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Giorno: 29 Marzo 2014

Il Volania Calcio si aggiudica la gestione delle edizioni 2014 e 2015 della Sagra dell’anguilla

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

A seguito dell’avviso pubblico per l’individuazione di un soggetto compartecipante alle attività di supporto, progettazione, gestione e promozione della Sagra dell’anguilla per le edizioni 2014 e 2015, la Commissione Tecnica di valutazione, in data 17 marzo scorso, ha esaminato i progetti pervenuti, aggiudicando all’Unione Sportiva Volania Calcio l’incarico in oggetto. La suddetta società sportiva ha ottenuto un punteggio totale di 86/100. Al secondo posto si è classificato l’A.N.M.I.- sezione “Sante Cinti” di Comacchio con 65,5 punti su 100. “Le caratteristiche di maggiore rilievo inserite nell’avviso pubblico – sottolinea il Sindaco Marco Fabbri – sono quelle della promozione delle tradizioni storiche, ambientali, culturali, folkloristiche attraverso la sagra dell’anguilla che, per sua natura, da sempre richiama migliaia e migliaia di visitatori interessati alla scoperta dei sapori tipici e delle eccellenze gastronomiche del territorio. Con questo bando si è voluto individuare un soggetto in grado di valorizzare tutti gli aspetti strategici della promozione turistica del nostro Comune, che oltre alla vacanza balneare è fortemente impegnato a diffondere la cultura della destagionalizzazione con eventi mirati. L’auspicio è quello ora di intraprendere un proficuo percorso di collaborazione della durata di due anni, con possibile ulteriore proroga di altri due anni, con il Volania Calcio e con le altre associazioni che intendono unirsi al progetto di gestione della sagra dell’anguilla.” “Siamo molto soddisfatti del risultato conseguito – afferma Vaide Pozzati, presidente del Volania Calcio -, che premia l’impegno profuso da un gruppo unito e motivato, grazie al quale è stato presentato un progetto ritenuto valido dalla commissione giudicatrice. Quest’anno, oltre a riproporre iniziative consolidate nella passata edizione della sagra dell’anguilla – aggiunge Possati – abbiamo previsto diverse sorprese, intorno alle quali stiamo già lavorando. Confidiamo nell’appoggio e nella collaborazione degli uffici comunali e delle associazioni di volontariato. Sono contento perché le associazioni che avevano già collaborato con noi nella scorsa edizione, hanno rinnovato la loro piena disponibilità, ma ci sono altre associazioni sportive e culturale pronte ad aggregarsi a noi in questa impegnativa, ma bella avventura.”

Spazio Grisù, Di Martino: “Dalla Provincia una pioggia di soldi pubblici a vantaggio di pochi”

da: Cristiano Di Martino, candidato Forza Italia al Consiglio Comunale di Ferrara, elezioni amministrative 25 maggio 2014.

Il candidato al consiglio comunale Cristiano Di Martino interviene in merito al finanziamento di 800mila euro, provenienti per metà dalla Provincia e per l’altra metà dalla Regione, per realizzare interventi infrastrutturali di agibilità e accessibilità all’ex caserma dei vigili del fuoco di via Poledrelli.
“Non sono per principio contrario all’opportunità di investire su un’area dismessa, posta all’interno di un quartiere che necessità di attenzione e interventi – ha precisato Di Martino, attuale consigliere provinciale di Forza Italia – ma occorrono serie precisazione su questo finanziamento a pioggia riservati a Spazio Grisù, quando l’agosto scorso la giunta precisava che, nell’assegnazione dello spazio alle associazioni, tale operazione non avrebbe comportato alcun impegno di spesa da parte della Provincia.
Ora invece, forse non casualmente alla vigilia delle elezioni, in un momento che precede la chiusura dell’ente provinciale, compaiono questi 800mila euro che costituiscono una somma esorbitante.
Finora l’intervento pubblico inerente a quest’area ammonta a circa 4,3 milioni di euro, senza contare i contributi concessi che il Comune di Ferrara ha elargito, con assegnazione diretta, alle singole associazioni. Mi chiedo quanti posti di lavoro si sarebbero potuti creare, investendo diversamente una somma come questa”.

Anselmi agli Stati Generali della Sanità: “Manca un raccordo tra pubblico e privato per migliorare i servizi”

da: Vittorio Anselmi, candidato sindaco città di Ferrara

Vittorio Anselmi, candidato sindaco del centrodestra, ha partecipato agli Stati Generali organizzato dai medici della provincia di Ferrara.
“L’occasione per un’analisi approfondita sulla situazione ferrarese – ha dichiaro Anselmi – e per ascoltare il punto di vista degli operatori sanitari, delle istituzioni e delle tantissime realtà associative del territorio.
A tal proposito mi ha stupito la relazione del sindaco. Tagliani, nel corso del suo intervento, ha disegnato uno scenario, comprensivo di ciò che attiene al nuovo Sant’Anna di Cona, in base al quale sembra tutto pressoché perfetto, giusto pochi dettagli ancora da aggiustare. Chi opera sul campo, invece, testimonia di una realtà ben diversa: ancora poco gira come dovrebbe e sono moltissimi i malfunzionamenti a cui provvedere.
Il sindaco è preoccupato, come noi, per il futuro della facoltà di medicina del nostro ateneo. L’obiettivo però non può essere, come sostiene Tagliani, unicamente quello di confidare nell’area vasta, comprendente la zona di Bologna. In questo momento l’area vasta altro non è che una scatola vuota, dove regna l’incertezza. Serve un disegno ben più chiaro, per la tutela di una delle facoltà di eccellenza della nostra università, oltre a precise garanzie per la salvaguardia dei vari presidi ospedalieri presenti ora sul territorio.
Non solo – ha proseguito il candidato del centrodestra -, nella nostra provincia manca un raccordo tra pubblico e privato: tra le istituzioni e il mondo dell’associazionismo e delle cooperative che operano a livello socio-sanitario. Senza una seria razionalizzazione del settore si rischia di avere una cattiva distribuzione dei servizi e delle risorse, una regia istituzionale, invece, porterebbe risparmio e maggiore efficienza”.

