ma a differenza del secondo ateneo, ha previsto la possibilità per i propri studenti di rateizzare il pagamento in due tranche: la prima entro il 30 giugno, mentre il mancante 50% entro il 15 luglio”.

“Rinviare di uno o due mesi il pagamento della tassa universitaria è pressoché inutile, perché le difficoltà economiche delle famiglie emiliano – romagnole, se non peggioreranno ulteriormente, rimarranno comunque le medesime nei prossimi mesi” attaccano i consiglieri regionali del Carroccio.

Pertanto – scrivono nell’atto di indirizzo i consiglieri Matteo Rancan, Valentina Stragliati, Maura Catellani, Daniele Marchetti, Simone Pelloni, Matteo Montevecchi, Fabio Bergamini, Fabio Rainieri, Andrea Liverani, Emiliano Occhi, Michele Facci, Massimiliano Pompignoli, Stefano Bargi e Gabriele Delmonte – la Regione adotti tutte le misure possibili, affinché vengano garantiti agli Atenei emiliano – romagnoli i fondi necessari per azzerare il pagamento della terza rata universitaria”.

Certificazione Carbon Footprint per il teleriscaldamento ferrarese

Da: Relazioni con i media, area Ferrara-Modena

All’impianto della città estense è stata assegnata la nuova certificazione sull’impronta climatica. Secondo quanto determinato dall’Università di Pisa e attestato dall’organismo di certificazione SGS, il teleriscaldamento gestito da Hera ha prodotto nel 2018 appena 122 grammi di CO2 per ogni Kilowattora termico erogato. Un impatto ambientale bassissimo, inferiore del 56% rispetto a forme di riscaldamento tradizionali

La rete di teleriscaldamento gestita dal Gruppo Hera a Ferrara fa ampio ricorso alla geotermia, una fonte totalmente rinnovabile che, associata al recupero del calore prodotto dal termovalorizzatore di Via Diana, fa sì che quasi il 90% del calore distribuito nelle case della città estense sia green.

Uno studio congiunto di Hera e di Ergo, uno spin-off dell’Università Sant’Anna di Pisa specializzato in attività di consulenza sulla gestione ambientale e sul management della sostenibilità, ha permesso di certificare la riduzione dell’impatto ambientale sulla città di Ferrara. I risultati, validati dall’organismo di certificazione accreditato SGS che ha assegnato la nuova certificazione Carbon Footprint relativa all’impronta di carbonio, evidenziano che la fornitura “a domicilio” di 1 Kilowattora termico grazie al teleriscaldamento ferrarese ha un peso, in termini di CO2 prodotta, letteralmente “piuma”: appena 122 grammi.

Oltre 22 mila tonnellate di CO2 risparmiate ogni anno nel ferrarese grazie al teleriscaldamento
Questo dato, certificato secondo la norma ISO 14067:2018, è di assoluto rilievo. Per un corretto termine di paragone, infatti, Ergo ha successivamente stimato che il “peso” in CO2 di un Kilowattora termico tradizionale (prodotto dalle caldaie domestiche) è pari a 270 grammi, quindi più che doppio rispetto a quello del teleriscaldamento ferrarese. Se si considera che sono circa 25 mila le “unità abitative equivalenti”, e ciascuna di esse assorbe in media 6.000 Kilowattora termici ogni anno, il risparmio garantito dal teleriscaldamento di Hera alla città di Ferrara è pari a circa oltre 22 mila tonnellate di CO2 emessa all’anno.

La metodologia di calcolo
La metodologia di calcolo utilizzata nello studio è stata quella prevista dalla normativa europea “from cradle to grave” (dalla culla alla tomba), che considera tutti i fattori emissivi coinvolti, dalla realizzazione delle infrastrutture al loro smaltimento a fine vita, dalle emissioni connesse all’utilizzo di macchine a quelle prodotte dalle caldaie a metano che, seppure in modo residuale, supportano la produzione dell’energia termica convogliata dal teleriscaldamento. A questo proposito, lo studio ha anche messo in evidenza quanta parte dei 122 grammi derivi proprio da carburanti fossili. Infatti, nonostante le caldaie contribuiscano solo per il 16% dell’energia prodotta totale, esse impattano per il 50% sull’impronta emissiva in CO2.

Proseguono nel ferrarese gli investimenti della multiutility per il teleriscaldamento
Importanti sono gli investimenti del Gruppo Hera per lo sviluppo del teleriscaldamento nel ferrarese: oltre a un investimento di 2,5 milioni di euro per estendere la rete al quartiere Barco, lo scorso anno ha completato l’iter per rilevare la centrale geotermica di Casaglia, dopo aver ottenuto nel 2017 la concessione per la coltivazione del giacimento geotermico presente nel sottosuolo ferrarese. Il controllo della fase estrattiva dell’energia geotermica – il cosiddetto upstream energetico – consentirà alla multiutility di dare ulteriore impulso al servizio del teleriscaldamento in città, a vantaggio sia dei clienti sia dell’ambiente.

