Skip to main content

Giorno: 23 Settembre 2015


LA STORIA
Preti e seminaristi irrompono in scena e interrompono la comicità di “Don iPhone”, spettacolo sulla “religione” delle nuove tecnologie

Ridere per non piangere. Il fatto è di una decina di giorni fa: ad Albano Laziale, il “Mercante di Monologhi” spettacolo comico dell’attore Matthias Martelli, portato in scena con il musicista Matteo Castellan nell’ambito del festival open air “Bajocco”, è stato interrotto da un gruppo di preti e seminaristi durante il monologo “Don iPhone” con cui l’attore fa il verso alla deificazione delle nuove tecnologie e all’abuso che quasi tutti ne facciamo. Don iPhone non comporta nulla di offensivo per il cattolicesimo, rappresenta piuttosto un modo per ridersi addosso, per richiamare l’attenzione su un fenomeno che ci ha preso la mano, costringendo il nostro tempo tra un viaggio virtuale sui social network, foto Istragram e una “tweettatata”. In sostanza un allontamento dalla realtà, dalla vita, dalle persone, nulla a che vedere con la religione semmai la denuncia di una nascita, una fede ripulita da dogmi e rimpolpata dalle fredde certezze di piccoli e grandi computer agganciati alla rete. Una bella pennellata di modernità e contraddizioni del Terzo Millennio che si sommano in “Don iPhone”, vincitore del Premio Nazionale di Comicità “Locomix”. Ma del premio a preti e seminaristi non è importato gran che, quando hanno visto l’attore con la tonaca hanno perso la testa, la finta messa celebrata in nome del tablet, con la benedizione di Steve Jobs e nel segno di Apple, li ha mandati in confusione. A testa bassa hanno fatto irruzione in scena intimando agli attori di interrompere il monologo, è mancata solo la dicitura “Nel nome del papa re”.

Il giorno dopo la direzione artistica del festival ha comunicato ai due attori che il vescovo di Albano aveva chiesto al sindaco di impedire la replica dello spettacolo nella medesima piazza su cui affaccia la chiesa di San Pietro, “violata” da parole blasfeme da riservare invece al retro dell’edificio religioso, un po’ come si fa con la polvere da nascondere sotto al tappeto. Non è tutto: due giorni di dopo, il primo cittadino ha specificato di non saper nulla della vicenda, solo più tardi si è scoperto dall’organizzazione, che a sollecitare l’uso del “lato b” per la rappresentazione sono stati due consiglieri di maggioranza. Secondo il sindaco i due hanno agito in autonomia e, aggiungiamo noi, probabilmente ispirati da un Dio in difficoltà in un paese democratico e laico. Ma si tratta di un Dio caro solo a una parte di cattolici, ha il volto adirato, manca di senso dell’umorismo e punta il dito contro i “Kattivissimi”, due artisti e il loro pubblico, che ne ha difeso il diritto di esibirsi. E, neanche a farlo apposta, ha ripreso con l’iPhone il brutto episodio di censura sul quale la Fnas (Federazione nazionale arti di strada) ha a sua volta puntato il suo laico indice. “E’ una grave ingerenza nella nostra attività di artisti – dice l’associazione – è una violenza contro la libertà di pensiero, oltre tutto immotivata visto l’obiettivo critico del testo incentrato sull’ossessione contemporanea per nuove tecnologie, nulla a che fare con la religione”. Che dire? Il fatto merita una riflessione che non conosce tempo, soprattutto quando la censura porta la tonaca e vede il diavolo nella satira. Con buona pace di papa Francesco, impegnato ad abbattere steccati e ad aprire porte per dialogare con le diversità del mondo. Ma l’oscurantismo è un demone antico, difficile da domare, furbo al punto da indurre in tentazione menti poco illuminate e orecchie sorde, prigioniere di voci monotonali.