“La prevenzione di oggi evita un dispendio a catena domani”. Gli ‘stati generali’ ragionano sulla sanità

da: Ordine dei Medici Ferrara

«La Facoltà di Medicina (oggi Scuola), non chiuderà, anzi, avrà una vita florida» (Pasquale Nappi, Rettore); «I nostri ‘maestri’ se ne sono andati, ma noi abbiamo un sistema di reclutamento superiore agli standard nazionali» (Leonardo Trombelli, Presidente Scuola Medicina); «La sicurezza di pazienti e operatori, a Cona, non è in discussione e non è vero che molti primari hanno deciso di ‘mollare’ prima della pensione e molti medici prima della scadenza naturale del contratto» (Gabriele Rinaldi, direttore Sant’Anna); «Da subito abbiamo detto che sul territorio ferrarese servono 3 strutture ospedaliere e 3 non ospedaliere e sui nostri obiettivi ci siamo sempre confrontati con tutti, dalla Prefettura ai consigli alle commissioni (Paolo Saltari, direttore Ausl). E’ quanto, in pillole, hanno sostenuto i ‘big’ della sanità che si sono confrontati venerdì sera, nell’ambito della due giorni di Stati Generali organizzati dall’Ordine dei Medici presieduto da Bruno Di Lascio, sul tema Risorse economiche in rapporto alla salute e alla sicurezza. Sulla necessità «di cambiare le modalità di comunicazione, è una sfida importante» (Cristiano Zagatti, Cgil) e di «non piangersi sempre addosso, guardando non solo alla limitatezza delle risorse ma anche al patrimonio che abbiamo» (Claudia Zanella, Cisl) hanno insistito i sindacati. E sulla necessità, anche, di «non trasformare le manifestazioni di protesta, legittime, in una dispersione di energia» ha ammonito il segretario del Pd, Paolo Calvano, che nel suo intervento ha invitato a «trovare insieme un obiettivo e a condividerlo». Si è trattato invece di Risorse economiche in rapporto alla problematica sociale ieri. Ad aprire i lavori, il sindaco Tiziano Tagliani, che nel confermare la disponibilità delle amministrazioni verso associazionismo, volontariato, cooperazione sociale, ha sollecitato ad evitare progetti tra loro competitivi. A seguire, il dibattito con Caritas (Don Paolo Valenti), Camelot (Anna Baldoni), Viale K (Raffaele Rinaldi), Comitati Consultivi Misti (Luana Vecchi), Sert (Maria Luisa Garofani), Udi (Lina Pavanelli). Partendo dalla consapevolezza che «la povertà oggi riguarda tutti», ha introdotto don Paolo Valenti, e che «le persone fragili o sole hanno le stesse difficoltà dei migranti» ha chiarito Baldoni, e «l’investimento in prevenzione sanitaria oggi, evita un dispendio a catena domani», ha confermato Rinaldi col conforto di Vecchi e Pavanelli, da tutti è emersa la necessità di lavorare insieme «per convinzione, non per convenzione», ha sintetizzato Garofani .