“La certificazione Carbon Footprint che il teleriscaldamento ferrarese ha ottenuto nei giorni scorsi è la conferma della correttezza delle nostre scelte in questo settore – ha detto Cristian Fabbri Direttore Mercato del Gruppo Hera. Scelte che hanno reso questa forma di riscaldamento di abitazioni e attività commerciali, rispetto a quelle tradizionali, estremamente più sostenibile sotto il profilo ambientale. Un aspetto anche i nostri clienti, attuali e futuri, sapranno certamente cogliere e apprezzare”.

Bergamini scrive al direttore dell’azienda ospedaliera, Tiziano Carradori: «Subito test diagnostici al personale delle strutture del territorio provinciale»

Da: Ufficio Stampa

«E’ evidente che un gran numero di contagiati del territorio provinciale sia stato esposto al coronavirus all’interno delle Cra e delle strutture adibite alla cura degli anziani ferraresi. Occorre sottoporre al più presto tutto il personale di tali residenze assistenziali ai test diagnostici, per verificare la loro eventuale positività al tampone e scongiurare un’ulteriore diffusione del Covid-19 in queste strutture». Il consigliere regionale leghista, Fabio Bergamini, è passato dalle parole ai fatti. Ovvero, dalle richieste di chiarimento avanzate attraverso un’interrogazione in Assemblea legislativa al titolare della sanità, Raffaele Donini, ad una lettera indirizzata (ieri) al direttore generale dell’Azienda ospedaliera, Tiziano Carradori. I motivi di questo cambio di passo sono evidenti: «I dati delle ultime settimane sono preoccupanti – dice Bergamini – e gli utenti maggiormente a rischio sono quelli che si trovano nelle Cra: anziani “fragili” caratterizzati da patologie croniche concomitanti. Molti focolai epidemici si sono registrati in tali strutture e riteniamo opportuno che il direttore Carradori inviti tutti i responsabili delle strutture adibite alla cura degli anziani, siano esse private o accreditate, a procedere celermente a sottoporre gli operatori sociosanitari impegnati nel lavoro di cura a scrupolosi test diagnostici». In quanto, solo attraverso un kit completo di anticorpali e tamponi «potremo avere il polso della situazione della diffusione del virus – conclude Bergamini – per la sicurezza degli ospiti delle strutture e dei lavoratori».

Protezione Civile di Ferrara

Da: Ufficio Stampa
Coordinamento Associazioni Volontariato Protezione Civile Ferrara

Nell’intento di fare sentire tutti un po’ più vicini e soprattutto per ringraziare chi opera in prima linea in questa Pasqua anomala, così come già fatto con il personale sanitario, le strutture per anziani, le Forze dell’ordine, il pensiero di Caffarel nota azienda dolciaria è arrivato tramite il Coordinamento Regionale di Protezione Civile dell’Associazione Nazionale Carabinieri simbolicamente anche a Tutti i Volontari delle Associazioni di Protezione Civile iscritte al Coordinamento di Protezione Civile di Ferrara.

Sos Spesa a Cento la solidarietà riempie il carrello

Da: Organizzatori

Parte all’insegna della solidarietà il progetto benefico proposto da Cento Insieme in collaborazione con le Associazioni territoriali che gravitano intorno all’associazione, diversi esercizi commerciali di alimentari del territorio e il Comune di Cento. Ispirandosi all’idea della “spesa sospesa”, Cento Insieme e le sue associazioni, anche con l’importante aiuto di donatori privati, hanno infatti deciso di devolvere 3.230,00 euro a diversi esercizi commerciali della città e delle frazioni che li convertiranno in beni alimentari, con l’obiettivo di incrementare il volume della spesa a favore delle famiglie che si trovano più in difficoltà economica. Si tratta di una rete di piccoli alimentari, macellerie, drogherie pronti a diventare corner dell’iniziativa per dare forza e senso alla comunità.
E’ possibile per chi vuole e può, donare una spesa mediante donazione on line all’iban IT15T085 0923 4050 0800 9405 514 intestata a Cento Insieme con causale “Sos Spesa”.
L’Associazione Cento Insieme, fondata l’11 gennaio 2011, oggi mette in rete una ventina di associazioni non profit centesi per valorizzare l’operato di tanti volontari a favore di progetti di comunità.