L’APPUNTAMENTO
Unifestival: per tre giorni l’Università di Ferrara fa ‘lezione’ in piazza

Era il 4 marzo 1391 quando il marchese Alberto V d’Este, grazie alla bolla concessa dal papa Bonifacio IX, fondava l’Università di Ferrara. Da allora sono passati 625 anni e l’ateneo vuole festeggiare con tutta la cittadinanza questo importante anniversario: lo fa con Unifestival, il festival universitario che dal 25 al 27 settembre porta l’università fuori dalle sue mura per incontrare la città di Ferrara. Perché Unife rivendica “con orgoglio” il suo carattere di “università pubblica”, come ha affermato il rettore Pasquale Nappi durante la conferenza stampa di presentazione, ma anche perché Ferrara diventa sempre più una città universitaria: con i suoi 18.000 studenti, il 60% dei quali provenienti da fuori regione, l’ateneo ferrarese “è una delle università italiane con il maggiore indice di attrattività”.
Unifestival perciò non è solo un’occasione per adempiere un dovere di trasparenza e rendicontazione alla cittadinanza di come vengono usati i finanziamenti pubblici per la ricerca e le attività didattiche, è soprattutto un’occasione di confronto e dialogo fra comunità che quotidianamente incrociano le proprie strade a Ferrara: comunità universitaria, comunità studentesca, comunità economica e comunità cittadina. Il tema principale è il trasferimento di conoscenze, nel senso più ampio del termine, come strumento per accrescere culturalmente ed economicamente il tessuto del territorio, ma soprattutto per “la costruzione di cittadinanza e sapere critico” che permettano “una partecipazione attiva” alla vita della comunità.
Aprendo le proprie porte e portando all’esterno le proprie attività e competenze è dunque un’osmosi di “stimoli, sollecitazioni e sollecitazioni” che Unife propone ai cittadini: “vogliamo ricevere domande, ma anche farle”, ha sottolineato Nappi.
Proprio dalla volontà di coprire a 360° tutte le sfaccettature dalla vita dell’ateneo ferrarese deriva la difficoltà a sintetizzare il programma di questa tre giorni: 200 persone coinvolte e circa 100 eventi organizzati. Si va dagli incontri, dagli esperimenti e laboratori clinici e fisici, tra i quali anche Drain Brain del professor Zamboni portato nello spazio da Astrosamantha, agli appuntamenti sul bilancio di genere e la pink economy, a quelli sulla concorrenza e la legalità, senza dimenticare di fare il punto sul terremoto e nemmeno le attività e gli studenti che portano Unife nel mondo e il mondo a Unife. E poi proiezioni e spettacoli, per grandi e piccoli.
Unifestival si aprirà e chiuderà con due camminate per la città. La prima è una vera e propria celebrazione dei 625 anni dell’ateneo: si partirà venerdì mattina alle 6.25 per percorrere 6,25 km in città. Alle 9.30 si terrà poi l’inaugurazione ufficiale del festival. Domenica 27 alle 21 sarà Francesco Scafuri, “preso a prestito” dall’ufficio ricerche storiche del comune, ad accompagnare chi lo vorrà in un’escursione culturale nei luoghi storici dell’università di Ferrara.

Il programma completo di Unifestival è disponibile alla pagina www.unife.it/primo-piano/unifestival

ECOLOGICAMENTE
Ristoranti a spreco zero

Quanto cibo buttiamo! Si potrebbe dare da mangiare a milioni (miliardi) di persone.
Quanta acqua perdiamo! si potrebbe dare da bere a milioni (miliardi) di persone.
Non fa più notizia, nonostante gli allarmi denunciati siano tanti. Forse siamo diventati indifferenti o insensibili. Il fatto è grave, ma l’effetto è quello di dare un cioccolatino a un orso.

A parlarcene ci hanno riprovato gli amici di Officina Dinamica, con il terzo incontro del ciclo “Avanziamo. Ristoranti a spreco zero”, un’interessante iniziativa rivolta ai ristoranti. Sì, perché anche loro sprecano. Mentre la vecchia e la nuova povertà hanno bisogno di cibo.
Alla Sala dell’Arengo del Palazzo municipale hanno portato la loro esperienza eccellente la Provincia autonoma di Trento con il progetto “Eco-ristorazione Trentino” e il ristorante “Le Giare” di Pozza di Fassa, e un’altra dell’Appenino parmense, il ristorante “da Claudia” di Corniglio.
E la ristorazione di Ferrara? Pochi i rappresentanti presenti. Tre: il ristorante “Di Cibo”, il circolo Arci-bolognesi e il gruppo Orsatti. Per fortuna c’era l’Ascom a cui competerà il compito di diffondere queste esperienze. Punto 3, società ferrarese di consulenza per progetti di sviluppo sostenibile, poi ha parlato delle iniziative sulla ristorazione a spreco zero e del marchio “Eco-ristorazione”.
L’analisi dello scarto e della riduzione del cibo è un percorso che Roberta Lazzarini e Sergio Rigolin di Officina Dinamica cercano di sviluppare da tempo, la prossima tappa del percorso sarà il 3 ottobre al Museo di Storia Naturale nell’ambito del festival di Internazionale. All’incontro ha partecipato anche l’assessore Vaccari, con deleghe al bilancio e all’economia solidale: è un segnale importante che il taglio dato dalla amministrazione comunale, che patrocinava l’evento, sia economico e sociale e non solo ambientale. Ho sempre pensato, infatti, che per proteggere l’ambiente sia più facile toccare il portafoglio che non la coscienza. Spero, dunque, che si possano trovare soluzioni di incentivazione economica (ad esempio riduzione della tariffa puntuale ai ristoranti virtuosi) e di certificazione.