I paradossi della Grande Guerra

Chi di noi non ha dovuto affrontare, durante gli anni passati sui banchi di scuola, il fatidico capitolo sulle cause della Prima Guerra Mondiale: dall’imperialismo al nazionalismo, dall’emergere della società di massa alla crisi degli imperi centrali, senza dimenticare il casus belli dell’attentato del 28 giugno 1914 all’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono asburgico. Dimenticatevi tutto ciò, o meglio, dimenticatevi che sia tutto così semplice e lineare. Questa è la differenza fra la storia che si studia a scuola e quello che si può imparare ascoltando uno storico di fama internazionale come Emilio Gentile, che venerdì pomeriggio nella Sala Agnelli della Biblioteca Ariostea ha tenuto una sorta di lectio magistralis sul contesto europeo a ridosso della Grande Guerra, su invito di Istituto Gramsci e Istituto di storia contemporanea di Ferrara.
Quasi due ore passate in un soffio, perché ciò che è stato proposto non è una cronologia di eventi inevitabilmente legati da un rapporto di causa-effetto, ma una riflessione su una serie di fattori e considerazioni che hanno creato un quadro d’insieme con alla base l’elemento più complesso che esista: l’essere umano. Come ha affermato Gentile, “a volte la storiografia pecca di questo saccente anacronismo”: leggere la storia come “una concatenazione di fatti inevitabili” operando “una noiosa proiezione del presente sul passato”. In realtà, quindi, “la storia non andrebbe raccontata con le cause”: accanto a queste non bisognerebbe mai dimenticare di “raccontare gli uomini”. Perché, conclude Gentile, “la bellezza tragica della storia è che la fanno gli uomini e non le cause”. Del resto lo scriveva già Marc Bloch nel suo Apologia della storia o Mestiere dello storico: “L’oggetto della storia è, per natura, l’uomo. O meglio, gli uomini. Più che il singolare, favorevole all’astrazione, il plurale che è il modo grammaticale della relatività, conviene a una scienza del diverso”.
Ecco allora, ha spiegato Gentile, che l’Europa “centro del mondo” dal punto di vista economico e culturale, che celebra se stessa e la propria civilizzazione nella Grande Esposizione Universale di Parigi del 1900 con un padiglione appositamente dedicato all’energia elettrica simbolo della luce del progresso, e che sta vivendo “il più lungo periodo di pace” della sua storia recente, porta nel suo grembo “un’oscura coscienza”, che inizia a parlare di razze superiori e razze inferiori o che pensa alla guerra come sola igiene del mondo.
Ecco come in un’Europa che, secondo Winston Churchill allora Ministro della Marina di Sua Maestà, mai era stata “più tranquilla”, governata nel 1914 “da maggioranze parlamentari che non volevano la guerra”, scoppia una guerra che sembra “non voluta da nessuno”, ma per la quale i giovani fanno la fila per arruolarsi volontari. Ecco come nell’Europa delle “teste coronate” lo zar Nicola II e il re d’Inghilterra Giorgio V dichiarano guerra al kaiser Guglielmo II, nonostante siano tutti nipoti della regina Vittoria. Ecco perché Francesco Ferdinando e la moglie sono a Sarajevo il 28 giugno: colgono l’occasione della sua visita come ispettore generale delle forze armate dell’Austria-Ungheria per passare insieme il loro anniversario di matrimonio, cosa che il rigido cerimoniale austriaco non avrebbe mai permesso, essendo lei una semplice contessa e il loro un matrimonio morganatico.
Purtroppo il 28 giugno è anche l’anniversario di una storica battaglia della Serbia contro l’Impero Ottomano, e Gavrilo Princip e i suoi compagni attentatori interpretano la visita dell’erede al trono asburgico come un clamoroso affronto alle tradizioni nazionali della grande Serbia. Da quei due colpi di pistola scaturiranno 53 mesi di guerra nell’inferno delle trincee, 10 milioni di morti e lo stravolgimento della geografia europea.

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“Presidiare l’integrità del tessuto produttivo”. Il commiato di Carlo Alberto Roncarati dalla Camera di Commercio di Ferrara

di Carlo Alberto Roncarati

Fra pochi giorni la Camera di commercio avrà un nuovo presidente.
Nel chiudere una parentesi durata quindici anni credo sia giustificata l’emozione e non so dire se prevalga la soddisfazione per aver potuto vivere una esperienza straordinaria o il rammarico per lasciare un incarico al quale ho dedicato tutto me stesso.
Questi anni, infatti, hanno segnato la mia vita, per come li ho vissuti e per le persone che ho incontrato. Alcune geniali e così ricche di talento da tracciare la strada per tutti. Tantissime altre forse più normali, ma capaci, creative, entusiaste e costantemente animate da una gran voglia di fare.
Persone che nel loro insieme rappresentano quel “capitale” fatto di onestà, intelligenza e ingegno di cui l’Italia – ed anche Ferrara – è ricca e che nonostante tutto incoraggia ad avere fiducia per il futuro.
Da esse ho tratto gli stimoli per tentare di adempiere onorevolmente ad un incarico da cui ho avuto gratificazioni e ruoli di responsabilità che non avrei mai immaginato di ottenere.
C’è stato anche un rovescio della medaglia, fatto di rinunce e sacrifici che hanno pesato sui rapporti famigliari, spesso colpevolmente trascurati, ed inevitabilmente inciso sulla mia attività professionale. Ma del tempo trascorso in Camera di commercio non rimpiango nulla poiché ho ricevuto più di quanto abbia dato.
Sono comunque consapevole che in coincidenza di una crisi economica di così straordinarie proporzioni, il sostegno alle imprese perseguito attraverso le limitate risorse camerali, pur utile, non è stato risolutivo. E che tanto altro resta ancora da fare per presidiare l’integrità del nostro tessuto produttivo – oggi fortemente minacciata – e promuoverne lo sviluppo, con la consapevolezza che principalmente dalle imprese, dalla loro possibilità di operare e di crescere dipenderanno la ripresa economica ed un ritrovato benessere.
So anche che si sarebbe potuto far meglio e debbo riconoscere di aver commesso errori che ancora mi pesano. Ma se non tutte le cose sono andate per il verso giusto non è stato, credete, per mancanza di impegno. E’ dunque con la serenità di chi sa di aver fatto quanto poteva che desidero ringraziare almeno una parte di coloro che hanno avuto un ruolo di rilievo in questa avvincente vicenda camerale.
Primi fra tutti gli imprenditori – in genere gente attiva e appassionata che non si abbatte di fronte alle difficoltà e che per l’azienda è sempre pronta a tutto – per quello che mi hanno insegnato.
E poi il presidente Ferruccio Dardanello che mi ha voluto al suo fianco in Unioncamere ed i colleghi presidenti per la stima che mi hanno dimostrato. Il Segretario generale Mauro Giannattasio e tutti i “direttori” con i quali ho avuto a che fare in questi anni, per la preziosa collaborazione. I componenti le giunte e i consigli con i quali a Ferrara lungo l’arco di tre mandati ho condiviso le responsabilità di amministratore e l’intera struttura camerale, di ieri e di oggi: dai dirigenti, ai quadri e ai collaboratori di ogni settore, tutti generosamente protesi al buon funzionamento dell’Ente – un traguardo che in tutta franchezza mi sembra in buona parte raggiunto – ed animati da un forte senso dell’appartenenza. Nonché gli organi di controllo e di valutazione per i buoni consigli e la continua sollecitazione al miglioramento dell’efficienza organizzativa e gestionale.
E ancora i rappresentanti delle Istituzioni, per l’attenzione sempre dimostrata e per rapporti improntati alla più aperta e fattiva collaborazione.
Le associazioni economiche ferraresi per la fiducia ed il supporto che mi hanno accordato in ogni circostanza ed il locale mondo dell’informazione per l’estrema disponibilità con cui ha contribuito a valorizzare la nostra attività di comunicazione.
Da ultimo, rivolgo al mio successore ed amico, Paolo Govoni – e alla nuova squadra che lo affiancherà – il più sentito augurio di buon lavoro, auspicando che possa anch’egli operare nello stesso clima di leale, fattiva collaborazione che ho trovato io.
Ci rivedremo, amici: troppo piccola Ferrara per non averne ancora l’occasione. E nel salutare vorrei condividere una emozione ancora.
Tempo fa, in un borgo dell’Appennino, mi ha colpito la scultura di un uomo pensieroso e un po’ curvo sotto il peso degli anni che da una piccola piazza sulla collina guardava lontano, verso la vallata, come se stesse ripensando al percorso della propria esistenza.
Alla base una iscrizione: “Non importa quanti passi hai dovuto fare nella vita. Ciò che importa è l’impronta che hanno lasciato”.
Scusate se i miei sono stati passi troppo leggeri.