Coronavirus. Il sistema economico e sociale dell’Emilia-Romagna fa squadra

Da: Organizzatori

Riunione telematica in Regione del Patto per il Lavoro: cabina di regia e tavoli per la sicurezza in ogni provincia. Bonaccini-Colla: “Gestione della ripartenza che vogliamo discutere con tutti i soggetti senza contrapporre mai la sicurezza sanitaria con la necessità economica. Al lavoro su un grande piano di investimenti in opere pubbliche”

Si deve partire dalla piena sicurezza per tutti i lavoratori, condizione imprescindibile, per definire insieme requisiti e modalità che permettano una graduale ripresa delle attività anzitutto nelle filiere di valenza internazionale – con l’export asse portante dell’economia regionale – e far avanzare i cantieri delle opere pubbliche. Un percorso che in Emilia-Romagna vede d’accordo tutte le parti sociali all’interno del Patto per il Lavoro, riunito in videoconferenza nel pomeriggio di oggi dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e dall’assessore regionale allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla.
Intanto, è pronto per essere distribuito un milione di mascherine sanitarie ai lavoratori entro 48 ore, e un altro milione entro una settimana, dispositivi messi a disposizione dalla Regione.

Il sistema economico-sociale dell’Emilia-Romagna progetta un passo avanti iniziale dopo il lockdown imposto dall’emergenza sanitaria del Covid-19. E lo fa attraverso l’organismo che dal 2015 vede riuniti i rappresentanti delle categorie economiche e datoriali, sindacati, enti locali, professioni, Università, Terzo settore, che si sono confrontati su quale strada intraprendere. Un progetto di ripartenza condiviso, dunque, che i soggetti del Patto intendono definire entro una settimana per sottoporlo al Governo, costruendo la via emiliano-romagnola che stabilisca ora le condizioni per la nuova fase, dopo i blocchi di queste settimane di attività economiche e produttive.

Un “governo della ripartenza”, come lo hanno definito Bonaccini e Colla, che passa dall’istituzione in tutte le province emiliano-romagnole di Tavoli sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, come quello già attivato nella Città metropolitana di Bologna, che possono partire con una dotazione finanziaria stanziata dalla Regione di 1,5 milioni di euro e altri 5 milioni per la messa in sicurezza sanitaria e la sanificazione degli ambienti di lavoro. Una fase che passa anche dal far partire, in questo momento di bassissima intensità di attività e mobilità, le opere pubbliche già cantierabili. Garantendo in ogni situazione o ambiente produttivo il distanziamento sociale necessario. Liberando anzitutto l’operatività delle filiere che operano a livello internazionale, con le sue imprese, da quelle di grandi dimensioni a quelle piccole e medie, che insieme alla logistica sono filoni strategici dell’economia e del lavoro made in Emilia-Romagna.

L’obiettivo condiviso è quindi quello di stipulare Protocolli operativi di sicurezza che sorreggano l’avvio delle attività nelle filiere individuate.

A far da cornice a tutto questo, già da domani la consegna da parte della Regione alle associazioni di categoria, perché le distribuiscano, di un milione di mascherine per i lavoratori, a cui se ne aggiungerà un altro milione entro la prossima settimana. Anche in questo caso a indicare la volontà di arrivare all’autosufficienza a breve nella disponibilità di dispositivi di protezione individuale.

“Già in queste settimane abbiamo messo risorse a disposizione di famiglie, imprese, lavoro e Comuni – spiegano il presidente Bonaccini e l’assessore Colla-, anche ricorrendo a fondi straordinari del bilancio regionale, e stiamo lavorando a un piano di investimenti in opere pubbliche per alcuni miliardi di euro, al contempo sburocratizzando e tenendoci pronti per avere progetti chiusi con cui ripartire. Decidiamo dunque insieme quali possano essere le filiere da far ripartire prima, come ad esempio l’automotive, che abbiano un livello di internazionalizzazione molto spinto. Insieme al tema dei cantieri pubblici. E facciamolo partendo dal dover garantire la sicurezza dei lavoratori, con tutto ciò che servirà per questo. Entro una settimana dobbiamo elaborare una proposta al Governo, condivisa tra noi”.

“L’obiettivo è mettere in campo i migliori modelli, settore per settore, della messa in sicurezza. Muovendoci nel perimetro delle decisioni delle prossime ore a livello europeo- aggiungono-. Abbiamo l’obiettivo di tenere un rapporto con il Governo avendo come Emilia-Romagna una nostra idea di supporto in grado di proporre e prendere impegni, nostro tratto distintivo. Oggi possiamo dire che abbiamo un buon sistema di copertura degli ammortizzatori. Ora bisogna condividere il passaggio dalla decretazione d’urgenza a un’idea di governo dei processi, fase che vogliamo discutere con i soggetti del Tavolo per il Lavoro senza contrapporre mai la sicurezza sanitaria con la necessità economica. Il contrario, infatti- chiudono presidente e assessore- sarebbe un errore imperdonabile”.