Già che ci sono vorrei anche chiedere alle Istituzioni di favorire queste esperienze eccellenti, perché spesso le normative, o meglio le prescrizioni, rendono invece complessa la ridistribuzione del cibo che esce dal circuito commerciale (naturalmente non avariato). La redazione di una Carta di Ferrara per la definizione delle politiche anti-spreco deve favorire, non impedire.
La sensibilità dei cittadini sta aumentando, come dimostra il grande incremento di biologico e l’attenzione al Km zero. Perciò serve una crescente sensibilità delle strutture operative.
In fondo spesso ricordiamo le 4 R che richiamano principi di riduzione e riciclo, anche se poi abbiamo difficoltà a citarle. A mio avviso quelle R potrebbero significare anche ripensare, riorganizzare, rivedere, insomma r-innovare. Proviamo a pensarci seriamente: lo spreco alimentare costituisce un problema etico e di sostenibilità per il nostro futuro.

IMMAGINARIO
Mangiare fa storia.
La foto di oggi…

L’ingresso del ristorante “La Provvidenza” negli anni ’60, Andy Warhol a tavola e il conto pagato da Gianni Agnelli, ma anche Bertino del ristorante “La vecchia chitarra”, in via Ravenna 13, prima che venisse rimpiazzato da uno dei primi ristoranti cinesi della città. E’ un viaggio nel passato di uscite e mangiate quello della conferenza in programma per oggi all’interno della Settimana estense e dedicato a “I ristoranti, le taverne e gli alberghi di una volta”. A raccontare storie ed evoluzioni delle tavole e dei locali sarà Marco Nonato. La ricerca è frutto di un lavoro in collaborazione con Leopoldo Santini e Alberto Cavallaroni.

Storie e personaggi della vecchia Ferrara, a cura della delegazione di Ferrara dell’Accademia italiana della cucina, oggi alle 17.30 nella sala conferenze della Camera di Commercio, largo Castello 10, Ferrara.

 

OGGI – IMMAGINARIO CIBO

ristorante-vecchia-chitarra-bertino-ferrara
Bertino davanti al ristorante “Vecchia Chitarra”, a Ferrara
ristorante-da-tassi-bondeno-ferrara
Lìesterno del ristorante da Tassi, a Bondeno di Ferrara
ristorante-al-doro-ferrara
Il ristorante “Al Doro” in una cartolina d’epoca
andy-warhol-ristorante-provvidenza-ferrara
Andy Warhol al ristorante “La Provvidenza” di Ferrara negli anni ’70

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

[clic sulla foto per ingrandirla]

GERMOGLI
Poesia.
L’aforisma di oggi…

roberto benigni
Roberto Benigni

La poesia ci aiuta a compiere un’esperienza irripetibile di libertà, è finzione e ritmo, ma ci aiuta a intraprendere un grande viaggio alla ricerca di uno sguardo. Quello sguardo che solo le donne posseggono e che ci introduce nel punto più segreto del mondo. (Roberto Benigni)

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

ACCORDI
Autunno.
Il brano di oggi…

francesco-guccini
Francesco Guccini

Ogni giorno un brano intonato a ciò che la giornata prospetta…

(per ascoltarlo cliccare sul titolo)

Francesco Guccini – Autunno

Ci siamo: l’estate è finita e l’equinozio d’autunno decreta l’inizio di questa agrodolce stagione. Inauguriamolo con un classico gucciniano, brano contenuto nell’album Stagioni del 2000.

  • 1
  • 2