VII Giornata Mondiale per la Consapevolezza dell’Autismo

da: Organizzatori

Il prossimo 2 aprile si celebrerà la VII Giornata Mondiale per la Consapevolezza dell’Autismo, sancita dalle Nazioni Unite nel dicembre 2007, per promuovere la conoscenza dell’autismo e la solidarietà nei confronti dei bambini e delle persone che ne sono affette.
Ieri nella Sala degli Arazzi del Comune di Ferrara si è svolta la conferenza stampa di presentazione delle iniziative organizzate dall’associazione “Dalla Terra alla Luna onlus” di Ferrara e che vanno sotto il titolo “Ti racconto la luna”.
Il Vicesindaco Massimo Maisto, ha curato l’intervento di accoglienza e ha riassunto l’elenco delle Istituzioni che hanno offerto il proprio patrocinio: Comune e Provincia di Ferrara, Servizio Sanitario Regionale (Emilia Romagna), Azienda Unità Sanitaria Locale di Ferrara, Università e Ufficio Scolastico Regionale, con la collaborazione di Arci Ferrara.
Mauro Presini, maestro elementare che si occupa di integrazione scolastica degli alunni con disabilità, ricordando il senso della giornata del 2 aprile, ha introdotto l’iniziativa con le scuole prevista per lo stesso giorno. Quest’anno infatti, in seguito alla vittoria del Premio Estense da parte del libro di Gianluca Nicoletti “Una notte ho sognato che parlavi” (che tratta del difficile rapporto tra un padre ed il proprio figlio con disturbi autistici), diversi Istituti della provincia partecipano alla diciannovesima edizione del Premio Estense Scuola e stanno ultimando i propri lavori di gruppo in cui approfondiscono in maniera originale la conoscenza dell’autismo.
Donata Cotti, genitore dell’associazione “Dalla Terra alla Luna onlus” (nata a Ferrara nel 2002), ha sottolineato l’importanza sia di offrire informazioni ai cittadini che di approfondire la conoscenza dei disturbi dello spettro autistico per aiutare le famiglie dei ragazzi ad affrontare nel modo migliore il futuro. Infatti un destino comune, dopo la fine del percorso scolastico, è la solitudine nell’affrontare i problemi della quotidianità senza servizi specifici e preparati a prendere in carico questa patologia.
Francesca Masina, neuropsichiatra infantile dell’Ausl Ferrara, ha spiegato che i disturbi di tipo autistico si manifestano entro i primi tre anni di vita e sono causati da un disordine organico dello sviluppo. Essi coinvolgono l’interazione sociale, le capacità di comunicazione, le modalità di comportamento e il tipo di interessi e di attività.
Attualmente l’unità operativa di neuropsichiatria infanzia-adolescenza dell’Ausl di Ferrara segue oltre 150 casi di bambini con autismo
Infine Roberto Roversi (Arci Ferrara) ha presentato nel dettaglio la rassegna cinematografica che si caratterizza, oltre che per la qualità di tutti i film, anche per la presentazione di due opere in prima visione che hanno già ricevuto diversi premi e riconoscimenti: “The Special Need” e “Pulce non c’è”.
Questo il programma dettagliato:
Mercoledì 2 aprile alle 9.30 – Sala Boldini via Previati 18 (Ferrara)
Convegno con le scuole
Interventi del dott. Stefano Palazzi (neuropsichiatra infantile), del dott. Michele D’Ascanio (psicologo); altri interventi e letture di: Marco Sgarbi (attore e regista), Claudia Titi (maestra elementare). Introdurrà e modererà Mauro Presini (maestro elementare).
La rassegna cinematografica alla sala Boldini di via Previati 18 a Ferrara prevede queste due proiezioni serali: 
– 1 aprile ore 21 “The Special Need”, regia di Carlo Zoratti, 2013 (ingresso 5 euro – prima visione)
Il ventinovenne Enea è in cerca di amore, soprattutto fisico. Da ragazzo autistico qual è, sa che nella sua Italia è tutt’altro che facile trovarlo. Così, in compagnia dei suoi migliori amici Carlo e Alex si mette in viaggio attraverso l’Europa, finendo con il trovare molto di più di quello che stava cercando.
 – 2 aprile ore 21 “Pulce non c’è”, regia di Giuseppe Bonito, 2012 (ingresso 5 euro – prima visione)
Giovanna e Margherita, detta Pulce, sono due sorelle. Pulce ha 9 anni, è autistica. Nonostante le difficoltà, la famiglia è serena, almeno fino a quando pulce non viene portata via da scuola dagli assistenti sociali.
Le seguenti proiezioni pomeridiane saranno invece ad ingresso libero:
– 9 aprile ore 17,30 “Adam”, regia di Max Mayer, 2009
Beth è una giovane, bella e intelligente scrittrice che non si è ancora ripresa da una relazione finita male. Poco dopo aver traslocato nel suo nuovo appartamento, Beth fa la conoscenza del suo vicino di casa Adam, un bel ragazzo ma solitario e autistico.
– 30 aprile ore 17,30 “The Black Balloon”, regia di Elissa Down, 2008
Il film racconta il difficile rapporto fra Thomas e suo fratello Charlie, affetto da autismo. Con l’aiuto della sua famiglia e della sua ragazza Jackie, Thomas proverà ad accettare suo fratello.
– 14 maggio ore 16,30 “Il mio nome è Khan”, regia di Karan Johar, 2010
Protagonista singolare, un giovane indiano musulmano emigrato a San Francisco, affetto da una forma lieve di autismo, la sindrome di Asperger, che impedisce di capire gli altri o induce a prendere alla lettera quanto dicono. La malattia ne fa un antieroe nemico delle convenzioni.