I DIALOGHI DELLA VAGINA
Le prospettive dell’altro

Mia figlia deve fare un tema: parla della prospettiva. Spero che non sia la solita ricerca sulla prospettiva nell’arte, voglio credere che l’insegnante chieda a dei quindicenni cosa sia la prospettiva nei rapporti, li spinga a muoversi anche dall’altra parte, ad allenarsi a chiudere gli occhi e poi riaprirli per guardare meglio, un po’ più là.
Mi confronto con un’amica: dai, ti pare che sia così banale da dovere fare una ricerca sui pittori che tanto i ragazzi lo sanno già chi ha inventato la prospettiva.
Alla mia amica non interessa tanto il tema di mia figlia, ma della prospettiva sua e del marito, sì. E anche un po’ di un’opera d’arte mancata.
“Io mi sento come se stessi osservando uno di quei quadri rinascimentali che raffigurano piazze e colonne – mi dice -, mio marito è fermo al centro, seduto su una fontana a godersi, immobile, ciò che la vita gli offre. Io, invece, mi alzo, mi allontano, corro costeggiando le infinite colonne, verso un punto lontano, in divenire”.
Mi confida di interrogarsi sulle prospettive del loro rapporto e nella loro vita quotidiana, di come si siano spenti i tempi in cui “tra noi c’era una forte empatia, come quando si ammira un quadro dalla stessa angolazione”. Poi, però, le cose sono cambiate, piano piano, talmente sottovoce che non saprebbe quando e perché, sa solo che un velo di noia ha rarefatto vicinanza, complicità, sguardi.
Lei ha provato a parlargli, gliela ha posta come sensazione, delicatamente, ha provato a dirgli condividiamo quello che potrebbe diventare un problema, per favore ascoltami. Lui ha risposto nella maniera più semplice possibile: succede.
Le rispondo che è fortunata perché a stare immobili seduti su una fontana non ci si gode niente, a correre tra colonne, magari anche sbattendoci contro, si vive.

E voi la prospettiva siete capaci di viverla anche dalla parte dell’altro, e poi magari cambiarla, rovesciarla, abbandonarla?

Potete scrivere a: parliamone.rddv@gmail.com

PER CERTI VERSI
Frammenti d’Italia (ottava tappa)
“… ma nomade / in tutto / è la vita / perché nella storia / la guerra ai nomadi / non è mai finita?”

La descrizione, frammento dopo frammento, di un paese meraviglioso…
Ma questo paese è il nostro paese!
E proprio questa intensa opera lirica dà la misura della bellezza incomparabilmente varia di una terra ammirata e invidiata da tutti eppure, forse proprio per questo, denigrata da molti.
In un’Italia che in questa drammatica emergenza rischia d’andare in pezzi, ma che – ne sono convinto – saprà riemergere più forte e coesa di prima, è forse arrivato il momento per noi tutti di comprendere quanta fortuna significhi esservi nati e cresciuti, nonché l’onore d’esserne figli. Scopriamolo scrutandone i frammenti nell’omaggio poetico di Roberto Dall’Olio che, per quattro settimane, si rinnoverà ogni domenica e ogni mercoledì.
Buona lettura e buon viaggio.

Carlo Tassi

FRAMMENTI D’ITALIA

LXI

una polpa
di colori sboccia
tra le nuvole
l’albero
della vita
s’inarca
nel suo seno
con felice
imperfezione
è il duro parto
dell’arcobaleno

LXII

nomade è il vento
nomadi i fiori
la pioggia
le nuvole
la gioia
il tormento
nomadi i colori
le note
le umane genti
le api no
le formiche neppure
hanno gli alberi
le radici
ma nomade
in tutto
è la vita
perché nella storia
la guerra ai nomadi
non è mai finita?

LXIII

si insista
su questa memoria
Rom e Sinti
non giacquero
vinti
dalla spietata sorte
scelsero la rivolta
all’inferno nazista
saturo di morte

LXIV

il violetto
puro
netto
nel cielo
nero
di pathos
e fieno
si stende
il compasso
dell’arcobaleno

LXV

Molfetta
romanica
isola
sporca
di bianco

LXVI

Urbania
alle due
di un agosto
cocente
ruhe
senza tempo

LXVII

il dipinto
con gatto
di Casorati
solo
tragico leggero
senza alleati

LXVIII

nelle osterie
d’Italia
quelle vere
si ritrova
la vena platonica
il dialogo
l’ebbrezza
la verve ironica

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