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Sostegno del PD alla lista VoghierAperta

da: Circolo PD Quinto Bencivelli Voghiera

L’assemblea degli iscritti al Circolo del Partito Democratico “Quinto Bencivelli” di Voghiera , ritrovandosi completamente nelle idealità, proposte e strategie proposte per il futuro del Comune di Voghiera, ha deciso all’unanimità di dare il proprio pieno e convinto sostegno alla lista VoghierAperta ed al Dott. Matteo Pazzi quale candidato Sindaco alle prossime Elezioni Amministrative.
Le problematiche emerse in questi anni sia sul piano locale che su quello più generale della salvaguardia del lavoro, del territorio, della salute , della sicurezza e soprattutto la necessità di guardare con spirito nuovo alle esigenze delle nuove generazioni fanno si che sia urgente e necessario un cambiamento profondo sul piano culturale e politico nella gestione della cosa pubblica.
Rinnovamento ed innovazione ma anche visione più unitaria e solidale nonché caduta di insopportabili steccati ideologici che hanno favorito divisioni ed incomprensioni nella vita sociale ed economica di Voghiera , sono tra le esigenze più sentite dalla popolazione e rappresentano le nuove linee guida di una politica più attenta alle esigenze collettive ed alla creazione di un clima di maggiore e rinnovata solidarietà unama e sociale., e di condivisione e partecipazione alla vita della comunità vogherese.
Il Partito Democratico di Voghiera invita i propri iscritti ed elettori nonché tutti coloro che desiderano un reale cambiamento in positivo della realtà e delle prospettive future del Comune di Voghiera a sostenere e partecipare attivamente alle iniziative ed alle occasioni di incontro promosse dalla lista VoghierAperta ed a sostegno del candidato Sindaco Matteo Pazzi

Il lunedì “Happy Go Lucky Local” del Jazz Club presenta i Bad Uok, il giovane e imprevedibile collettivo bolognese

da: ufficio stampa Jazz Club Ferrara

Lunedì 31 marzo (ore 21.30), per un nuovo appuntamento firmato Happy Go Lucky Local, a calcare la scena del Jazz Club Ferrara saranno le incalzanti sonorità del collettivo bolognese dei Bad Uok – Leonardo Rizzi alla chitarra (assente a causa di un lieve infortunio) Federico Pierantoni al trombone, Andrea Calì al pianoforte e piano Fender, Andrea Grillini alla batteria – che presenteranno Enter, disco d’esordio pubblicato da Auand Records (2013).
“In Italia, Petrella a parte, non si sentono molti dischi del genere. E già questo è un pregio non da poco. Dategli fiducia, le sorprese sono garantite.” Questo è il succo di una delle ultime recensioni di Enter che ben esprime l’energia impressa in un lavoro compiuto da quattro straordinari giovani che, non ancora trentenni, si contraddistinguono per spiccate doti tecniche, creatività e ricerca.
La base dell’impasto sonoro è l’assenza del basso che dona ai protagonisti una libertà espressiva assoluta che emerge da undici composizioni vibranti ora di melodie quasi cantabili dall’aura cameristica, ora di squarci elettrici e rumoristici dalle spiccate sonorità rock. Si tratta per certo di un jazz radicale ma denso di una ricerca mai fine a se stessa assolutamente da sperimentare.
Il caleidoscopio di suoni dell’ukulele di Danilo Vignola coadiuvato dalle percussioni di Giò Didonna fungerà da preludio alla serata. Durante un’intensa attività che lo ha impegnato a girovagare in Italia e Europa alla ricerca di poeti da accompagnare con il suo ispirato chitarrino a quattro corde, Danilo Vignola ha scoperto l’incredibile versatilità dell’ukulele, strumento con cui ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti internazionali fra cui il premio di miglior suonatore di ukulele elettrico al mondo conferito da Eleuke (2010).
Ad impreziosire l’appuntamento di lunedì 31 marzo è il ricco aperitivo a buffet (a partire dalle ore 20.00) accompagnato dalla selezione Nu Jazz di Andreino Dj. Scoppiettanti jam session seguiranno, come di consueto, il concerto. Il tutto a ingresso a offerta libera per i soci Endas.

Lunedì 31 marzo – Jazz Club Ferrara, Torrione San Giovanni – Ore 21.30
Happy Go Lucky Local
Opening Act – Vignola Didonna Duo
Danilo Vignola, ukulele; Giò Didonna, percussioni

Bad Uok + Jam session
Federico Pierantoni, trombone;
Andrea Calì, pianoforte e piano Fender; Andrea Grillini, batteria

DOVE
Tutti i concerti si svolgono presso il Torrione San Giovanni via Rampari di Belfiore, 167 – 44121 Ferrara. Se si riscontrano difficoltà con dispositivi GPS impostare l’indirizzo Corso Porta Mare, 112 Ferrara.

INFORMAZIONI
Infoline: 339 7886261 (dalle 15:30)
Prenotazione cena: 333 5077059 (dalle 15:30)
www.jazzclubferrara.com
jazzclub@jazzclubferrara.com

Il Jazz Club Ferrara è affiliato Endas, l’ingresso a offerta libera è riservato ai soci.

COSTI E ORARI
Ingresso a offerta libera riservato ai soci Endas.
Tessera Endas € 15

Non si accettano pagamenti POS

Apertura biglietteria: 19.30
Aperitivo a buffet con dj set a cura di Andreino Dj a partire dalle ore 20.00
Concerto: 21.30
Jam Session: 23.00

renziani-non-renziani-lavorare-tutti-insieme-cambiare-passo

Renziani o non renziani, lavorare tutti insieme per cambiare passo

La sola lettura dello scritto sulla svolta renziana di Ernesto Galli della Loggia, pubblicato giorni fa sul Corriere della Sera, aiuta a capire non solo le scontate resistenze e i mille sgambetti che il Presidente del consiglio incontrerà, ma che occorre andare oltre quelle riflessioni, perché il nostro Paese ha bisogno del sostegno di molti, anzi di moltissimi, per tirarne su le sorti.
Dentro alla nuova politica non ci sono solo annunci, non si tratta solo di proposte: è un grande pacchetto di atti di governo, parlamento compreso ed europa inclusa, che alimentati da grande speranza e tanto entusiasmo affrontano concretamente i veri problemi e le difficoltà dell’Italia.
Alcuni diranno che gli effetti saranno devastanti, che Renzi è senza esperienza e che questo governo è una delle sue ultime avventure, che non sta né a destra né a sinistra, che pensa ad un risorgimento fiorentino; ne inventeranno tante e si riempiranno le pagine dei giornali, i telegiornali, i talk show, e di queste opinioni ne risentiranno tutte le borse da Londra a New York, da Francoforte a Tokio.
La narrativa del Corriere, poi, entra più nel dettaglio e dice dell’Italia antirenziana: “spiccano settori di establishment anche se guardano al centrosinistra, pezzi di Confindustria, l’alta burocrazia, manager, commentatori e giornalisti Rai, un pezzetto della sinistra antica ed ideologica, quasi tutta la nomenclatura e gli apparati del Pd da Roma in giù, settori della Cgil (direi di no il Landini della Fiom), le municipalizzate e dintorni, i no dell’irpef e quelli che hanno i soldi in svizzera”, ma l’elenco è ancora lungo.
Da ferraraitalia online, in più circostanze, i collaboratori del quotidiano si sono soffermati sulle tante devianze e distorsioni che attanagliano il nostro Paese, un paese che non cresce da troppi anni, ma anche un territorio ferrarese che annaspa, ansima, arriva sempre dopo e non porta ad una visione.
Non si tratta, quindi, di sposare una tesi e di stare con Renzi, si tratta, soprattutto, di contribuire alla svolta, di cambiare passo, anche volto, avere la visione, guardare al futuro, dare speranza e quel tutto che è largamente condiviso, oltre gli schieramenti.
Ormai anche i bambini delle nostre scuole materne (che sanno un po’ di inglese) sanno cos’è la spending review e dove deve incidere l’azione di risanamento, togliendo il di più, gli sprechi e la corruzione.
Le famiglie, analizzando le bollette di gas, acqua, nettezza urbana, oneri e fiscalità locali, cominciano a fare l’analisi delle loro voci e, comparandole, vedono troppe diversità, importi innaturali, alcune assurdità e giustamente non ci stanno, si ribellano.
Se pensiamo anche alle multe, sembra più una persecuzione che un educare, se ti serve un certificato, un’autorizzazione, un permesso ti metti, spesso, con le mani nei capelli per tempi e costi esosi; se, infine, devi fare una visita medica, un prelievo, prenotare un’urgenza, spesso è meglio andare da un privato a pagamento, così almeno è fatta!
Questi sono i troppi vizi dell’Italia, sono una quotidianità di comportamenti pubblici e abusi privati, in un bisticcio insopportabile che ci trasciniamo da troppi anni e di cui non se ne può più, veramente più,
Il 25 maggio, purtroppo solo la domenica, andremo a porre una croce per l’Europa (una nuova e diversa Europa però), per il nostro Comune (e sono molti nel ferrarese, città compresa) e sceglieremo il Sindaco e la coalizione per un governo municipale.
Mi è capitato di sbirciare nei programmi elettorali, su come realizzarli, se le risposte sono concrete e sostenibili: in alcuni mi è parso di trovare interesse, su altri ho visto quasi il vuoto e comunque l’assenza di un raccordo di sistema e di reti, e uno sguardo corto rivolto all’ingiù.
La revisione della spesa del Comune e delle aziende municipalizzate è lasciata alla lanterna di Diogene, i fondi strutturali cofinanziabili agli occhi lacrimanti del topino che non trova il ‘formaggio grana’.
Peccato, pare che ancora una volta si tratti di un’opportunità mancata ma, essendoci ancora un po’ di tempo, speriamo in bene e che si pensi finalmente a servire quel benedetto bene comune.

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Ferrara, lo zen e l’arte di spostarsi in autobus

Da SENDAI – In Giappone la primavera è attesa al punto che il primo giorno è festa nazionale. Ma quest’anno, a dispetto del calendario, tarda ad arrivare e Sendai è ancora nelle braccia lunghe dell’inverno. La mattina del 22, la città è stata addirittura colta da una grande bufera di neve, e tutti gli studenti che solitamente raggiungono il campus universitario sulla collina con i loro scooter, hanno deciso di prendere l’autobus. Alle 8:51, alla mia fermata, la solita fila di quattro gatti congelati in attesa di salire è almeno triplicata. L’autobus si ferma, apre la porta e… è completamente stipato! Ma come facciamo ad entrare anche noi dodici?! Nessuna paura, per puro incantesimo e alla faccia di qualsiasi principio fisico di incomprimibilità dei corpi, i passeggeri giapponesi lentamente e con saggi movimenti dettati da una tradizione millenaria, si strizzano l’uno contro l’altro, tanto da poter far entrare tutti quelli che devono salire, e finché questa operazione non è stata completata, il bus rimane fermo in attesa: nessuno si lamenta, tutti comprendono. Vi chiederete sicuramente cosa ne sarà poi stato dei poveri malcapitati che dovevano scendere alla fermata successiva.

Bene, al suono ininterrotto della parola sumimasen (espressione pronunciata in modo bi-tonale in levare, che significa “scusate”), si apre un corridoio perfetto nel centro del bus, fra due ali di passeggeri compressi… avete presente l’apertura del Mar Rosso? I passeggeri scendono regolarmente, le porte si richiudono, i volumi corporei riprendono l’originario aspetto, e via per la prossima fermata!
Dovete sapere che in Giappone è severamente vietato usare il cellulare sull’autobus e su tutti i mezzi pubblici (treno, metropolitana), quindi non solo non si sente nessuno declamare pubblicamente a voce alta i propri interessi, ma oltretutto si raggiunge un tale livello di sinergia tra i passeggeri, tutti intenti nel contribuire alla buona riuscita delle fasi di riempimento e svuotamento del mezzo.
Ad ogni fermata dell’autobus, una voce suadente e sensuale femminile anticipa il nome della fermata, a seguire la voce mugugnata e iterante dell’autista che ripete il nome della fermata: vogliono essere sicuri che chi esce sia davvero sulla giusta strada! Pensate se sbagliassi fermata solo perché persuaso dalla voce femminile: esco, mi guardo in giro e… ma nooooo, non è qui che volevo scendere!

Provo ad immaginarmi lo stesso sistema a Ferrara. Autobus numero 11, fermata di piazza Travaglio, la voce femminile: “Stiamo per raggiungere la fermata di piazza Travaglio, chi è intenzionato a scendere si avvicini all’uscita, prego”, l’’autista: “A sen’ dré arivar in piaza Travai. I barbagian chi dev’andar a ciacarar sul Listòn, tachi a’ smisiaras!”. Però che bello l’uso di “barbagian”: me li vedo questi ferraresi, infreddoliti e intenti a lamentarsi delle ultime novità lette sui quotidiani locali, uniti assieme sul lato al sole del grigio Listone, a seguire i lavori infiniti di ripavimentazione… non ricordano gli omonimi saggi uccelli allineati lungo un ramo?

Ma torniamo all’autobus: è giunto il momento di pagare il biglietto, sì perché a Sendai il biglietto si paga all’uscita. Sopra all’autista c’è un tabellone elettronico che specifica il prezzo del biglietto per ogni fermata; si paga direttamente di fronte all’autista il quale, per ogni passeggero in uscita, verifica il pagamento e ringrazia. Ed ora, tutti al lavoro, stanchi e sfibrati da queste intense attività logistiche che si ripeteranno nel viaggio di ritorno a casa!

Morale per il giapponese: non avere fretta, tanto l’autobus fa sempre lo stesso tragitto e deve arrivare in orario a tutte le fermate.
Morale per l’italiano: spingi, impreca, lamentati, sbuffa, rispondi al cellulare e, se hai ancora energie… non pagare il biglietto!

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L’odore di Ferrara e lo sguardo di Alberto Savinio sulle “cenerentole della città”

Da MONACO DI BAVIERA – Qual è l’odore che caratterizza Ferrara? Molto è stato scritto sulla luce della Pianura padana, e tutti conoscono le città grandi e piccole lungo il Po, immerse nella fitta nebbia. Ma l’odore di Ferrara? Lo scrittore Alberto Savinio sapeva perfettamente di che cosa odora, ovvero di che cosa odorava Ferrara nella prima metà del secolo scorso: riteneva di potervi individuare, esattamente come a Monaco, l’odore dei “ceppi bruciati”. Alberto Savinio, fratello del pittore Giorgio de Chirico, era uno dei pochi scrittori italiani che conoscevano sia Ferrara sia Monaco: tra il 1906 ed il 1909, entrambi soggiornarono per un certo periodo di tempo nella capitale bavarese. Giorgio frequentò per due anni l’Accademia delle Belle Arti, mentre suo fratello Andrea – che più tardi assunse lo pseudonimo di Alberto Savinio – prese lezioni di musica presso il famoso compositore tedesco Max Reger. Oltre alle lezioni di pianoforte con Reger, poco sappiamo del soggiorno monacense di Andrea de Chirico (Alberto Savinio). Un piccolo appunto tratto da Ascolto il tuo cuore, città, lo stupendo libro di ricordi della Milano di fine Ottocento, ci consente tuttavia di affermare che durante la sua permanenza a Monaco avesse notato qualcosa di caratteristico: “Ferrara è la sorella in odore di Monaco. Entrambe sanno di ceppi bruciati. Due città cordialissime entrambe, ed invernali. Entrambe invitano al chiuso domestico, al gemütlich della propria casa.”
Ferrara e Monaco sono senz’altro due città cordiali, con tante case accoglienti. E durante l’inverno, a volte, sono sicuramente anche delle incantevoli “città invernali”. Ma sorelle in odore lo sono state probabilmente solo nella fantasia dello scrittore. Savinio, che Luigi Malerba e Umberto Eco reputano il loro maestro, è considerato uno dei predecessori della letteratura italiana moderna. Il suo ritratto della città, di Milano innanzitutto, è caratterizzato da un particolare interesse per i dettagli dimenticati e per le persone che vivono ai margini delle grandi piazze. Il suo interesse era rivolto alle cose che vivono all’ombra delle sorelle ammirate: “le cenerentole della città”. Si trattava, per lui, di cominciare dalle cose che non vengono colte ad una prima e superficiale occhiata. Prima di avvicinarsi ad un oggetto, ad una persona, ad un’opera d’arte o ad un’intera città, dirigeva il suo sguardo su qualcosa di apparentemente marginale. Pertanto capitava che iniziasse l’’auscultazione’ del cuore di Milano con una passeggiata attraverso Venezia, una sosta al Caffè Pedrocchi – rimasto fino ad oggi uno die cuori pulsanti di Padova – o appunto aspirando l’odore di Venezia o Ferrara. Camminava attraverso la Serenissima toccando, ascoltando, gustando e fiutando, come se volesse allenare i suoi sensi in luoghi sconosciuti, prima di affrontare la passeggiata attraverso l’amata Milano. Nessuna città è mai stata vissuta a amata così al femminile come la città di Venezia. Forse proprio per il suo odore. E a Ferrara pensava appunto di avvertire l’aspro odore dei “ceppi bruciati”. Ovunque indirizzi i suoi sensi – colonne di marmo, mobili, vetrine, campanelle della stazione -, inizia subito la vita, si accende la fantasia, si effettuano viaggi nel mondo surreale della marginalità e dell’inezia. Difatti, tutta la sua attenzione è rivolta alle cose che vivono lontane dai grandi eventi pubblici e di massa. Da Savinio possiamo apprendere l’arte del girovagare come uno scopritore curioso nei ripostigli del quotidiano e della normalità. Savinio ci insegna a puntare lo sguardo sulle “cenerentole della città”. Basta cercarle negli angoli nascosti, minimi, della realtà. E di questi, a Ferrara, ce ne sono tanti.

[Si ringrazia Giovanna Runggaldier per la traduzione dell’articolo dal tedesco all’italiano]

Carl Wilhelm Macke, giornalista pubblicista indipendente, è segretario generale dell’associazione “Journalisten helfen Journalisten” con sede a Monaco di Baviera. Amante da sempre dell’Italia, è un cultore della letteratura emiliano romagnola contemporanea. Vive tra Monaco di Baviera e Ferrara.

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GERMOGLI
l’aforisma
di oggi…

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

“La compassione è la più importante e forse l’unica legge di vita dell’umanità intera” (Fëdor Dostoevskij)

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del giorno

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città e i suoi abitanti.

Contrasti (foto di Luca Pasqualini) – clicca sull’immagine per ingrandirla

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Contrasti (foto di Luca Pasqualini)